MONTUGHI, e MONTUI
(Mons Ugonis) presso Firenze.
– Contrada contornante una deliziosa collinetta omonima, da cui prendono il titolo la parrocchia di S. Martino e il convento de’Cappuccini nel piviere della Metropolitana, Comunità del Pellegrino, Giurisdizione di Fiesole, Diocesi e Compartimento di Firenze, che è appena due terzi di miglia toscane a scirocco di Montughi.
La collina e contorni insieme alla chiesa di S. Martino a Montughi presero probabilmente il nome dall’estinta famiglia fiorentina degli Ughi, che fu patrona di quella chiesa. – Di là sino alla strada di Careggi cotesta collina è talmente vaga e teatrale per la prospettiva della subiacente capitale e de’suoi popolati subborghi da non si trovare alcuna parte di essa che di nobili ville e di palazzi di campagna non sia ripiena.
Una delle memorie più antiche di questo luogo designato col vocabolo di Mons Ugonis stà in una bolla del Pontefice Niccolò II spedita in Firenze li 20 gennajo 1049 a favore della Basilica di S. Lorenzo.
Della chiesa parrocchiale di S. Martino a Montughi esistono ricordanze a risalire verso il secolo XII, ma il luogo di Montughi che a preferenza invoglia chiunque a vederlo, è la situazione de’PP. Cappuccini, dove ebbero ospizio innanzi di loro i PP. Umiliati.
La chiesa di S. Francesco di quei Religiosi non manca nella sua semplicità di alcuni buoni quadri da altare, due dei quali d’Iacopo da Empoli, e due altri del Ferri.
Un altro monastero sotto l’invocazione di S. Marta, costà presso i PP. Cappuccini, fu abitato da donne che professarono in origine la regola degli Umiliati; e la cui fondazione devesi a Lottieri Davanzati negoziante fiorentino, il quale con testamento del 25 aprile 1336 destinò, che de’suoi beni posti nel popolo di S. Martino a Montughi si fondasse un monastero di monache a direzione de’Frati Umiliati suoi esecutori testamentari.
Questi infatti nel 1342 edificarono costà un monastero e chiesa dedicandola a S. Marta; e vollono che la loro regola dalle nuove recluse si abbracciasse, e che sotto la loro giurisdizione si reggessero. Tali si mantennero le monache di Montughi finché alla soppressione degli Umiliati sottentrarono in S. Marta le monache Camaldolensi, le quali pur esse nel 1808 dovettero per cagione de’tempi abbandonare quell’asceterio.
Da Montughi prese anche il vocabolo una delle prime case di campagna de’vescovi di Firenze, denominata S.
Antonio a Montughi per essere stata edificata intorno all’anno 1317 per opera del Vescovo Antonio d’Orso nei beni che fino d’allora possedeva costà la mensa vescovile.
Dopo essere stata questa villa guasta e messa a ruba nel 1363 dalle compagnie Inglesi unite all’oste pisana a danno de’Fiorentini, essa fu demolita nel 1529 alla vigilia dell’ultimo assedio insieme ad altri sontuosi edifizi sacri situati nei contorni della città, non restando di quel fabbricato altro avanzo che un basso rilievo in pietra rappresentante S. Antonio murato lungo la Strada nuova ne’poderi dell’Arcivescovado posti fra la Porta S. Gallo e quella del Prato.
La parrocchia di S. Martino a Montughi nel 1833 contava 658 abitanti.
La collina e contorni insieme alla chiesa di S. Martino a Montughi presero probabilmente il nome dall’estinta famiglia fiorentina degli Ughi, che fu patrona di quella chiesa. – Di là sino alla strada di Careggi cotesta collina è talmente vaga e teatrale per la prospettiva della subiacente capitale e de’suoi popolati subborghi da non si trovare alcuna parte di essa che di nobili ville e di palazzi di campagna non sia ripiena.
Una delle memorie più antiche di questo luogo designato col vocabolo di Mons Ugonis stà in una bolla del Pontefice Niccolò II spedita in Firenze li 20 gennajo 1049 a favore della Basilica di S. Lorenzo.
Della chiesa parrocchiale di S. Martino a Montughi esistono ricordanze a risalire verso il secolo XII, ma il luogo di Montughi che a preferenza invoglia chiunque a vederlo, è la situazione de’PP. Cappuccini, dove ebbero ospizio innanzi di loro i PP. Umiliati.
La chiesa di S. Francesco di quei Religiosi non manca nella sua semplicità di alcuni buoni quadri da altare, due dei quali d’Iacopo da Empoli, e due altri del Ferri.
Un altro monastero sotto l’invocazione di S. Marta, costà presso i PP. Cappuccini, fu abitato da donne che professarono in origine la regola degli Umiliati; e la cui fondazione devesi a Lottieri Davanzati negoziante fiorentino, il quale con testamento del 25 aprile 1336 destinò, che de’suoi beni posti nel popolo di S. Martino a Montughi si fondasse un monastero di monache a direzione de’Frati Umiliati suoi esecutori testamentari.
Questi infatti nel 1342 edificarono costà un monastero e chiesa dedicandola a S. Marta; e vollono che la loro regola dalle nuove recluse si abbracciasse, e che sotto la loro giurisdizione si reggessero. Tali si mantennero le monache di Montughi finché alla soppressione degli Umiliati sottentrarono in S. Marta le monache Camaldolensi, le quali pur esse nel 1808 dovettero per cagione de’tempi abbandonare quell’asceterio.
Da Montughi prese anche il vocabolo una delle prime case di campagna de’vescovi di Firenze, denominata S.
Antonio a Montughi per essere stata edificata intorno all’anno 1317 per opera del Vescovo Antonio d’Orso nei beni che fino d’allora possedeva costà la mensa vescovile.
Dopo essere stata questa villa guasta e messa a ruba nel 1363 dalle compagnie Inglesi unite all’oste pisana a danno de’Fiorentini, essa fu demolita nel 1529 alla vigilia dell’ultimo assedio insieme ad altri sontuosi edifizi sacri situati nei contorni della città, non restando di quel fabbricato altro avanzo che un basso rilievo in pietra rappresentante S. Antonio murato lungo la Strada nuova ne’poderi dell’Arcivescovado posti fra la Porta S. Gallo e quella del Prato.
La parrocchia di S. Martino a Montughi nel 1833 contava 658 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 604.
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