CHIATINA
(Clatina) in Val d'Arbia.
Villa che diede il titolo alla chiesa di S. Pietro in Clatina nella parrocchia di S. Nazzario, Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a libeccio di Asciano, Diocesi di Pienza, già di Arezzo, Compartimento di Siena.
L'oratorio di questa villa ci richiama alla memoria la chiesa di S. Pietro in Clatina che insieme con sua corte il conte Winigi di Siena, nell'anno 867, donò alla badia della Berardenga; ritolta dai conti della Scialenga suoi eredi e successori, e rivendicata da quei monaci Camaldolensi mercé di un placito dato (nel 1037, 3 maggio) nel borgo d'Arbia dall'arcicancelliere dell’impero e legato in Italia per Corrado il Salico (MURAT. Ant. M. Aevi) Chiatina fu, ed e tuttora dei Piccolomini. Lo asserì il pontefice Pio II della stessa cospicua prosapia, mentre descriveva nei suoi Commentarj il monastero di Monte Oliveto Maggiore, dicendo, che molte possessioni gli furono donate dai Piccolomini spettanti alle loro tenute di Avena e di Chiatina, nunc fere loca deserta.
Costà ebbe i natali il beato Alberto da Chiatina che fu pievano di Pava, poi della chiesa di Colle, dove morì santamente nel principio del secolo XIII.
L'oratorio di questa villa ci richiama alla memoria la chiesa di S. Pietro in Clatina che insieme con sua corte il conte Winigi di Siena, nell'anno 867, donò alla badia della Berardenga; ritolta dai conti della Scialenga suoi eredi e successori, e rivendicata da quei monaci Camaldolensi mercé di un placito dato (nel 1037, 3 maggio) nel borgo d'Arbia dall'arcicancelliere dell’impero e legato in Italia per Corrado il Salico (MURAT. Ant. M. Aevi) Chiatina fu, ed e tuttora dei Piccolomini. Lo asserì il pontefice Pio II della stessa cospicua prosapia, mentre descriveva nei suoi Commentarj il monastero di Monte Oliveto Maggiore, dicendo, che molte possessioni gli furono donate dai Piccolomini spettanti alle loro tenute di Avena e di Chiatina, nunc fere loca deserta.
Costà ebbe i natali il beato Alberto da Chiatina che fu pievano di Pava, poi della chiesa di Colle, dove morì santamente nel principio del secolo XIII.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 700.
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