PETROLO DI GALATRONA
già PETRIOLO nel Val d'Arno superiore.
– Villa con tenuta dentro i confini e assai d'appresso alla chiesa plebana di S Giovanni a Galatrona, già detta a Petriolo o a Petrolo , nella Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 4 a ostro- scirocco di Montevarchi, Diocesi e Compartimento d'Arezzo.
All'Articolo GALATRONA fu avvisato che cotesta pieve anticamente portava il vocabolo di S. Giovan Battista a Petriolo da una villa vicina, che conserva il nome di Petrolo, e che fu dalla casa Soldani alienata nel secolo che corre, attualmente di proprietà dall'agronomo svizzero Sig. Giorgio Perrin.
Qui aggiungerò solamente, che in un'antica finestra murata sulla facciata della chiesa plebana di Galatrona è scolpito: A. D. MCCCXXIII... Hoc opus fuit tempore....
Joannis Plebani de Padua.
La chiesa medesima è stata restaurata nel modo che ora si vede verso il 1516 in tempo che doveva essere suo pievano commendatario l'abete, poi vescovo Leonardo Bonafede. Il qual fatto è reso manifesto dallo stemma mitrato del Buonafede, eseguito in terra vetriata della Robbia, e murato nell'arco della tribuna, nel ciborio dell'altar maggiore, e nel bellissimo battistero esagono sopra altrettanti bassorilievi di terra della Robbia relativi alle gesta del Battista. La qual cosa può servire di criterio agli scrittori della storia delle belle Arti per assicurare che quel lavoro non appartiene, come alcuni supposero a Luca della Robbia, il quale precedè di 60 anni nella vita Fr.
Leonardo Buonafede.
All'Articolo GALATRONA fu avvisato che cotesta pieve anticamente portava il vocabolo di S. Giovan Battista a Petriolo da una villa vicina, che conserva il nome di Petrolo, e che fu dalla casa Soldani alienata nel secolo che corre, attualmente di proprietà dall'agronomo svizzero Sig. Giorgio Perrin.
Qui aggiungerò solamente, che in un'antica finestra murata sulla facciata della chiesa plebana di Galatrona è scolpito: A. D. MCCCXXIII... Hoc opus fuit tempore....
Joannis Plebani de Padua.
La chiesa medesima è stata restaurata nel modo che ora si vede verso il 1516 in tempo che doveva essere suo pievano commendatario l'abete, poi vescovo Leonardo Bonafede. Il qual fatto è reso manifesto dallo stemma mitrato del Buonafede, eseguito in terra vetriata della Robbia, e murato nell'arco della tribuna, nel ciborio dell'altar maggiore, e nel bellissimo battistero esagono sopra altrettanti bassorilievi di terra della Robbia relativi alle gesta del Battista. La qual cosa può servire di criterio agli scrittori della storia delle belle Arti per assicurare che quel lavoro non appartiene, come alcuni supposero a Luca della Robbia, il quale precedè di 60 anni nella vita Fr.
Leonardo Buonafede.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 158.
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