MONTICELLO, o MONTICELLI in Val di Chiana
– Poggetto che diede il nome a un antico castelletto ed alla pieve di S. Pietro a Monticello, altrimenti appellata a Butintoro , da lunga mano traslatata nella sua chiesa filiale di S. Quirico a Rigutino, nella Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Arezzo, da cui è quasi 7 miglia toscane a ostro.
Trovasi lungo la strada Regia perugina alla prima posta da Arezzo negli antichi possessi de’marchesi del Monte S.
Maria; un’individuo della qual famiglia, il marchese Arrigo figlio che fu del Marchese Uguccione con testamento scritto nell’ottobre 1098 offrì alla badia di S.
Flora a Turrita la sua corte di Ottavo in Val di Chiana insieme col Castello di Monticello, la selva detta d’Acuto, e le sostanze che egli possedeva nel Castello e corte di Pilli con altri beni ivi designati.
Anche la contessa Sofia ava del marchese Enrico predetto nel dicembre dell’anno 1098 rinunziò a favore della stessa badia la sua metà della corte d’Ottavo insieme con la metà della selva di Acuto; i quali luoghi in quell’atto si dichiarano situati infra plebem S. Petri sita Botintoro nel contado aretino. – Vedere MONCIONE nel Val d’Arno superiore.
La pieve però di S. Pietro a Monticello non è da confondersi, come io fece nell’Articolo Agello in Val di Chiana, con l’altra di S. Pietro in Agello; al che fui indotto dalle parole di una donazione fatta nel luglio del 1040 dal C. Ranieri del fu C. Walfredo alla pieve di Rigomagno di varie di lui sostanze situate nei contadi senese e aretino, alcune delle quali sostanze erano poste presso il fiume Chiana in luogo appellato Pulignano nel piviere di S. Pietro in Agello.
Sennonchè all’Articolo MARCIANO di Val di Chiana dissi, qualmente S. Pietro in Agello corrispondeva alla pieve di Ficareto, ora situata in Marciano. – Vedere RIGUTINO.
Trovasi lungo la strada Regia perugina alla prima posta da Arezzo negli antichi possessi de’marchesi del Monte S.
Maria; un’individuo della qual famiglia, il marchese Arrigo figlio che fu del Marchese Uguccione con testamento scritto nell’ottobre 1098 offrì alla badia di S.
Flora a Turrita la sua corte di Ottavo in Val di Chiana insieme col Castello di Monticello, la selva detta d’Acuto, e le sostanze che egli possedeva nel Castello e corte di Pilli con altri beni ivi designati.
Anche la contessa Sofia ava del marchese Enrico predetto nel dicembre dell’anno 1098 rinunziò a favore della stessa badia la sua metà della corte d’Ottavo insieme con la metà della selva di Acuto; i quali luoghi in quell’atto si dichiarano situati infra plebem S. Petri sita Botintoro nel contado aretino. – Vedere MONCIONE nel Val d’Arno superiore.
La pieve però di S. Pietro a Monticello non è da confondersi, come io fece nell’Articolo Agello in Val di Chiana, con l’altra di S. Pietro in Agello; al che fui indotto dalle parole di una donazione fatta nel luglio del 1040 dal C. Ranieri del fu C. Walfredo alla pieve di Rigomagno di varie di lui sostanze situate nei contadi senese e aretino, alcune delle quali sostanze erano poste presso il fiume Chiana in luogo appellato Pulignano nel piviere di S. Pietro in Agello.
Sennonchè all’Articolo MARCIANO di Val di Chiana dissi, qualmente S. Pietro in Agello corrispondeva alla pieve di Ficareto, ora situata in Marciano. – Vedere RIGUTINO.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 566.
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