BUCINE

Castello in Val d’Ambra, Capoluogo di Comunità e di Potesteria, con pieve (S. Apollinare) nella Diocesi e Compartimento di Arezzo, da cui è 14 miglia toscane a ponente e circa 5 miglia toscane a scirocco di Montevarchi.
Giace nel grado 29° 16’ 6” di longitudine e 43° 29’ di latitudine sull’orlo di un balzo, da cui con mormorio precipitano le acque del fiume Ambra che scende dal lato di levante poco lunghi dalle sue mura.
Con tuttociò non abbiamo ragioni da poter pronunziare sulla etimologia del nome dato a questo castello, se dall’eco o rintruono delle acque, piuttosto che dal suono delle trombette e dei corni de’cacciatori esso derivasse.
Comunque sia la bisogna, l’origine di questo castello è tuttora nascosta fra le tenebre della storia.
Le memorie superstiti di Bucine non vanno più indietro del secolo XIII. Allora questo paese con la maggior parte della Val d’Ambra era signoreggiato dai conti Guidi di Modigliana; alla quale branca apparteneva quel conte Guido di Tegrimo, che nel 1255, ai 6 di marzo, pose sotto l’accomandigia del Comune di Arezzo i suoi castelli di Val d’Ambra, fra i quali erano Bucine, Pogi, Caposelvi, Torre S. Reparata, Galatrona, Rendole, Tontennano con varj altri.
(ERRATA: Nel 1252) Nel 1262 gli abitanti di Bucine e di Pogi prestarono giuramento di vassallaggio allo stesso conte, che nominò in podestà e visconte di Val d’Ambra Orlando degli Albergotti per rimpiazzare nello stesso ufizio Rinaldo Boscoli altro nobile aretino, siccome nominò in seguito nuovi giusdicenti per suoi vis conti, residenti in Bucine.
Nel 1322, Pier Saccone di Pietramala vendé per 750 lire pisane al conte Guido Alberto di Tancredi di Modigliana metà dell’ottava parte dei beni e giurisdizioni provenienti dalle chiese di Bucine, Pogi, Galatrona, Torre a Mercatale, e Rendola. Nel 1327, agli 11 di febbrajo i figli del suddetto conte Guido per qualche fine politico figurarono di cedere per il prezzo di fiorini 8000 nelle mani di Vanni di Nucci e di Fucciarino di Ghezzo dal Bucine, per persona da nominarsi, la porzione di Bucine, Pogi, Torre, Galatrona, Caposelvi, Rendola, Mercatale, Tontennano ed altri luoghi in Val d’Ambra, nel Casentino e in Val di Sieve. La quale vendita fu annullata li 12 giugno dell’anno medesimo con atto pubblico di retrovendita fatta dalle stesse parti contraenti dentro il castello di Bucine. (AMMIRAT. Stor. dei conti Guidi. – P. ILDEFONSO, Delizie degli Eruditi Toscani. T VIII).
Ma tante simulate alienazioni e passaggi di dominio non fuggirono di vista al Governo fiorentino, il quale sul cadere del 1335 accolse sotto il suo patrocinio gli abitanti di Bucine, di Cennina, di Galatrona e di altri luoghi di Val d’Ambra, nel tempo che per 5 anni esentava i vassalli del nuovo contado da ogni pubblica gravezza. – Vedere AMBRA (VALLE dell’– e VISCONTADO di).
Dopo tale avvenimento il castello di Bucine con tutto il Viscontado di Ambra seguì la sorte della Repubblica fiorentina; al quale territorio nel 1350 fu unita la maggior parte dei 5 Comunelli distrettuali d’Ambra, governati allora dall’abate Camaldolense di S. Maria di Agnano.
Vedere ABAZIA di AGNANO in Val d’Ambra.
Comunità di Bucine. – Il territorio di questa Comunità occupa la massima parte della Valle dell’Ambra. Esso presenta la figura di un cono irregolare, la cui base volta a mezzogiorno, si appoggia fra il monte di Palazzuolo e quello di monte Fienali, mentre la sua punta sporge verso l’Arno sino alla strada Regia Aretina fra Levane e Levanella.
Abbraccia una superficie di 37391 quadrati, dai quali sono da detrarre 873 quadrati per strade e corsi d’acqua.
Ha una popolazione di 5770 persone, a ragione di 129 abitanti per ogni miglio quadrato di suolo imponibile. Confina con sette Comunità. A partire dal lato di libeccio scende da monte Fienali con la Comunità di Castelnuovo Berardenga, prima mediante il torrente Ambrella, poi per termini artificiali, quindi volgendosi verso ostro va incontro al torrente Coggia, il di cui alveo rasenta sino a che trova la Comunità di Rapolano, la quale abbandona dopo mezzo miglio. Di là piegando a scirocco fronteggia con la Comunità del Monte S. Savino, da primo luogo il borro delle Mandrie, quindi mediante il torrente Lusignano sino a che lo attraversa fra il poggio di Sogna e il bivio della strada provinciale di Val d’Ambra.
Di là per il fosso di Rogheto entra nel torrente Esse sotto Montaltuzzo, dove lascia la Comunità del Monte S.
Savino e incontra quella di Civitella, con la quale per lungo tratto fronteggia dal lato di levante, prima per termini artificiali, poi mediante i borri di Majano e del Lagone, sboccando con quest’ultimo nel torrente Trove.
Costà trova il territorio dei 5 Comuni di Val d’Ambra seguitando l’alveo del torrente Trove sino alla confluenza del rio del Scerfio, al quale punto entra nella strada maestra di Civitella e lungh’essa per Montozzi scende nel borro di Ricavo, e quindi nella strada Regia aretina sopra a Levane. Di là volgendo a greco-settentrione incontra la Comunità di Montevarchi, con la quale seguita a confinare per tutta la via Regia sino al ponte di Caposelvoli, dove volge a ponente-maestro per l’alveo del torrente Trigesimo, che rimonta sino alla Torre di Galatrona. Quivi trova la Comunità di Gajole, di fronte alla quale prosegue sino alle fonti del torrente Trigesimo fra Solata e Monte Maggio, di dove scende alle scaturigini dell’Ambra, e con essa incamminasi alla confluenza dell’Ambrella, al termine, dove ritrova la Comunità di Castelnuovo Berardenga.
Varie strade carreggiabili guidano da uno in altro luogo di questa Comunità; la principale è quella provinciale che staccasi dalla Regia aretina al ponte di Levane, e guida per Bucine e Capannole, dove si biforca in due direzioni, una delle quali per Civitella scende in Val di Chiana, l’altra rimonta la valle sino a Palazzuolo per entrare nella nuova strada Regia senese.
Per rapporto alla struttura fisica del suolo e all’andamento del fiume, da cui la Valle ha preso il nome, già si è dato un cenno all’articolo AMBRA (VALLE dell’).
Ad eccezione di deboli tracce di acqua solforosa nell’alveo stesso dell’Ambra, non si mostrano costà prodotti minerali. Abbondano bensì nel monte i pascoli, i cerri e le selve di castagneti; nei poggi gli ulivi, le viti e altri alberi da frutto, fra i quali coltivasi il gelso specialmente nelle piagge inferiori, dove più che altrove abbondano le seminagioni di cereali, di mais e di legumi.
Non vi è famiglia colonica che non educhi qualche branchetto di pecore, di pollame o altro bestiame da frutto. I filugelli e gli animali neri sono anco di risorsa alla classe più minuta del popolo.
I paesi di questa valle godono generalmente di un’aria salubre, di acque eccellenti e di un clima temperato.
Con Regolamento speciale del 3 maggio 1774, relativo all’organizzamento ed estensione della nuova Comunità di Bucine, furono assegnati alla medesima tutti i luoghi dell’antica Potesteria di Val d’Ambra, meno i 5 Comuni distrettuali della stessa Valle, dove però tiene anco attualmente ragione il Potestà di Bucine.
La Potesteria è di terza classe; per gli atti criminali e di polizia vi sopravvede il Commissario Regio di Arezzo.
La Cancelleria e l’Ufizio di esazione del Registro sono in Montevarchi; la Conservazione delle Ipoteche e la Ruota in Arezzo.
(Si aggiunga) La Comunità di Bucine mantiene un medico e un chirurgo.
Non vi sono in Bucine mercati settimanali. Una sola fiera di bestiami e merci ha luogo (ERRATA: nel dì 21 settembre.) nel dì 21 settembre e due altre fiere hanno luogo nella Val d’Ambra li 21 di giugno e 2 settembre.
(Si aggiunga) Due altre fiere si praticano nel castello di Ambra, nei giorni 24 di giugno e 17 settembre.
Dal Quadro della popolazione che segue risulta, che la Comunità di Bucine consistente in 23 parrocchie, nell’anno 1551 formava Abitanti 4193. Nel 1745 ne aveva solamente Abitanti 3717. Nel 1833 era giunta a Abitanti 5770.
QUADRO della Popolazione della Comunità di BUCINE nell'anno 1833 - nome del luogo: Ambra, titolo della chiesa: S. Maria (Prioria), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 577 - nome del luogo: BUCINE, titolo della chiesa: S.
Apollinare (Pieve), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 590 - nome del luogo: Cacciano, titolo della chiesa: SS.
Lorenzo e Giusto (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 196 - nome del luogo: Capannole, titolo della chiesa: SS.
Quirico e Giuditta (Pieve Arcipretura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 290 - nome del luogo: Castiglione Alberti, titolo della chiesa: S. Fabiano (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 119 - nome del luogo: Cennina, titolo della chiesa: S. Pietro (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 236 - nome del luogo: Duddova, titolo della chiesa: S.
Michele (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 216 - nome del luogo: Galatrona, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Pieve Arcipretura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 256 - nome del luogo: S. Leolino, titolo della chiesa: S.
Leolino (Pieve), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 402 - nome del luogo: S. Martino di Villa d'Ambra, titolo della chiesa: S. Biagio (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 109 - nome del luogo: Mercatale, titolo della chiesa: S.
Reparata (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 266 - nome del luogo: Monte Benichi, titolo della chiesa: S.
Maria Assunta (Pieve), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 412 - nome del luogo: Perelli, titolo della chiesa: SS. Tribuzio e Susanna (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 152 - nome del luogo: Pietraviva, titolo della chiesa: S. Lucia (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 262 - nome del luogo: Pogi, titolo della chiesa: S. Donato (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 185 - nome del luogo: Presciano, titolo della chiesa: S. Pietro (Pieve), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 296 - nome del luogo: Rapale, titolo della chiesa: S. Miniato (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 267 - nome del luogo: Rendola, titolo della chiesa: S. Donato (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 225 - nome del luogo: Sogna, titolo della chiesa: S. Tommaso (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 86 - nome del luogo: Solata, titolo della chiesa: SS. Jacopo e Cristofano (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 106 - nome del luogo: Tontennano, titolo della chiesa: S.
Michele (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° 17 - nome del luogo: Torre a Mercatale, titolo della chiesa: S.
Biagio (Cura), Diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti n° - nome del luogo: Badia a Ruoti, titolo della chiesa: S.
Pietro (Pieve), Diocesi cui appartiene: Montepulciano, abitanti n° 234 Frazione di popolazioni provenienti da altre Comunità - nome del luogo: Poggio, titolo della chiesa: S. Martino (Cura), dalla Comunità di Civitella, abitanti n° 46 - TOTALE abitanti n° 5770 Popolazione della Comunità di Bucine - nell'anno 1551, abitanti n° 4193 - nell'anno 1745, abitanti n° 3717 - nell'anno 1833, abitanti n° 5770
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 367.