PATERNO in Val di Pesa
– Casale cui fu dato il nome di castello dove esisteva una cappella (S. Margherita) nel piviere di S. Pancrazio a Lucignano, Comunità e Giurisdizione di San Casciano in Val di Pesa, Diocesi e Compartimento di Firenze.
A questo Paterno appellano diversi istrumenti de’secoli X e XI appartenuti alla badia di Passignano. Fra i quali importante per la storia tecnologica mi sembra un istrumento del 986 rogato in Firenze, in cui si tratta della locazione di un terreno posto in luogo detto Pratale sulla Pesa ad oggetto di fabbricarvi una casa destinata per lanificio, con l’obbligo ai due fittuarii di retribuire al padrone diretto un annuo canone da pagarglisi alla sua corte di Paterno.
Lo stesso castel di Paterno è rammentato in altre carte del maggio 1015, e del dicembre 1056. La prima delle quali è un atto, per cui un tal Sichelmo del fu Giovanni donò al Monastero di Passignano tutto ciò che possedeva nel castel di Paterno. Più specialmente questo luogo in altra pergamena del 2 aprile 1087 è dichiarato compreso nel piviere di S. Pancrazio, comecché qualche altro documento accenni un altro Paterno nel piviere di Campoli, che è nella stessa Valle e Comunità. – (Carte della Badia di Passignano).
Giova anche avvertire qualmente nella giurisdizione medesima di San Casciano esisteva nel luogo di Decimo un’altra possessione appellata Materno, siccome è dimostrato da un istrumento della stessa provenienza fatto in Passignano nel marzo dell’884, riunito con gli altri nell’Arch. Dipl. Flor.
Sono in dubbio tuttora se questo Paterno o piuttosto la tenuta omonima esistente fra i torrenti Orme e Ormiello, detta il Paterno de’Scarlatti , fosse una volta appellato de’Scarampi dalla nobil famiglia pie montese Rinaldi- Scarampi de’conti di Canneto nel Monferrato.
Avvegnaché uno di cotesti signori sino dal 1465 acquistò da Luca Pitti i beni che egli possedeva in Paterno dopo averne ottenuto il consenso dalla Signoria che ammise la famiglia Scarampi alla cittadinanza fiorentina.
Nel 1571 la tenuta di Paterno degli Scarampi essendo pervenuta nel conte Ambrogio di Antonio Crivelli degli Scarampi, questi l’alienò per il prezzo di 14000 scudi al Card. d'Altemps, il quale ottenne dal Granduca Cosimo I le esenzioni e privilegi medesimi stati accordati nel 1465 ai CC. Rinaldi Scarampi. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.)
A questo Paterno appellano diversi istrumenti de’secoli X e XI appartenuti alla badia di Passignano. Fra i quali importante per la storia tecnologica mi sembra un istrumento del 986 rogato in Firenze, in cui si tratta della locazione di un terreno posto in luogo detto Pratale sulla Pesa ad oggetto di fabbricarvi una casa destinata per lanificio, con l’obbligo ai due fittuarii di retribuire al padrone diretto un annuo canone da pagarglisi alla sua corte di Paterno.
Lo stesso castel di Paterno è rammentato in altre carte del maggio 1015, e del dicembre 1056. La prima delle quali è un atto, per cui un tal Sichelmo del fu Giovanni donò al Monastero di Passignano tutto ciò che possedeva nel castel di Paterno. Più specialmente questo luogo in altra pergamena del 2 aprile 1087 è dichiarato compreso nel piviere di S. Pancrazio, comecché qualche altro documento accenni un altro Paterno nel piviere di Campoli, che è nella stessa Valle e Comunità. – (Carte della Badia di Passignano).
Giova anche avvertire qualmente nella giurisdizione medesima di San Casciano esisteva nel luogo di Decimo un’altra possessione appellata Materno, siccome è dimostrato da un istrumento della stessa provenienza fatto in Passignano nel marzo dell’884, riunito con gli altri nell’Arch. Dipl. Flor.
Sono in dubbio tuttora se questo Paterno o piuttosto la tenuta omonima esistente fra i torrenti Orme e Ormiello, detta il Paterno de’Scarlatti , fosse una volta appellato de’Scarampi dalla nobil famiglia pie montese Rinaldi- Scarampi de’conti di Canneto nel Monferrato.
Avvegnaché uno di cotesti signori sino dal 1465 acquistò da Luca Pitti i beni che egli possedeva in Paterno dopo averne ottenuto il consenso dalla Signoria che ammise la famiglia Scarampi alla cittadinanza fiorentina.
Nel 1571 la tenuta di Paterno degli Scarampi essendo pervenuta nel conte Ambrogio di Antonio Crivelli degli Scarampi, questi l’alienò per il prezzo di 14000 scudi al Card. d'Altemps, il quale ottenne dal Granduca Cosimo I le esenzioni e privilegi medesimi stati accordati nel 1465 ai CC. Rinaldi Scarampi. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.)
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 68.
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