PEROLLA

nella Val di Bruna della Maremma Massetana.

– Castellare già Castello che fornì il titolo di contea ad un ramo de’Pannocchieschi, è attualmente diroccato, dov’è una cappella pubblica con poche capanne abitate da una scarsa popolazione riunita alla Comunità e Giurisdzione di Massa Marittima, da cui dista circa 4 migl. a scirocco nella Diocesi medesima, Compartimento di Grosseto.
Le vestigia del Castello di Pero lla sono situate sopra un poggio, alla cui base orientale scorre il fosso Corsia, mentre dalla parte occidentale passa più lungi il fosso Zanca, entrambi tributarii del fiume Bruna.
Fra i varii Pannocchieschi i che dominarono più specialmente in Perolla la storia ci ha conservato il nome di quel Bernardino da Perolla, il quale nel 1270 si collegò con il governo de’Nove di Siena per opprimere i Massetani. Ma fecero le vendette di questi ultimi i vassalli dei conti di Perolla, i quali nel 1274 trucidarono Bernardino loro signore. Per la qual cosa i reggitori di Siena ordinarono alle loro masnade di recarsi a Perolla a punire i ribelli dell’ucciso loro padrone.
Peraltro sulla fine del sec. XIII essendo da un Pannocchieschi stata alienata la sua quarta parte del Castello di Perolla a un Bonsignore di Siena, questi la rivendè al Comune di Massa, siccome apparisce in un lodo proferito dagli arbitri nel 27 settembre del 1308 in causa Pannocchieschi con la Comunità di Massa, la quale reclamava le sue ragioni sul Castello di Perolla per averlo comprato in parte da Buonsignore, e più mediante l’opportuna sottomissione fatta ai Massetani dagli uomini di detto castello.
Insorta nuova questione fra il Comune di Massa e il conte Bernardo di Fazio di Bernardino de’Pannocchieschi, con istrumento pubblico del dì 11 maggio 1317 fu stabilito, che il Castello di Perolla col suo territorio dovesse repartirsi fra i pretendenti per mezzo di un arbitrio, ma che frattanto si tenesse in detto luogo un castellano con due famigli del Comu ne di Massa, e che nessun bandito o ribelle Massetano potesse stare in Perolla.
Ciò nondimeno nel 1331 i nobili uomini Geri figlio del defunto conte Bernardino Pannocchieschi, e Niccoluccio del fu Fazio di lui zio posero essi e il loro castello di Perolla sotto l’accomandigia de’Signori Nove di Siena, nell’atto medesimo che il procuratore degli abitanti di Perolla facevano a quel governo volontaria e piena sottomissione del castello, corte e distretto prenominato, obbligandosi mandare ogn’anno a Siena per S. Maria d’agosto un cero fiorito di libbre 25, e altri 4 ceri di una libbra l’uno con l’onere inoltre di pagare alla camera di Bicherna l’annuo censo di cento lire. – (ARCH. DIPL.
SAN. Kaleffo vecchio, N.° 1088 e 1089).
Nuove capitolazioni ebbero luogo nel 1404 dopo che i Sanesi si furono liberati dalla signoria che eglino avevano dato al duca Visconti di Milano della loro città e di tutto lo stato sanese.
Le condizioni firmate in detto anno nella sala del Concistoro in Siena furono le seguenti: 1.° che il castello di Perolla s’intenda a contado del Comune di Siena; 2.° che il detto Comune debba mandarvi ogni sei mesi un vicario minore; 3.° che gli uomini di Perolla debbano levare in Grosseto il sale necessario a ragione di soldi 20 per stajo, e ogn’anno offrire per S. Maria d’agosto un cero del valore di due fiorini d’oro; 4.° che tutte le terre lavorative o sodive di detto paese si tenghino e si godino dalla Comunità del luogo, siccome quelle terre che si tenevano da messer Benuccio Salimbeni; 5.° che tutti gli uomini di Perolla s’intendino ribanditi e assoluti da ogni condannagione, eccetto i ribelli; 6.° che per dieci anni quegli abitanti siano esenti da tutti i dazj, pesi e gravezze; 7.° che nessuno di detto luogo sia molestato per debito fatto con Benuccio Salimbeni, se non vi si era particolarmente obbligato; 8.° che gli abitanti di Perolla ne’pascoli comunali non debbano pagare tassa alcuna per il loro bestiame; 9.° che tutti quelli che anderanno ad abitare in Perolla, e vi eserciteranno qualche arte, non possino per debito essere molestati; 10.° finalmente che gli uomini di Perolla debbano eleggere e nominare il rettore della chiesa di detto luogo senza pregiudizio del vescovo di Massa, al quale si spetta la conferma. – (ARCH. CIT. Kaleffo rosso n.° 52).
Il penultimo capitolo giova a conoscere che il Castello di Perolla si andava spopolando, tostochè s’invitava gente colà mediante un regolamento consimile alla legge che si pubblicò dal Granduca Ferdinando I due secoli dopo per Livorno.
In quanto alla nomina da farsi del rettore della chiesa di Perolla, di cui ignoro il titolare, essa si mantenne di padronato del popolo fino a che la diminuzione progressiva degli abitanti e la rovina del fabbricato obbligò ad incorporare il distretto parrocchiale di Perolla alla parrocchia della cattedrale di Massa Marittima.
Nel poggio di Perolla sono state aperte alcune cave di lastre di macigno, delle quali di corto furono lastricate le piazze e le strade della città di Massa.
La parrocchia di Perolla esisteva anche nel secolo XVII, poiché nel 1640 essa contava 391 abitanti. – Attualmente vi è una cappella dove si celebra la messa nei giorni festivi per commodo dei scarsi e spicciolati abitanti de’suoi contorni. – Vedere MASSA MARITTIMA.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 107.