OZERI, e OZZORI
(AUXER, e AUSER) nel suburbio meridionale di LUCCA.
– Se è difficile l’impresa di rintracciare oggidì l’andamento vario e le idrauliche vicende dell'Osari e del Serchio nella sezione pisana , non meno difficile si rende l'indagine l’antico corso del Serchio e dell'Ozzeri, o Ozzori nella pianura lucchese, dove questi due fiumi per letti varii e per direzioni differenti scorrevano.
All’Articolo LUCCA COMUNITA’ (Volume II pag.887 e segg.)ebbi occasione di discorrere degli alvei diversi percorsi dal Serchio nella pianura lucchese, con la scorta dei documenti, a cominciare però da quelli del secolo VIII. Dalle quali carte (mi sembrò rilevare, che tra il settecento e il mille, e forse anche molto prima e molto dopo, il fiume Serchio, a partire dai contorni del Ponte a Moriano, scendesse verso Lucca tripartito. Il primo ramo ch’era il maggiore, correva come attualmente corre a ponente di essa città, rasentando la base del monte S.
Quilico; e questo portò costantemente il nome di Serchio e anche di Auserchio . Un secondo ramo, ch'era un Bis- Serchio deviato dal primo, passava vicino alle mura occidentali del secondo cerchio di Lucca; e questo Bis- Serchio dopo oltrepassate, non so di quanto, le mura della città medesima, tornava a congiungersi col ramo più occidentale, o col ramo maggiore, isolando per tal guisa la campagna interposta fra il ramo maggiore e il braccio minore dello stesso fiume, che al pari del primo si chiamò indifferentemente Serclum, e Auserclum. Che questo secondo Serchio fosse una diramazione dell'altro maggiore e più occidentale lo dichiara fra le altre una membrana del 25 giugno 980, recentemente edita nella parte III. del Vol. V. delle Memorie per servire alla storia del Ducato di Lucca.
Finalmenle un terzo ramo del Serchio, a partire dai contorni del Ponte a Moriano, dirigevasi a levante della città di Lucca, passando nei contorni di Lammari, di Lunata, e di S. Paolo in Gurgite ec. ; e cotesto terzo ramo (almeno dal settimo secolo in poi) costantemente appellossi Auxer, Ausare, Osare, e finalmente Ozeri e Ozzori.
Infatti la diramazione orientale del fiume lucchese intorno al mille si descriveva nei contratti coi vocaboli di Ausare e di Osare. – (MEM. LUCCH. T. V. P. III. Vedere due Carte dell’8 luglio 981, e 26 giugno 983.) Delle vicende idrauliche di questo terzo ramo del Serchio, detto l’Ozzori (Auxer) ne incombe dare qui un breve cenno per quanto lo comporta l’onera, e fin dove i miei scarsi lumi lo permettono.
L'Ozeri , attualmente Ozzori, dicesi propriamente quel fosso che riceve gli scoli della pendice settentrionale del Monte di S. Giuliano, quelli che scendono da una porzione della faccia meridionale delle Pizzorne non che della interposta pianura a levante di Lucca. Dalla qual città l'Ozzori si dis costa almeno due miglia piegando in gran parte nella direzione di scirocco a libeccio, per condurre le sue acque nel Serchio a Cerasomma, mentre un'altra porzione allontanandosi vieppiù da Lucca corre nella prima direzione da maestrale a scirocco per un cammino inverso a quello praticato dall'altro canale col fine di scaricare le sue acque nel lago di Sesto sotto nome di Canal Rogio.
È questo un piccolo esempio di quanto è accaduto al fiume della Chiana , il quale in origine s'incamminava a ostro per condurre lentamente le acque di tutta la sua valle nel fiume Paglia e di là nel Tevere, mentre nei secoli posteriori al mille il bilico della Chiana era, quando a quattro miglia, quando a sei, quando a dieci, e poi a venti miglia lungi dalla sua sorgente, fino a che arrivò al così detto Argine di separazione piantato 200 anni addietro alla distanza di quasi 36 miglia a ostro dall'ingresso settentrionale della Val di Chiana. In conseguenza di ciò la Chiana toscana percorre attualmente dodici leghe francesi per una direzione inversa da quella che correva al tempo del Romano Impero, e che fino dall’origine sua aveva verso ostro per cammino piuttosto lento, e spagliando per via le sue acque a guisa di vadoso fiume per versarsi finalmente nel Tevere, mentre da più secoli a questa parte la Chiana toscana si è voltata a settentrione per scendere nell'Arn sotto Arezzo. – Vedere CHIANA.
Cosi l’Ozzori lucchese ha acquistato già da gran tempo una doppia pendenza mediante un perno alquanto variabile, per modo che una parte, come dissi, si dirige a levante nel lago di Sesto o di Bientina, mentre l’altra porzione si avvia a ponente per tornare nel Serchio. Dissi per tornare nel Serchio, giacché il fosso dell'Ozzori, sebbene ora sia indipendente, e quantunque non riceva più alcun tributo dal Serchio superiormente a Lucca, pure i documenti da me citati agli Articoli CAPANNORI Comunità, GORGO (S. PAOLO in), LUCCA, ecc. e molte altre scritture del secolo X che attualmente si stampano nella P. III del Vol.V delle Memorie Lucchesi, non lasciano più dubbio, che l’Ausare, ossia Osare (adesso Ozzori o Ozeri) anticamente scendendo da Moriano e di là per S. Casciano a Vico, Lammari, Lunata e Antraccoli, arrivasse alla pieve di S. Paolo; e che costà facesse gorgo per dividersi in due direzioni opposte, una cioè, come si è detto, verso il lago di Sesto, ossia di Bientina, donde poi fluiva in Arno mediante l'emissario della vecchia Seressa , già appellata Auserissola, e l'altra porzione dell’Ozeri voltandosi da scirocco a libeccio dirigevasi dal Gorgo di S. Paolo per Sorbano, Vico Pelago, e Flesso , dove sembra che piegasse a ostro per ritornare nel ramo maggiore del Serchio, dopo essere passato sotto il famoso Pontetetto. – (MEMOR. LUCCH.
Vol. IV. P. I. Carta del 15 dicembre 798, e Vol. V. P. III.
Carte del 5 dicembre 920, e 28 settembre 993 e altre passim).
Fra le pergamene dell'Arch. Arciv. di Lucca, tendenti a provare cotesto fatto, ne citerò sole due pubblicate nel Vol. V. P. III. delle Memorie testè citate.La prima delle quali dell'anno 937 (19 agosto) fa menzione di una vigna ne’confini di Petrojo (a Segromigno) cui si avvicinava l'alveo antico del fiume Ausare. Nella seconda dell'anno 962 sono rammentati i beni in Lammari a confine col fiume Ausere, vale a dire là dove l’Ozeri (Auxer) da lungo tempo non passa più, comecché non molto lungi da Lammari si conservi un residuo di nome nell'Ozzeretto.
Non starò a citare altre carte, come sono quelle dell’11 aprile 939, e del 7 marzo 938, nelle quali si rammenta a confine l’Ausere, presso Verciano (Versicianum) dove esisteva un'isola; ne dirò di altri documenti dei secoli antecedenti che conservansi nel citato Arch., dai quali resulta chiaro, che il fiume Ausere da S. Paolo in Gurgite piegando a libeccio rasentava le borgate di Toringo di Sorbano , Vico Pelago e Flesso . – Vedere i suddetti Articoli Che un'altra porzione dell'Ozzori istesso nel secolo VIII da S. Paolo in Gurgite per Via Cava fra Tassignano e la Rotta, (ora detta la Ruota) penetrasse nel padule di Sesto, lo danno a conoscere varie pergamene della stessa provenienza; fra le quali gioverà rammentarne una prodotta alla luce nel Vol. V. P. III delle più volte rammentate Memorie. È un istrumento del 18 novembre dell'anno 956 relativo alla permuta di alcuni beni situati in luogo detto Canabbia presso Tassignano, a confine col fiume Ausere. – Che il luogo di Canabbia, ora Canabbio, fosse presso Quarto alla Rotta, circa due miglia innanzi di arrivare al padule di Sesto, lo dichiara un altro istrumento del 28 marzo 953, in cui si cita un pezzo di terra posto in loco Quarto, ubi dicitur a Canabbia. – (MEMOR.
LUCCH. T. V. P III.) Questi e molti altri fatti, che per amor di brevità tralascio, bastano a istruirci non solo che il ramo più orientale del Serchio, l'Ausere, veniva dalla parte di Lammari verso la pieve di S. Paolo, ma che costà esso spartivasi, io non saprei dire, per arte, per natura, o per miracolo, in due opposte direzioni, una delle quali seguitava il suo cammino a scirocco per vuotarsi nel padule di Sesto, come ora vi corre per il canale Rogio, e l'altro torrente da scirocco verso libeccio inoltravasi per Sorbano, Verciano, Pontetetto, Vicopelago fino al Flesso (Montuolo) dove, io suppongo, che si riunisse al ramo occidentale, il quale a differenza dell’Ausere, fu costantemente appellato Serclum, o Auserclum.
Mancando documenti sincroni dei secoli anteriori all'ottavo dell’E.V., non si può in modo sodisfacente scuoprire se l’Auser, ossia il ramo più orientale del Serchio, vivente il S. vescovo Frediano fluisse più accosto alle mura di Lucca; e se per sua intercessione l’Auser con una parte almeno, se non con tutte le sue acque fosse deviato di alveo, e che prendesse la direzione verso il padule, ad oggetto di liberare dalle troppo frequenti inondazioni la campagna suburbana all'oriente e la stessa città di Lucca.
Fino dai primi numeri della presente Opera, alla pag. 170 del Vol. I (Articolo AUSERESSA) io diceva: " Se potesse provarsi per vero che la pendenza del piano orientale di Lucca fosse maggiore verso il lago di Sesto, piuttosto che verso il Serchio, e che una parte di questo fiume (non mai intiero, siccome opinava 250 anni fa Lorenzo Albizi ) si scaricasse nel lago di Sesto o di Bientina, sarebbe in tal caso credibile che l'emissario del lago medesimo traesse l'etimologia di Seressa da Auserissola, o Auseressola , quasi fosse un piccolo Ausere." – Vedere VICO PISANO.
Una prova plausibile della continuata pendenza del piano orientale di Lucca verso il lago la fornisce la storia anche nel sec. XV, allorché i capi dell'esercito Fiorentino, accampato nel 1430 nei contorni di Capannori, a Treponzio e a Pontetetto, meditavano di allagare la città di Lucca, giovandosi a tal'uopo della conosciuta abilità dell'architetto Filippo Brunellesco. Ma quell'operazione si trovò vinta e annichilata dai provvedimenti idraulici presi dagli assediati; ai quali riescì più facile deviare una porzione delle acque dall’alveo superiore del Serchio per allagare, come avvenne, il campo de’Fiorentini. – Vedere CAPANNORI e LUCCA.
Anche l'anonimo, sebbene conosciuto, autore dell'opuscolo intitolato Notizie Istoriche del Serchio, suoi antichi nomi e differente corso, pubblicato in Lucca nel 1784, conviene, che anticamente il Serchio dai contorni del Ponte a Moriano scendesse nel piano di Lucca per tre rami, e che uno di questi (il più orientale) scorresse per i piani di Saltocchio , Marlia, Lammari, Lunata, Antraccoli e Capannori, e quindi nel bacino che forma il Lago di Sesto, finchè per l’emissario del lago stesso scaricava le sue acque nel fiume Arno sotto il Castello di Vico Pisaino.
" I lagaccioli, soggiungeva egli, e gli alti margini di ghiaje sparsi per quelle campagne fanno ampia testimonianza, che il Serchio abbia avuto il suo corso per lunghissimo tratto d'anni in questi luoghi ".
Sennonché lo stesso autore confondendo insieme i diversi nomi dati al Serchio con quelli delle sue ramificazioni, credè che si fossero ingannati coloro, i quali dal nome di Ausere, oggi Ozzori, stimavano poter desumere, che in cotest'ultima fossa avesse corso l'antico Auser.
Quantunque dalle livellazioni trigonometriche recentemente instituite dal Reverendiss. Padre Prof. Mich.
Bertini il piano attuale della città di Lucca risulti di parecchie braccia più elevato del lago di Bientina o di Sesto, non per questo tutte le acque fluenti nelle vicinanze di Lucca si dirigono nel medesimo lago. – Avvegnachè la pianura fra Lucca e il lago dev'essere stata colmata dalle piene dell'antico corso dell’Ozeri sulla direzione a un dipresso che tiene oggi la fossa dell’Ozzeretto. Esistono infatti, come al temp o dell'Albizi, estesi ed altissimi banchi di ghiaja e ciottoli alti a far fede di ciò, al par di quelli rimasti quasi a fior di terra fra Lammari, S. Paolo e Paganico ec. – Per modo che cotesta porzione di pianura centrale della Valle dell’Ozzori essendo in tal guisa stata rialzata più di quello che lo sia l’altra d’appresso al lago o alla città di Lucca, ne conseguita, che le acque fluenti dal lato che guarda levante entrano colla Fossa Nuova, o col Canal Rogio nel Lago di Sesto mentre le acque che scorrono verso ponente fra S. Paolo e Lucca si dirigono per l’Ozzori e di là per Cerasomma nel Serchio.
Infatti il piazzale della chiesa di Lammari diede al Prof.
Pad. M. Bertini l'altezza assoluta di braccia lucchesi 39,6; e quella davanti alla chiesa di Antraccoli di braccia 30,6, mentre il piano più depresso della città di Lucca fu dal Prof. medesimo riscontrato sulla piazza di S Maria foris portam, elevato braccia lucchesi 25,6; quando il pelo basso del Lago di Sesto sarebbe solamente braccia 14,7 superiore al livello del mare.
Si avverta però, tanto per il caso attuale, come per tutti gli altri nei quali ho avuto, o avrò bisogno di servirmi e di nominare le braccia lucchesi, che esse stanno a quelle fiorentine come 10,000 a 10,117.
In quanto ai ponti esistiti sopra l’antico corso dell’Ozeri, la storia non pare che rammenti altro che quello fabbricato lungo l'antica strada maestra del Monte Pisano, appellato Pontetetto, e di cui esistono memorie fino dal secolo ottavo, nel modo che lo qualifica un istrumento del dì 15 dicembre dell'anno 798, dove si nomina un Cafaggio presso Pontetetto . – (MEMOR. LUCCH.T. IV.
P. I.) Questo ponte era assai più lungo di quello che attualmente attraversa il Canal d'Ozzori, siccome più copioso d'acque, più largo e più profondo esser doveva costà l'alveo dell’Ozzeri (Auxer) non solo nei secoli anteriori, ma anche in quelli posteriori al mille. L’istoria infatti ci fa sapere, che sul declinare del sec.XIII cotest’Ozeri era molto più ricco di acque e largo di letto, tostochè, nel 1268, essendo disceso dal Monte Pisano un corpo di truppe dell'esercito condotto in Italia dal re Corradino, i Lucchesi guidati dal maresciallo di Carlo d'Angio venerunt (scriveva l’Annalista Tolomeo sul principio del 1300) venerunt ad Pontem tectum, locum munitum, UBI EST AUXERIS AQUA PROFUNDA ET LATA NEQUE VADABILIS.
Non dirò dei ponti moderni che cavalcano l’attuale canal d'Ozzori, e l'altro ramo sotto nome di Canal Rogio, avendoli già descritti all'Articolo Lucca Vol. II pag. 890.
Dirò piuttosto di un progetto nuovissimo pubblicato in Pisa nell'ottobre del 1839 dal Cav. Prof. Gaetano Giorgini attual soprintendente generale degli studi nel Granducato, relativamente ad un canal maestro da tracciarsi fra il Lago di Sesto, Montuolo, Ripafratta e il mare, per ristringere l'area del padule di Sesto e bonificare nel tempo medesimo la pianura lucchese e pisana interposla fra l'Arno e il Serchio nell’ultima sezione sino al mare Il dotto autore dopo aver nel titolo primo del suo Ragionamento avvertito, che le due linee di scolo maestro per l’essiccazione de’paduli di Sesto e di Bientina ideate dal Ximenes e dal Lorgna, l’una per l'intiero, l'altra per la massima parte nel territorio lucchese, non erano proposte come le migliori fisicamenle parlando, ma come quelle che meglio conciliando i bisogni della Rep. di Lucca colle pretensioni del Granducato potevano in quel tempo con maggior probabilità esser concordate; e dopo aver dimostrato gl'inconvenienti delle altre due linee dalla parte dell'Arno immaginate dal matematico Perelli, e dall'ingegnere Giuseppe Manetti, passa nel titolo terzo a ragionare di un nuovo canal maestro da aprirsi, a partire dal Lago di Sesto fino al mare passando fra il fiume Arno e quello del Serchio. Esso entrerebbe da prima giunta nell'alveo del Rogio percorrendo in una direzione contraria all'andamento attuale delle sue acque; quindi passerebbe nell'Ozzori convenientemente rettificato e profondato fino a che passato Montuolo (l'antico Flesso) piegherebbe verso Ripafratta. Costì il nuovo canal maestro dovrebbe imboccare nella galleria sotterranea che adesso serve a portare una porzione delle acque mediante pescaja deviate dalSerchio nel Fosso dei Molini di Pisa. La qual galleria destinata allora ad altr'uso, e a ricevere esclusivamente le acque del nuovo canale, meriterebbe di essere approfondata, scavando egualmente il tronco consecutivo del Fosso de’Molini . Di là il canal maestro dovrebbe continuare il suo cammino fra Pappiana e Orzignano per un alveo quasi del tutto nuovo; e finalmente correrebbe lungo la ripa sinistra del fiume Serchio per metter foce in mare col Fiume morto, previa una rettificazione da farsi nell'ultimo tronco di questa gran fossa di scolo.
In seguito il Cav. soprintendente Gaetano Giorgini distribuisce approssimativamente la lunghezza del canal nuovo da esso progettato, repartito in quattro sezioni che sommano miglia toscane 21 e 1/2, cioè: 1.° Dall’origine del nuovo Canal maestro a Montuolo Circa Miglia Toscane 9 - 2.° Da Montuolo a Ripafratta Circa Miglia Toscane 2 - 3.° Da Ripafratta a Orzignano Circa Miglia Toscane 2 e 1/2 4.° Da Orzignano al mare Circa Miglia Toscane 8 - TOTALE Circa Miglia Toscane 21 e 1/2 Con tale operazione l’A. ha calcolato che debbano risentirne un gran benefizio non solo le pianure di Lucca e di Pisa, ma che sarebbe per conquistarsi una vistode estensione di campagna intorno al lago di Sesto o di Bientina, mediante la depressione di tre braccia sotto il pelo estivo del lago attuale, per cui esso deve ristringersi in un più augusto perimetro, e senza quella spaziosa gronda palustre dalla quale attualmente è circondato.
Premessi cotesti dati, il dotto A. stabilisce alla sua origine il fondo del nuovo canale maestro a braccia 11 e 1/2 sopra il pelo basso del mare Mediterraneo; e supponendo egli che le acque magre del lago di Sesto, ridotto a Lagacciolo , possano conservarsi all'altezza di un braccio e mezzo sopra il detto fondo, ciò porterebbe la superficie loro a 13 braccia sopra il livello del mare, lo che verrebbe ad essere di un braccio e 7/10 più basso del pelo del lago attuale secondo la livellazione del Reverendiss. Padr. Bertini, riportata alla pag. 873 del Vol. II di quest'Opera. A tenore della quale il pelo basso del lago di Sesto sarebbe inferiore di braccia 1 e 3/10 delle livellazioni idrauliche ammesse dal Cav. Giorgini, perché a 16 braccia in varii tempi e da varie persone dell'arte fu più volte il suo livello riscontrato. In vista di che il prelodato autore acquista il diritto di credere, che il pelo estivo del lago di Sesto, o di Bientina, sia almeno 16 braccia superiore al pelo basso del mare, e che ove s’imposti l’incile del nuovo canale in un punto del fondo inferiore di br. 4 1/2 al pelo estivo del lago, ed ove riesca conservare sopra questo incile’un altezza d’acqua di braccia 1/12, le acque estive del lago di Sesto o di Bientina si deprimeranno di circa braccia 3, ed ivi rimarrà un Lagacciolo di qualche riguardo.
Ammesso pertanto che il piano dell'incile da dover servire di emissario al nuovo canale sia braccia 11 e 1/2 più elevato del mare, e che l'altezza del lago ridotto lagacciolo si conservi al livello di braccia 13 sopra le acque basse dello stesso mare, l'A. distribuisce tutta la pendenza del nuovo Canal d'Ozzori ragguagliatamente a circa braccia 0,60 per ogni miglio; la qual pendenza si ammette per bastante come con molti esempi egli potrebbe dimostrare, trattandosi particolarmente nel caso attuale di acque che dovrebbero essere in gran parte spogliate delle loro torbidezze.
Ma questa pendenza di braccia 0,60 a miglia toscane soggiunge il ch. A. non anderebbe già distribuita regolarmente in tutto il corso del nuovo canale. Per dimostrazione di questa e di altre indagini non meno importanti ivi espresse, invieremo i lettori all'esame di quella parte di Ragionamento, non dovendo noi allontanarci di troppo dallo scopo di quest'Opera, coll'entrare in altre particolarità di argomento secondario, e solamaente ci limiteremo alla conclusione che lo stesso A. deduce; quella cioè: che quando saremo arrivati ad allacciare all'Ozzori il nuovo canale maestro, le acque tutte della pianura orientale di Lucca prenderanno il loro corso per cotesto scolo generale che avrebbe un fondo quasi otto braccia inferiore al letto dei Serchio. Quindi comincerebbe un'era nuova per il territorio di Lucca; le raccolte non sarebbero più compromesse dalle prolungale inondazioni; i paduli scomparirebbero rapidamente, ed il lago di Sesto (o di Bientina)si ridurrebbero entro una gronda meno larga, meno soggetta alle espansioni, ec. ec." – (Op. cit.)
All’Articolo LUCCA COMUNITA’ (Volume II pag.887 e segg.)ebbi occasione di discorrere degli alvei diversi percorsi dal Serchio nella pianura lucchese, con la scorta dei documenti, a cominciare però da quelli del secolo VIII. Dalle quali carte (mi sembrò rilevare, che tra il settecento e il mille, e forse anche molto prima e molto dopo, il fiume Serchio, a partire dai contorni del Ponte a Moriano, scendesse verso Lucca tripartito. Il primo ramo ch’era il maggiore, correva come attualmente corre a ponente di essa città, rasentando la base del monte S.
Quilico; e questo portò costantemente il nome di Serchio e anche di Auserchio . Un secondo ramo, ch'era un Bis- Serchio deviato dal primo, passava vicino alle mura occidentali del secondo cerchio di Lucca; e questo Bis- Serchio dopo oltrepassate, non so di quanto, le mura della città medesima, tornava a congiungersi col ramo più occidentale, o col ramo maggiore, isolando per tal guisa la campagna interposta fra il ramo maggiore e il braccio minore dello stesso fiume, che al pari del primo si chiamò indifferentemente Serclum, e Auserclum. Che questo secondo Serchio fosse una diramazione dell'altro maggiore e più occidentale lo dichiara fra le altre una membrana del 25 giugno 980, recentemente edita nella parte III. del Vol. V. delle Memorie per servire alla storia del Ducato di Lucca.
Finalmenle un terzo ramo del Serchio, a partire dai contorni del Ponte a Moriano, dirigevasi a levante della città di Lucca, passando nei contorni di Lammari, di Lunata, e di S. Paolo in Gurgite ec. ; e cotesto terzo ramo (almeno dal settimo secolo in poi) costantemente appellossi Auxer, Ausare, Osare, e finalmente Ozeri e Ozzori.
Infatti la diramazione orientale del fiume lucchese intorno al mille si descriveva nei contratti coi vocaboli di Ausare e di Osare. – (MEM. LUCCH. T. V. P. III. Vedere due Carte dell’8 luglio 981, e 26 giugno 983.) Delle vicende idrauliche di questo terzo ramo del Serchio, detto l’Ozzori (Auxer) ne incombe dare qui un breve cenno per quanto lo comporta l’onera, e fin dove i miei scarsi lumi lo permettono.
L'Ozeri , attualmente Ozzori, dicesi propriamente quel fosso che riceve gli scoli della pendice settentrionale del Monte di S. Giuliano, quelli che scendono da una porzione della faccia meridionale delle Pizzorne non che della interposta pianura a levante di Lucca. Dalla qual città l'Ozzori si dis costa almeno due miglia piegando in gran parte nella direzione di scirocco a libeccio, per condurre le sue acque nel Serchio a Cerasomma, mentre un'altra porzione allontanandosi vieppiù da Lucca corre nella prima direzione da maestrale a scirocco per un cammino inverso a quello praticato dall'altro canale col fine di scaricare le sue acque nel lago di Sesto sotto nome di Canal Rogio.
È questo un piccolo esempio di quanto è accaduto al fiume della Chiana , il quale in origine s'incamminava a ostro per condurre lentamente le acque di tutta la sua valle nel fiume Paglia e di là nel Tevere, mentre nei secoli posteriori al mille il bilico della Chiana era, quando a quattro miglia, quando a sei, quando a dieci, e poi a venti miglia lungi dalla sua sorgente, fino a che arrivò al così detto Argine di separazione piantato 200 anni addietro alla distanza di quasi 36 miglia a ostro dall'ingresso settentrionale della Val di Chiana. In conseguenza di ciò la Chiana toscana percorre attualmente dodici leghe francesi per una direzione inversa da quella che correva al tempo del Romano Impero, e che fino dall’origine sua aveva verso ostro per cammino piuttosto lento, e spagliando per via le sue acque a guisa di vadoso fiume per versarsi finalmente nel Tevere, mentre da più secoli a questa parte la Chiana toscana si è voltata a settentrione per scendere nell'Arn sotto Arezzo. – Vedere CHIANA.
Cosi l’Ozzori lucchese ha acquistato già da gran tempo una doppia pendenza mediante un perno alquanto variabile, per modo che una parte, come dissi, si dirige a levante nel lago di Sesto o di Bientina, mentre l’altra porzione si avvia a ponente per tornare nel Serchio. Dissi per tornare nel Serchio, giacché il fosso dell'Ozzori, sebbene ora sia indipendente, e quantunque non riceva più alcun tributo dal Serchio superiormente a Lucca, pure i documenti da me citati agli Articoli CAPANNORI Comunità, GORGO (S. PAOLO in), LUCCA, ecc. e molte altre scritture del secolo X che attualmente si stampano nella P. III del Vol.V delle Memorie Lucchesi, non lasciano più dubbio, che l’Ausare, ossia Osare (adesso Ozzori o Ozeri) anticamente scendendo da Moriano e di là per S. Casciano a Vico, Lammari, Lunata e Antraccoli, arrivasse alla pieve di S. Paolo; e che costà facesse gorgo per dividersi in due direzioni opposte, una cioè, come si è detto, verso il lago di Sesto, ossia di Bientina, donde poi fluiva in Arno mediante l'emissario della vecchia Seressa , già appellata Auserissola, e l'altra porzione dell’Ozeri voltandosi da scirocco a libeccio dirigevasi dal Gorgo di S. Paolo per Sorbano, Vico Pelago, e Flesso , dove sembra che piegasse a ostro per ritornare nel ramo maggiore del Serchio, dopo essere passato sotto il famoso Pontetetto. – (MEMOR. LUCCH.
Vol. IV. P. I. Carta del 15 dicembre 798, e Vol. V. P. III.
Carte del 5 dicembre 920, e 28 settembre 993 e altre passim).
Fra le pergamene dell'Arch. Arciv. di Lucca, tendenti a provare cotesto fatto, ne citerò sole due pubblicate nel Vol. V. P. III. delle Memorie testè citate.La prima delle quali dell'anno 937 (19 agosto) fa menzione di una vigna ne’confini di Petrojo (a Segromigno) cui si avvicinava l'alveo antico del fiume Ausare. Nella seconda dell'anno 962 sono rammentati i beni in Lammari a confine col fiume Ausere, vale a dire là dove l’Ozeri (Auxer) da lungo tempo non passa più, comecché non molto lungi da Lammari si conservi un residuo di nome nell'Ozzeretto.
Non starò a citare altre carte, come sono quelle dell’11 aprile 939, e del 7 marzo 938, nelle quali si rammenta a confine l’Ausere, presso Verciano (Versicianum) dove esisteva un'isola; ne dirò di altri documenti dei secoli antecedenti che conservansi nel citato Arch., dai quali resulta chiaro, che il fiume Ausere da S. Paolo in Gurgite piegando a libeccio rasentava le borgate di Toringo di Sorbano , Vico Pelago e Flesso . – Vedere i suddetti Articoli Che un'altra porzione dell'Ozzori istesso nel secolo VIII da S. Paolo in Gurgite per Via Cava fra Tassignano e la Rotta, (ora detta la Ruota) penetrasse nel padule di Sesto, lo danno a conoscere varie pergamene della stessa provenienza; fra le quali gioverà rammentarne una prodotta alla luce nel Vol. V. P. III delle più volte rammentate Memorie. È un istrumento del 18 novembre dell'anno 956 relativo alla permuta di alcuni beni situati in luogo detto Canabbia presso Tassignano, a confine col fiume Ausere. – Che il luogo di Canabbia, ora Canabbio, fosse presso Quarto alla Rotta, circa due miglia innanzi di arrivare al padule di Sesto, lo dichiara un altro istrumento del 28 marzo 953, in cui si cita un pezzo di terra posto in loco Quarto, ubi dicitur a Canabbia. – (MEMOR.
LUCCH. T. V. P III.) Questi e molti altri fatti, che per amor di brevità tralascio, bastano a istruirci non solo che il ramo più orientale del Serchio, l'Ausere, veniva dalla parte di Lammari verso la pieve di S. Paolo, ma che costà esso spartivasi, io non saprei dire, per arte, per natura, o per miracolo, in due opposte direzioni, una delle quali seguitava il suo cammino a scirocco per vuotarsi nel padule di Sesto, come ora vi corre per il canale Rogio, e l'altro torrente da scirocco verso libeccio inoltravasi per Sorbano, Verciano, Pontetetto, Vicopelago fino al Flesso (Montuolo) dove, io suppongo, che si riunisse al ramo occidentale, il quale a differenza dell’Ausere, fu costantemente appellato Serclum, o Auserclum.
Mancando documenti sincroni dei secoli anteriori all'ottavo dell’E.V., non si può in modo sodisfacente scuoprire se l’Auser, ossia il ramo più orientale del Serchio, vivente il S. vescovo Frediano fluisse più accosto alle mura di Lucca; e se per sua intercessione l’Auser con una parte almeno, se non con tutte le sue acque fosse deviato di alveo, e che prendesse la direzione verso il padule, ad oggetto di liberare dalle troppo frequenti inondazioni la campagna suburbana all'oriente e la stessa città di Lucca.
Fino dai primi numeri della presente Opera, alla pag. 170 del Vol. I (Articolo AUSERESSA) io diceva: " Se potesse provarsi per vero che la pendenza del piano orientale di Lucca fosse maggiore verso il lago di Sesto, piuttosto che verso il Serchio, e che una parte di questo fiume (non mai intiero, siccome opinava 250 anni fa Lorenzo Albizi ) si scaricasse nel lago di Sesto o di Bientina, sarebbe in tal caso credibile che l'emissario del lago medesimo traesse l'etimologia di Seressa da Auserissola, o Auseressola , quasi fosse un piccolo Ausere." – Vedere VICO PISANO.
Una prova plausibile della continuata pendenza del piano orientale di Lucca verso il lago la fornisce la storia anche nel sec. XV, allorché i capi dell'esercito Fiorentino, accampato nel 1430 nei contorni di Capannori, a Treponzio e a Pontetetto, meditavano di allagare la città di Lucca, giovandosi a tal'uopo della conosciuta abilità dell'architetto Filippo Brunellesco. Ma quell'operazione si trovò vinta e annichilata dai provvedimenti idraulici presi dagli assediati; ai quali riescì più facile deviare una porzione delle acque dall’alveo superiore del Serchio per allagare, come avvenne, il campo de’Fiorentini. – Vedere CAPANNORI e LUCCA.
Anche l'anonimo, sebbene conosciuto, autore dell'opuscolo intitolato Notizie Istoriche del Serchio, suoi antichi nomi e differente corso, pubblicato in Lucca nel 1784, conviene, che anticamente il Serchio dai contorni del Ponte a Moriano scendesse nel piano di Lucca per tre rami, e che uno di questi (il più orientale) scorresse per i piani di Saltocchio , Marlia, Lammari, Lunata, Antraccoli e Capannori, e quindi nel bacino che forma il Lago di Sesto, finchè per l’emissario del lago stesso scaricava le sue acque nel fiume Arno sotto il Castello di Vico Pisaino.
" I lagaccioli, soggiungeva egli, e gli alti margini di ghiaje sparsi per quelle campagne fanno ampia testimonianza, che il Serchio abbia avuto il suo corso per lunghissimo tratto d'anni in questi luoghi ".
Sennonché lo stesso autore confondendo insieme i diversi nomi dati al Serchio con quelli delle sue ramificazioni, credè che si fossero ingannati coloro, i quali dal nome di Ausere, oggi Ozzori, stimavano poter desumere, che in cotest'ultima fossa avesse corso l'antico Auser.
Quantunque dalle livellazioni trigonometriche recentemente instituite dal Reverendiss. Padre Prof. Mich.
Bertini il piano attuale della città di Lucca risulti di parecchie braccia più elevato del lago di Bientina o di Sesto, non per questo tutte le acque fluenti nelle vicinanze di Lucca si dirigono nel medesimo lago. – Avvegnachè la pianura fra Lucca e il lago dev'essere stata colmata dalle piene dell'antico corso dell’Ozeri sulla direzione a un dipresso che tiene oggi la fossa dell’Ozzeretto. Esistono infatti, come al temp o dell'Albizi, estesi ed altissimi banchi di ghiaja e ciottoli alti a far fede di ciò, al par di quelli rimasti quasi a fior di terra fra Lammari, S. Paolo e Paganico ec. – Per modo che cotesta porzione di pianura centrale della Valle dell’Ozzori essendo in tal guisa stata rialzata più di quello che lo sia l’altra d’appresso al lago o alla città di Lucca, ne conseguita, che le acque fluenti dal lato che guarda levante entrano colla Fossa Nuova, o col Canal Rogio nel Lago di Sesto mentre le acque che scorrono verso ponente fra S. Paolo e Lucca si dirigono per l’Ozzori e di là per Cerasomma nel Serchio.
Infatti il piazzale della chiesa di Lammari diede al Prof.
Pad. M. Bertini l'altezza assoluta di braccia lucchesi 39,6; e quella davanti alla chiesa di Antraccoli di braccia 30,6, mentre il piano più depresso della città di Lucca fu dal Prof. medesimo riscontrato sulla piazza di S Maria foris portam, elevato braccia lucchesi 25,6; quando il pelo basso del Lago di Sesto sarebbe solamente braccia 14,7 superiore al livello del mare.
Si avverta però, tanto per il caso attuale, come per tutti gli altri nei quali ho avuto, o avrò bisogno di servirmi e di nominare le braccia lucchesi, che esse stanno a quelle fiorentine come 10,000 a 10,117.
In quanto ai ponti esistiti sopra l’antico corso dell’Ozeri, la storia non pare che rammenti altro che quello fabbricato lungo l'antica strada maestra del Monte Pisano, appellato Pontetetto, e di cui esistono memorie fino dal secolo ottavo, nel modo che lo qualifica un istrumento del dì 15 dicembre dell'anno 798, dove si nomina un Cafaggio presso Pontetetto . – (MEMOR. LUCCH.T. IV.
P. I.) Questo ponte era assai più lungo di quello che attualmente attraversa il Canal d'Ozzori, siccome più copioso d'acque, più largo e più profondo esser doveva costà l'alveo dell’Ozzeri (Auxer) non solo nei secoli anteriori, ma anche in quelli posteriori al mille. L’istoria infatti ci fa sapere, che sul declinare del sec.XIII cotest’Ozeri era molto più ricco di acque e largo di letto, tostochè, nel 1268, essendo disceso dal Monte Pisano un corpo di truppe dell'esercito condotto in Italia dal re Corradino, i Lucchesi guidati dal maresciallo di Carlo d'Angio venerunt (scriveva l’Annalista Tolomeo sul principio del 1300) venerunt ad Pontem tectum, locum munitum, UBI EST AUXERIS AQUA PROFUNDA ET LATA NEQUE VADABILIS.
Non dirò dei ponti moderni che cavalcano l’attuale canal d'Ozzori, e l'altro ramo sotto nome di Canal Rogio, avendoli già descritti all'Articolo Lucca Vol. II pag. 890.
Dirò piuttosto di un progetto nuovissimo pubblicato in Pisa nell'ottobre del 1839 dal Cav. Prof. Gaetano Giorgini attual soprintendente generale degli studi nel Granducato, relativamente ad un canal maestro da tracciarsi fra il Lago di Sesto, Montuolo, Ripafratta e il mare, per ristringere l'area del padule di Sesto e bonificare nel tempo medesimo la pianura lucchese e pisana interposla fra l'Arno e il Serchio nell’ultima sezione sino al mare Il dotto autore dopo aver nel titolo primo del suo Ragionamento avvertito, che le due linee di scolo maestro per l’essiccazione de’paduli di Sesto e di Bientina ideate dal Ximenes e dal Lorgna, l’una per l'intiero, l'altra per la massima parte nel territorio lucchese, non erano proposte come le migliori fisicamenle parlando, ma come quelle che meglio conciliando i bisogni della Rep. di Lucca colle pretensioni del Granducato potevano in quel tempo con maggior probabilità esser concordate; e dopo aver dimostrato gl'inconvenienti delle altre due linee dalla parte dell'Arno immaginate dal matematico Perelli, e dall'ingegnere Giuseppe Manetti, passa nel titolo terzo a ragionare di un nuovo canal maestro da aprirsi, a partire dal Lago di Sesto fino al mare passando fra il fiume Arno e quello del Serchio. Esso entrerebbe da prima giunta nell'alveo del Rogio percorrendo in una direzione contraria all'andamento attuale delle sue acque; quindi passerebbe nell'Ozzori convenientemente rettificato e profondato fino a che passato Montuolo (l'antico Flesso) piegherebbe verso Ripafratta. Costì il nuovo canal maestro dovrebbe imboccare nella galleria sotterranea che adesso serve a portare una porzione delle acque mediante pescaja deviate dalSerchio nel Fosso dei Molini di Pisa. La qual galleria destinata allora ad altr'uso, e a ricevere esclusivamente le acque del nuovo canale, meriterebbe di essere approfondata, scavando egualmente il tronco consecutivo del Fosso de’Molini . Di là il canal maestro dovrebbe continuare il suo cammino fra Pappiana e Orzignano per un alveo quasi del tutto nuovo; e finalmente correrebbe lungo la ripa sinistra del fiume Serchio per metter foce in mare col Fiume morto, previa una rettificazione da farsi nell'ultimo tronco di questa gran fossa di scolo.
In seguito il Cav. soprintendente Gaetano Giorgini distribuisce approssimativamente la lunghezza del canal nuovo da esso progettato, repartito in quattro sezioni che sommano miglia toscane 21 e 1/2, cioè: 1.° Dall’origine del nuovo Canal maestro a Montuolo Circa Miglia Toscane 9 - 2.° Da Montuolo a Ripafratta Circa Miglia Toscane 2 - 3.° Da Ripafratta a Orzignano Circa Miglia Toscane 2 e 1/2 4.° Da Orzignano al mare Circa Miglia Toscane 8 - TOTALE Circa Miglia Toscane 21 e 1/2 Con tale operazione l’A. ha calcolato che debbano risentirne un gran benefizio non solo le pianure di Lucca e di Pisa, ma che sarebbe per conquistarsi una vistode estensione di campagna intorno al lago di Sesto o di Bientina, mediante la depressione di tre braccia sotto il pelo estivo del lago attuale, per cui esso deve ristringersi in un più augusto perimetro, e senza quella spaziosa gronda palustre dalla quale attualmente è circondato.
Premessi cotesti dati, il dotto A. stabilisce alla sua origine il fondo del nuovo canale maestro a braccia 11 e 1/2 sopra il pelo basso del mare Mediterraneo; e supponendo egli che le acque magre del lago di Sesto, ridotto a Lagacciolo , possano conservarsi all'altezza di un braccio e mezzo sopra il detto fondo, ciò porterebbe la superficie loro a 13 braccia sopra il livello del mare, lo che verrebbe ad essere di un braccio e 7/10 più basso del pelo del lago attuale secondo la livellazione del Reverendiss. Padr. Bertini, riportata alla pag. 873 del Vol. II di quest'Opera. A tenore della quale il pelo basso del lago di Sesto sarebbe inferiore di braccia 1 e 3/10 delle livellazioni idrauliche ammesse dal Cav. Giorgini, perché a 16 braccia in varii tempi e da varie persone dell'arte fu più volte il suo livello riscontrato. In vista di che il prelodato autore acquista il diritto di credere, che il pelo estivo del lago di Sesto, o di Bientina, sia almeno 16 braccia superiore al pelo basso del mare, e che ove s’imposti l’incile del nuovo canale in un punto del fondo inferiore di br. 4 1/2 al pelo estivo del lago, ed ove riesca conservare sopra questo incile’un altezza d’acqua di braccia 1/12, le acque estive del lago di Sesto o di Bientina si deprimeranno di circa braccia 3, ed ivi rimarrà un Lagacciolo di qualche riguardo.
Ammesso pertanto che il piano dell'incile da dover servire di emissario al nuovo canale sia braccia 11 e 1/2 più elevato del mare, e che l'altezza del lago ridotto lagacciolo si conservi al livello di braccia 13 sopra le acque basse dello stesso mare, l'A. distribuisce tutta la pendenza del nuovo Canal d'Ozzori ragguagliatamente a circa braccia 0,60 per ogni miglio; la qual pendenza si ammette per bastante come con molti esempi egli potrebbe dimostrare, trattandosi particolarmente nel caso attuale di acque che dovrebbero essere in gran parte spogliate delle loro torbidezze.
Ma questa pendenza di braccia 0,60 a miglia toscane soggiunge il ch. A. non anderebbe già distribuita regolarmente in tutto il corso del nuovo canale. Per dimostrazione di questa e di altre indagini non meno importanti ivi espresse, invieremo i lettori all'esame di quella parte di Ragionamento, non dovendo noi allontanarci di troppo dallo scopo di quest'Opera, coll'entrare in altre particolarità di argomento secondario, e solamaente ci limiteremo alla conclusione che lo stesso A. deduce; quella cioè: che quando saremo arrivati ad allacciare all'Ozzori il nuovo canale maestro, le acque tutte della pianura orientale di Lucca prenderanno il loro corso per cotesto scolo generale che avrebbe un fondo quasi otto braccia inferiore al letto dei Serchio. Quindi comincerebbe un'era nuova per il territorio di Lucca; le raccolte non sarebbero più compromesse dalle prolungale inondazioni; i paduli scomparirebbero rapidamente, ed il lago di Sesto (o di Bientina)si ridurrebbero entro una gronda meno larga, meno soggetta alle espansioni, ec. ec." – (Op. cit.)
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 706.
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