MONTAGNOLA DI SIENA
– È una piccola giogana di poggi posta al ponente di Siena e diretta da settentrione a ostro, quindi divergente a ponente; la quale si alza circa 800 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo.
La giogana della Montagnola , sebbene non abbia un limite deciso, essa dà propriamente il nome a una linea di poggi, i quali, cominciando a settentrione, camminano verso ostro fra la pieve di Marmoraja, posta sotto il grado 28° 6’ longitudine e 43° 9’ latitudine, e la foce del torrente Rosia che trovasi nel grado 28° 53’ longitudine e 43° 14’ latitudine. Però quante volte si debba contemplare questo gruppo di poggi sotto l’aspetto geografico, si dovrà concludere, che la Montagnola è una continuazione dei poggi che provengono, per la parte occidentale, dalla Val di Cecina, cioè dai poggi di Radicondoli e di Belforte, i quali si congiungono verso grecale con quelli della Selva, mentre la stessa giogana diramasi a ostro verso Chiusdino, e a scirocco si collega con i poggi di Frosini e della Pentolina, per i quali s’inoltra di là fino alla ripa sinistra della Merse.
Se poi voglia riguardarsi questa montuosità sotto l’aspetto geologico, si troverà che, dal lato di settentrione essa aderisce al calcare cavernoso di Monte Maggio e di Monte Riggioni; che verso ostro si stende fino ai terreni nettuno-plutoniani di Chiusdino, di Belagajo e delle Serre di Petriolo; che a ponente si avvicina alle masse ofiolitiche di Monte Castelli in Val di Cecina, e a levante s’innesta con i poggi di calcare cavernoso della Selva al Lago, ossia di Lecceto.
Infatti la struttura fisica della Montagnola e dei poggi che vi si uniscono, apparisce in gran parte formata di calcare compatto in strati tramezzati da schisto marnoso; se non che gli uni e gli altri mostrano di essere stati sconnessi dalla loro naturale giacitura, e (ERRATA : scompagnati) scompaginati in guisa, che dove le rocce di calcare stratiforme e di schisto marnoso sono maggiormente attraversate da filoni o vene metalliche di ferro e di manganese, ivi esse veggonsi convertite in schisto lucente e in un ardesia che tira al color roseo, mentre il calcare stratiforme compatto ha preso un aspetto cereo, scaglioso, dendritico, ed è diventato a luoghi granoso e di tinta bianco-venata. – Il più delle volte però cotesto calcare biancastro mostra una grana minuta, apparisce di tinta grigio-chiara, o smorta aranciata: e non di rado è attraversato da venature nerastre e paonazze.
Tali sono, per esempio, dalla parte di settentrione i marmi del poggi di Marmoraja, di Celsa, di Gallena, e della Sughera; a ostro quelli di Frosini e di Pentolina, e nel centro i marmi di Spannocchia e di Mont Arrenti.
È specialmente in quest’ultima località, dove sono praticate le escavazioni del marmo bianco con vene nerastre, tendenti al rosso, e al mischio giallognolo. In quest’ultimo caso il marmo della Montagnola è di un giallo-screziato, volgarmente conosciuto sotto nome di Broccatello di Siena.
Tutte queste graduazioni di colori e qualità di marmi semi -granosi derivano naturalmente dalla maggiore o minore quantità di filoni e vene ferrifere e manganesitere, dalle quali furono injettate le masse di calcare stratiforme, convertite per tale effetto in un vero marmo.
Le pendici di questa montuosità trovansi incrostate, dal lato specialmente di ponente, da banchi potenti di travertino poroso, mentre dalla parte di settentrione predomina il calcare cavernoso, e dal lato di levante gli serve di base il terreno terziario marino.
A ostro della Montagnola, specialmente nei poggi fra Castiglion Balzetti e Malcavolo, l’ossatura calcarea del monte è coperta da un esteso banco di solfato di calce, chiamato le Gessiere di Caùsa; intorno alle quali compariscono a fior di terra rupi immense di travertino poroso. Di costà innoltrandosi per la via di Monticciano lo stesso travertino è ricoperto da una minuta breccia ghiajosa calcareo-silicea, che ha l’aspetto di una pudinga, di colore esternamente rosso vinato, più pallida però internamente; la quale sorta di conglomerato costà apparisce sovrapposta al calcare concrezionato. – Seguitando la via verso Monticciano la roccia calcarea compatta ricomparisce di sotto a un tufo arenario attraversato da un filone di solfuro di piombo.
La contrada della Montagnola, dal lato orientale spetta ai territorii comunitativi di Monte Riggioni e di Sovicille: dalla parte occidentale alle comunità di Casole e di Radicondoli; dal lato di settentrione e maestro al territorio comunitativo di Colle, e dal lato di ostro e scirocco a quello di Monticiano e di Chiusdino. – Vedere le testé indicate Comunità.
La giogana della Montagnola , sebbene non abbia un limite deciso, essa dà propriamente il nome a una linea di poggi, i quali, cominciando a settentrione, camminano verso ostro fra la pieve di Marmoraja, posta sotto il grado 28° 6’ longitudine e 43° 9’ latitudine, e la foce del torrente Rosia che trovasi nel grado 28° 53’ longitudine e 43° 14’ latitudine. Però quante volte si debba contemplare questo gruppo di poggi sotto l’aspetto geografico, si dovrà concludere, che la Montagnola è una continuazione dei poggi che provengono, per la parte occidentale, dalla Val di Cecina, cioè dai poggi di Radicondoli e di Belforte, i quali si congiungono verso grecale con quelli della Selva, mentre la stessa giogana diramasi a ostro verso Chiusdino, e a scirocco si collega con i poggi di Frosini e della Pentolina, per i quali s’inoltra di là fino alla ripa sinistra della Merse.
Se poi voglia riguardarsi questa montuosità sotto l’aspetto geologico, si troverà che, dal lato di settentrione essa aderisce al calcare cavernoso di Monte Maggio e di Monte Riggioni; che verso ostro si stende fino ai terreni nettuno-plutoniani di Chiusdino, di Belagajo e delle Serre di Petriolo; che a ponente si avvicina alle masse ofiolitiche di Monte Castelli in Val di Cecina, e a levante s’innesta con i poggi di calcare cavernoso della Selva al Lago, ossia di Lecceto.
Infatti la struttura fisica della Montagnola e dei poggi che vi si uniscono, apparisce in gran parte formata di calcare compatto in strati tramezzati da schisto marnoso; se non che gli uni e gli altri mostrano di essere stati sconnessi dalla loro naturale giacitura, e (ERRATA : scompagnati) scompaginati in guisa, che dove le rocce di calcare stratiforme e di schisto marnoso sono maggiormente attraversate da filoni o vene metalliche di ferro e di manganese, ivi esse veggonsi convertite in schisto lucente e in un ardesia che tira al color roseo, mentre il calcare stratiforme compatto ha preso un aspetto cereo, scaglioso, dendritico, ed è diventato a luoghi granoso e di tinta bianco-venata. – Il più delle volte però cotesto calcare biancastro mostra una grana minuta, apparisce di tinta grigio-chiara, o smorta aranciata: e non di rado è attraversato da venature nerastre e paonazze.
Tali sono, per esempio, dalla parte di settentrione i marmi del poggi di Marmoraja, di Celsa, di Gallena, e della Sughera; a ostro quelli di Frosini e di Pentolina, e nel centro i marmi di Spannocchia e di Mont Arrenti.
È specialmente in quest’ultima località, dove sono praticate le escavazioni del marmo bianco con vene nerastre, tendenti al rosso, e al mischio giallognolo. In quest’ultimo caso il marmo della Montagnola è di un giallo-screziato, volgarmente conosciuto sotto nome di Broccatello di Siena.
Tutte queste graduazioni di colori e qualità di marmi semi -granosi derivano naturalmente dalla maggiore o minore quantità di filoni e vene ferrifere e manganesitere, dalle quali furono injettate le masse di calcare stratiforme, convertite per tale effetto in un vero marmo.
Le pendici di questa montuosità trovansi incrostate, dal lato specialmente di ponente, da banchi potenti di travertino poroso, mentre dalla parte di settentrione predomina il calcare cavernoso, e dal lato di levante gli serve di base il terreno terziario marino.
A ostro della Montagnola, specialmente nei poggi fra Castiglion Balzetti e Malcavolo, l’ossatura calcarea del monte è coperta da un esteso banco di solfato di calce, chiamato le Gessiere di Caùsa; intorno alle quali compariscono a fior di terra rupi immense di travertino poroso. Di costà innoltrandosi per la via di Monticciano lo stesso travertino è ricoperto da una minuta breccia ghiajosa calcareo-silicea, che ha l’aspetto di una pudinga, di colore esternamente rosso vinato, più pallida però internamente; la quale sorta di conglomerato costà apparisce sovrapposta al calcare concrezionato. – Seguitando la via verso Monticciano la roccia calcarea compatta ricomparisce di sotto a un tufo arenario attraversato da un filone di solfuro di piombo.
La contrada della Montagnola, dal lato orientale spetta ai territorii comunitativi di Monte Riggioni e di Sovicille: dalla parte occidentale alle comunità di Casole e di Radicondoli; dal lato di settentrione e maestro al territorio comunitativo di Colle, e dal lato di ostro e scirocco a quello di Monticiano e di Chiusdino. – Vedere le testé indicate Comunità.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 266.
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