FALESIA

nel littorale di Piombino, ora detto Porto de’Faliesi, o Porto vecchio.

Piccolo seno di mare che fa parte del golfo di Piombino, distante un miglio toscano a greco-levante di quella piccola città, nella cui parrocchia Comunità e Giurisdizione è compreso, Diocesi di Massa Marittima, Compartimento di Grosseto.
Era una delle stazioni lungo l’antica via Aurelia, segnalata negli itinerarj marittimi e nella tavola Peuntingeriana, fra il porto di Scabri (Pontone di Scarlino) e quello di Populonia (Porto Baratti).
Rutilio Numaziano, che vi approdò con la sua feluca verso l’anno 415 dell’Era Volgare, ne fa menzione nel suo Itinerario marittimo, mentre gli abitanti di quel littorale festeggiavano la divinità egiziana di Osiride, simbolo della germinazione.
Il qual viaggiatore ne informa, che sino da quell’età esisteva nel seno di Falesia uno stagno palustre, affidato a un tal querulo circonciso, che indispettiva con i suoi modi inurbani quel curioso viaggiatore.
Finalmente fu in Falesia, dove i 6 fig li del conte Tedici della Gherardesca, nell’anno 1022, fondarono nei loro possessi il distrutto monastero de’SS. Giustiniano e Bartolommeo di Falesia, le cui vicende furono rammentate all’articolo ABAZIA di FALESIA. – Vedere PIOMBINO.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 89.