POGGIONI DI CORTONA

in Val Tiberina.

– Villa già castello con chiesa plebana (S. Marco) nella Comunità Giurisdizione Diocesi e circa 8 miglia toscane a settentrione-grecale di Cortona, Compartimento di Arezzo.
Risiede sopra un poggio che costituisce uno de’sproni settentrionali della montagna di Cortona, tra la fiumana del Nestore e il torrente della Minimella, tributarj ambedue del Tevere.
Fu il castel de’Poggioni feudo della nobil famiglia Alfieri di Cortona, a un di cui individuo,Giovanni di Guido Alfieri del Poggione spettava un sigillo illustrato dal Manni (De’Sigilli antichi. Vol.XVI). La qual prosapia rimase estinta in Cortona con la morte di Pier Luigi del fu Cavalier Colonna Alfieri ultimo fiato della medesima, dei di cui beni e ragioni divenne erede la casa del Borro d'Arezzo.
Gli Alfieri, come dissi, dovettero signoreggiare nel castello di Poggioni fino dal principio del secolo XIII, se è vero che tre fratelli figli di Guido degli Alfieri con un loro nipote conte di Cegliolo, nel maggio del 1213, cedessero al Comune di Cortona e per esso ai Consoli di detta città il castello di Poggioni, promettendo che uno di loro almeno abiterebbe fmiliarmente in Cortona tanto in tempo di pace come all'occasione di guerre. – (Registro vecchio del Com. di Cortana.) Giovanni di Guido Alfieri, cui appila il sigillo illustrato dal Manni, sembra, dice questo scrittore, che vivesse circa la metà del secolo XIV. Un altro Guido di lui bisavolo con due fratelli, Alterio e Almandino, cedè ai Cortonesi il castel di Poggioni, quantun que la famiglia Alfieri fino alla sua estinzione conservasse il diritto alternativamente col popolo di presentare quando vacava un nuovo rettore alla chiesa plebana di Poggioni.
Molte famiglie nobili di Cortona ebbero signoria ne'castelli situati nel territorio cortonese, dove solevano risedere innanzi che li cedessero, come fecer gli Alfieri, alla città di Cortona, nella quale finalmente stabilirono il loro domicilio. Citerò fra queste la famiglia Bandinucci de’conti di Monte Maggio, l’ultimo rampollo della quale fu suor Andrea monaca nel monastero di Monte Maggio.
Cotesta donna nel 1291 fatta che fu abbadessa di quell'asceterio, diede il nome al monastero della Contessa di Monte Maggio a cagione dell'eredità lasciatagli; sicchè, quando fu riunito nel 1305 al Monastero delle Benedettine di S. Maria Nuova nel borgo S. Vincenzo fuori di Cortona, quest'ultimo prese il titolo delle Contesse. – Vedere MONTEMAGGIO di Cortona, e Manni in detto Sigillo.
Similmente i nobili Baldacchini Cortonesi furono signori di Castel Gherardi; o Mancini signori di Ruffignano; i Bostoli di Arezzo signori di Cignano; i Baldelli conti di Peciana; i Venuti conti di Cegliolo; i Tommasi signori di Cintoja; i Boni signori di Fusigliano; i Cattani di Spoltaglia, di Monte Gualandro e conti di Castelnuovo; i Coppi di Ossaja, della qual famiglia fu il celebre Fra Elia da Cortona; i Nuccerelli conti di Fasciano; i Priori conti del Cirreto; i Pancrazi signori di Ronzano; i Passerini di Montalla; i Puntelli di Fiume; i Melli del Borghetto e di Malalbergo sul Lago Trasimeno; i Serducci di Danciano; i Sernini e Ridolfini loro consorti conti di Montecchio, oltre gli antichi marchesi di Petrella, quelli di Pierle e Mercatale e non poche altre famiglie cortonesi che avevano i loro castelli fuori del contado e dominio di Cortona, come, fra gli altri, gli Alticozzi, i Vagnucci, gli Orselli ecc.
Tornando a discorrere del castello di Poggioni, o Poggione aggiungerò, che un Alfieri di Poggione è rammentato fra i personaggi distinti che assisterono nel 1117 a una scritta di donazione fatta dal Marchese Ranieri del Monte S. Maria e da Uguccionc suo figliuolo in favore dell'Eremo di S. Savino sull'Alta di S. Egidio. – (CAMICI, de’Duchi di Toscana T. I.) Nè va taciuto, come la Repubblica Fiorentina allorchè comprò da Ladislao re di Napoli (anno 1411), la città e distretto di Cortona, i Dieci di Balia di guerra riceverono la sottomissione del caistel di Poggioni, i di cui abitanti, per essere stati nella guerra passata fedeli ai Fiorentini con dar ricetto alle loro genti, furono esentati dalle gabelle, lasciando la guardia del castello agli uomini di Poggioni. – (AMMIR. Istor. Fior. Lib. XVIII).
Però nel marzo dell'anno 1569 accadde all'antico castello di Poggioni un caso simile a quello avvenuto nel gennajo del 1814 al castel di Lizzano in Val di Lima, e nel 1839 a Caburraccia di Firenzuola nella Valle del Santerno, allorquando la chiesa plebana di Poggioni con alcune case attorno per un particolare accidente, nato forse dalla qualità del suolo, sicchè smottando quel sito sdrucciolò scorrendo per circa 400 passi con la rovina della chiesa, delle case e del castello, dell'ultimo de'quali non restano vestigia. Cotesta memoria fu scolpita in pietra nell’interno della chiesa attuale, dove leggesi: A dì 7 marzo 1569 trascorse e ruinò questa chiesa con tutte le sue abitazioni, e con altre di questa villa, essendone piovano M.
Francesco Zefferini.
La chiesa di Poggioni intitolata a S. Marco e a S. Lucia venne rifatta forse ducent'anni sono dal pievano di quel tempo. Essa ha due sole navate, servendo la terza all'uso di oratorio per compagnia.
Cotesta pieve aveva per suffraganea la soppressa cura di S. Maria Maddalena al Bagnolo, attalmente ridotta ad oratorio della famiglia Piegaj, oltre un altro piccolo oratorio esistente nel prato davanti il palazzo che fu de’signori Alfieri, pervenuto nei marchesi Incontri di Volterra.
La parrocchia plebana di S. Marco a Poggioni nel 1833 contava 321 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 496.