PANCRAZIO (S.) ALLA BADIA AL FANGO

– Chiesa con badia che fu nella Maremma Grossetana, Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a grecale di Castiglion della Pescaja, Diocesi e Compartimento di Grosseto.
Risiedeva in un poggio, sopra il quale restano i ruderi di un fabbricato detto la Torraccia, alla sinistra del fosso dell’Ampio che scende dal poggio di Tirli nel Padule di Castiglion della Pescaja, due miglia toscane lungi dalla collinetta della Badiola, posta sul lembo occidentale del Padule medesimo; cosicché alla Badiola sembra corrispondere l’isoletta del Lago Prelio rammentata da Cicerone, mentre spettano a quest’altra i documenti del medio evo relativi alla Badia di S. Pancrazio al Fango e al castello che ivi fu, soggetto a Pisa, poi agli Appiani di Piombino.
Pertanto è probabile che la collinetta della Badiola sul Padule di Castiglione, prendesse il nomignolo che tuttora conserva dall’essere stata una possessione della Badia al Fango.
In questo colle adunque della Torraccia e non nella collina della Badiola fia da cercare il Castello della Badia al Fango già sparso di case e di coltivazioni.
Avvegnacchè sotto la Torraccia scorgonsi tuttora muri diroccati, cisterne, mattoni di antica foggia, vigne e oliveti, dei quali danno chiaro indizio gli olivastri superstiti sul fianco meridionale della stessa collina.
Che le piante di olivi nel secolo XIV non fossero inselvatichite nei contorni del Padule di Castiglione lo dà a congetturare un istrumento del 30 giugno 1344 fatto in Pisa relativo al fitto di 5 pezzi di terra spettanti a certi pupilli di Castiglion della Pescaja, compresi nel territorio di Castiglione in luogo denominato Padule, mentre fra quelle terre affittate vi erano due Oliveti, con l’obbligo al fittuario di retribuire la metà dell’olio e di tutte l’altre raccolte ai domini diretti. –(ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Silvestro di Pisa).
Inoltre dai documenti testè pubblicati nelle Memorie lucchesi apparisce che di piante d’olivi già in frutto la Maremma toscana era rivestita sotto il dominio de’Longobardi, talchè si può con qualche fondamento asserire, che dal secolo VI al secolo XIV i contorni del Lago Prelio, ora Padule di Castiglione della Pescaja, fossero abitabili e discretamente salubri. – Vedere PADULE DI CASTIGLION DELLA PESCAJA.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 47.