POGNA, e POGNI

nella Val d’Elsa.

– Questo famoso castelletto, i di cui ruderi attualmente si appellano le Masse del Poggio di Marcialla, dava il titolo che conserva ancora alla chiesa parrocchiale di S. Maria a Pogni in Marcialla nel piviere di S. Pietro in Bossolo, Comunità e circa miglia toscane 3 a maestrale di Barberino di Val d’Elsa, testè in quella di Certaldo, Giurisdizione di Poggibonsi, Compartimento di Firenze.
Risiedeva, come dissi, sulla sommità del poggio di Marcialla, la cui elevatezza superiore a quella de'poggi suoi vicini, fu riscontrata di 650 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo. – Vedere MARCIALLA.
La menzione più antica che sia restata del distrutto castello di Pogna, fra le carte da me conosciute, mi sembrò quella indicata in un istrumento del 12 agosto 1059 scritto nel castello di Pogna . – (ARCH. DIPL.
FIOR. Carte della Badia di Passignano).
Alla quale memoria succede l'altra regis trata in un privilegio del Pontefice Alessandro II spedito nel 1068 a favore della chiesa e monastero di S. Miniato al Monte, che fra le altre cose concesse per uno spedale contiguo a quel monastero le decime dovute dagli uomini del castello di Pogna.
Due altri istrumenti dell'otto giugno 1101 e del 29 maggio 1168 dell'Archivio Diplomatico Fiorentino, appartenuti alla Badia di Passignano e agli Olivetani di Firenze, furono rogati nel Castello di Pogna, contado forentino.
Che questo castello innanzi tutto si reggesse a comune senza dipendere da alcun signore lo dà a conoscere un trattato stabilito nel 1102 fra i consoli di Firenze e gli uomini del castel di Pogna, i quali ultimi giurarono di far guerra e pace a volontà del governo Fiorentino, e di non mutare il castello loro dalla forma in cui allora si trovava, oltre la promessa di non prestare ajuto per innalzare qualsiasi fortificazione nel poggio di Semifonte; che anzi d'impedirlo per quanto eglino avessero potuto, e di trattare i Fiorentini alla pari degli abitanti di Pogna. In cambio di che i consoli di Firenze si obbligarono di ajutare e difendere i Pognesi eccettuato contro l'Imperatore, e di far amministrar loro giustizia in Firenze come ai Fiorentini medesimi. – (AMMIRATO Istor. Fior. Lib. I.) In seguito nel castel di Pogna sembra che acquistasse qualche giurisdizione un nobile di contado, Rodolfino da Catignano di Linari in Val d’Elsa, siccome lo fa dubitare un atto di donazione che la vedova di lui, donna Zabollina, nel 1126, fece a favore di Gotifredo vescovo di Firenze e figlio del conte Alberto, cui cede tutto ciò che essa e il defunto suo consorte possedevano in Linari, Timignano, Pogna, S. Maria Novella, Catignano e in altri luoghi di Val d’Elsa. – Vedere CATIGNANO DI S. APPIANO.
Io non saprei dire se in grazia di tal donazione i conti Alberti acquistassero diritti baronali in Pogna, so bene che cotesto castello fu compreso fra i feudi dei conti Alberti di Mangona, siccome apparisce dal diploma concesso nel 10 agosto 1164 dall'Imperatore Federigo I al conte Alberto di Prato, in cui a forma delle costituzioni fatte nella dieta di Roncaglia si dichiara di restituire al nipote tuttociò che il conte Alberto di lui avo, figli e nipoti suoi avevano alienato dei feudi imperiali. Ma il conte Alberto di Prato seguace del partito imperiale o Ghibellino essendosi inimicato i Fiorentini, questi nel giugno del 1184 assediarono fra gli altri anche il castel di Pogna, i di cui abitanti avevano ricusato di ubbidire alla Repubblica, e benchè eglino per molti giorni si fossero gagliardamente difesi, finalmente furono vinti e costretti dalla fame a rendersi a descrizione del vincitore. Quindi nel novembre successivo il conte Alberto e la contessa Tabernaria sua moglie con i loro figliuoli si obbligarono di disfare dentro il mese di aprile del 1185 il loro castel di Pogna, senza mai più rifiarlo. – Eglino però perseverarono poco tempo in tale determinazione, poichè nel mese di luglio del 1183 l’Imperatore Federigo I, dopo tornato in Firenze, ebbe a sentire le querele di tutti i nobili di contado contro quel Comune, accusando i Fiorentini, qualmente senza autorità e concessione imperiale si erano fatti padroni e avevano disfatto molte loro castella, compresovi ultimamente il fortilizio di Pogna; dondechè quel Cesare decretò che fosse tolto tutto il contado al Comune di Firenze, deputando altrettanti vicarj regj, affinchè in nome dell'Imperatore rendessero ragione a cadaun contadino.
Comunque fosse, nelle divise fatte l'anno 1209 fra i figli ed eredi del conte Alberto e della contessa Tabernaria dei castelli restati ai dinasti Alberti non si rammenta piu questo di Pogna, per quanto esso fosse poi dall'Imperatore Ottone IV confermato al conte Maghinardo uno dei figli dei coniugi prenominati. Inoltre è un fatto accertato da una riformagione della Signoria di Firenze, approvata li 21 aprile del 1382, che le fortificazioni sul poggio di Pogna, appellate ora le Masse, in mezzo alle quali veggonsi le case e la chiesa parrocchiale di Marcialla (S.
Maria a Pogni), furono ordinate dopo la sopprasione del governo de’Ciompi. – (GAYE, Carteggio inedito di Artisti, Vol. I. Append. II.) – Vedere MARCIALLA.
La parrocchia di S. Maria a Pogni di Marcialla nel 1833 noverava 625 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 498.