MONISTERO (S. BARTOLOMMEO A) o A MUNISTERO

in Val d’Arbia.

– Contrada sopra una collina deliziosa con parrocchia che prende il vocabolo dal vicino antichissimo monastero de’Benedettini, dedicato a S. Eugenio alla sinistra della strada Regia grossetana, la cui chiesa parrocchiale fu compresa nella Comunità delle Masse di Città, Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Siena, da cui la parrocchia di S.
Bartolommeo a Monistero è appena 2 miglia a libeccio.
Era questa chiesa parrocchiale di collazione degli abati di S. Eugenio al Monistero , i quali nominarono il curato di S. Bartolommeo, fino a che dopo la soppressione di quella badia (anno 1786) divenne di data del Principe e reso inamovibile il suo parroco. – Vedere ABAZIA DI S. EUGENIO.
Questa chiesa ha nelle tribune varie pitture di Alfonso Petrucci. Il grandioso locale del monastero di S.
Eugenio, che diede il nome a questa collina e a un antico comunello delle Masse di Città, è stato convertito ad uso di villa dai signori Griccioli attuali proprietarj, i quali hanno conservati la chiesa a tre navate. Si contano costà altre ville di delizia, fra le quali la villa Sani e la villa Dei, già Bandinelli, detta il Paradiso a Munistero , nella cui cappella si ammira una tavola dipinta dal Razzi rappresentante la Nascita di Maria Vergine. Anche la villa del Poggio alle Rose a Munistero fu un casino dei Bandinelli, acquistato ed aumentato recentemente dal conte Giovanni Bernardo Tolomei. La parrocchia di S.
Bartolommeo a Monistero nel 1833 noverava 495 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 253.