FAELLA

(Faella, e talvolta Favilla) nel Val d’Arno superiore.

Due luoghi omonimi nell’istesso distretto: cioè, il franato castello di Faella e il sottostante prosperoso borgo, nella parrocchia di S. Maria a Faella, piviere, Comunità e circa 2 miglia toscane a ostro-scirocco del Pian di Scò, Giurisdizione e 2 miglia toscane a ponente- maestro di Castel Franco di Sopra, Diocesi di Fiesole, (ERRATA: Compartimento di Firenze) Compartimento di Arezzo.
Il luogo dove fu l’antico castello di Faella è situato sopra una piaggia di argilla cerulea sulle falde occidentali dell’Appennino di Prato magno, fra il torrente Faella che gli resta a levante e quello del Resco Simontano che rode la sua base a ponente.
La natura friabile del terreno, che costituisce le frastagliate colline di Pian di Scò, di Castel Franco e di Terranuova sulla ripa destra dell’Arno, ha cagionato l’intiera rovina dell’antico castello di Faella al pari di quelli di Ostina, di Ganghereto e di varj altri, dei quali sono perdute, o restano appena vestigie.
L’odierno borgo di Faella, che conta circa 400 industriosi abitanti, è posto mezzo miglio toscano a levante del poggio, in cui esisteva il castello omonimo, sulla ripa destra del torrente Faella che tributa le sue acque nel fiume Arno davanti a Figline, lungo la strada comunitativa fra Castel Franco di Sopra e Figline, la quale ultima Terra, mediante Arno, resta 2 miglia toscane a libeccio di Faella.
La chiesa di questo borgo fu eretta in prioria nel 10 novembre 1637, e ottenne il fonte battesimale per decreto del 16 aprile 1711 da Orazio Panciatichi vescovo di Fiesole.
Venne restaurata e quindi consacrata li 8 settembre 1792 dal vescovo Ranieri Mancini; ed attualmente la regge l’erudito priore Giovacchino Antonielli di Faella, benemerito delle lettere toscane per l’accurata e nitida edizione della Cronica di Giovanni Villani, stampata a Firenze nel 1823, e a migliore lezione ridotta coi testi a penna e note dell’editore.
Il distretto di Faella, confinante con la ripa destra dell’Arno, è un campo di ricerche per geologi, trovandosi nei suoi contorni il più ricco deposito di carcami fossili appartenuti a grandi quadrupedi di specie perdute. – Vedere gli articoli ARNO fiume CASTEL FRANCO di SOPRA, e TERRANUOVA Comunità.
Inoltre è da notare come tali fossili di rado s’incontrino in luoghi lontani dall’Arno, e in piagge più elevate di 200 braccia dal suo alveo, e conseguentemente superiori a quelle di Faella; piagge la cui superficie in tempi assai remoti doveva costituire l’alti-piano formato dai detritus delle rocce appenniniche depositate nel Val d’Arno superiore.
Due popoli prendevano il nome dal territorio percorso dal torrente Faella: cioè, S. Michele di Sopra , e di S. Michele di Sotto a Faella, entrambi compresi nella Comunità di Castel Franco di Sopra. – Vedere CASTEL FRANCO di SOPRA.
La prioria di S. Maria a Faella conta 917 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 83.