VERTINE

(Vertinulae) del Chianti nella Val d'Arbia.

– Castellare con chiesa parrocchiale (S. Bartolommeo) nel piviere, Comunità e quasi un miglio toscano a ponente di Gajole, Giurisdizione di Radda, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Siena.
Risiede sopra il risalto di un poggio che stendesi alla destra del torrente Massellone fra Radda e Gajole.
Ebbero signoria in questo luogo di Tertine innanzi l u t t i i marchesi di Toscana di origine Ripuaria, ai quali apparteneva quel marchese Bonifazio, la di cui figlia contessa Willa madre del March. Ugo di origine Salica, sino dall'anno 977 aveva, assegnato alla Badia fiorentina da essa fondata una parte de' beni situati in Vertinule.
È vero altresì che in quella età prendeva il titolo di Vertine anche la pieve di S. Pancrazio presso Cavriglia nel Val d'Arno superiore, siccome fu avvisato all' Articolo PANCRAZIO (S.) A CAVRIGLIA.
Più tardi questo luogo con a l t r i che furono de' March. di Toscana pervenne in dominio de' signori Ricasoli, o per acquisto fattone verso il 1190 da Ranieri loro antenato, ossia per derivazioni più antiche. Avvegnaché sino dal novembre 1035 trovo nel luogo di Verune, giudicaria fiorentina, uno dei primi agnati della casa Ricasoli, quale era quell'Azzo del fu Geremia, il quale vendé varii beni ai suoi nipoti figli di Ridolfo. A questa stessa famiglia molto tempo dopo appartenevano i figliuoli di Arrigo da Ricasoli, i quali per aver occupato nel 1352 la pieve di S. Polo, vivente un loro zio pievano, furono messi in bando dalla Repubblica Fiorentina Ma sapendo essi che gran quantità di vettovaglie de' loro consorti erano riunite nel Castello di Vertine, entrarono furtivamente in questo, e avendolo molto bene fortificato, di là si possono a scorrere quasi tutto il Chianti, ardendo le ville de' parenti nemici. In conseguenza la Signoria di Firenze ordinò che una mano di annali sotto la condona del podestà si recasse nel Chianti per ridurre a obbedienza ì ribelli Ricasoli.
Ma quei giovani, avendo ancor essi qualche partito in Siena per lo favore che prestava loro Giovanni de'Salimbeni, fecero poco caso della venuta delle truppe fiorentine, e cominciarono con le pietre e con le balestre a tenerle lontane dalle mura del castello.
Finalmente gli assediati vedendosi senza speranza di soccorso, trattarono della resa a patti onorevoli, e la Signoria di Firenze comandò si facesse smantellare il Castello di Vertine nel tempo che a quei Ricasoli fu confermato il bando, dal quale in seguito vennero liberati in grazia della pace di Sarzana dell'anno 1353. – (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte della Badia di Coltibuono. – MATTEO VILLANI, Cronica Lib. II. c. 64 e 70).
Altronde un Ugolino della stessa prosapia de'Ricasoli signore di Vertine era stato compreso fra i partitanti guelfi fiorentini condannati da Arrigo VII con sentenza pronunziata nel febbrajo del 1313 nel Pog gio Imperiale sopra Poggibonsi.
All' Articolo GAJOLE dissi, che nella statistica dell'anno 1551 il popolo di S. Sigismondo a Gajole era compreso in quello di Vertine.
La parrocchia di S. Bartolommeo a Vertine nel 1833 noverava 386 abitanti mentre quella del 1551 ascendeva a 622 popolani.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 703.