LUCCHESE (S.)
in Val d’Elsa.
– Convento dei Francescani dell’Osservanza, che prende il titolo dalla sua chiesa parrocchiale nel piviere Comunità Giurisdizione e circa mezzo miglio toscano a scirocco di Poggibonsi, Diocesi di Colle, già di Firenze, Compartimento di Siena.
Trovasi nel poggio dove fanno tuttora mostra di sé le fortificazioni di Cosimo I, e dove fu la badia di Poggiomarturi, ossia di Poggibonsi; nel quale poggio, l’Imperatore Arrigo VII reduce dall’inutile assedio di Firenze, piantò gli accampamenti, e lo chiamò Poggio Imperiale.
Diede il suo nome al convento preaccennato un discepolo di S. Francesco, di nome Lucchese, che si vuole nativo di S. Casciano in Val di Greve, il quale insieme con Bona sua moglie si ascrisse fra i primi al terz’ordine del Serafico Assisi, e costassù egli e la sua donna ritiraronsi per condurre vita penitente, ed esercitare opere di misericordia. Scrisse di questo venerabile Lucchese l’Arcivescovo fiorentino S. Antonino nelle sue Istorie (Part. III. tit. 24 Cap. 7), dicendo che dopo la sua morte, accaduta li 29 aprile del 1239, tanta fu l’affluenza de’fedeli richiamati al Poggio Bonizi dai miracoli del Beato Lucchese, che potè ben presto con le elemosine edificarsi costà una chiesa più grande dell’antica e dedicarla a quel Beato che ivi si venera con indulgenze concesse dal Pontefice Gregorio X nella domenica di Passione. (WADING, Annal. Minor. T. V.) La parrocchia di S. Lucchese nel 1833 contava 317 abitanti.
Trovasi nel poggio dove fanno tuttora mostra di sé le fortificazioni di Cosimo I, e dove fu la badia di Poggiomarturi, ossia di Poggibonsi; nel quale poggio, l’Imperatore Arrigo VII reduce dall’inutile assedio di Firenze, piantò gli accampamenti, e lo chiamò Poggio Imperiale.
Diede il suo nome al convento preaccennato un discepolo di S. Francesco, di nome Lucchese, che si vuole nativo di S. Casciano in Val di Greve, il quale insieme con Bona sua moglie si ascrisse fra i primi al terz’ordine del Serafico Assisi, e costassù egli e la sua donna ritiraronsi per condurre vita penitente, ed esercitare opere di misericordia. Scrisse di questo venerabile Lucchese l’Arcivescovo fiorentino S. Antonino nelle sue Istorie (Part. III. tit. 24 Cap. 7), dicendo che dopo la sua morte, accaduta li 29 aprile del 1239, tanta fu l’affluenza de’fedeli richiamati al Poggio Bonizi dai miracoli del Beato Lucchese, che potè ben presto con le elemosine edificarsi costà una chiesa più grande dell’antica e dedicarla a quel Beato che ivi si venera con indulgenze concesse dal Pontefice Gregorio X nella domenica di Passione. (WADING, Annal. Minor. T. V.) La parrocchia di S. Lucchese nel 1833 contava 317 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 909.
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