LARI
nelle Colline superiori pisane.
â Terra murata con sovrastante castello attualmente ridotto a pretorio, capoluogo di comunitĂ e di piviere (S. Maria e S.
Leonardo) nella Diocesi di Sanminiato, giĂ di Lucca, Compartimento di Pisa.
Trovasi Lari sopra una collina di tufo conchigliare posta fra la vallecola della Cascina, che lâavvicina dal lato di levante e la Valle della Tora, che gli resta a ponente, mentre dal lato di settentrione gli si aprono davanti le Valli dellâArno pisano e del Serchio lucchese.
Sebbene la situazione di Lari non sia piĂš elevata di 346 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, ciò nonostante si scuopre di costĂ unâestesa veduta, cui fanno cornice, per la parte di levente a grecale i monti che dividono la Pesa dallâElsa; per il lato di settentrione e maestrale i gioghi dellâAppenuino di Pistoja, di Lucca e dellâAlpe Apuana; da maestrale a ponente il mare toscano sino ai monti Livornesi, mentre nella direrione da ostro a levante chiudono il panorama i monti di Gerfalco e di Montieri, oltre quello che emerge piĂš in avanti con la cittĂ di Volterra sul dorso.
Lari è posto nel grado 28° 15â longitudine e 43° 34â latitudine; 8 miglia toscane allâincirca a ponente di Peccioli; 6 a ostro di Ponsacco, e 9 da Pontadera nella stessa direzione; 18 miglia toscane a scirocco di Pisa, e 20 a levante di Livorno, che è quasi nello stesso suo meridiano.
Lari è di figura quasi orbiculare con doppio giro di mura castellane. Quelle piĂš alte del centro racchiudono lâantica rocca, che serve di residenza al vicario R. con piazza davanti, cisterna in mezzo, e cui dĂ unico ingresso una scala di 95 gradini con antiporto. Alla metĂ della salita havvi altra cisterna per uso del pubblico fatta nel 1448 con lâarme deâPitti e quella delli Scali, stati vicarii delle colline pisane a Lari.
Il cerchio inferiore delle mura che circondano il castello di Lari racchiude tra questo e quelle una strada, la quale gira intorno allâalto rotondeggiante fortilizio, in guisa che potrebbe assomigliarsi quasi ad un flos in flore, mentre esso sporge di sopra alle subiacenti vie e alla chiesa plebana della Terra. Le mura di questâultima hanno tre antiche porte, per le quali si entra dentro il paese; cioè una a grecale detta la Porta fiorentina con lâarme deâMedici sopra lâarco dal lato sinistro lo stemma deâSalviati, e a destra quello di Lari, che è una torre sopra unâiscrizione del seguente tenore: Al tempo di Batista di Giano Salviati a di XV febbrajo MDXXXIV . Unâaltra porta voltata a ponente ha un antiporto con muri intorno, e dicesi la Porticciuola, o Porta Pisana , Livornese e Maremmana. Il terzo ingresso tra ostro e scirocco si appellava la Porta Volterrana, o del Ponte. Essa fu demolita nellâanno 1780 per facilitare alle carra ed alle vetture lâentratura nella Terra. Sopra questâultima porta era murata altra iscrizione in pietra con li stemmi dei sotto nominati vicarii, cioè: Tempore Bonacursii Luce de Pittis Vic. MCCCCLIII. â Laurentii Bongianni Vic. 1453.
Di questa Terra principale delle colline pisane non sâincontrano memorie molto antiche, qualora non si voglia fabbricare castelli in aria, andando in traccia di vaghe congetture per dare una stiracchiata spiegazione del suo vocabolo, che alcuni cercarono fra le divinitĂ pagane dei Lari domestici o dei Lari delle campagne, altri fra i nomi e prenomi di famiglie romane, mentre certuni credettero di trovare a questa congettura qualche appoggio nella scoperta fatta nei contorni di Lari dâidoletti e medaglie antichissime di bronzo e di argento, alcune delle quali si mostravano nella villa signorile dei Pandolfini fuori della Porta pisana, presso il subborgo chiamato del Colle.
Comunque sia, di una corte e castello di Lari nel contado pisano si fa menzione in un placito o giudizio pronunciato in Pisa li 31 agosto 1067 da Gottifredo marchese di Toscana; mercè cui fu ordinato di restituire al vescovo pisano ed alla sua cattedrale i beni e il padronato di una chiesa situati nella corte e castello di Lari; in conseguenza della donazione che era già stata fatta alla di lui mensa da un Ildebrando figlio di un tale Alchero.
Si può peraltro credere, che durante lâesistenza della Repubblica di Pisa il castello di Lari si ritenesse sempre presidiato per conto di quel governo, giacchè da un istrumento degli 11 Dicembre 1375 apparisce, qualmente gli abitanti di Lari, considerando allâinconveniente di dovere prendere ogni sei mesi a pigione una casa per i nuovi capitani delle colline pisane, i quali venire solevano sino dâallora a render giustizia in Lari, deliberarono, a sgravio del loro comune, di acquistare in compra a tal uopo una sufficiente abitazione, siccome fu eseguito mediante lâistrumento testè citato. (MARITI, Odeporico delle Colline, MS. nella Riccardiana).
Nel 1164 i terrazzani di Lari presero parte nelle turbolenze insorte fra diversi paesi del dominio di Pisa, contro i quali i governanti di questa cittĂ inviarono gente armata per farli ritornare alla obbedienza dovuta. Peraltro nel secolo susseguente il popolo di Lari sedotto nuovamente insorse, e lâopportunitĂ del sito pare che prestasse ardire ad alcuni potenti pisani, ribelli e fuorusciti della patria, i quali si fortificarono costĂ .
Ă tuttora ignota lâepoca nella quale il Castello di Lari fu fabbricato, ma nel 1230 vi si ritirarono gli Upezzinghi dal vicino loro possesso di Mazzagamboli, e da essi credesi che vi fosse la prima volta costruita la rocca superiore, stata piĂš tardi rifabbricata con maggiore soliditĂ , e finalmente convertita nel palazzo pretorio, e negli annessi della curia, conservando sempre il nome di castello.
Non saprei tampoco dire, nè quando, nĂŠ come il castel di Lari principiasse ad essere destinato a fortilizio presidiato e sotto lâimmediato dominio della Repubblica pisana. Ă fama peraltro che il giuspadronato del luogo fosse pervenuto per titolo di donazione dagli Upezzinghi di Mazzagamboli negli arcivescovi di Pisa, per cui la comunitĂ di Lari, e piĂš tardi la Corona di Toscana pagava un piccolo censo annuo allâArciv. di Pisa.
Lâepoca della sua riedificazione fu registrata da mano posteriore a piè dello stemma di messer Jacopo di Bongianni Gianfigliazzi stato vicario di Lari per la Repubblica fiorentina nellâanno 1523. Avvegnachè sotto il blasone del testè accennato vicario, murato sulla porta interna del pretorio, leggesi la seguente maccheronica ottava: Ero casa caduca, abietta e vile, minacciavo rovina ad ogni vento, In me non era loggia nè cortile, Ma ogni cosa piena di spavento.
Or surgo come casa signorile, Non fu dal ciel favor mai tardo o lento, Per grazia dâesso nobil Gianfigliazzo Di vil tugurio diventò palazzo .
Ma chi scrisse questi versi non vide forse i due distici che furono impressi e cotti colla terra verniciata della Robbia insieme collâarme di un altro nobile fiorentino, stato vicario in Lari pel Comune di Firenze nellâanno 1525 Fu questi Bartolommeo Capponi, a piè della di cui arme murata nel cortile del pretorio leggonsi i seguenti quattro versi: Temporis et muri saevas subitura ruinas Transtulit in tutum signa benignus amor.
Qui struxit fastu longe, remotus ab omni Nomine Capponius Bartholomeus erat.
Al Capponi suddetto precedè di un anno nellâistessa carica Alessandro di Pietro di Mariotto Segni (dal 25 settembre del 1524 al 25 marzo susseguente) il cui stemma ed anno trovasi fra le numerose armi murate nellâesterna parete del pretorio; e lo stemma del medesimo vicario Segni è ripetuto in un bellissimo alto rilievo di scultura di Luca della Robbia che conservasi nel quartiere del vicario di Lari. â Ă un ovato rappresentante una Madonna col S. Bambino, tutto di vernice bianca, contornato da un festone di fiori, di frutti e di fogliami a diversi colori.
La Terra di Lari si sottomesse con atto pubblico al dominio della Repubblica fiorentina nellâottobre del 1406.
Dâallora in poi la capitania delle colline superiori e inferiori pisane prese il titolo di vicariato di Lari, ed il primo vicario fiorentino che vi tenne ragione fu Angelo di Giovanni da Uzzano.
Gli statuti comunitativi di Lari vennero riformati sotto il vicario Niccolò di Roberto Davanzati, e contano la data del I febbrajo 1414. Dalla nota peraltro degli statutarii che concorsero a formarli rilevasi, che li statuti medesimi erano applicabili a tutto il vicariato, al quale allora trovavansi soggetti i comuni seguenti: 1. Lari, 2. Cascina, 3. Parlascio, 4. Ceppato, 5. SantâErmo , con poche ville, 6. Colle Montanino , 7. Bagno a acqua, e S. Ruffino, 8.
Cevoli e Gramignano, 9. Lavajano, 10. Crespina con Carpineto, 11. Valtriana, 12. Tremoleto, 13. Lorenzana, 14. S. Regolo con Bucciano, 15. S. Luce con Riparbella, 16. Castellina con Pomaja , 17. Rosignano, 18. Vada, 19.
Castel nuovo (della Misericordia) 20. Castelvecchio con Gabbro , 21. Colognola e Parrana, 22. CastellâAnselmo, 23. Nugola e Campi, 24. Colle Salvetti, 25. Piazza Farneta, 26. Vicarello.
La chiesa parrocchiale di Lari è notata nel catalogo del 1260 fra quelle della Diocesi lucchese come filiale della pieve di S. Bartolommeo a Triana. Il patronato della medesima spettava da tempo immemorabile al popolo, comecchè nel 1418 vi concorresse per una voce lâArcivescovo di Pisa.
Ciò richiama alla mente il placito del 1068 del marchese Gottifredo, mercè cui furono restituiti al Vescovo pisano dei beni con il padronato di una chiesa nelle appartenenze di Lari per donazioni anteriormente fatte alla sua mensa vescovile.
Con decreto delli 10 dicembre 1372 il vescovo di Lucca diede licenza al rettore della cura di Lari di battezzare i suoi popolani per la ragione, châera stata distrutta la pieve di Triana. Con tuttociò il sacro fonte non venne collocato nella chiesa di Lari prima dellâanno 1449, e ciò mediante lâannuo tributo alla mensa lucchese di libbre due di cera.
La chiesa plebana di Lari è di una sola navata, ed ha sullâarchitrave esterno della porta scolpito lâanno MCCCC. Sul frontone della facciata sono state collocate due statuette di marmo bianco, comecchè non fossero fatte per quel posto. Una di esse rappresenta la SS.
Annunziata, e lâaltra lâAngelo Gabbriello. Sono entrambe di buono scalpello: e qualche intendente le ha supposte opera di Tommaso figlio del celebre Andrea Pisano scultore, architetto e uno deâpiĂš valenti allievi di suo padre.
Questa pieve non conta alcuna parrocchia suffraganea, ma piacque a Monsignor Suarez Vescovo di Sanminiato di costituirla nel 1737 una dei capotesti, nei quali distribuĂŹ le chiese della sua diocesi, assegnando al caposesto di Lari le parrocchie di Cevoli, di Saroffino, del Bagno a Acqua, di Colle Montanino, Parlascio, SantErmo, Casciana, Usigliano, Fauglia, Crespi, Tripalle e Tremoleto.
Dalla sopra esposta nota dei varii comuni che concorsero alla compilazione degli statuti di Lari e di tutto il distretto resulterebbe, che nellâanno 1415 quel vicariato non comprendeva nella sua giurisdizione altro che le colline superiori pisane, le quali pel civile trovavansi allora suddivise nelle potesterie di Lari, di Crespina e di Rosignano.
Pochi anni dopo peraltro il vicariato di Lari si estese non solamente sopra tutte le colline superiori, ma ancora sulle inferiori pisane, cioè verso quelle che fiancheggiano la Valle dellâEra. In conseguenza di chè, la sua giurisdizione oltre le tre potesterie di sopra nominate ebbe anche quelle di Peccioli e di Palaja.
Nei secoli posteriori lo stesso vicariato fu soggetto a diverse modificazioni e smembramenti, il piĂš recente dei quali seguĂŹ nellâanno 1833, quando fu eretto il vicariato di Rosignano.
Il clima di Lari e dei suoi contorni è ottimo, e le acque dei fonti, quantunque scarse, sono buone.
Nellâestate suppliscono le acque delle cisterne, e quelle di una fonte pubblica per gli usi piĂš comuni ed esterni.
Movimento della popolazione della TERRA di LARI a tre epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 104; totalitĂ della popolazione 619.
ANNO 1745: Impuberi maschi 141; femmine 149; adulti maschi 160, femmine 176; coniugati dei due sessi 288; ecclesiastici 9; numero delle famiglie 171; totalitĂ della popolazione 923.
ANNO 1833: Impuberi maschi 296; femmine 257; adulti maschi 225, femmine 217; coniugati dei due sessi 563; ecclesiastici 12; numero delle famiglie 278; totalitĂ della popolazione 1570.
ComunitĂ di Lari. â Il territorio di questa comunitĂ abbraccia una superficie di 27,879 quadrati agrarii, dei quali 871 quadrati sono occupati da corsi di acqua e da pubbliche strade. â Vi si trovava nel 1833 una popolazione di 7483 abitanti, calcolati a ragione di circa 226 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
Questo territorio, che presenta una figura conica irregolare con la base tra scir. e libeccio, trovasi circondato da 9 comunitĂ .
La parte volta a scirocco confina con la ComunitĂ di Chianni mediante il torrente Fine detto di Rivalto, per distinguerlo dal fiume Fine che scende dallâopposta pendice dei monti di Chianni alla marina di Rosignano, mentre il torrente Fine tributa le sue acque nella Cascina.
A questa confluenza subentra dal lato di levante la ComunitĂ di Terricciuola, con la quale lâopposta di Lari cammina di conserva lungo la preaccennata fiumana. Alla strada tra Cevoli e Santo Pietro incomincia la ComunitĂ di Capannoli , seguita il corso della Cascina sino a che giunta vicino a Ponsacco lascia a destra il fiume e con esso la ComunitĂ di Capannoli. QuĂ voltando da levante a grecale incontra il territorio della ComunitĂ di Ponsacco, cui serve di limite la Fossa nuova fino alla casa del podere omonimo, dove sottentra la ComunitĂ di Pontedera , con la quale lâaltra di Lari fronteggia di conserva per lo stradone di Palmerino, che costuisce la punta del cono sopra indicato. CostĂ il territorio di Lari voltando da grecale a maestrale e quindi a ponente incontra la ComunitĂ di Cascina, e vĂ con essa di conserva mediante il fossetto dello Strozzi e lo stradone di Palmerino sino al Fosso del Zannone. A questo fosso trova la ComunitĂ di Fauglia e con essa questa di Lari corre lungo tratto dal lato di ponente, ora mediante termini artificiali, ora lungo piccoli fossi fino al fiumicello Tora.
Su questo fiume la Comunità di Lari voltando faccia da ponente a libeccio trova dirimpetto quella di Santa Luce, con la quale dirigesi verso la strada comunitativa che guida a Colle Montanino, e di là per termini artificiali prosegue col torrente Fine di Rivalto, nella direzione da libeccio a grecale finchè ritrova la Comunità di Chianni.
Fra i maggiori corsi di acqua che attraversano o che rasentano la ComunitĂ di Lari, si possono contare, a levante la fiumana della Cascina, a settentrione il fiumicello Cre pina, e dal lato di settentrione il Fosso Reale o del Zannone. Questâultimo ha la sua origine sulla pendice settentrionale della collina di Lari, mentre il Crespina nasce nella collina di Usigliano a ostro dello stesso capoluogo.
Molte e buone strade rotabili sono state aperte nel territorio di questa comunitĂ . Una strada provinciale rasenta il territorio della comunitĂ dal lato di levante, a partire dalla R. pisana a Pontedera, la quale passando da Ponsacco e di lĂ lungo la Cascina giunge al Bagno a Acqua. Un altro tronco di strada provinciale si stacca a Ponsacco per dirigersi verso libeccio sulla collina di Orceto, e costĂ rimontando il fosso dello Zannone perviene a Lari.
La qualitĂ del terreno di questa comunitĂ riducesi quasi tutta ad un tufo calcareo arenoso piĂš o meno ricco di argilla. Egli ha un colore giallo rossastro: è zeppo di molluschi di varia specie, di univalvi, bivalvi e concamerati, dalla grandezza delle ostriche di un palmo sino alle conchiglie quasi microscopiche. Sono di questâultima classe glâinnumerabili ammoniti che costituiscono il tufo pietroso, ossia la Lumachella delle cave di S. Frediano a Usigliano di Lari, e del poggio di Parlascio.
Sul confine a libeccio della Comunità di Lari, comecchè la natura predominante del terreno sia costà pure dello stesso genere, ciò nonostante il tufo che lo ricuopre è piÚ scarso di testacei.
In questa stessa comunità è compreso il famoso Bagno a Acqua, denominato anche il Bagno di Casciana, sopra il quale non starò ad aggiungere parola a quanto dissi al suo Articolo ACQUA (BAGNO A).
Lâagricoltura nei contorni di Lari vi è ben praticata, e le sue terre ricche di molluschi calcinati col continuo loro stritolamento divengono piĂš feconde, quantunque glâingrassi artificiali e gli avvicendamenti agrarii vi potrebbero essere meglio praticati. â Le raccolte consistono in olio buonissimo, in molto vino di mediocre qualitĂ , in grano appena sufficiente al consumo, in una quantitĂ vistosa di pere, mele, pesche ed altri frutti che si smerciano ai mercati di Pisa e di Livorno, in carciofi ed in copiosi piselli che inviansi freschi nelle suddette cittĂ e altrove. Non vi sono praterie stabili, ma vi si semina la lupinella in dose piĂš che sufficiente al bisogno degli animali cavallini, i quali non sogliono essere troppi in questa comunitĂ .
Fra gli alberi da frutto sono in aumento i gelsi, mentre le selve di castagni vanno gradatamente a diradarsi e quasi a distruggersi; siccome sembra che siano stati distrutti i boschi di lecci e di pini, il piĂš longevo dei quali cadde nel 1782, e sino dal 1632 per la sterminata sua altezza e grossezza riguardavasi famoso, al pari del colossale quercione esistente tuttora sul trivio fra la strada provinciale da Ponsacco al Bagno a Acqua e quella che conduce a Santo Pietro.
Il capitano Giovanni Mariti autore di varii Odeporici per le colline pisane da esso eseguiti a intervalli sulla fine del secolo XVIII, potè calcolare il prodotto del raccolto annuale dei popoli compresi nella comunitĂ di Lari, deducendolo da un decennio; in guisa che, presa la media proporzione, trovò che il territorio comunitativo in questione forniva annualmente le seguenti vettovaglie: Vino Barili 70,000 Olio Barili 30,000 Grano Staja 45,000 Biade grosse Staja 80,000 Biade minute Staja 60,000 Castagne Staja 10,000 In ordine al motuproprio dei 17 Giugno 1776, col quale il Granduca Leopoldo I rese comuni allâantico territorio pisano quei benefizj che aveva giĂ compartito al contado fiorentino, allorchè ordinò un piano economico per tutte le comunitĂ piĂš confacente al sistema di quellâutile e giusta libertĂ che fruttò tanti beni alla Toscana, in ordine, dissi, a quel sovrano motuproprio, la comunitĂ di Lari abbracciò in un solo corpo amministrativo dieci preesistenti comunitĂ nella guisa che attualmente conservasi. Vedere la Tav. della sua popolazione a piè del presente Articolo.
La comunitĂ di Lari mantiene un medico-chirurgo nel capoluogo, e diversi maestri di scuole elementari residenti in Lari, in Casciana, al Bagno a Acqua ed a Cevoli.
Il vicario regio di Lari, che è di seconda classe, rapporto al buon governo e alla polizia è sottoposto al governatore di Pisa. Egli ha la giurisdizione civile su tutta la comunità di Lari, e sopra le limitrofe di Lorenzana e di Santa Luce.
In quanto alla giurisdizione criminale, oltre le giĂ nominate, abbraccia il distretto delle potesterie di Peccioli e di Chianni.
Inoltre risiede in Lari una cancelleria comunitativa di II classe, la quale serve anche alle ComunitĂ di Fauglia, di Colle Salvetti, di Lorenzana, di Santa Luce e di Chianni. â Vi è un uffizio di esazione del Registro, ed un ingegnere di Circondario, il quale comprende oltre questa di Lari le cinque soprannominate comunitĂ .
La conservazione delle Ipoteche è in Livorno, la Ruota in Pisa.
POPOLAZIONE della ComunitĂ di LARI a tre epoche diverse.
- nome del luogo: Bagno a Acqua, titolo della chiesa: S.
Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 326 (con S. Niccolò a Casciana), abitanti anno 1745 n° 514, abitanti anno 1833 n° 1012 - nome del luogo: Casciana, titolo della chiesa: S. Niccolò (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 326 (con S. Maria Assunta al Bagno a Acqua), abitanti anno 1745 n° 723, abitanti anno 1833 n° - nome del luogo: Cevoli, titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 358, abitanti anno 1745 n° 646, abitanti anno 1833 n° 1172 - nome del luogo: Colle Montanino, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 170, abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n° 294 - nome del luogo: S. Eremo, titolo della chiesa: S. Ermete (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 84, abitanti anno 1745 n° 316, abitanti anno 1833 n° 540 - nome del luogo: LARI e sue ville, titolo della chiesa: S.
Maria e S. Leonardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 619, abitanti anno 1745 n° 923, abitanti anno 1833 n° 1570 - nome del luogo: Parlascio e Ceppato, titolo della chiesa: SS. Quirico e Giulitta (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 228, abitanti anno 1745 n° 247, abitanti anno 1833 n° 435 - nome del luogo: Perignano, titolo della chiesa: S. Lucia (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 182, abitanti anno 1745 n° 258, abitanti anno 1833 n° 677 - nome del luogo: San Roffino, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 88, abitanti anno 1745 n° 173, abitanti anno 1833 n° 301 - nome del luogo: Usigliano di Lari, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 152, abitanti anno 1745 n° manca, abitanti anno 1833 n° 455 - Totale abitanti anno 1551 n° 2207 - Totale abitanti anno 1745 n° 3970 - Totale abitanti anno 1833 n° 7483
Leonardo) nella Diocesi di Sanminiato, giĂ di Lucca, Compartimento di Pisa.
Trovasi Lari sopra una collina di tufo conchigliare posta fra la vallecola della Cascina, che lâavvicina dal lato di levante e la Valle della Tora, che gli resta a ponente, mentre dal lato di settentrione gli si aprono davanti le Valli dellâArno pisano e del Serchio lucchese.
Sebbene la situazione di Lari non sia piĂš elevata di 346 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, ciò nonostante si scuopre di costĂ unâestesa veduta, cui fanno cornice, per la parte di levente a grecale i monti che dividono la Pesa dallâElsa; per il lato di settentrione e maestrale i gioghi dellâAppenuino di Pistoja, di Lucca e dellâAlpe Apuana; da maestrale a ponente il mare toscano sino ai monti Livornesi, mentre nella direrione da ostro a levante chiudono il panorama i monti di Gerfalco e di Montieri, oltre quello che emerge piĂš in avanti con la cittĂ di Volterra sul dorso.
Lari è posto nel grado 28° 15â longitudine e 43° 34â latitudine; 8 miglia toscane allâincirca a ponente di Peccioli; 6 a ostro di Ponsacco, e 9 da Pontadera nella stessa direzione; 18 miglia toscane a scirocco di Pisa, e 20 a levante di Livorno, che è quasi nello stesso suo meridiano.
Lari è di figura quasi orbiculare con doppio giro di mura castellane. Quelle piĂš alte del centro racchiudono lâantica rocca, che serve di residenza al vicario R. con piazza davanti, cisterna in mezzo, e cui dĂ unico ingresso una scala di 95 gradini con antiporto. Alla metĂ della salita havvi altra cisterna per uso del pubblico fatta nel 1448 con lâarme deâPitti e quella delli Scali, stati vicarii delle colline pisane a Lari.
Il cerchio inferiore delle mura che circondano il castello di Lari racchiude tra questo e quelle una strada, la quale gira intorno allâalto rotondeggiante fortilizio, in guisa che potrebbe assomigliarsi quasi ad un flos in flore, mentre esso sporge di sopra alle subiacenti vie e alla chiesa plebana della Terra. Le mura di questâultima hanno tre antiche porte, per le quali si entra dentro il paese; cioè una a grecale detta la Porta fiorentina con lâarme deâMedici sopra lâarco dal lato sinistro lo stemma deâSalviati, e a destra quello di Lari, che è una torre sopra unâiscrizione del seguente tenore: Al tempo di Batista di Giano Salviati a di XV febbrajo MDXXXIV . Unâaltra porta voltata a ponente ha un antiporto con muri intorno, e dicesi la Porticciuola, o Porta Pisana , Livornese e Maremmana. Il terzo ingresso tra ostro e scirocco si appellava la Porta Volterrana, o del Ponte. Essa fu demolita nellâanno 1780 per facilitare alle carra ed alle vetture lâentratura nella Terra. Sopra questâultima porta era murata altra iscrizione in pietra con li stemmi dei sotto nominati vicarii, cioè: Tempore Bonacursii Luce de Pittis Vic. MCCCCLIII. â Laurentii Bongianni Vic. 1453.
Di questa Terra principale delle colline pisane non sâincontrano memorie molto antiche, qualora non si voglia fabbricare castelli in aria, andando in traccia di vaghe congetture per dare una stiracchiata spiegazione del suo vocabolo, che alcuni cercarono fra le divinitĂ pagane dei Lari domestici o dei Lari delle campagne, altri fra i nomi e prenomi di famiglie romane, mentre certuni credettero di trovare a questa congettura qualche appoggio nella scoperta fatta nei contorni di Lari dâidoletti e medaglie antichissime di bronzo e di argento, alcune delle quali si mostravano nella villa signorile dei Pandolfini fuori della Porta pisana, presso il subborgo chiamato del Colle.
Comunque sia, di una corte e castello di Lari nel contado pisano si fa menzione in un placito o giudizio pronunciato in Pisa li 31 agosto 1067 da Gottifredo marchese di Toscana; mercè cui fu ordinato di restituire al vescovo pisano ed alla sua cattedrale i beni e il padronato di una chiesa situati nella corte e castello di Lari; in conseguenza della donazione che era già stata fatta alla di lui mensa da un Ildebrando figlio di un tale Alchero.
Si può peraltro credere, che durante lâesistenza della Repubblica di Pisa il castello di Lari si ritenesse sempre presidiato per conto di quel governo, giacchè da un istrumento degli 11 Dicembre 1375 apparisce, qualmente gli abitanti di Lari, considerando allâinconveniente di dovere prendere ogni sei mesi a pigione una casa per i nuovi capitani delle colline pisane, i quali venire solevano sino dâallora a render giustizia in Lari, deliberarono, a sgravio del loro comune, di acquistare in compra a tal uopo una sufficiente abitazione, siccome fu eseguito mediante lâistrumento testè citato. (MARITI, Odeporico delle Colline, MS. nella Riccardiana).
Nel 1164 i terrazzani di Lari presero parte nelle turbolenze insorte fra diversi paesi del dominio di Pisa, contro i quali i governanti di questa cittĂ inviarono gente armata per farli ritornare alla obbedienza dovuta. Peraltro nel secolo susseguente il popolo di Lari sedotto nuovamente insorse, e lâopportunitĂ del sito pare che prestasse ardire ad alcuni potenti pisani, ribelli e fuorusciti della patria, i quali si fortificarono costĂ .
Ă tuttora ignota lâepoca nella quale il Castello di Lari fu fabbricato, ma nel 1230 vi si ritirarono gli Upezzinghi dal vicino loro possesso di Mazzagamboli, e da essi credesi che vi fosse la prima volta costruita la rocca superiore, stata piĂš tardi rifabbricata con maggiore soliditĂ , e finalmente convertita nel palazzo pretorio, e negli annessi della curia, conservando sempre il nome di castello.
Non saprei tampoco dire, nè quando, nĂŠ come il castel di Lari principiasse ad essere destinato a fortilizio presidiato e sotto lâimmediato dominio della Repubblica pisana. Ă fama peraltro che il giuspadronato del luogo fosse pervenuto per titolo di donazione dagli Upezzinghi di Mazzagamboli negli arcivescovi di Pisa, per cui la comunitĂ di Lari, e piĂš tardi la Corona di Toscana pagava un piccolo censo annuo allâArciv. di Pisa.
Lâepoca della sua riedificazione fu registrata da mano posteriore a piè dello stemma di messer Jacopo di Bongianni Gianfigliazzi stato vicario di Lari per la Repubblica fiorentina nellâanno 1523. Avvegnachè sotto il blasone del testè accennato vicario, murato sulla porta interna del pretorio, leggesi la seguente maccheronica ottava: Ero casa caduca, abietta e vile, minacciavo rovina ad ogni vento, In me non era loggia nè cortile, Ma ogni cosa piena di spavento.
Or surgo come casa signorile, Non fu dal ciel favor mai tardo o lento, Per grazia dâesso nobil Gianfigliazzo Di vil tugurio diventò palazzo .
Ma chi scrisse questi versi non vide forse i due distici che furono impressi e cotti colla terra verniciata della Robbia insieme collâarme di un altro nobile fiorentino, stato vicario in Lari pel Comune di Firenze nellâanno 1525 Fu questi Bartolommeo Capponi, a piè della di cui arme murata nel cortile del pretorio leggonsi i seguenti quattro versi: Temporis et muri saevas subitura ruinas Transtulit in tutum signa benignus amor.
Qui struxit fastu longe, remotus ab omni Nomine Capponius Bartholomeus erat.
Al Capponi suddetto precedè di un anno nellâistessa carica Alessandro di Pietro di Mariotto Segni (dal 25 settembre del 1524 al 25 marzo susseguente) il cui stemma ed anno trovasi fra le numerose armi murate nellâesterna parete del pretorio; e lo stemma del medesimo vicario Segni è ripetuto in un bellissimo alto rilievo di scultura di Luca della Robbia che conservasi nel quartiere del vicario di Lari. â Ă un ovato rappresentante una Madonna col S. Bambino, tutto di vernice bianca, contornato da un festone di fiori, di frutti e di fogliami a diversi colori.
La Terra di Lari si sottomesse con atto pubblico al dominio della Repubblica fiorentina nellâottobre del 1406.
Dâallora in poi la capitania delle colline superiori e inferiori pisane prese il titolo di vicariato di Lari, ed il primo vicario fiorentino che vi tenne ragione fu Angelo di Giovanni da Uzzano.
Gli statuti comunitativi di Lari vennero riformati sotto il vicario Niccolò di Roberto Davanzati, e contano la data del I febbrajo 1414. Dalla nota peraltro degli statutarii che concorsero a formarli rilevasi, che li statuti medesimi erano applicabili a tutto il vicariato, al quale allora trovavansi soggetti i comuni seguenti: 1. Lari, 2. Cascina, 3. Parlascio, 4. Ceppato, 5. SantâErmo , con poche ville, 6. Colle Montanino , 7. Bagno a acqua, e S. Ruffino, 8.
Cevoli e Gramignano, 9. Lavajano, 10. Crespina con Carpineto, 11. Valtriana, 12. Tremoleto, 13. Lorenzana, 14. S. Regolo con Bucciano, 15. S. Luce con Riparbella, 16. Castellina con Pomaja , 17. Rosignano, 18. Vada, 19.
Castel nuovo (della Misericordia) 20. Castelvecchio con Gabbro , 21. Colognola e Parrana, 22. CastellâAnselmo, 23. Nugola e Campi, 24. Colle Salvetti, 25. Piazza Farneta, 26. Vicarello.
La chiesa parrocchiale di Lari è notata nel catalogo del 1260 fra quelle della Diocesi lucchese come filiale della pieve di S. Bartolommeo a Triana. Il patronato della medesima spettava da tempo immemorabile al popolo, comecchè nel 1418 vi concorresse per una voce lâArcivescovo di Pisa.
Ciò richiama alla mente il placito del 1068 del marchese Gottifredo, mercè cui furono restituiti al Vescovo pisano dei beni con il padronato di una chiesa nelle appartenenze di Lari per donazioni anteriormente fatte alla sua mensa vescovile.
Con decreto delli 10 dicembre 1372 il vescovo di Lucca diede licenza al rettore della cura di Lari di battezzare i suoi popolani per la ragione, châera stata distrutta la pieve di Triana. Con tuttociò il sacro fonte non venne collocato nella chiesa di Lari prima dellâanno 1449, e ciò mediante lâannuo tributo alla mensa lucchese di libbre due di cera.
La chiesa plebana di Lari è di una sola navata, ed ha sullâarchitrave esterno della porta scolpito lâanno MCCCC. Sul frontone della facciata sono state collocate due statuette di marmo bianco, comecchè non fossero fatte per quel posto. Una di esse rappresenta la SS.
Annunziata, e lâaltra lâAngelo Gabbriello. Sono entrambe di buono scalpello: e qualche intendente le ha supposte opera di Tommaso figlio del celebre Andrea Pisano scultore, architetto e uno deâpiĂš valenti allievi di suo padre.
Questa pieve non conta alcuna parrocchia suffraganea, ma piacque a Monsignor Suarez Vescovo di Sanminiato di costituirla nel 1737 una dei capotesti, nei quali distribuĂŹ le chiese della sua diocesi, assegnando al caposesto di Lari le parrocchie di Cevoli, di Saroffino, del Bagno a Acqua, di Colle Montanino, Parlascio, SantErmo, Casciana, Usigliano, Fauglia, Crespi, Tripalle e Tremoleto.
Dalla sopra esposta nota dei varii comuni che concorsero alla compilazione degli statuti di Lari e di tutto il distretto resulterebbe, che nellâanno 1415 quel vicariato non comprendeva nella sua giurisdizione altro che le colline superiori pisane, le quali pel civile trovavansi allora suddivise nelle potesterie di Lari, di Crespina e di Rosignano.
Pochi anni dopo peraltro il vicariato di Lari si estese non solamente sopra tutte le colline superiori, ma ancora sulle inferiori pisane, cioè verso quelle che fiancheggiano la Valle dellâEra. In conseguenza di chè, la sua giurisdizione oltre le tre potesterie di sopra nominate ebbe anche quelle di Peccioli e di Palaja.
Nei secoli posteriori lo stesso vicariato fu soggetto a diverse modificazioni e smembramenti, il piĂš recente dei quali seguĂŹ nellâanno 1833, quando fu eretto il vicariato di Rosignano.
Il clima di Lari e dei suoi contorni è ottimo, e le acque dei fonti, quantunque scarse, sono buone.
Nellâestate suppliscono le acque delle cisterne, e quelle di una fonte pubblica per gli usi piĂš comuni ed esterni.
Movimento della popolazione della TERRA di LARI a tre epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 104; totalitĂ della popolazione 619.
ANNO 1745: Impuberi maschi 141; femmine 149; adulti maschi 160, femmine 176; coniugati dei due sessi 288; ecclesiastici 9; numero delle famiglie 171; totalitĂ della popolazione 923.
ANNO 1833: Impuberi maschi 296; femmine 257; adulti maschi 225, femmine 217; coniugati dei due sessi 563; ecclesiastici 12; numero delle famiglie 278; totalitĂ della popolazione 1570.
ComunitĂ di Lari. â Il territorio di questa comunitĂ abbraccia una superficie di 27,879 quadrati agrarii, dei quali 871 quadrati sono occupati da corsi di acqua e da pubbliche strade. â Vi si trovava nel 1833 una popolazione di 7483 abitanti, calcolati a ragione di circa 226 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
Questo territorio, che presenta una figura conica irregolare con la base tra scir. e libeccio, trovasi circondato da 9 comunitĂ .
La parte volta a scirocco confina con la ComunitĂ di Chianni mediante il torrente Fine detto di Rivalto, per distinguerlo dal fiume Fine che scende dallâopposta pendice dei monti di Chianni alla marina di Rosignano, mentre il torrente Fine tributa le sue acque nella Cascina.
A questa confluenza subentra dal lato di levante la ComunitĂ di Terricciuola, con la quale lâopposta di Lari cammina di conserva lungo la preaccennata fiumana. Alla strada tra Cevoli e Santo Pietro incomincia la ComunitĂ di Capannoli , seguita il corso della Cascina sino a che giunta vicino a Ponsacco lascia a destra il fiume e con esso la ComunitĂ di Capannoli. QuĂ voltando da levante a grecale incontra il territorio della ComunitĂ di Ponsacco, cui serve di limite la Fossa nuova fino alla casa del podere omonimo, dove sottentra la ComunitĂ di Pontedera , con la quale lâaltra di Lari fronteggia di conserva per lo stradone di Palmerino, che costuisce la punta del cono sopra indicato. CostĂ il territorio di Lari voltando da grecale a maestrale e quindi a ponente incontra la ComunitĂ di Cascina, e vĂ con essa di conserva mediante il fossetto dello Strozzi e lo stradone di Palmerino sino al Fosso del Zannone. A questo fosso trova la ComunitĂ di Fauglia e con essa questa di Lari corre lungo tratto dal lato di ponente, ora mediante termini artificiali, ora lungo piccoli fossi fino al fiumicello Tora.
Su questo fiume la Comunità di Lari voltando faccia da ponente a libeccio trova dirimpetto quella di Santa Luce, con la quale dirigesi verso la strada comunitativa che guida a Colle Montanino, e di là per termini artificiali prosegue col torrente Fine di Rivalto, nella direzione da libeccio a grecale finchè ritrova la Comunità di Chianni.
Fra i maggiori corsi di acqua che attraversano o che rasentano la ComunitĂ di Lari, si possono contare, a levante la fiumana della Cascina, a settentrione il fiumicello Cre pina, e dal lato di settentrione il Fosso Reale o del Zannone. Questâultimo ha la sua origine sulla pendice settentrionale della collina di Lari, mentre il Crespina nasce nella collina di Usigliano a ostro dello stesso capoluogo.
Molte e buone strade rotabili sono state aperte nel territorio di questa comunitĂ . Una strada provinciale rasenta il territorio della comunitĂ dal lato di levante, a partire dalla R. pisana a Pontedera, la quale passando da Ponsacco e di lĂ lungo la Cascina giunge al Bagno a Acqua. Un altro tronco di strada provinciale si stacca a Ponsacco per dirigersi verso libeccio sulla collina di Orceto, e costĂ rimontando il fosso dello Zannone perviene a Lari.
La qualitĂ del terreno di questa comunitĂ riducesi quasi tutta ad un tufo calcareo arenoso piĂš o meno ricco di argilla. Egli ha un colore giallo rossastro: è zeppo di molluschi di varia specie, di univalvi, bivalvi e concamerati, dalla grandezza delle ostriche di un palmo sino alle conchiglie quasi microscopiche. Sono di questâultima classe glâinnumerabili ammoniti che costituiscono il tufo pietroso, ossia la Lumachella delle cave di S. Frediano a Usigliano di Lari, e del poggio di Parlascio.
Sul confine a libeccio della Comunità di Lari, comecchè la natura predominante del terreno sia costà pure dello stesso genere, ciò nonostante il tufo che lo ricuopre è piÚ scarso di testacei.
In questa stessa comunità è compreso il famoso Bagno a Acqua, denominato anche il Bagno di Casciana, sopra il quale non starò ad aggiungere parola a quanto dissi al suo Articolo ACQUA (BAGNO A).
Lâagricoltura nei contorni di Lari vi è ben praticata, e le sue terre ricche di molluschi calcinati col continuo loro stritolamento divengono piĂš feconde, quantunque glâingrassi artificiali e gli avvicendamenti agrarii vi potrebbero essere meglio praticati. â Le raccolte consistono in olio buonissimo, in molto vino di mediocre qualitĂ , in grano appena sufficiente al consumo, in una quantitĂ vistosa di pere, mele, pesche ed altri frutti che si smerciano ai mercati di Pisa e di Livorno, in carciofi ed in copiosi piselli che inviansi freschi nelle suddette cittĂ e altrove. Non vi sono praterie stabili, ma vi si semina la lupinella in dose piĂš che sufficiente al bisogno degli animali cavallini, i quali non sogliono essere troppi in questa comunitĂ .
Fra gli alberi da frutto sono in aumento i gelsi, mentre le selve di castagni vanno gradatamente a diradarsi e quasi a distruggersi; siccome sembra che siano stati distrutti i boschi di lecci e di pini, il piĂš longevo dei quali cadde nel 1782, e sino dal 1632 per la sterminata sua altezza e grossezza riguardavasi famoso, al pari del colossale quercione esistente tuttora sul trivio fra la strada provinciale da Ponsacco al Bagno a Acqua e quella che conduce a Santo Pietro.
Il capitano Giovanni Mariti autore di varii Odeporici per le colline pisane da esso eseguiti a intervalli sulla fine del secolo XVIII, potè calcolare il prodotto del raccolto annuale dei popoli compresi nella comunitĂ di Lari, deducendolo da un decennio; in guisa che, presa la media proporzione, trovò che il territorio comunitativo in questione forniva annualmente le seguenti vettovaglie: Vino Barili 70,000 Olio Barili 30,000 Grano Staja 45,000 Biade grosse Staja 80,000 Biade minute Staja 60,000 Castagne Staja 10,000 In ordine al motuproprio dei 17 Giugno 1776, col quale il Granduca Leopoldo I rese comuni allâantico territorio pisano quei benefizj che aveva giĂ compartito al contado fiorentino, allorchè ordinò un piano economico per tutte le comunitĂ piĂš confacente al sistema di quellâutile e giusta libertĂ che fruttò tanti beni alla Toscana, in ordine, dissi, a quel sovrano motuproprio, la comunitĂ di Lari abbracciò in un solo corpo amministrativo dieci preesistenti comunitĂ nella guisa che attualmente conservasi. Vedere la Tav. della sua popolazione a piè del presente Articolo.
La comunitĂ di Lari mantiene un medico-chirurgo nel capoluogo, e diversi maestri di scuole elementari residenti in Lari, in Casciana, al Bagno a Acqua ed a Cevoli.
Il vicario regio di Lari, che è di seconda classe, rapporto al buon governo e alla polizia è sottoposto al governatore di Pisa. Egli ha la giurisdizione civile su tutta la comunità di Lari, e sopra le limitrofe di Lorenzana e di Santa Luce.
In quanto alla giurisdizione criminale, oltre le giĂ nominate, abbraccia il distretto delle potesterie di Peccioli e di Chianni.
Inoltre risiede in Lari una cancelleria comunitativa di II classe, la quale serve anche alle ComunitĂ di Fauglia, di Colle Salvetti, di Lorenzana, di Santa Luce e di Chianni. â Vi è un uffizio di esazione del Registro, ed un ingegnere di Circondario, il quale comprende oltre questa di Lari le cinque soprannominate comunitĂ .
La conservazione delle Ipoteche è in Livorno, la Ruota in Pisa.
POPOLAZIONE della ComunitĂ di LARI a tre epoche diverse.
- nome del luogo: Bagno a Acqua, titolo della chiesa: S.
Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 326 (con S. Niccolò a Casciana), abitanti anno 1745 n° 514, abitanti anno 1833 n° 1012 - nome del luogo: Casciana, titolo della chiesa: S. Niccolò (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 326 (con S. Maria Assunta al Bagno a Acqua), abitanti anno 1745 n° 723, abitanti anno 1833 n° - nome del luogo: Cevoli, titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 358, abitanti anno 1745 n° 646, abitanti anno 1833 n° 1172 - nome del luogo: Colle Montanino, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 170, abitanti anno 1745 n° 170, abitanti anno 1833 n° 294 - nome del luogo: S. Eremo, titolo della chiesa: S. Ermete (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 84, abitanti anno 1745 n° 316, abitanti anno 1833 n° 540 - nome del luogo: LARI e sue ville, titolo della chiesa: S.
Maria e S. Leonardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 619, abitanti anno 1745 n° 923, abitanti anno 1833 n° 1570 - nome del luogo: Parlascio e Ceppato, titolo della chiesa: SS. Quirico e Giulitta (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 228, abitanti anno 1745 n° 247, abitanti anno 1833 n° 435 - nome del luogo: Perignano, titolo della chiesa: S. Lucia (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 182, abitanti anno 1745 n° 258, abitanti anno 1833 n° 677 - nome del luogo: San Roffino, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 88, abitanti anno 1745 n° 173, abitanti anno 1833 n° 301 - nome del luogo: Usigliano di Lari, titolo della chiesa: S.
Lorenzo (Prioria), diocesi cui appartiene: Sanminiato, abitanti anno 1551 n° 152, abitanti anno 1745 n° manca, abitanti anno 1833 n° 455 - Totale abitanti anno 1551 n° 2207 - Totale abitanti anno 1745 n° 3970 - Totale abitanti anno 1833 n° 7483
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 644.
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