COLLINE PISANE
Sotto nome di Colline Pisane è compresa una vasta estensione di paese del territorio pisano sparsa di frequenti colline, e che merita di essere segnalata sotto il triplice aspetto geografico, fisico e storico, come quello che forma lo scopo di quest'opera.
Situazione geografica delle Colline Pisane. – La contrada spettante alle Colline Pisane ha per confine, a settentrione il fosso del Zannone, a levante il fiume Cecina, a ostro il torrente Pescera sino al fiume Fine, a ponente Ia via Emilia di Scauro, ossia la R. maremmana.
Questa contrada trovasi compresa fra il grado 28° 8’, e 28° 19’ di longitudine e il grado 43° 24’, e 43° 37’ di latitudine, talchè essa occupa una superficie di circa 110 miglia quadrate.
Le Colline Pisane confinano a levante. mediante il fiume Cascina con le Comunità di Terricciola e di Capannoli; a settentrione mediante il fosso Zannone e Reale con le Comunità di Ponsacco, di Cascina e di Pisa; a ponente con la Comunità di Colle Salvetti e di Livorno; e dal lato di ostro con quelle della Castellina Marittima e di Rosignano.
Costituzione fisica della stessa contrada. – In quanto alla struttura geognostica le Colline Pisane appartengono al sistema dei terreni terziarj marini formati di strati orizzontali di marna cerulea e di tufo giallastro, raramente interrotti nelle Colline superiori da rocce di sedimento inferiore e medio; ed è per lo più in vicinanza di simile contatto, dove le rocce di sedimento più antico si veggono attraversate da filoni di origine posteriore, ovvero alterate da rocce massicce del grappo Nettuno Plutoniano.
Sono esse Colline generalmente formate di ripetuti depositi di creta argillosa, volgarmente appellata mattajone o biancana. Nei luoghi più elevati, o che furono i meno sconvolti dalle acque e dall'aratro, queste biancane trovansi ricoperte da altri strati orizzontali di tufo calcareo-siliceo, entrambi doviziosi (e il mattajone più del tufo) di testacei fossili marini generalmente calcinati, talora conservanti il lustro madreporico, e in maggior numero accumulati sulla faccia superiore degli strati. Sono essi alcune volte disposti a banchi e per famiglie, altre volte mescolati insieme, siano molluschi bivalvi, siano essi multivalvi, o anche univalvi di varia specie: siccome di specie diverse da quelle che portano i tufi sono i testacei marini racchiusi nel mattajone. È nei tufi giallastri dove s'incontrano quelle conchiglie microscopiche e politalamiche, sulle quali si occupò con tanta pazienza e criterio l'abate Camaldolense Ambrogio Soldani, I'uomo più benemerito di questo ramo di scienza naturale che possa contare l’Italia nel secolo XVIII. Le lumachelle di Parlascio, di Casciana, e le pietre che si cavano a S. Frediano presso Lari, sono un ammasso di politalamiche che non superano per lo più la grossezza di un chicco di lente o di miglio; per cui gli fu dato il volgar nome di pietre lenticolari, o migliari.
In questa qualità di tufo prosperano assai meglio che nel mattajone le viti, gli olivi e gli altri alberi da frutto o da bosco, mentre nelle biancane, ossia marne argillose producono maggior resultamento i cereali, i trifogli, la lupinella, la sulla (hedysarum coronarium) ed altre erbe saporitissime per la pecuaria.
Cenni storici sulle Colline Pisane. – L'aggiunto di Pisane dato a queste Colline non è antichissimo, mentre, non tanto nei secoli intorno al mille, quanto anche nei tempi posteriori questa contrada veniva designata sotto il nome generico di Colline. Quindi è che nelle carte della chiesa lucchese, a partire dal secolo VIlI sino al secolo XIV la soppressa pieve di S. Martino di Gello Mattaccino era distinta sino dall'anno 770 col nome di S. Martino in Colline. – E siccome questa era l'ultima pieve dell'antica diocesi di Lucca posta sull'estremo confine delle Colline prenominate, così in altra carta dello stesso archivio, scritta nell'anno 781, si fa menzione di uno di quei popolani, come colui cha abitava in capite Colline.
Confermano lo stesso asserto varie membrane della primaziale di Pisa; fra le quali una dell'anno 765, che nomina il paese di Orciano situato in loco Colline. Dicasi lo stesso di una pergamena del 776 relativa a un'enfiteusi di beni posti in finibus Colline presso la pieve di S.
Angelo (ora S. Luce); così di un altro istrumento del 949, in cui si parla di terreni della chiesa pisana situati in loco et finibus Colline. Anche l’antica pieve di S. Maria a Fine convertita nelle due badie della Castellina, in una carta del 1047, viene dichiarata posta in loco et finibus Colline, ubi dicitur a Fine. Finalmente in un istrumento del 1187 si rammenta la chiesa d S. Regolo de Collinis; e in una pergamena del 24 maggio 1291 è nominato il castelle di Santa Luce in Collinis: mentre con l'indicazione di S.
Luce de Colline fu designata la stessa pieve di S. Angelo nei cataloghi della diocesi pievana redatti nel 1277 e 1372. – È altresì vero che a quest'ultima epoca (anno 1372) le Colline medesime venivano distinte dal governo amministrativo in Colline superiori e in Colline inferiori.
Si dissero superiori le Colline più lontane e più prossime alle scaturigini dei fiumi Cascina, Tora e Fine; e si chiamarono inferiori, le Colline più umili c più vicine alla pianura meridionale di Pisa, le quali sono situate per la maggior parte nella Valle inferiore della Tora, da Crespina sino a Lorenzana. – Donde avviene, che il vicario, o giusdicente civile e criminale di Lari, nelle leggi e statuti fiorentini è designato così: Vicarius Laris et Collinarum, e più tardi vicario delle Colline superiori, e inferiori pisane. – Vedere LARI.
Situazione geografica delle Colline Pisane. – La contrada spettante alle Colline Pisane ha per confine, a settentrione il fosso del Zannone, a levante il fiume Cecina, a ostro il torrente Pescera sino al fiume Fine, a ponente Ia via Emilia di Scauro, ossia la R. maremmana.
Questa contrada trovasi compresa fra il grado 28° 8’, e 28° 19’ di longitudine e il grado 43° 24’, e 43° 37’ di latitudine, talchè essa occupa una superficie di circa 110 miglia quadrate.
Le Colline Pisane confinano a levante. mediante il fiume Cascina con le Comunità di Terricciola e di Capannoli; a settentrione mediante il fosso Zannone e Reale con le Comunità di Ponsacco, di Cascina e di Pisa; a ponente con la Comunità di Colle Salvetti e di Livorno; e dal lato di ostro con quelle della Castellina Marittima e di Rosignano.
Costituzione fisica della stessa contrada. – In quanto alla struttura geognostica le Colline Pisane appartengono al sistema dei terreni terziarj marini formati di strati orizzontali di marna cerulea e di tufo giallastro, raramente interrotti nelle Colline superiori da rocce di sedimento inferiore e medio; ed è per lo più in vicinanza di simile contatto, dove le rocce di sedimento più antico si veggono attraversate da filoni di origine posteriore, ovvero alterate da rocce massicce del grappo Nettuno Plutoniano.
Sono esse Colline generalmente formate di ripetuti depositi di creta argillosa, volgarmente appellata mattajone o biancana. Nei luoghi più elevati, o che furono i meno sconvolti dalle acque e dall'aratro, queste biancane trovansi ricoperte da altri strati orizzontali di tufo calcareo-siliceo, entrambi doviziosi (e il mattajone più del tufo) di testacei fossili marini generalmente calcinati, talora conservanti il lustro madreporico, e in maggior numero accumulati sulla faccia superiore degli strati. Sono essi alcune volte disposti a banchi e per famiglie, altre volte mescolati insieme, siano molluschi bivalvi, siano essi multivalvi, o anche univalvi di varia specie: siccome di specie diverse da quelle che portano i tufi sono i testacei marini racchiusi nel mattajone. È nei tufi giallastri dove s'incontrano quelle conchiglie microscopiche e politalamiche, sulle quali si occupò con tanta pazienza e criterio l'abate Camaldolense Ambrogio Soldani, I'uomo più benemerito di questo ramo di scienza naturale che possa contare l’Italia nel secolo XVIII. Le lumachelle di Parlascio, di Casciana, e le pietre che si cavano a S. Frediano presso Lari, sono un ammasso di politalamiche che non superano per lo più la grossezza di un chicco di lente o di miglio; per cui gli fu dato il volgar nome di pietre lenticolari, o migliari.
In questa qualità di tufo prosperano assai meglio che nel mattajone le viti, gli olivi e gli altri alberi da frutto o da bosco, mentre nelle biancane, ossia marne argillose producono maggior resultamento i cereali, i trifogli, la lupinella, la sulla (hedysarum coronarium) ed altre erbe saporitissime per la pecuaria.
Cenni storici sulle Colline Pisane. – L'aggiunto di Pisane dato a queste Colline non è antichissimo, mentre, non tanto nei secoli intorno al mille, quanto anche nei tempi posteriori questa contrada veniva designata sotto il nome generico di Colline. Quindi è che nelle carte della chiesa lucchese, a partire dal secolo VIlI sino al secolo XIV la soppressa pieve di S. Martino di Gello Mattaccino era distinta sino dall'anno 770 col nome di S. Martino in Colline. – E siccome questa era l'ultima pieve dell'antica diocesi di Lucca posta sull'estremo confine delle Colline prenominate, così in altra carta dello stesso archivio, scritta nell'anno 781, si fa menzione di uno di quei popolani, come colui cha abitava in capite Colline.
Confermano lo stesso asserto varie membrane della primaziale di Pisa; fra le quali una dell'anno 765, che nomina il paese di Orciano situato in loco Colline. Dicasi lo stesso di una pergamena del 776 relativa a un'enfiteusi di beni posti in finibus Colline presso la pieve di S.
Angelo (ora S. Luce); così di un altro istrumento del 949, in cui si parla di terreni della chiesa pisana situati in loco et finibus Colline. Anche l’antica pieve di S. Maria a Fine convertita nelle due badie della Castellina, in una carta del 1047, viene dichiarata posta in loco et finibus Colline, ubi dicitur a Fine. Finalmente in un istrumento del 1187 si rammenta la chiesa d S. Regolo de Collinis; e in una pergamena del 24 maggio 1291 è nominato il castelle di Santa Luce in Collinis: mentre con l'indicazione di S.
Luce de Colline fu designata la stessa pieve di S. Angelo nei cataloghi della diocesi pievana redatti nel 1277 e 1372. – È altresì vero che a quest'ultima epoca (anno 1372) le Colline medesime venivano distinte dal governo amministrativo in Colline superiori e in Colline inferiori.
Si dissero superiori le Colline più lontane e più prossime alle scaturigini dei fiumi Cascina, Tora e Fine; e si chiamarono inferiori, le Colline più umili c più vicine alla pianura meridionale di Pisa, le quali sono situate per la maggior parte nella Valle inferiore della Tora, da Crespina sino a Lorenzana. – Donde avviene, che il vicario, o giusdicente civile e criminale di Lari, nelle leggi e statuti fiorentini è designato così: Vicarius Laris et Collinarum, e più tardi vicario delle Colline superiori, e inferiori pisane. – Vedere LARI.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 776.
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