BAGNI a MORBA

(Balnea ad Morba, o ad Aquas Volaterranas) in Val di Cecina,

dove si disserra il vallone subalterno lungo il quale scorre il torrente Possera, fra i Lagoni di Montecerboli e quelli di Castelnuovo, sulla strada provinciale di Massa Marittima, nella Comunità Giurisdizione e 6 miglia toscane a scirocco levante delle Pomarance, Diocesi di Volterra, che è 15 miglia toscane a maestro, Compartimento di Firenze.
Non vi sono bellezze da descrivere, né allettative che quà richiamino il delicato sesso, o chi non brama di osservare alcuni dei più curiosi fenomeni che mostra la natura in cotesta contrada, comecchè non manchino costà le cose più utili provviste dall’attuale proprietario de’Bagni. È quello stesso Lamotte, il quale, dopo avere riallacciato le disperse vene minerali, e fatto risorgere le squallide Terme, corredò le medesime di docce, di bagnetti e di decenti abitazioni, cui fanno corredo graziose benchè nascenti coltivazioni.
Della celebrità e antico uso di queste acque, quantunque non si possa accertare che alle medesime volesse riferire la tavola Peutingeriana, ne fa testimonianza il nome dato alla contrada e all’antichissima pieve ad Morba, le cui vestigie sono a pochi passi distanti di là. – Che questi Bagni appartenessero alla città di Volterra e fossero in uno stato di decadenza sino dal secolo XIII, si deduce da un documento scoperto fra le membrane appartenute al Comune della stessa città ora nel R. Archivio Diplomatico di Firenze. È un atto pubblico fatto nel palazzo del Comune delle Pomarance, li 19 gennajo 1297, col quale il Potestà e Consiglio municipale nomina un tal Corso di Guido in procuratore per riscuotere dalla Comunità di Volterra il prezzo dei mattoni e della calcina portata ai Bagni di Morba. – Era questo stabilimento ritornato a decadere all’anno 1388, allorchè la Repubblica Fiorentina, avendo esteso il suo potere nel Volterrano, ordinò che si rifabbricassero i Bagni a Morba, mentre che affidava a una deputazione la dire zione dei lavori.
Era corso appena un secolo quando si recò a visitare le terme medesime Ugolino da Montecatini, accompagnato dal suo amico Coluccio Salutati cancelliere della Repubblica fiorentina. Lo che apparisce dalla descrizione che egli ci lasciò dei Bagni a Morba, quando già il Comune di Firenze li aveva fatti circondare di mura, onde assicurare i bagnanti dalle sorprese e rapine dei masnadieri non che di alcuni nobili dei vicini castelli, i quali a qull’età solevano vivere di prepotenza e di assassinio.
Un esempio degni dei ladri di Sonnino merita di essere qui riportatoanche per conoscere il credito delle Terme a Morba che sin d’allora avevano nella malattia difficile della podagra. Racconta dunqua lo stesso Ugolino che a’tempi suoi un tal Mezeta, di Castel Fiorentino, oppresso dalla podagra, mentre andava a bagni a Morba, fu preso dai signori dei limitrofi castellucci, e condotto in una di quelle rocche, dove patteggiavasi per la redenzione del prigioniero. Il Mezeta per la sua pelle offrì 4000 fiorini; e perché doppia somma esigevano, egli, piuttosto che ridurre alla miseria i figli, preferì la morte, che per caso poco diverso toccò al pontefice Bonifazio VIII.
Erano questi bagni già murati a tempo di Michele Savonarola che è il primo a far parola de’medesimi.
Furono restaurate le fabbriche e ritrovate le disperse acque con decreto del 1477. Quattro erano allora le sorgenti, tre rinchiuse dentro al fabbricato, cui davasi il nome di Castello, e una purgativa scoperta a 4 miglia distante, nel luogo detto il Fossato.
Alla fine del secolo XVI queste Terme non dovevano essere più frequentate, poiché il Bacci ne parla come di acque ormai fuori d’uso. – Dopo un’inerzia di due secoli e mezzo si vedono oggi i Bagni a Morba a nuovo lustro richiamati dal zelo del signore Lamotte proprietario, direttore, e albergatore dei Bagni a Morba. Mentre innalzavasi il nuovo stabilimento, egli incaricava dell’analisi e della storia delle diverse polle saline il professore G. Giulj. – Chi desidera pertanto più minuti dettagli sulla situazione fisica, stato attuale delle fabbriche, analisi delle varie acque e loro efficacia, potrà trovarli nel primo volume della Storia di tutte le acque minerali della Toscana del medesimo professore senese, pubblicato in Firenze nel 1833.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 223.