MONTALBANO, o MONTE ALBANO

in Val di Cecina.

– Casale dove fu una rocca, di cui è restato il titolo ad una chiesa parrocchiale (S. Lorenzo) già nel piviere di Sillano, ora di Elci, Comunità medesima, dal qual capoluogo è circa 3 miglia toscane a maestrale, della Giurisdizione di Radicondoli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena.
Risiede sulla schiena dei poggi che scendono a settentrione della Cornata di Gerfalco verso Monte Castelli, fra la Cecina e il torrente Pavone, sotto i ruderi di una chiesa dedicata a S. Regolo, dove è fama che fosse il castello di Montalbano.
Essa fu antica signoria dei conti Pannocchieschi d’Elci, e nel 1023 lo possedeva un Conte Ranieri da Travale che lo diede in accomandigia al Comune di Siena, per di cui ordine nel 1313 fu smantellato. Poco stante il territorio di Montalbano cadde in potere di due figli di Cione Malavolti di Siena, i quali per atto pubblico del 3 giugno 1331 sottoposero i loro feudi, compreso il Castello e distretto di Montalbano, alla Repubblica di Siena. – Vedere Elci in Val di Cecina.
Nella fine del secolo XVII Montalbano fu dato in feudo dal Granduca Cosimo III al maggior nato della casa Marescotti di Siena, ed i suoi discendenti continuarono a posseder cotesto luogo con titolo di signoria fino all’estinzione dei feudi granducali.
La parrocchia di S. Lorenzo a Montalbano nel 1833 contava 251 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 285.