CIGNANO
in Val di Chiana.
Villaggio con pieve (S.
Niccolò) nel Comunità Giurisdizione Diocesi e 7 miglia a libeccio di Cortona, Compartimento di Arezzo.
È sutuato nell’alto-piano della valle fra le sorgenti del rio Caprara e rio Mussarone. La pieve di Cignano, innanzi che fosse istituito il vescovato di Cortona, era dedicata a S. Massimiliano. Essa allora faceva parte della diocesi di Chiusi, siccome apparisce dalla bolla di Celestino III del 1191, che confermò a Teobaldo vescovo di quella città Plebem S. Mamiliani (sic) in Cignano cum suis pertinentiis, e poco sotto vi aggiunge anche curtem de Cignano. Serve a conferma di ciò un mandato di procura rogato dal notaro ser Francesco di Tommasino nel dì 8 ottobre 1318, col quale vir sapiens dominus Bertuldus plebanus Plebis S. Maximiliani de Cignano, chiamato al sinodo da Matteo Orsini vescovo di Chiusi, deputò in suo rappresentante il prete Giovanni parroco della chiesa succursale di S. Salvadore della villa di Cignano.
(Memorie MSS. della Cancell. Vescov. di Cortona).
Dopo il 1400 la stessa pieve prese il titolo che porta attualmente di S. Niccolò, quando già era stato annesso al suo pingue patrimonio quello della soppressa cura San Salvadore a Cignano.
La suddetta chiesa plebana fu riedificata e consacrata nel 1758 da Giuseppe Ippoliti vescovo di Cortona, di che fa fede una lapida ivi collocata. Sono filiali della pieve di Cignano 4 parrocchie: 1. S.
Emiliano a Borgonuovo ; 2. S. Cristofano a Centoja ; 3. S.
Firmina a Gabbiano; 4. S. Biagio a Fusciano.
Esisteva, vicino alla pieve lungo la strada che dai ponti di Cortona passava per Cignano, un ospedale per i pellegrini che fu poi di giuspadronato dei frati Agostiniani di Cortona, soppresso nel secolo XVI.
Era nativo di questo villaggio un Andrea Bonavari frate domenicano, che fu nel 1331 mediatore di una congiura contro i signori Casali, e a danni del nuovo prelato di Cortona (Ranieri degli Ubertini); allettato esso frate dalla promessa di esser fatto vescovo di quella stessa città.
(LOR. GUAZZESI, Dell’antico dominio del vesc.
d’Arezzo, ec.)
Niccolò) nel Comunità Giurisdizione Diocesi e 7 miglia a libeccio di Cortona, Compartimento di Arezzo.
È sutuato nell’alto-piano della valle fra le sorgenti del rio Caprara e rio Mussarone. La pieve di Cignano, innanzi che fosse istituito il vescovato di Cortona, era dedicata a S. Massimiliano. Essa allora faceva parte della diocesi di Chiusi, siccome apparisce dalla bolla di Celestino III del 1191, che confermò a Teobaldo vescovo di quella città Plebem S. Mamiliani (sic) in Cignano cum suis pertinentiis, e poco sotto vi aggiunge anche curtem de Cignano. Serve a conferma di ciò un mandato di procura rogato dal notaro ser Francesco di Tommasino nel dì 8 ottobre 1318, col quale vir sapiens dominus Bertuldus plebanus Plebis S. Maximiliani de Cignano, chiamato al sinodo da Matteo Orsini vescovo di Chiusi, deputò in suo rappresentante il prete Giovanni parroco della chiesa succursale di S. Salvadore della villa di Cignano.
(Memorie MSS. della Cancell. Vescov. di Cortona).
Dopo il 1400 la stessa pieve prese il titolo che porta attualmente di S. Niccolò, quando già era stato annesso al suo pingue patrimonio quello della soppressa cura San Salvadore a Cignano.
La suddetta chiesa plebana fu riedificata e consacrata nel 1758 da Giuseppe Ippoliti vescovo di Cortona, di che fa fede una lapida ivi collocata. Sono filiali della pieve di Cignano 4 parrocchie: 1. S.
Emiliano a Borgonuovo ; 2. S. Cristofano a Centoja ; 3. S.
Firmina a Gabbiano; 4. S. Biagio a Fusciano.
Esisteva, vicino alla pieve lungo la strada che dai ponti di Cortona passava per Cignano, un ospedale per i pellegrini che fu poi di giuspadronato dei frati Agostiniani di Cortona, soppresso nel secolo XVI.
Era nativo di questo villaggio un Andrea Bonavari frate domenicano, che fu nel 1331 mediatore di una congiura contro i signori Casali, e a danni del nuovo prelato di Cortona (Ranieri degli Ubertini); allettato esso frate dalla promessa di esser fatto vescovo di quella stessa città.
(LOR. GUAZZESI, Dell’antico dominio del vesc.
d’Arezzo, ec.)
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 732.
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