AMBRA (VISCONTADO DI VAL D’)

Sotto questo nome usato spesse volte dagli storici fiorentini si sottintendeva quella parte di contrada della Val d’Ambra, i di cui abitanti erano vassalli dei conti Guidi, governati da un loro rappresentante o potestà, che aveva il titolo di Visconte.
I visconti di Val d’Ambra risiedevano sino dal principio del secolo XIII in Bucine, ed anche in Pogi. Essi facevano ragione o per meglio dire avevano facoltà di angariare le popolazioni del Viscontado d’Ambra. Dipendevano dai conti Guidi i castelli di Caposelvi, Galatrona, Bucine, Pogi, Mercatale, Torre S. Reparata, Rendola, Tontennano, ec.
Anche la chiesa aretina aveva il suo viscontado in Val d’Ambra, di cui fu capo luogo Civitella; ed è quel viscontado rammentato da Giovanni Villani all’anno 1337, quando lo possedeva Saccone Tarlati che l’acquistò dal vescovo Guido suo fratello. Componevasi dei castelli di Civitella, Ambra, Cennina, Leolino e Cacciano, allorché lo riteneva il vescovo Buoso degl’Ubertini successore de’Tarlati, o i suoi nipoti, i quali a forma del trattato di Sarzana, del 1353, dovettero rilasciarlo libero alla Repubblica fiorentina, sotto il dominio della quale varie popolazioni di Val d’Ambra si erano date sino dal 1350.
A quest’epoca il Comune di Firenze, secondando il suo sistema politico già felicemente conseguito contro altri tirannetti del Val d’Arno superiore e del Mugello, dette ordine che si fabbricasse nel luogo detto Selvapiana in Val d’Ambra una terra munita, acciocchè quelli di Castiglion Alberti, della Badia d’Agnano, della pieve di Prisciano, di Capannoli, di S. Leolino, di Monteluci, di Cacciano e di Cornia vi andassero ad abitare, con la mira di lasciare desolati i castelli di nuovo acquisto, e togliere ai vecchi signori ogni speranza di riaverli (AMMIR. Istor.
fior.)
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 80.