MARMORAJA (PIEVE DI)
in Val d’Elsa.
– Pieve antica (S. Maria e S. Gervasio), nella Comunità Giurisdizione e circa 2 miglia toscane a levante di Casole, Diocesi di Colle, già di Siena, Co mpartimento della stessa città, da cui è 10 miglia toscane a ponente.
Risiede sul dorso della Montagnola lungo la strada che da Siena per la villa di Celsa, Marmoraja, e Monte Castello guida alla città di Colle.
Se non fosse più antico del secolo XIII questo luogo, vi sarebbe da dubitare che avesse preso il vocabolo di Marmoraja (ossia lapidicina) dalle cave de’marmi, che costà fra Celsa e Marmoraja si scopersero e si attivarono precipuamente all’occasione di fabbricare il bellissimo duomo di Siena. Altri indizj però farebbero credere che il vocabolo di Marmoraja derivasse da un’antica porta di marmo che esisteva, non sò se nel castello o nella chiesa di Marmoraja , appellata perciò Ad portam Marmorajam.
(ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Comunità di Volterra).
Comunque sia, il vero si è che la villa e pieve di Marmoraja esistevano sino dal secolo XII, allora di padronato della famiglia magnatizia de’conti di Staggia della casa Franzesi, mentre in Marmoraja, territorio sanese, fu rogato nel 10 agosto 1165 un istru mento, col quale Bonone di Filippo vendè a Ugo abate del monastero dell’Isola per la sua badia tutte le ragioni e giurisdizioni che egli aveva nel piviere di Marmoraja e nella curia e distretto di Montagutolo sul Monte maggio e altrove.
(ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Mon. di S. Eugenio).
In Marmoraja nell’anno 1181 a dì 7 settembre fu stipulata la pace tra il Comune di Siena e Ugone vescovo di Volterra a cagione delle miniere di Montieri.
Esisteva anche costà una specie di fortilizio, stato devastato dall’esercito imperiale nel dì 19 maggio del 1554.
La pieve di Marmoraja è rammentata fino dal 1189 nella bolla di Clemente III. spedita a Bono vescovo di Siena, alla cui cattedrale, fra le altre sottomatrici quel pontefice confermò la pieve di Marmoraja con tutte le sue pertinenze.
Questa battesimale nel 1592 fu smembrata dalla diocesi senese per darla alla nuova chiesa vescovile di Colle, dalla quale d’allora in poi essa dipende.
La pieve di S Maria e S. Gervasio a Marmoraja nel 1833 contava 266 abitanti.
Risiede sul dorso della Montagnola lungo la strada che da Siena per la villa di Celsa, Marmoraja, e Monte Castello guida alla città di Colle.
Se non fosse più antico del secolo XIII questo luogo, vi sarebbe da dubitare che avesse preso il vocabolo di Marmoraja (ossia lapidicina) dalle cave de’marmi, che costà fra Celsa e Marmoraja si scopersero e si attivarono precipuamente all’occasione di fabbricare il bellissimo duomo di Siena. Altri indizj però farebbero credere che il vocabolo di Marmoraja derivasse da un’antica porta di marmo che esisteva, non sò se nel castello o nella chiesa di Marmoraja , appellata perciò Ad portam Marmorajam.
(ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Comunità di Volterra).
Comunque sia, il vero si è che la villa e pieve di Marmoraja esistevano sino dal secolo XII, allora di padronato della famiglia magnatizia de’conti di Staggia della casa Franzesi, mentre in Marmoraja, territorio sanese, fu rogato nel 10 agosto 1165 un istru mento, col quale Bonone di Filippo vendè a Ugo abate del monastero dell’Isola per la sua badia tutte le ragioni e giurisdizioni che egli aveva nel piviere di Marmoraja e nella curia e distretto di Montagutolo sul Monte maggio e altrove.
(ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Mon. di S. Eugenio).
In Marmoraja nell’anno 1181 a dì 7 settembre fu stipulata la pace tra il Comune di Siena e Ugone vescovo di Volterra a cagione delle miniere di Montieri.
Esisteva anche costà una specie di fortilizio, stato devastato dall’esercito imperiale nel dì 19 maggio del 1554.
La pieve di Marmoraja è rammentata fino dal 1189 nella bolla di Clemente III. spedita a Bono vescovo di Siena, alla cui cattedrale, fra le altre sottomatrici quel pontefice confermò la pieve di Marmoraja con tutte le sue pertinenze.
Questa battesimale nel 1592 fu smembrata dalla diocesi senese per darla alla nuova chiesa vescovile di Colle, dalla quale d’allora in poi essa dipende.
La pieve di S Maria e S. Gervasio a Marmoraja nel 1833 contava 266 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 85.
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