PASSIGNANO
in Val di Pesa.
– Tale fu il titolo di un castello, siccome tuttora lo è di una celebre abazia di monaci Vallombrosani (S. Michele) e di una chiesa parrocchiale (S. Biagio), cui fu annesso il popolo di S.
Andrea al Poggio a Vento, nel piviere di S. Pietro a Sillano, Comunità e circa miglia toscane 6 a grecale di Barberino di Val d’Elsa, Giurisdizione di Poggibonsi, (ERRATA: Diocesi e Compartimento di Firenze) Diocesi di Fiesole e Compartimento di Firenze.
Il Monastero di Passignano è posto nella faccia orientale di una collina che stende la sua base fino alla ripa destra del fiume Pesa.
Il suo grandioso fabbricato ha l’aspetto di un fortilizio piuttosto che di una badia, perché con mura merlate, circondato di fossi e di carbonaje. – Costì nell’aprile del 1221 si crede che accampasse col suo esercito Corrado March. di Toscana, allora quando quel marchese confermò ai Vallombrosani di Passignano gli antichi loro possessi; e qui pure dovè far capo il primo Arrigo Imperatore il cui ritratto fu dipinto in una sala del monastero.
All’Articolo ABAZIA DI PASSIGNANO si disse, che sino dal secolo XI furono riunite le due parrocchie di S.
Biagio e di S. Andrea a Poggio a Vento, benché nel catalogo delle chiese della diocesi di Fiesole, redatto nel 1199, si trovino separate, ed entrambe sotto il vocabolo del Poggio a Vento da un castelluccio esistito sul poggio omonimo nella giurisdizione e parrocchia di Passignano.
Però la chiesa di S. Biagio portava il nomignolo di Materaja, nome che conservò sino almeno all’anno 1056, quando il nobile Guglielmo del fu Tebaldo per atto del 2 dicembre rogato in Callebuona, distretto del Poggio a Vento, alienò per 20 lire al di lui fratello Ranieri i beni, ragioni e giurisdizioni che aveva nel Castello di Volteggiano con la cappella di S. Cristoforo, come pure nei luoghi di Albignaula, di Fabbrica e in Wallari; più ancora la sua parte della cappella di S. Margherita a Paterno, di S. Gaudenzio al Corniolo con la porzione che gli apparteneva di quel castello, i beni che possedeva in Materaja compresa la sua parte della chiesa di S. Biagio, quelli posti in Callebuona colla porzione del Castello e chiesa di S. Andrea (a Poggio a Vento); i quali luoghi erano situati ne’pivieri di S. Pietro a Sillano, di S. Pietro in Bossolo, di S. Stefano a Campoli, di S. Pietro in Mercato, di S. Pancrazio in Val di Pesa, di S. Giovanni a Sugana e di S. Cecilia a Decimo.
Lo stesso Ranieri del fu Tebaldo per istrumento del 2 marzo 1065 rogato in Materaja acquistò da Teuzzo del fu Pietro, dalla sua donna Imilia e da Ranieri figlio loro quattro pezzi di terra posti in Materaja e una vigna presso la terra di S. Biagio; la quale chiesa fu riedificata nell’anno 1080 accanto al Monastero di Passignano.
Poscia dopo la metà del secolo XIII cotesta chiesa fu designata indifferentemente sotto i vocaboli di Poggio a Vento e di Passignano. – Infatti con atto del 1267 mess.
Gentile di mess. Scolajo pievano di S. Pietro a Sillano confermò l'elezione del rettore della chiesa di S. Biagio di Poggio a Vento fatta col consenso de’parrocchiani da Ruggieri de’Buondelmonti abate di Passignano come signore del castel di Poggio a Vento; ed anco nell'anno appresso lo stesso abate elesse il rettore dell'altra chiesa di S. Andrea al Poggio a Vento. – Altronde col titolo di S.
Biagio a Passignano la stessa chiesa è qualificata in un istrumento del 25 luglio 1278 fatto presso la pieve di Panzano. È un atto col quale Rinaldo del fu Gregrio da Vignola vende a Ciupo del fu Sinibaldo degli Scolari due pezzi di terra posti nel popolo di S. Biagio a Passignano. – Similmente in una carta del 1323 si rammenta il popolo di S. Biagio a Passignano, mentre in altre carte del 1331 e del 1349 le chiese di S. Biagio e di S. Andrea al Poggio a Vento appariscono riunite.
Per istrumenlo poi del 3 settembre 1298 don Ruggieri de’Buondelmonti abate di Passignano e di Vallombrosa, essendo egli un collettore delle decime nella diocesi di Fiesole per la conquista del regno di Sicilia, versa nella cassa generale in Firenze alcune somme raccolte per la paga del secondo anno in varie specie di monete allora in corso: cioè, in fiorini di Firenze 116; in Populini di argento L. 5. 11. 7; in Volterrani L. 6. 13. 6; in Tornesi grossi soldi 15. 6; in Cortonesi grossi L. 2. 5. 6; in Veneti soldi 14. 4; in Grossi sanesi soldi 12. 5; in Piccioli di Pisa L. 104. 14. 7; e in lire fiorentine L. 11. 4. – Dopo aver veduto quali monete circolavano per Firenze sulla fine del secolo XIII, gioverà la notizia de’prezzi che intorno a quell’età correvano relativamente alle principali vettovaglie, come quelli che trovo indicati in un istrumento del 2 febbrajo 1265 (stile comune). Col quale atto un debitore di lire 4 cede in salviano a un di lui fratello suo creditore un pezzo di terra posto al Poggio a Vento per rimborsarsi coi frutti che produceva quella terra regolati sui prezzi seguenti Lo stajo del grano soldi due; lo stajo dell’orzo e delle fave soldi uno e denari 4; il congio del vino soldi otto, l'orcio dell’olio soldi dieci; e la mannella del lino a saggio denari dieci. L'istrumenlo fu rogato in Passignano. – (ARCH. DIPL. FIOR. loc. cit.) All’Articolo ABAZIA di Passignano fu citato un contratto del 12 aprile 1372 fatto in Passignano, pel quale il pittore sanese Jacopo del fu Mino promise all’abate D.
Martino di Passignano dipingere per 80 fiorini d’oro una tavola alta braccia 5 e larga braccia 4 e 1/2 per la chiesa di detto monastero con l’obbligo dentro 7 mesi di pitturarvi, nel colmo del mezzo l’istoria della discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli, negli altri due colmi laterali, in uno S. Caterina con un monaco genuflesso ai di lei piedi, e nell'altra parte S. Antonio Abate. Inoltre nelle tre lunette superiori, in mezzo il Padre Eterno nell’atto di mandare lo Spirito Santo sugli Apostoli con diversi angeli, e nelle altre due lunette laterali la Vergine SS. Annunziata e l’Angelo. Nella predella inferiore 4 istorie del martirio di S. Caterina; e alle testate di detta predella due mezze figure di S. Maria Maddalena e di S. Agnese; in fine nelle colonne S. Pancrazio colla bandiera in mano alzata con croce rossa, S. Gregorio papa, S. Lorenzo martire, S.
Benedetto abate in abito nero, S. Brigida e S. Niccolò.
Le figure dovevano esser messe a oro e con buon azzurro oltremare. (loc. cit.) – Vedere ABAZIA DI PASSIGNANO, COLLEBUONA di Val di Pesa, e POGGIO A VENTO.
La parrocchia di S. Biagio a Passignano nel 1833 contava 369 abitanti.
Andrea al Poggio a Vento, nel piviere di S. Pietro a Sillano, Comunità e circa miglia toscane 6 a grecale di Barberino di Val d’Elsa, Giurisdizione di Poggibonsi, (ERRATA: Diocesi e Compartimento di Firenze) Diocesi di Fiesole e Compartimento di Firenze.
Il Monastero di Passignano è posto nella faccia orientale di una collina che stende la sua base fino alla ripa destra del fiume Pesa.
Il suo grandioso fabbricato ha l’aspetto di un fortilizio piuttosto che di una badia, perché con mura merlate, circondato di fossi e di carbonaje. – Costì nell’aprile del 1221 si crede che accampasse col suo esercito Corrado March. di Toscana, allora quando quel marchese confermò ai Vallombrosani di Passignano gli antichi loro possessi; e qui pure dovè far capo il primo Arrigo Imperatore il cui ritratto fu dipinto in una sala del monastero.
All’Articolo ABAZIA DI PASSIGNANO si disse, che sino dal secolo XI furono riunite le due parrocchie di S.
Biagio e di S. Andrea a Poggio a Vento, benché nel catalogo delle chiese della diocesi di Fiesole, redatto nel 1199, si trovino separate, ed entrambe sotto il vocabolo del Poggio a Vento da un castelluccio esistito sul poggio omonimo nella giurisdizione e parrocchia di Passignano.
Però la chiesa di S. Biagio portava il nomignolo di Materaja, nome che conservò sino almeno all’anno 1056, quando il nobile Guglielmo del fu Tebaldo per atto del 2 dicembre rogato in Callebuona, distretto del Poggio a Vento, alienò per 20 lire al di lui fratello Ranieri i beni, ragioni e giurisdizioni che aveva nel Castello di Volteggiano con la cappella di S. Cristoforo, come pure nei luoghi di Albignaula, di Fabbrica e in Wallari; più ancora la sua parte della cappella di S. Margherita a Paterno, di S. Gaudenzio al Corniolo con la porzione che gli apparteneva di quel castello, i beni che possedeva in Materaja compresa la sua parte della chiesa di S. Biagio, quelli posti in Callebuona colla porzione del Castello e chiesa di S. Andrea (a Poggio a Vento); i quali luoghi erano situati ne’pivieri di S. Pietro a Sillano, di S. Pietro in Bossolo, di S. Stefano a Campoli, di S. Pietro in Mercato, di S. Pancrazio in Val di Pesa, di S. Giovanni a Sugana e di S. Cecilia a Decimo.
Lo stesso Ranieri del fu Tebaldo per istrumento del 2 marzo 1065 rogato in Materaja acquistò da Teuzzo del fu Pietro, dalla sua donna Imilia e da Ranieri figlio loro quattro pezzi di terra posti in Materaja e una vigna presso la terra di S. Biagio; la quale chiesa fu riedificata nell’anno 1080 accanto al Monastero di Passignano.
Poscia dopo la metà del secolo XIII cotesta chiesa fu designata indifferentemente sotto i vocaboli di Poggio a Vento e di Passignano. – Infatti con atto del 1267 mess.
Gentile di mess. Scolajo pievano di S. Pietro a Sillano confermò l'elezione del rettore della chiesa di S. Biagio di Poggio a Vento fatta col consenso de’parrocchiani da Ruggieri de’Buondelmonti abate di Passignano come signore del castel di Poggio a Vento; ed anco nell'anno appresso lo stesso abate elesse il rettore dell'altra chiesa di S. Andrea al Poggio a Vento. – Altronde col titolo di S.
Biagio a Passignano la stessa chiesa è qualificata in un istrumento del 25 luglio 1278 fatto presso la pieve di Panzano. È un atto col quale Rinaldo del fu Gregrio da Vignola vende a Ciupo del fu Sinibaldo degli Scolari due pezzi di terra posti nel popolo di S. Biagio a Passignano. – Similmente in una carta del 1323 si rammenta il popolo di S. Biagio a Passignano, mentre in altre carte del 1331 e del 1349 le chiese di S. Biagio e di S. Andrea al Poggio a Vento appariscono riunite.
Per istrumenlo poi del 3 settembre 1298 don Ruggieri de’Buondelmonti abate di Passignano e di Vallombrosa, essendo egli un collettore delle decime nella diocesi di Fiesole per la conquista del regno di Sicilia, versa nella cassa generale in Firenze alcune somme raccolte per la paga del secondo anno in varie specie di monete allora in corso: cioè, in fiorini di Firenze 116; in Populini di argento L. 5. 11. 7; in Volterrani L. 6. 13. 6; in Tornesi grossi soldi 15. 6; in Cortonesi grossi L. 2. 5. 6; in Veneti soldi 14. 4; in Grossi sanesi soldi 12. 5; in Piccioli di Pisa L. 104. 14. 7; e in lire fiorentine L. 11. 4. – Dopo aver veduto quali monete circolavano per Firenze sulla fine del secolo XIII, gioverà la notizia de’prezzi che intorno a quell’età correvano relativamente alle principali vettovaglie, come quelli che trovo indicati in un istrumento del 2 febbrajo 1265 (stile comune). Col quale atto un debitore di lire 4 cede in salviano a un di lui fratello suo creditore un pezzo di terra posto al Poggio a Vento per rimborsarsi coi frutti che produceva quella terra regolati sui prezzi seguenti Lo stajo del grano soldi due; lo stajo dell’orzo e delle fave soldi uno e denari 4; il congio del vino soldi otto, l'orcio dell’olio soldi dieci; e la mannella del lino a saggio denari dieci. L'istrumenlo fu rogato in Passignano. – (ARCH. DIPL. FIOR. loc. cit.) All’Articolo ABAZIA di Passignano fu citato un contratto del 12 aprile 1372 fatto in Passignano, pel quale il pittore sanese Jacopo del fu Mino promise all’abate D.
Martino di Passignano dipingere per 80 fiorini d’oro una tavola alta braccia 5 e larga braccia 4 e 1/2 per la chiesa di detto monastero con l’obbligo dentro 7 mesi di pitturarvi, nel colmo del mezzo l’istoria della discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli, negli altri due colmi laterali, in uno S. Caterina con un monaco genuflesso ai di lei piedi, e nell'altra parte S. Antonio Abate. Inoltre nelle tre lunette superiori, in mezzo il Padre Eterno nell’atto di mandare lo Spirito Santo sugli Apostoli con diversi angeli, e nelle altre due lunette laterali la Vergine SS. Annunziata e l’Angelo. Nella predella inferiore 4 istorie del martirio di S. Caterina; e alle testate di detta predella due mezze figure di S. Maria Maddalena e di S. Agnese; in fine nelle colonne S. Pancrazio colla bandiera in mano alzata con croce rossa, S. Gregorio papa, S. Lorenzo martire, S.
Benedetto abate in abito nero, S. Brigida e S. Niccolò.
Le figure dovevano esser messe a oro e con buon azzurro oltremare. (loc. cit.) – Vedere ABAZIA DI PASSIGNANO, COLLEBUONA di Val di Pesa, e POGGIO A VENTO.
La parrocchia di S. Biagio a Passignano nel 1833 contava 369 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 64.
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