CALCINAJO

in Val di Chiana.

Nome del subborgo meridionale di Cortona. È preso dall’arte ivi esistita dei Cuojai, nel subborgo stesso presso il quale fu l’antica madre chiesa e la prima cattedrale di quell’antichissima città, sotto il titolo di S. Vincenzio martire, per vecchiezza diruta nel secolo XVIII, e aggregata col suo popolo a S.
Maria delle Grazie, detta al Calcinajo.
È quest’ultimo un tempio fatto veramente dalle grazie architettoniche, ammirabile per eleganza, bellezza e armonia delle parti e dell’insieme.
Forma una croce latina con cupola sostenuta da 4 gran pilastri, il tutto di pietra serena lavorata, con tre porte: una nella facciata principale e le altre due alla crociata. Ha 12 altari, oltre quello della cappella maggiore.
Fu chiesto il disegno dalla società dei calzolaj di Cortona al celebre Antonio da San Gallo, il quale per asserto del Vasari fece anco il modello. Tale e tanta fu la divozione, l’impulso e lo zelo di quegli artigiani, che, a forza di elemosine offerte a onore di una immagine miracolosa di Maria, ebbero essi cuore di dar principio (6 giugno 1485) alla costruzione di una chiesa che costò la somma di 70 mila scudi.
Prima del 1500 l’arte dei calzolari affidò la chiesa del Calcinajo ai canonici Regolari Scopetini, che l’ufiziarono sino al 1653, anno in cui il monastero fu convertito in Seminario vescovile. In seguito costruito il nuovo Seminario dentro la città, nel 1708, fu dato l’antico ai Padri Scolopj chiamati allora a Cortona dalla Comunità per la pubblica istruzione.
In tale circostanza fu affidata la custodia dell’annessa chiesa del Calcinajo agli stessi Religiosi, dai quali fu ufiziata, e sostenuto l’edifizio con gran cura, sino a che fu dato loro altro locale dentro la città, nel convento già abitato dagli Agostiniani.
La parrocchia di S. Maria delle Grazie al Calcinajo conta 769 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 389.