ORTICAJA nel Val d'Arno pisano

– Contrada fuori della Porta orientale di Pisa, donde ebbero il titolo specifico tre chiese e tre monasteri diversi, che fu S. Jacopo d'Orticaja dei Canonici regolari di S. Salvatore; S. Michele de’Scalzi, già de’Benedettini Pulsanti, e S. Ermete in Orticaja , badia, che le prime due alla destra, la terza alla sinistra dell'Arno. – La chiesa di S. Ermete e l'altra di S.
Michele de’Scalzi si conservano attualmente parrocchiali, entrambe comprese nel pievanato della primaziale di Pisa, Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento medesimo.
Le chiese di S. Jacopo e di S. Michele in Orticaja esistono a poca disianza dalla Porta alle Piagge, nel suburbio orientale di Pisa, una sulla strada R. di Piemonte, e l'altra più accosto alla ripa destra dell'Arno; la prima ridotta a pubblico oratorio, l'altra eretta in parrocchia.
La chiesa del priorato di S. Jacopo di Orticaja, che si vuol fondala sulla fine del secolo XII, fu uffiziata dai canonici regolari Agostiniani della congregazione di S. Salvatore, per cui nel registro delle chiese della diocesi pisana redatto nel 1372, questa di S. Jacopo in Orticaja fu qualificata Canonica, mentre l'altra di S. Michele in Orticaja si designava monastero di religiosi Scalzi, perché abitata dai monaci Benedettini della riforma de’Scalzi Pulsanti . Infatti da una lettera del Pontefice Alessandro IV diretta nel 16 febbrajo del 1260 a Fr. Mansueto dell'ordine de’Minori apparisce, che fino d'allora i canonici regolari Agostiniani abitavano nella Canonica di S Jacopo d'Orticaja, dove stettero finchè il Pontefice Eugenio IV con bolla del 2 giugno 1444 ordinò che il priorato di S. Jacopo d'Orticaja presso Pisa fosse incorporato coi suoi beni al monastero delle monache Brigidiane posto in Pian di Ripoli nel luogo detto il Paradiso , la quale unione fu anche confermata dal suo successore Niccolò V con breve del 20 maggio 1447.
Sennonché quest'ultimo Pontefice con altra bolla del 12 luglio 1451 revocava l'unione del priorato di S. Jacopo al detto Mon. del Paradiso nel tempo che confermava alla badia di Poggibonzi l'unione stata fatta dal Pontefice Giovanni XXIII del Monastero di S. Michele d'Orticaja, ossia degli Scalzi, stato disunito dal medesimo Pontefice Eugenio IV con bolla del 17 settembre del 1445. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Bonifazio.) Questi pochi fatti relativi alla Canonica di S. Jacopo d'Orticaja giovano a rettificare il supposto dagli Annalisti Camaldolensi, i quali applicarono i documenti relativi ai canonici regolari di S. Jacopo d'Orticaja presso Pisa al monastero di S. Jacopo di Orticaja presso Dicomano in Val di Sieve, che fu priorato de’Camaldolensi. Per modo che due diverse chiese e monasteri differenti esistevano in Orticaja del suburbio orientale di Pisa, uno de’canonici Agostiniani, l'altro dei monaci Pulsanti che si dissero Scalzi, e la cui famiglia sembra che restasse soppressa, sotto il pontificato di Giovanni XXIII, vale a dire fino dalla seconda decade del secolo XV.
In quanto al priorato di S. Jacopo in Orticaja, dopo che lo stesso claustro fu lasciato dai canonici Agostiniani, la chiesa contigua fu eretta in parrocchia, e si mantenne finché nel 1748 l'Arcivescovo di Pisa la cedè ai preti, per farvi gli esercizi in alcuni tempi dell'anno, incorporando i suoi beni al seminario Arcivescovile.
Finalmente la chiesa di S. Jacopo in Orticaja fu assegnata ad una confraternita secolare che tuttora conserva. Al contrario la chiesa di S. Michele degli Scalzi fu eretta in parrocchiale sotto un prete secolare.
La struttura del tempio di S. Michele degli Scalzi è del secolo XIII spartito in tre navate con archi a sesto intero, con facciata incrostata di marmi bianchi e neri, adorna di mezze figure, fra le quali una del SS. Salvatore sopra la porta maggiore.
Il Monastero poi di S. Ermete d'Orticaja, già de’Cistercensi, alla sinistra dell'Arno, dove passava il Fosso di Guerra , fu unito nel 1150 dall'abate Guido a quello di S. Michele della Verruca, le cui famiglie religiose d’allora in poi vennero rette da un solo abate. – Vedere BADIA DELLA. VERRUCA.
Soppressi che furono in Toscana i Cistercensi, la chiesa di S. Ermete di Orticaja restò, siccome è tuttora, parrocchiale sotto il titolo semplicemente di S. Ermete, volgarmente detto S. Remedio.
La parrocchia di S. Ermete d'Orticaja nel 1833 contava 559 abitanti.
La parrocchia di S. Michele degli Scalzi in Orticaja allo stesso anno aveva 1337 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 690.