PIAN DI RADICE
nel Val d’Arno superiore.
– Contrada pianeggiante nei colli tufacei di Terranuova dalla quale prese il vocabolo la chiesa prioria di S. Michele nel Pian di Radice, altrimenti detta alle ville, già nel piviere di Groppina, Comunità Giurisdizione e circa un miglio toscano a maestrale di Terranuova, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
Se questo vocabolo di Pian di Radice le sia derivato dal trovarsi la contrada in una piaggiata di colline di tufo in cui trovansi sepolti i carcami di grandi mammiferi di specie perdute, appellandolo Pian di Radice per essere questo alla base dei monti pietrosi che si alzano fino alla cima di Prato Magno, io lascio cotesto quesito a chi avrà migliori ragioni da spiegarlo.
Dirò bensì che s'intende per Pian di Radice una piaggia alquanto pianeggiante denominata anche delle Ville, a maestro di Terranuova fra il torrente Cioffenna e quello di Riofi.
Ebbero signoria in questa contrada gli abati della badia di Nonantola, di cui fu membro la badiola di S. Mamma posta poco discosta dal Pian di Radice; quindi vi dominarono i conti Guidi, a favore di uno dei quali, il C.
Marcovaldo del C. Guido di Romena, dal vescovo di Arezzo nel 1233 venne confermato il giuspadronato della chiesa e canonica di S. Michele in Pian di Radice del piviere di Groppina, diocesi aretina. – (P. Ildefonso Delizie degli Eruditi T.VIII.) In seguito il padronato della stessa chiesa fu acquistato dalla famiglia Concini di Penna, che lo assegnò ad una commenda fondata dai Concini della religione dei cavalieri di S. Stefano Papa e martire, cui annualmente appartiene.
La parrocchia di S. Michele in Pian di Radice nel 1833 contava 363 abitanti.
Se questo vocabolo di Pian di Radice le sia derivato dal trovarsi la contrada in una piaggiata di colline di tufo in cui trovansi sepolti i carcami di grandi mammiferi di specie perdute, appellandolo Pian di Radice per essere questo alla base dei monti pietrosi che si alzano fino alla cima di Prato Magno, io lascio cotesto quesito a chi avrà migliori ragioni da spiegarlo.
Dirò bensì che s'intende per Pian di Radice una piaggia alquanto pianeggiante denominata anche delle Ville, a maestro di Terranuova fra il torrente Cioffenna e quello di Riofi.
Ebbero signoria in questa contrada gli abati della badia di Nonantola, di cui fu membro la badiola di S. Mamma posta poco discosta dal Pian di Radice; quindi vi dominarono i conti Guidi, a favore di uno dei quali, il C.
Marcovaldo del C. Guido di Romena, dal vescovo di Arezzo nel 1233 venne confermato il giuspadronato della chiesa e canonica di S. Michele in Pian di Radice del piviere di Groppina, diocesi aretina. – (P. Ildefonso Delizie degli Eruditi T.VIII.) In seguito il padronato della stessa chiesa fu acquistato dalla famiglia Concini di Penna, che lo assegnò ad una commenda fondata dai Concini della religione dei cavalieri di S. Stefano Papa e martire, cui annualmente appartiene.
La parrocchia di S. Michele in Pian di Radice nel 1833 contava 363 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 176.
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