PONTE NUOVO A BOCCA DI USCIANA
fra il Val d'Arno inferiore e il Val d'Arno pisano.
– L'ostacolo che chiudeva il passo mediante il colle scosceso della Bassa sotto il navalestro della Motta, dalla ripa destra alla sinistra dell'Arno, fra Empoli, Cerreto Guidi e Fucecchio, rinnovavasi anche più in grande sopra la Bocca d' Usciana, quasi dirimpetto alla popolosa Pontedera, e poco lungi dalla foce della fiumana che alla stessa Terra ha dato il nome. Imperocchè la scogliera così detta del Bufalo precipitando a picco sulla ripa destra dell'Arno da un'altezza di quasi 60 braccia in una lunghezza di più di mille, disgiungeva Calcinaja da Montecalvoli. Ma cotest'intoppo alle comunicazioni rotabili è sparito dopo che per opera di una seconda società di azionisti e dello stesso ingegnere assistito dal suo fedele e intelligente ajuto Sig. Paolo Follini fu intrapreso nel 1837 e compito nel 1839 il più bel ponte di materiale che abbia visto l'Arno da Firenze in poi.
Cotesto ponte, essendo composto di tre archi eguali che hanno 42 braccia di corda e braccia 5,75 dal pelo dell'acque massime del fiume al sottarco, non da motivo di trattenere la navigazione ancorché il fiume sia ricco di acque. In conseguenza in tempo dì acque poco al di sotto delle medie non ha d’uopo di abbassare gli alberi de' navicelli che vi passano sotto, comodità apprezzabilissima per la navigazione assai faticosa allorché si naviga contracqua in questo fiume. Arroge inoltre che a toglier l'inciampo agli alzajoli supplisce una cornice molto aggettata e praticabile all’altezza del posare de' pieritti, in cima ai quali sono impostate le volte sul sesto di 60 gradi.
Chiunque osserverà di fronte e alla conveniente distanza la bella e solida architettura di questo ponte, rammenterà lo stile delle fabbriche del sec. XIV accoppiato a somma leggerezza, eleganza e solidità, e ciò che massimamente apprezzerà, tìa il vantaggio di trovare il suo passaggio perfettamente pianeggiante ed a livello delle strade che sboccano ai due piazzali.
Sopra un rustico imbasamento di bozze ili pietra arenaceo-calcare, che nella stagione estiva rimane per circa due braccia fuor d’acqua, si elevano le pile a forma di prisma e le fiancate semplici e senza alcun risalto ricercato. La pianta rettangolare delle spalle ha il riporto di una mezza pila nella faccia normale all’asse del ponte, le quali pile all’altezza di br. 6 e 1/3 dall'imbasamento sono circondate da una cornice andante di poche modinature, assai più aggettata nelle fiancate onde farla servire, come si è detto, al passo degli alzaioli. Le volte sono importate sui pieritti all’altezza di br. 2 e 2/3 dalla ridetta cornice inclusive.
Nei rinfianchi delle volte sono praticati dei trafori cilindrici del diametro di circa br. 3 e 1/4 con contorni di marmo bianco di Seravezza intagliati secondo lo stile gotico-italico. Cotesti occhi anziché indebolire, come a prima vista sembrerebbe, alleggeriscono il carico dei detti rinfianchi nel tempo stesso che nulla tolgono di solidità alla fabbrica.
Sugli Squarciacque delle pile e sulle mezze pile incorporate alle fiancate e sopra l’altico che fascia l'opera, presentando costà la faccia superiore inclinata a padiglione, si elevano sopra pianta curvilinea altrettante edicole di stile pure gotico-italico aventi due finestroni con arco a sesto acuto e archetti in giro, mentre la parte culminante delle medesime termina in una cuspide di marmo bianco a foggia di pina sopra fogliami intugliali.
Le soprapile vuote in tal guisa rendono grata alla vista l'insieme della struttura di questo bellissimo Ponte, mentre esse concorrono non solamente a dargli leggerezza reale, senza torle alcunché di solidità, ma ancora a imprimere alla fabbrica il carattere dell'architettura specialmente pisana del secolo XIV.
Sopra l’edicole e le ghiere delle volte a livello del piano stradale del ponte rigira per tutta la fabbrica una comice modinata coi dentelli, membro indispensabile e profuso nelle modinature del secolo XIV.
In ultimo è praticata la spalletta, la quale nel pieno delle pile e delle fiancate è di pietra con croci a traforo a brevi distanze, mentre nel vuoto degli archi è di ferro fuso alle fonderie di Follonica con disegno appropriato al resto dell' edifìzio.
L'altezza totale del Ponte dal pelo dell’acque basse estive a tutta la spalletta è di br. 20 e 1/6; la larghezza del piano stradale sulle volte e sulle pile, non comprese le spallette, che sono grosse ciascuna tre quarti di braccio, è di br. 10 e 1/2, quella del piazzale sulle due fiancate di br. 24; e la lunghezza del ponte, compresi i due piazzali, ascende a br. 224.
Tutta la faccia esterna dell'opera è di cortina fatta di bei mattoni con le catene angolari costruite di travertino di Monsummano, meno che nell’imbasamento consistente in bozze di macigno delle cave presso Ripafratta. Sono pure di travertino tutte le cornici, le spellette, gli archetti, l’attico e la coperta delle edicole.
Le volte sono costruite di grossi mattoni fabbricali apposta e corrispondenti ai Didiron di Vitruvio.
Qualcuno forse desidererebbe di trovare le spallette di cotesto ponte un mezzo palmo più alte, lo che a parer nostro fìa facile ad eseguirsi mediante l'aggiunta di uno stretto marciapiede di pietra che, senza togliere molto alla carreggiata e punto di sveltezza all'edifìzio, renderebbe anco più sicuro il passo agli animali specialmente non aggiogati.
Il Ponte a Bocca d' Usciana fu aperto al pubblico nel principio del 1840, ed il real governo concedè per 130 anni alla società anonima una tassa di pedaggio più modica di quella che si pagava per traghettare il fiume sulle barche.
Ma tornando a dire una parola della unione e perseveranza della società anonima e della generosità dell'Augusto Principe intento a facilitare d'ogni maniera il movimento commerciale e le industrie nei suoi sudditi, non debbo ommettere come anche costà molte strade rotabili sboccano sui piazzali del Ponte a Bocca d'Usciana. Oltre un braccio di strada aperto dalla Comunità di Pontedera alla sinistra dell'Arno della lunghezza di un miglio, la qual via, sollevata dalla pianura lungo l'argine del fiume, staccasi dalla regia postale nel borgo orientale di Pontedera, oltre quella avvene una alla destra dell'Arno a spese della società anonima fatta tagliare per la lunghezza di mille braccia sotto la scogliera del Bufalo, onde mettere in comunicazione più facile e più breve la strada detta Francesca che passa assai d’appresso alla ripa destra dell’Arno sotto S. Maria a Monte, quindi attraversa le Terre di Castel Franco, di Santa Croce e il subborgo di Fucecchio.
Inoltre un terzo tronco di strada ampia e facilmente carreggiabile staccasi dal piazzale destro del ponte per attraversare la vallecola di Montecchio dove fanno capo due rami, che uno volto a grecale sale dolcamente sulla collina di S. Colomba per raggiungere la strada provinciale Pistojese, mentre l'altro ramo volgesi a ponente verso l’ antica via provinciale Vicarese o di Piemonte, la quale passando per Calcinaja e Lungo Monte conduce a Pisa. Da questo stesso ramo poco al di là del piazzale destro del Ponte parte una strada rotabile che passa per il vecchio letto dell'Arno e introduce a Bientina.
Inoltre diramasi di là un prolungamento di via rotabile provinciale fino alla dogana del Tiglio per andare a Lucca. Così per quest’ultima via, resa pianissima, amena e in gran parte nuova, partendo da Pontedera per il Pontenuovo a Bocca d' Usciana si può andare direttamente a Lucca, che è sole 15 miglia distante, altrimenti passando per Pisa la linea che altre volte si percorreva da Pontedera a Lucca era di 27 miglia.
Cotesto ponte, essendo composto di tre archi eguali che hanno 42 braccia di corda e braccia 5,75 dal pelo dell'acque massime del fiume al sottarco, non da motivo di trattenere la navigazione ancorché il fiume sia ricco di acque. In conseguenza in tempo dì acque poco al di sotto delle medie non ha d’uopo di abbassare gli alberi de' navicelli che vi passano sotto, comodità apprezzabilissima per la navigazione assai faticosa allorché si naviga contracqua in questo fiume. Arroge inoltre che a toglier l'inciampo agli alzajoli supplisce una cornice molto aggettata e praticabile all’altezza del posare de' pieritti, in cima ai quali sono impostate le volte sul sesto di 60 gradi.
Chiunque osserverà di fronte e alla conveniente distanza la bella e solida architettura di questo ponte, rammenterà lo stile delle fabbriche del sec. XIV accoppiato a somma leggerezza, eleganza e solidità, e ciò che massimamente apprezzerà, tìa il vantaggio di trovare il suo passaggio perfettamente pianeggiante ed a livello delle strade che sboccano ai due piazzali.
Sopra un rustico imbasamento di bozze ili pietra arenaceo-calcare, che nella stagione estiva rimane per circa due braccia fuor d’acqua, si elevano le pile a forma di prisma e le fiancate semplici e senza alcun risalto ricercato. La pianta rettangolare delle spalle ha il riporto di una mezza pila nella faccia normale all’asse del ponte, le quali pile all’altezza di br. 6 e 1/3 dall'imbasamento sono circondate da una cornice andante di poche modinature, assai più aggettata nelle fiancate onde farla servire, come si è detto, al passo degli alzaioli. Le volte sono importate sui pieritti all’altezza di br. 2 e 2/3 dalla ridetta cornice inclusive.
Nei rinfianchi delle volte sono praticati dei trafori cilindrici del diametro di circa br. 3 e 1/4 con contorni di marmo bianco di Seravezza intagliati secondo lo stile gotico-italico. Cotesti occhi anziché indebolire, come a prima vista sembrerebbe, alleggeriscono il carico dei detti rinfianchi nel tempo stesso che nulla tolgono di solidità alla fabbrica.
Sugli Squarciacque delle pile e sulle mezze pile incorporate alle fiancate e sopra l’altico che fascia l'opera, presentando costà la faccia superiore inclinata a padiglione, si elevano sopra pianta curvilinea altrettante edicole di stile pure gotico-italico aventi due finestroni con arco a sesto acuto e archetti in giro, mentre la parte culminante delle medesime termina in una cuspide di marmo bianco a foggia di pina sopra fogliami intugliali.
Le soprapile vuote in tal guisa rendono grata alla vista l'insieme della struttura di questo bellissimo Ponte, mentre esse concorrono non solamente a dargli leggerezza reale, senza torle alcunché di solidità, ma ancora a imprimere alla fabbrica il carattere dell'architettura specialmente pisana del secolo XIV.
Sopra l’edicole e le ghiere delle volte a livello del piano stradale del ponte rigira per tutta la fabbrica una comice modinata coi dentelli, membro indispensabile e profuso nelle modinature del secolo XIV.
In ultimo è praticata la spalletta, la quale nel pieno delle pile e delle fiancate è di pietra con croci a traforo a brevi distanze, mentre nel vuoto degli archi è di ferro fuso alle fonderie di Follonica con disegno appropriato al resto dell' edifìzio.
L'altezza totale del Ponte dal pelo dell’acque basse estive a tutta la spalletta è di br. 20 e 1/6; la larghezza del piano stradale sulle volte e sulle pile, non comprese le spallette, che sono grosse ciascuna tre quarti di braccio, è di br. 10 e 1/2, quella del piazzale sulle due fiancate di br. 24; e la lunghezza del ponte, compresi i due piazzali, ascende a br. 224.
Tutta la faccia esterna dell'opera è di cortina fatta di bei mattoni con le catene angolari costruite di travertino di Monsummano, meno che nell’imbasamento consistente in bozze di macigno delle cave presso Ripafratta. Sono pure di travertino tutte le cornici, le spellette, gli archetti, l’attico e la coperta delle edicole.
Le volte sono costruite di grossi mattoni fabbricali apposta e corrispondenti ai Didiron di Vitruvio.
Qualcuno forse desidererebbe di trovare le spallette di cotesto ponte un mezzo palmo più alte, lo che a parer nostro fìa facile ad eseguirsi mediante l'aggiunta di uno stretto marciapiede di pietra che, senza togliere molto alla carreggiata e punto di sveltezza all'edifìzio, renderebbe anco più sicuro il passo agli animali specialmente non aggiogati.
Il Ponte a Bocca d' Usciana fu aperto al pubblico nel principio del 1840, ed il real governo concedè per 130 anni alla società anonima una tassa di pedaggio più modica di quella che si pagava per traghettare il fiume sulle barche.
Ma tornando a dire una parola della unione e perseveranza della società anonima e della generosità dell'Augusto Principe intento a facilitare d'ogni maniera il movimento commerciale e le industrie nei suoi sudditi, non debbo ommettere come anche costà molte strade rotabili sboccano sui piazzali del Ponte a Bocca d'Usciana. Oltre un braccio di strada aperto dalla Comunità di Pontedera alla sinistra dell'Arno della lunghezza di un miglio, la qual via, sollevata dalla pianura lungo l'argine del fiume, staccasi dalla regia postale nel borgo orientale di Pontedera, oltre quella avvene una alla destra dell'Arno a spese della società anonima fatta tagliare per la lunghezza di mille braccia sotto la scogliera del Bufalo, onde mettere in comunicazione più facile e più breve la strada detta Francesca che passa assai d’appresso alla ripa destra dell’Arno sotto S. Maria a Monte, quindi attraversa le Terre di Castel Franco, di Santa Croce e il subborgo di Fucecchio.
Inoltre un terzo tronco di strada ampia e facilmente carreggiabile staccasi dal piazzale destro del ponte per attraversare la vallecola di Montecchio dove fanno capo due rami, che uno volto a grecale sale dolcamente sulla collina di S. Colomba per raggiungere la strada provinciale Pistojese, mentre l'altro ramo volgesi a ponente verso l’ antica via provinciale Vicarese o di Piemonte, la quale passando per Calcinaja e Lungo Monte conduce a Pisa. Da questo stesso ramo poco al di là del piazzale destro del Ponte parte una strada rotabile che passa per il vecchio letto dell'Arno e introduce a Bientina.
Inoltre diramasi di là un prolungamento di via rotabile provinciale fino alla dogana del Tiglio per andare a Lucca. Così per quest’ultima via, resa pianissima, amena e in gran parte nuova, partendo da Pontedera per il Pontenuovo a Bocca d' Usciana si può andare direttamente a Lucca, che è sole 15 miglia distante, altrimenti passando per Pisa la linea che altre volte si percorreva da Pontedera a Lucca era di 27 miglia.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 534.
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