GHERARDESCA E BOLGHERI

nella Maremma pisana.

– Una Comunità del Granducato contrassegnata con doppio vocabolo. Fu detta della Gherardesca dalla illustre prosapia dei conti della Gherardesca, stante le vaste tenute ed i molti castelli che costà fino dal mille possedeva il conte Gherardo, il quale, se non deve dirsi lo stipite più remoto, è senza fallo il più conosciuto di quella nobile prosapia, che tenne d'allora in poi, anche per gli uomini che fornì, un posto luminoso negli annali della pisana repubblica: e che dopo otto secoli di lustro forma tuttora uno dei più belli ornamenti della nobiltà toscana. – L'altro titolo della comunità della Gherardesca è stato preso dal castello di Bolgheri situato in mezzo ai feudi, ora quasi nel centro degli allodiali della stessa stirpe a piè dei monti detti perciò della Gherardesca.
Ciò nonostante le magistrature della comunità della Gherardesca, tanto nell'amministrativo, quanto nel civile, tengono la loro residenza nel castello di Castagneto situato sopra una propagine occidentale dei poggi della Gherardesca, dove trovasi il cassero, ossia il palazzo di quei dinasti che fecero di Castagneto sede della loro contea, come poi fu fatto capoluogo della stessa Comunità, e di un potestà dipendente dal vicario R. di Rosignano, nella Diocesi di Massa marittima, Compartimento di Pisa.
I cenni istorici di Castagneto, al pari di quelli di Bolgheri, di Biserno e di Donoratico, furono dati agli articoli respettivi cui rinviamo il lettore per non tornare a ripetere ciò che fu detto relativamente ai conti della Gherardesca, ai loro feudi e privilegii, o per non dire ciò che dovrà appartenere all'APPENDICE dell'Opera: cosicchè in quanto, alla comunità della Gherardesca resta solo da aggiungere quì la descrizione corografica e la statistica del suo territorio.
Comunità della Gherardesca e Bolgheri. –Il territorio di questa comu nità occupa una superficie di 40615, quadr.
dai quali sono da defalcarne 716 per corsi di acqua e strade. – Vi stanziava nel 1833 una popolazione di 2476 abit. divisa in tre parrocchie, a ragione cioè di 50 abit. per ogni miglio quadr. di suolo imponibile, mentre nel 1551 vi si contavano appena 12 abitanti per ciascun miglio toscane quadrato.
Il territorio comunitativo della Gherardesca e Bolgheri confina dalla parte di terra con 5 comunità del Granducato, mentre dal lato di ponente ha per limite la spiaggia del mare toscano per una traversa di 6 miglia toscane, circoscritta a ostro dal torrente Acqua viva, e da settentrione da fermini artificiali situati alla destra della Fossa Camilla. Da quest'ultimo lato trovasi a contatto per quasi 8 miglia con la Comunità di Bibbona, mediante una linea quasi perpendicolare al lido del mare, la massima parte tracciata in pianura, la minore nei colli che scendono dal Poggio al Pruno, ossia dalla giogana della Gherardesca. Costà sul vertice, per dove passa la strada comunale tra Bolgheri e la Sassa, subentra a confine dal lato di levante la Comunità di Monteverdi, con la quale l'altra dirigendosi verso ostro percorre fra i poggi di Castiglioncello e quelli di Caselle. Giunta sulla fiumana della Sterza di Val di Cecina, risale con essa verso il crine dei monti della Gherardesca che percorre fra le sorgenti del torrente Pelosino e il poggio della rocca diruta di Segalari. Al varco della via detta di Casavecchia trova la Comunità della Sassetta, con la quale questa della Gherardesca passa per Capo di monte sopra il poggio della Rocchetta, così detta dal distrutto castelletto dei conti di Biserno, appartenuto alla stessa prosapia dei conti della Gherardesca.
Fra le più remote scaturigini del borro appellato della Rocchetta e quelle del fosso di Acquaviva, subentra la Comunità di Suvereto, con la quale l'altra corre di conserva nella direzione di grecale a ostro libeccio per il tragitto di oltre un miglio, sino a che presso la cima di Monte Calvi giunge a toccare la Comunità di Ca mpiglia.
Con quest'ultima voltando la fronte a ostro scende nella direzione di ponente dalle pendici di Monte Calvi verso il borro o torrente di Acquaviva, nel quale dopo 2 miglia toscane s'introduce mediante un suo fosso tributario, talchè con esso giunge al lido del mare che ritrova un quarto di miglio toscano a ponente della Torre di S.
Vincenzio.
Fra i torrenti e corsi maggiori di acque che percorrono, o che rasentano il territorio della Gheradesca, senza contare la Sterza , il cui alveo per corto tragitto lambisce la parte montuosa a levante di questa Comunità, possono annoverarsi, dal lato di settentrione il borro della Bufalaccia che scende dai poggi sopra Bolgheri e termina al lido nella Fossa Cammilla; sul confine australe il torrente di Acquaviva e nell'interno del territorio i borri di Castagneto e dei Mulini, il primo dei quali corre nella direzione di scirocco a maestr. partendo dai poggi di Castagneto, e l'altro fra quelli di Segalari e di Castiglioncello si avvia nella pianura da levante a ponente per unirsi presso il littorale con l'altro borro testè nominato.
Poche e cattive strade si potevano annoverare nel selvoso e già deserto territorio della Gherardesca, innanzi che fosse ricostruita con magnificenza veramente sovrana, e rettificata nell'andamento quella già militare di Emilio Scauro; la quale attraversa per il tragitto di nove miglia la pianura della Gherardesca non molto lungi dalla spiaggia.
– Anco le vie comunitative che staccansi dalla suddetta sotto le colline di Donoratico e all'Osteria nuova di Castagneto, come pure la strada fra cotesta Terra e Bolgheri, sono rese sufficientemente rotabili. Nulla dirò dell'ampio stradone fiancheggiato da doppia fila di pioppine, che dalla strada Regia maremmana per retta linea di quasi tre miglia conduce al castello di Bolgheri, essendo questa opera ordinata e mantenuta dal conte della Gherardesca, per maggior comodità di lui, e utile dei suoi effetti.
Il terreno della vasta pianura di Bolgheri consiste in un profondo letto di sedimento moderno formato da frantumi di rocce e di terriccio trascinati dai superiori monti della Gheradesca.
Nelle colline, che stendonsi dai poggi di Donoratico sino presso alla foce di Acquaviva , si affaccia una roccia feldspatica consimile al peperino (Trachite) del monte Amiata, indizio sicuro di un cataclismo accaduto in epoche anteriori alla storia, cataclismo che fu capace di cangiare struttura ed aspetto alle rocce plutonizzate, che emersero lungo cotesto littorale fra l'Isola dell'Elba, i monti della Gheradesca, di Campiglia, di Gavorrano ec. – Quindi non deve far maraviglia se poco lungi dalle rocce trachitiche il calcareo stratiforme compatto, che costituisce l'ossatura dei monti della Gherardesca e del Campigliese, cangiò le antiche sue forme stratificate in massicce, e si convertì in varie qualità di marmo saccaroide e granoso. Tale si disse essere quello di Fucinaja e di Monte Calvi all'articolo CAMPIGLIA Comunità, siccome tale può dirsi il bel marmo bianco di Castagneto, oltre i broccatelli ed i mischi brecciati della Gherardesca e Bolgheri, che si trovano nelle balze intorno al romitorio di S. Maria di Gloria.
La scoperta della formazione trachitica nei poggi meridionali della Gherardesca fu, se non erro, segnalata la prima volta dal più grande naturalista, che, dopo il Micheli, contar possa l'Italia nella prima metà del secolo XVIII. Fu Giovanni Targioni Tozzetti quel dotto che nei suoi viaggi, fatti sino dal 1742 per le Maremme pisane, volterrane e massetane, osservava nei monti della Gheradesca, e segnatamente in quello detto della Rocchetta, oltre un'antica cava di marmo bianco, simile al marmo dei Monti pisani, una certa pietra dura quanto l'arenaria, ma della natura del granito o del peperino di S. Fiora, cioè composta di granelli configurati di spato, o quarzo laminare biancastro (feldspato) e di scagliette nere metalliche e vetrine, o vogliamo dire di schorl che sfogliano (mica). In Castagneto se ne servono per fare gli stipiti delle porte e delle finestre. (G. TARGIONI, Viaggi ediz. del 1750 T.III p.172, e T.IV pag.234 ediz. seconda).
La stessa roccia trachitica fu riscontrata dopo 90 e più anni dal professore Paolo Savi e da ma alla torre di S.
Vincenzio e a Bolgheri, mentre alle falde del Poggio al Pruno sopra il castello di Bolgheri e in altre località esis tono molte altre masse cristalline spettanti alle rocce serpentinose. – Vedere POGGIO AL PRUNO.
Del marmo bianco sopra Castagneto, e di quello mischio e colorito in rosso si trovano antichi scavi nel borro della Rocchetta , il cui alveo è sparso di altri ciottoli di diaspro schistoso, di pietra cornea e di argillolite. Fu pure nelle viscere dello stesso monte della Rocchetta, dove nei bassi tempi si aprirono profondi cunicoli per estrarre ferro, rame e zinco dai solfuri matallici che in forma di vene, di nodi e di piccoli filoni attraversano quel terreno plutonizzato.
L'agricoltura della Gherardesca può dirsi insieme con quella di Campiglia fra le più avanzate di tutte le altre comunità della Maremma toscana.
Questo fatto potrà dipendere, più che dalla natura del terreno, dalla minore malignità del clima, dalla maggior vicinanza ai luoghi ove l'agronomia trovasi in prospero stato, o piuttosto dalle premurose e intelligenti cure dei più ricchi possidenti, se non lo deve a tutte queste cause unite insieme.
I principali prodotti consistono in cereali, bestiame grosso e minuto, boschi, vino olio e castagne.
Il territorio della pianura può considerarsi per un terzo coltivato a sementa, un altro terzo a bosco ceduo e di alto fusto, ed il restante a prati artificiali e a calorìa. Il suolo prestasi assai bene al lavoro della vanga, stante l'essere molto sciolto e profondo, talchè i campi vangati danno comunemente del 10 in granaglie. Vero è che la massima quantità delle terre destinate a sementa viene preparata dall'aratro, più per scarsità di braccia che per volontà dei proprietarii. Le piantagioni delle viti appoggiate ai pali di scopa e ginepro, ovvero maritate agli alberi di loppo si accostano ai metodi dell'agricoltura fiorentina, al pari che nell'arte di governare gli ulivi e di estrarne l'olio massimamente nelle vaste tenute di Bolgheri e di Castagneto possedute da un solo e un intelligente padrone, il conte Guido Alberto della Gherardesca.
Ai cereali, che costituiscono il prodotto maggiore di quasi tutte le comunità della Maremma, succede assai da vicino quello dei bestiami, poichè le sole tenute testè nominate alimentano da 1500 pecore mansionarie (non valutando le mandre che vi passano nell'inverno, e che tornano alla montagna in primavera). Una mandria di quasi 200 cavalli delle migliori razze nostrali, un buon numero di bufali e di bovi da lavoro, oltre una quantità di majali e di altri animali domestici suscettibili di progressivo aumento, di quantità e di guadagno, spettano allo stesso Signore.
I boschi per le legna da cataste, per il carbone, per la scorza da conce, per le dogarelle, per la cenere di potassa che se ne ricava, forniscono il terzo ramo di risorsa di questa comunità. Di minor resultato, sebbene ognor crescente, può dirsi il prodotto dell'olio e del vino. Assai maggiore è quello delle castagne.
Anco gli alveari, in grazia della cura che se ne tiene nelle tenute della Gherardesca, sono da riguardarsi come un prodotto di qualche considerazione.
Rapporto al clima e allo stato sanitario della contrada rinvio il lettore agli Articoli BOLGHERI e CASTAGNETO.
Fra gli stabilimenti di beneficenza a Castagneto si prepara quello di un ospedale, mentre il conte della Gherardesca sino dal 1817 ha dato un bell'esempio di utile beneficenza coll'aprire dentro il suo castello di Bolgheri un asilo agli orfani nati nelle sue possessioni per fornirli di sussistenza, di educazione e in fine di collocamento.
La comunità mantiene un medico, un chirurgo e un maestro di scuola, che risiedono in castagneto, dove, oltre un potestà che riferisce al Vicario R. di Campiglia, esiste una cancelleria comunitativa che abbraccia le comunità di Monteverdi e Sassetta. –L'ingegnere di Circondario è a Rosignano; l'ufizio del Registro a Piobino; la conservazione delle Ipoteche a Volterra, e la Ruota a Pisa.
POPOLAZIONE della Comunità della GHERARDESCA e BOLGHERI a tre epoche diverse.
- nome del luogo: Bolgheri, titolo della chiesa: SS. Jacopo e Cristofano (Pieve), diocesi cui appartiene: Massa Marittima, abitanti anno 1551 n° 111, abitanti anno 1745 n° 109, abitanti anno 1833 n° 535 - nome del luogo: CASTAGNETO (a), titolo della chiesa: S. Lorenzo (Prepositura), diocesi cui appartiene: Massa Marittima, abitanti anno 1551 n° 462, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 1860 - nome del luogo: Castiglioncello, titolo della chiesa: S.
Bernardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Massa Marittima, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 109, abitanti anno 1833 n° 81 - Totale abitanti anno 1551 n° 573 - Totale abitanti anno 1745 n° 218 - Totale abitanti anno 1833 n° 2476 (a) La popolazione di Castagneto del 1745, quand’era feudo, non si conosce; talchè resta da aggiungere alla statistica di quell’anno.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 436.