CASTELNUOVO DI GARFAGNANA

nella Valle superiore del Serchio.

Piccola città nella Garfagnana Estense, capoluogo di Provincia, di Vicariato e di Comunità; residenza di un governatore con chiesa plebana abbaziale (S. Pietro) nella Diocesi di Massa ducale, già di Lucca, Ducato di Modena.
Sebbene oppressa dai poggi che propagansi sino costà dalle creste dell'Alpe Apuana, denominate Penna di Sombra e Alpe della Croce, la città di Castelnuovo risiede in sito pianeggiante; ……dove da diversi fonti Con eterno rumor confondon l'acque La Turrita col Serchio fra due ponti.
(ARIOSTO, Satira V) Infatti Castelnuovo giace appunto alla congiunzione del torrente Turrita o Torrita col Serchio, al punto dove entrambi passano sotto a due ponti. – Trovasi (ERRATA: 222 braccia sopra il livello del Mediterraneo) a tese 130 e 1/2 (circa 391 braccia fiorentine) sopra il livello del mare, nel grado 28° 4’ di longitudine e 44° 6’ 6” di latitudine, 17 miglia toscane a grecale-levante di Massa ducale per il varco della Tambura, quasi 6 miglia toscane a maestrale di Barga, 24 a settentrione di Lucca, 29 a scirocco di Fivizzano, e circa 60 miglia toscane a ostro-libeccio di Modena.
Castelnuovo è cinto di mura con tre porte e altrettanti subborghi, cui resta a cavaliere il colle che ha preso il nome dalla sovrapposta rocca di Montalfonso. La regolarità, e decenza dei suoi edifizj privati, delle chiese e altri stabilimenti pubblici, corrisponde alle comode strade tutte lastricate e alle due piazze, una delle quali assai spaziosa è abbellita da copiosa fonte che ha dirimpetto il castello o palazzo dei governatori. Poco lungi dalla città sussiste tuttora il convento de’Cappuccini del Monte Calvario, fondato nel 1635 da Alfonso III duca di Modena, che vestitosi dell'abito di S. Francesco volle terminare costà i suoi giorni. Un altro monastero di donne dello stesso ordine, situato presso il ponte della Turrita, fu ridotto recentemente ad uso di seminario e di pubbliche scuole.
Fino al secolo XIV fu questo un piccolo luogo soggetto nello spirituale al pievano di Fosciana, nel temporale alla Vicaria di Castiglione della Repubblica Lucchese.
La memoria però di Castelnuovo risale al secolo VIII, mentre tanto il paese sotto nome di Castelnuovo, quanto la chiesa sotto l'invocazione di S. Pietro esistevano nel 740, siccome lo prova un documento dell'archivio arcivescovile di Lucca.
Altre pergamene della stessa provenienza rammentano questo Castelnuovo e il suo distretto, sotto gli anni 773, 839, 940, 986 e 1045 (MEMOR. LUCCH. T. IV).
Finalmente un istrumento di oblazione, mercé cui i Lucchesi nel 26 luglio 1234 rassegnarono alla corte di Roma a titolo di pegno i castelli di Aquilata e di Castel nuovo, mostra che questi due castelli della Repubblica di Lucca sino da quella età erano de’più importanti o per sito o per fortificazioni.
Contuttociò non mancano istorici, i quali attribuiscono il più antico recinto delle mura di Castelnuovo a Castruccio Castracani: a lui che con più ragione si crede autore del vicino ponte di pietra che attraversa il Serchio, attualmente chiamato ponte di S. Lucia.
Questo luogo sostenne in seguito varie vicende, le quali possono dirsi comuni ad altri castelli e villaggi della Garfagnana.
Nel 1370, fu fatto ribellare ai Lucchesi dagli Antelminelli,che vi tennero dominio sino al 1377.
Ritornato il paese in potere dei primi, fu allora che venne stabilito la prima volta in Castelnuovo un giudice dalla Repubblica di Lucca; la quale, prescindendo da una momentanea occupazione di altri faziosi,accaduta nel 1369, continuò a dominarvi liberamente sino al 1429. Fu in quest'anno che gli abitanti di Castelnuovo e quelli dei contorni, vedendosi minacciati dall'oste fiorentina, mentre stava all'assedio di Lucca, e andava via via occupando i paesi della Garfagnana, fu allora che si diedero spontaneamente in balìa al marchese Niccolò d'Este di Ferrara, il quale, accogliendo quelle popolazioni sotto il suo patrocinio, destinò Castelnuovo sede di un commissario generale e capoluogo di una nuova Vicarìa.
Nel 1512 Castelnuovo fu invaso per pochi istanti da Francesco della Rovere duca d'Urbino, cui tennero dietro i Lucchesi, e nove anni dopo un esercito di Fiorentini.
Questo ultimo, entrato in Castelnuovo li 26 settembre 1521, spogliò il duca AIfonso I della Garfagnana, a riserva della rocca delle Verrucole. Alla morte del pontefice Leone X, per sollecitazione del quale, seguì tale invasione, il popolo di Castelnuovo sollevatosi penetrò nel castello o palazzo del governo, costrinse il commissario pontificio alla fuga, e richiamò AIfonso I, ……che a lui ricorso Ebbe tosto che a Roma il Leon giacque.
Coincide a questo tempo la nomina in commissario della Garfagnana del celebre autore dei testè citati versi.
Dopo la qual'epoca Castelnuovo non cambiò più padroni sino alla memorabile invasione de’Francesi; durante la quale la Garfagnana Estense fu aggregata, prima alla Repubblica Cisalpina, come parte del dipartimento dell’Alpe Apuana, poscia (anno 1805) al principato di Lucca, fino a che nel 1814 ritornò esultante sotto l'erede e successore degli Estensi, Francesco IV, che ne regge attualmente i destini.
La parrocchia di Castelnuovo venne separata dalla sua pieve matrice, probabilmente verso il 1398, quando il rettore di S. Pietro di Castelnuovo dal vescovo di Lucca fu destinato suo vicario foraneo; se piuttosto ciò non seguì all’occasione della riedificazione di quel tempio fatta sul declinare del secolo XV, o della sua consacrazione, che seguì li 2 maggio del 1581.
Mi è pure ignota l'epoca, nella quale si accordò all'arciprete di Castelnuovo il titolo e onori di abate mitrato. Fu bensì dopo il decreto del 27 marzo 1828 che l'arcipretura di Castelnuovo venne dichiarata pieve dal vescovo di Massa, confermandole per suffraganee le cappelle della SS. Trinità a Torrite, dello Spirito Santo a Monte Rotondo, e di S. Pantaleone a Montalfonso.
La chiesa di Castelnuovo è a tre navate, decentemente fornita di sacri arredi con un grandioso organo, eseguito dal celebre Tronci: contiene qualche buon quadro, uno dei quali con figure in basso rilievo è di terra detta della Robbia, mentre un dipinto rappresentante la Vergine Assunta con varj santi viene ammirato come opera di Santi di Tito. (BORGHINI. Riposo) Fra gli stabilimenti pubblici di Castel nuovo havvi l'ospedale, la cui fondazione rimonta al secolo XV, traslocato in un nuovo edifizio verso la fine del secolo XVI, e aumentato di locale dopo il 1671. In esso si ricevono e si curano gratuitamente i poveri infermi della Garfagnana Estense, e i passeggieri.
Merita di essere visitato l'archivio generale dei contratti per il bell'ordine con cui è organizzato. Esso conta quattro secoli di fondazione.
La sovrastante e grandiosa rocca di Montalfonso ha cangiato il suo militare aspetto in un più filantropico destino, per servire cioè al Monte di pietà, e al deposito frumentario, o delle Farine, opere entrambe del sovrano regnante. Il monte delle Farine fu fondato nel 1831 all'oggetto di distribuire quel genere che potrebbe mancare nell'inverno e nella primavera ai poveri proprietarj o mezzajoli di poderi, onde riaverlo da essi dopo la raccolta con un piccolo aumento di misura.
Nel seminario, eretto da pochi anni nel soppresso monastero delle suore di S. Bernardino, furono collocate le pubbliche scuole di belle lettere, di geografia, di scienze fisiche, di matematiche e di teologia.
Nel palazzo pubblico, detto il castello, risiede il governatore, magistrato che corrisponde direttamente con i Regi ministri o col sovrano. Sopravvede esso alla polizia, ed ha a direzione e tutela dell'amministrazione economica delle Comunità, degli ospedali e di tutti gli altri stabilimenti o opere pie della Garfagnana Estense.
In Castelnuovo ebbero i natali personaggi distinti, fra i quali il dotto gesuita Giovanni Maria nipote del cardinale Pietro Campori, di famiglia oriunda da Campori, il vescovo Pellegrino Bertacchi e il dottore Sigismondo Bertacchi, casata proveniente da Camporgiano; Francesco e Giuseppe Porta, uno poeta e l'altro valente pittore.
Fu in Castelnuovo dove (ERRATA: nel 1329) nel 1529 morì uno dei più distinti personaggi fiorentini, Niccolò figliuolo di Piero Capponi, dall’afflizione di sentire tradita, assediata ed oppressa la sua patria.
Comunità e Giurisdizione di Castelnuovo di Garfagnana – Non si conosce ancora la misura del territorio comunitativo di Castelnuovo, il quale, separatamente da quello della Pieve Fosciana, consiste in cinque sezioni, tutte alla destra del Serchio e alla sinistra della Turrita, dove si trova una popolazione di 3393 abitanti.
Spettano a Castelnuovo le sezioni di Colle, di Gragnanella, di Palleroso e di Rontano, mentre la Comunità di Pieve Fosciana abbraccia anche la sinistra ripa del Serchio con nove sezioni popolate da 2625 anime, in tutto 6018 abitanti (Vedere Il Quadro in calce).
Le due Comunità riunite hanno per confine a levante Ia Comunità di Fonsciandora, a ostro quella di Gallicano, spettante allo stato di Lucca; a libeccio la Comunità di Molazzana, a settentrione le Comunità di Careggine e di Camporgiano; a grecale quelle di S. Romano e di Castiglione.
Assai piu estesa è la giurisdizione di Castelnuovo, la quale abbraccia, oltre il comune di questo nome, quelli di Pieve Fosciana, di Castiglione, di Villa Collemandrina e di Fosciandora con le respettive sezioni; meno però la sezione di Colle della Comunità di Castelnuovo la quale ultima dipende dal giusdicente di Camporgiano; e più le sezioni di Sasso, Eglio, Alpi di Sasso e di Eglio della Comunità di Molazzana, e le sezioni di Sambuca-Villetta e Silicagnana della Comunità di S. Romano.
La maggior parte del territorio sotto la giurisdizione di Castelnuovo è posta alla sinistra del Serchio, a partire dal crine dell'Appennino che tocca fra l'Alpe di Barga e quella di Corfino. In esso trovasi una popolazione di 12375 abitanti, con una superficie territoriale che approssimativamente può valutarsi di 70 miglia toscane quadrate. Lo che equivarrebbe a circa 177 abitanti per ogni miglio quadrato.
Nel tragitto del Serchio per questo territorio vi confluiscono, dal lato sinistro, i torrenti di Corfino o Mozzanella, di Castiglione, di Sillico e di Ceserana, mentre sul lato opposto nel dorso della Penna di Sombra Vedete là dove d'alpestri monti Risuonar fanno il cavernoso dorso La Turrita col Serchio, e fra due ponti Vanno ambo in fretta a mescolare il corso.
(TASSONI, Secchia rapita. Cant. VII) La Turrita di Castelnuovo ha la sua origine sulla vetta dell'Alpe Apuana presso il casale d'Isola Santa nella Comunità di Careggine, e costà si appella Turrita Secca ; più sotto prende il nome di Turrita di Castelnuovo a distinzione della Turrita di Gallicano e della Turrita Cava, altri due grossi torrenti che scendono nel Serchio dagli sproni orientali della Pania di Petrosciana e di Monte Pruno o Prano.
Fra i punti più elevati di questa giurisdizione si conta dal lato dell'Alpe Apuana la Penna di Sombra, la quale secondo le osservazioni del prof. P. Inghirami trovasi a 3027 braccia fiorentine sopra il livello del Mediterraneo; alle qulali osservazioni corrispondono quelle dell'astronomo Brioschi e del prof. Bertini di Lucca.
Dalla parte dell'Appennino havvi la cima dell'AIpe di S.
Pellegrino, la quale presa dal segnale del Cardosello ha dato al maggiore del genio Giuseppe Carandini un'altezza di metri 843,68, pari a 1395 braccia sopra il livello del mare.
Fra le due indicate sommità, la di cui corda attraversa la Garfagnana nel punto più alto della valle, si presentano rocce di varia formazione e struttura consistenti in macigno a grana grossa, in grés litantracico, in marna schistosa, in calcarea ofiolitica e ammonitica color rosso mattone. Tali rocce si affacciano più generalmente nel lato sinistro della valle sul fianco dell'Appennino di S.
Pellegrino. È pure sul fianco medesimo dove s’incontrano, presso Castiglione, alcune masse serpentinose, le quali sembrano essere una continuazione di quelle emerse dal fondo della valle lungo il letto del Serchio fra Piazza e la Sambuca, rocce che portarono un'alterazione manifesta alla calcarea compatta e al macigno, costituenti la base dei monti opposti, sui quali s'innalzano le scogliere marmoree dell’Alpe Apuana. – Vedere CAMPORGIANO Comunità.
Gli strati di lignite si trovano tanto alla destra che sulla ripa sinistra del Serchio. I banchi più potenti veggonsi nel torrente di Castiglione e nei contorni della Pieve Fosciana, dove appariscono subalterni all'arenaria grossolana, alla calcarea ofiolitica e alla torba palustre, mentre dal lato opposto, sotto l'alveo della Turrita strati più esili di lignite sono adagiati fra la calcarea cavernosa.
La formazione della calearea ammonitica, detta volgarmente marmo di Massa di Sassorosso, giace fra il macigno litantracico e la roccia ofiolitica di Castiglione. È una specie di marmo secondario di struttura schistosa, suscettibile di un qualche pulimento, ricco di varie specie di Ammoniti con alcune Ortoceratiti, una delle quali bellissima è stata recentemente scoperta dai prof Paolo Savi e Olindo Dini. —Vedere MASSA di SASSO ROSSO.
Non lungi dal terreno lignitico, tanto nell'alveo della Turrita, quanto nelle vicinanze di Pieve Fosciana, scaturiscno vene. di acque minerali, della prima delle quali fece parola il sommo Vallisnieri e dell'altra torneremo a parlare all'articolo PIEVE FOCIANA.
Fra i prodotti di maggiore entità, quello dei castagni può dirsi l'elemento precipuo della sussistenza pubblica dei Garfagnini. La poca cura che richiede tale albero non ha fatto dimenticare a quelle popolazioni culture più laboriose onde avere altre produzioni agrarie, come granaglie, lino, canape e legumi.
La pastorizia costituisce una sorgente di somma utilità, non solamente per la Comunità della quale si tratta, ma per tutta la Garfagnana, dove si fabbrica un eccellente cacio. Le pecore e capre all’avvicinarsi della fredda stagione sono condotte a svernare nella Toscana Maremma.
La caccia dei volatili e del selvaggiume è un articolo, se non di grande entità, al certo di sollievo ai benestanti di questa contrada la più nascosta e situata, dirò quasi, in un cul di sacco della Toscana.
Da qualche anno si è fatta più diligente la coltura dei gelsi, che era stata trascurata o pregiudicata dalle intemperie. Attualmente nei tre Vicariati della Garfagnana Estense si ottengono circa 40000 libbre di filugelli, che si vendono all'estero in natura, perché manca ogni sorta di filanda.
Così non si trae profitto del pelo né dalle pelli di capra e di agnello, le quali si mandano fuori via senza concia, come avviene di quasi tutti paesi della Toscana.
La lana delle pecore, tosate nel mese di maggio prima di essere ricondotte in Garfagnana, non ritorna in patria.
Quella che si tosa in paese viene impiegata nelle manifatture di cappelli di feltro, e nella fabbricazione dei panni grossolani da pastori e da contadini che non si è mai tentato di migliorare.
In Castelnuovo esistono due conce di pelli e una molto fiorente che spedisce i suoi lavori anche fuori di Stato.
Vi è pure costà una fabbrica di chiodi, una ferriera a Careggine, e una fornace di stoviglie ordinarie alla Pieve Fosciana.
Fra le strade maestre che passano o che partono da Castelnuovo avvi quella mulattiera, detta Vandelli dall'architetto che la tracciò. Essa varca il giogo di S.
Pellegrino per andare da Castelnuovo a Modena; mentre dal lato della Pania sale le ripidissime balze della Tambura per arrivare a Massa di Carrara; varco impraticabile per otto mesi dell'anno.
Vi è inoltre la strada che da Castelnuovo per Forno Volasco passa la Petrosciana per scendere da quella rupe marmorea a Stazzema e a Seravezza.
Finalmente una terza via, resa rotabile fra Castelnuovo e Lucca, sulla ripa destra del Serchio, è stata compita nel 1834.
La bontà del clima di Castelnuovo fu già decantata da un medico Garfagnino (Bartolommeo Accorsini) in un suo trattato pubblicato nel 1607.
La rappresentanza comunitativa di Castelnuovo è composta di un podestà, sei anziani e venti consiglieri. Le altre comunità della Garfagnana Estense hanno un sindaco, due Anziani e dieci consiglieri.
Risiede in Castelnuovo oltre il governatore della provincia, un direttore di dogana, un comandante di piazza con un distaccamento di militari veterani, e uno di Regi cacciatori.
Vi si trova pure un ufizio di posta da lettere, la cancelleria comunitativa, l’ufizio di esazione del Registro, quello della conservazione delle Ipoteche, l'ingegnere per le acque e strade della provincia, e un archivio generale di contratti. Il tribunale di Appello è in Modena.
QUADRO della Popolazione della Comunità di CASTELNUOVO di GARFAGNANA e della PIEVE FOSCIANA, al 1 gennajo 1832.
(I luoghi sono divisi per sezioni) 1. nome del luogo: Antisciana, titolo della chiesa: SS.
Pietro e Prospero (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 124 2. nome del luogo: Bargecchia, titolo della chiesa: S.
Regolo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 110 3. nome del luogo: Castello di Torrite, titolo della chiesa: SS. Trinità (Capp. Cur.), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 240 4. nome del luogo: CASTELNUOVO Città, titolo della chiesa: S. Pietro (Pieve Abbaziale), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 2371 5. nome del luogo: Cerretoli, titolo della chiesa: S.
Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 236 6. nome del luogo: Colle, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 229 7. nome del luogo: Gragnanella, titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 157 8. nome del luogo: Monte Rotondo, titolo della chiesa: S.
Spirito (Capp. Cur.), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 68 9. nome del luogo: Palleroso, titolo della chiesa: S.
Martino (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 242 10. nome del luogo: PIEVE FOSCIANA, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 1012 11. nome del luogo: Pontardeto, titolo della chiesa: S.
Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 51 12. nome del luogo: Pontecosi, titolo della chiesa: S.
Magno (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 284 13. nome del luogo: Rontano, titolo della chiesa: S.
Donato (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 394 14. nome del luogo: Sillico e Capraja, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Massa Ducale (già Lucca sino all’anno 1824), abitanti n° 500 - Totale abitanti n° 6018
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 568.