LEOLINO (S.) DEL CONTE, o S. LEONINO IN MONTI
(Castrum S. Liolini) in Val di Sieve, detto volgarmente San Lorino.
– Castello che prese il nome dalla sua chiesa plebana, e che lo diede in seguito ad una contea dei conti Guidi di Poppi e Battifolle; che poscia divenne un feudo granducale con titolo di marchesato, nella Comunità e circa 1 e 1/2 a scirocco di Londa, Giurisdizione di Dicomano, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
Le vestigia del vecchio fortilizio di San Leolino ed il moderno palazzo marchionale trova nei presso la pieve omonima sul vertice di un poggio alla sinistra del torrente Moscia, poggio che fa parte del contrafforte dell'Appennino per cui si collega il monte della Falterona a quello della Consuma, fra la Valle dell'Arno casentinese la Val di Sieve.
Tre pievi sotto l'invocazione di S. Leolino vescovo e martire conta tuttora la diocesi fiesolana, oltre quella di S.
Leolino in Collina, ossia in Conio, passata nella diocesi di Colle; cioè questa di S. Leolino in Monti, l'altra di S.
Leolino a Panzano, una volta detta a Flaciano, e la pieve di S. Leolino a Rignano.
In quanto al dominio temporale del castello di San Leolino in Monti, come anco di quello di Fornace e di altri luoghi limitrofi, sino dal secolo XI apparteneva ai conti Guidi, confermato loro dall'Imperatore Arrigo VI (anno 1191) e da Federigo II (anno 1220).
Una delle più antiche memorie superstiti fu pubblicata negli Annali Camaldolensi sotto l'anno 1100. È una donazione al S. Eremo di Camaldoli fatta in detto anno dal Conte Alberto del fu Conte Tedicio, di beni che egli possedeva nel piviere di S. Leolino e in quello vicino di S.
Detole.
Nel Castello di San Leolino risiedeva nel 1239 il Conte Guida Guerra di Modigliana figlio del fu Conte Marcovaldo e della contessa Beatrice, quando egli rinunziò al di lui fratello Conte Ruggeri alcuni castelli della Romagna. (PAD. ILDEFONSO, Deliz. Degli Eruditi T. VIII).
Nel luogo medesimo troviamo nell'anno successivo la stessa Contessa Beatrice sunnominata, vedova del Conte Marcovaldo, allorchè con istrumento rogato nel Castello di S. Leolino li 2 marzo 1240 (stile fiorentino) essa adiva con benefìzio d'inventario all'eredità lasciata dal di lui padre Conte Rodolfo di Capraja. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Carte della Badia a Settimo).
La contea di S. Leolino in Monti fu compresa con molti altri castelli nell'accomandigia che il conte Guido figlio del Conte Ugo di Battifolle, mediante scrittura del 24 giugno 1367, ottenne dalla Repubblica fiorentina, accomandigia che fu resa perpetua per le istanze del conte Francesco di Poppi, sotto dì 27 agosto 1439. Se non che nell'anno susseguente quel conte essendosi fatto ribelle della Repubblica, i suoi popoli, fra i quali gli abitanti di S.
Leolino, vennero liberamente riuniti al dominio fiorentino. In tale occasione fu accettata la sommissione di San Leolino con alcune capitolazioni a favore degli abitanti, conservando quel distretto sotto la giurisdizione del vicariato di Poppi nel Casentino.
D'allora in poi il governo della Repubblica destinò un castellano alla guardia della rocca di San Leolino; e nel 1463, per provvisione della Signoria di Firenze fu stabilita una tassa perpetua sopra quel comune, unitamente all'altro di Fornace, destinata al mantenimento del castellano deputato alla guardia di quella contrada.
Un sigillo appartenuto a una comunità di S. Leolino fu pubblicato dal Brocchi nella sua descrizione del Mugello a pag. 289.
Il Granduca Ferdinando II nel 1645 eresse nuovamente in feudo con titolo di marchesato il castello di San Leolino del Conte con tutta la comunità, cui aggiunse altri 4 comunelli, cioè, Sambucheta, Busigna, Vierle e Varena, compreso il casale della Rata, mentre sottoponeva li stessi luoghi in quanto al criminale al vicario di Poppi, e per le cause civili e miste all’ufiziale residente nel nuovo marchesato di S. Leolino in Val di Sieve.
Cotesto feudo granducale fu concesso con diploma del 21 giugno 1645 a donna Ortensia di Francesco Guadagni vedova di Filippo Salviati Maggior-doma della Corte durante sua vita naturale. Ma successivamente con altro motuproprio del 21 febbrajo 1651 fu accordato alla stessa Marchesa, di poter lasciare dopo morte il suddetto marchesato al di lei fratello Tommaso Guadagni, per passare quindi ai di lui figli e discendenti per ordine di perpetua primogenitura.
Nel 1738 dal Granduca Francesco II lo stesso feudo di S.
Leolino fu confermato al senatore Neri Guadagni, a cui restarono i soli beni allodiali e pochi altri diritti dopo la legge sulla soppressione dei feudi granducali.
La pieve di S. Leolino, fabbricata tutta di pietre quadre, era di giurisdizione del popolo, ora del Granduca; sebbene possa credersi che per qualche tempo vi acquistasse ragione il capitolo della basilica di S. Lorenzo di Firenze, dal quale il Gran principe Francesco fìglio primogenito di Cosimo I, nel 26 gennajo 1569 acquistò quattro poderi stati di pertinenza della pieve di S. Leolino del Conte per ducati 3500, con l’obbligo di rinvestire il prezzo in tanti luoghi di monte.
La pieve di S. Leolino del Conte a quel tempo estendeva la sua giurisdizione spirituale sopra 5 popoli; cioè: S.
Gaudenzio a Varena (annesso alla parrocchia della pieve); SS. Concezione a Londa, cappella curata eretta in parrocchia nel 1795, un tempo stata unita alla pieve; S.
Maria a Caiano, prioria; (esistente) S. Lorenzo a Vierle, idem; S. Donato a Sambucheta, idem.
La pieve di S. Leolino del Conte, ossia in Monti, nel 1833 contava 89 abitanti.
Le vestigia del vecchio fortilizio di San Leolino ed il moderno palazzo marchionale trova nei presso la pieve omonima sul vertice di un poggio alla sinistra del torrente Moscia, poggio che fa parte del contrafforte dell'Appennino per cui si collega il monte della Falterona a quello della Consuma, fra la Valle dell'Arno casentinese la Val di Sieve.
Tre pievi sotto l'invocazione di S. Leolino vescovo e martire conta tuttora la diocesi fiesolana, oltre quella di S.
Leolino in Collina, ossia in Conio, passata nella diocesi di Colle; cioè questa di S. Leolino in Monti, l'altra di S.
Leolino a Panzano, una volta detta a Flaciano, e la pieve di S. Leolino a Rignano.
In quanto al dominio temporale del castello di San Leolino in Monti, come anco di quello di Fornace e di altri luoghi limitrofi, sino dal secolo XI apparteneva ai conti Guidi, confermato loro dall'Imperatore Arrigo VI (anno 1191) e da Federigo II (anno 1220).
Una delle più antiche memorie superstiti fu pubblicata negli Annali Camaldolensi sotto l'anno 1100. È una donazione al S. Eremo di Camaldoli fatta in detto anno dal Conte Alberto del fu Conte Tedicio, di beni che egli possedeva nel piviere di S. Leolino e in quello vicino di S.
Detole.
Nel Castello di San Leolino risiedeva nel 1239 il Conte Guida Guerra di Modigliana figlio del fu Conte Marcovaldo e della contessa Beatrice, quando egli rinunziò al di lui fratello Conte Ruggeri alcuni castelli della Romagna. (PAD. ILDEFONSO, Deliz. Degli Eruditi T. VIII).
Nel luogo medesimo troviamo nell'anno successivo la stessa Contessa Beatrice sunnominata, vedova del Conte Marcovaldo, allorchè con istrumento rogato nel Castello di S. Leolino li 2 marzo 1240 (stile fiorentino) essa adiva con benefìzio d'inventario all'eredità lasciata dal di lui padre Conte Rodolfo di Capraja. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Carte della Badia a Settimo).
La contea di S. Leolino in Monti fu compresa con molti altri castelli nell'accomandigia che il conte Guido figlio del Conte Ugo di Battifolle, mediante scrittura del 24 giugno 1367, ottenne dalla Repubblica fiorentina, accomandigia che fu resa perpetua per le istanze del conte Francesco di Poppi, sotto dì 27 agosto 1439. Se non che nell'anno susseguente quel conte essendosi fatto ribelle della Repubblica, i suoi popoli, fra i quali gli abitanti di S.
Leolino, vennero liberamente riuniti al dominio fiorentino. In tale occasione fu accettata la sommissione di San Leolino con alcune capitolazioni a favore degli abitanti, conservando quel distretto sotto la giurisdizione del vicariato di Poppi nel Casentino.
D'allora in poi il governo della Repubblica destinò un castellano alla guardia della rocca di San Leolino; e nel 1463, per provvisione della Signoria di Firenze fu stabilita una tassa perpetua sopra quel comune, unitamente all'altro di Fornace, destinata al mantenimento del castellano deputato alla guardia di quella contrada.
Un sigillo appartenuto a una comunità di S. Leolino fu pubblicato dal Brocchi nella sua descrizione del Mugello a pag. 289.
Il Granduca Ferdinando II nel 1645 eresse nuovamente in feudo con titolo di marchesato il castello di San Leolino del Conte con tutta la comunità, cui aggiunse altri 4 comunelli, cioè, Sambucheta, Busigna, Vierle e Varena, compreso il casale della Rata, mentre sottoponeva li stessi luoghi in quanto al criminale al vicario di Poppi, e per le cause civili e miste all’ufiziale residente nel nuovo marchesato di S. Leolino in Val di Sieve.
Cotesto feudo granducale fu concesso con diploma del 21 giugno 1645 a donna Ortensia di Francesco Guadagni vedova di Filippo Salviati Maggior-doma della Corte durante sua vita naturale. Ma successivamente con altro motuproprio del 21 febbrajo 1651 fu accordato alla stessa Marchesa, di poter lasciare dopo morte il suddetto marchesato al di lei fratello Tommaso Guadagni, per passare quindi ai di lui figli e discendenti per ordine di perpetua primogenitura.
Nel 1738 dal Granduca Francesco II lo stesso feudo di S.
Leolino fu confermato al senatore Neri Guadagni, a cui restarono i soli beni allodiali e pochi altri diritti dopo la legge sulla soppressione dei feudi granducali.
La pieve di S. Leolino, fabbricata tutta di pietre quadre, era di giurisdizione del popolo, ora del Granduca; sebbene possa credersi che per qualche tempo vi acquistasse ragione il capitolo della basilica di S. Lorenzo di Firenze, dal quale il Gran principe Francesco fìglio primogenito di Cosimo I, nel 26 gennajo 1569 acquistò quattro poderi stati di pertinenza della pieve di S. Leolino del Conte per ducati 3500, con l’obbligo di rinvestire il prezzo in tanti luoghi di monte.
La pieve di S. Leolino del Conte a quel tempo estendeva la sua giurisdizione spirituale sopra 5 popoli; cioè: S.
Gaudenzio a Varena (annesso alla parrocchia della pieve); SS. Concezione a Londa, cappella curata eretta in parrocchia nel 1795, un tempo stata unita alla pieve; S.
Maria a Caiano, prioria; (esistente) S. Lorenzo a Vierle, idem; S. Donato a Sambucheta, idem.
La pieve di S. Leolino del Conte, ossia in Monti, nel 1833 contava 89 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 678.
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