PUGLIA, PULIA
(APULIA) nel Val d’Arno aretino.
– Villaggio con chiesa parrocchiale (S. Maria Assunta) cui fu annessa la chiesa di S. Ilario a Pulia, già filiale della chiesa di S. Polo, ora quella di Arezzo, dalla qual città trovasi quasi 3 miglia toscane a settentrione, e nella cui Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento la sua popolazione è compresa.
Risiede sopra vaga collinetta situata fra la strada della Chiassa che gli passa a levante e quella provinciale casentinese tracciata al suo ponente.
Si hanno memorie di questo vico fino dal principio del secolo X, poiché il mercato che praticavasi costà nella massa di S. Ilario (a Pulia) fu ceduto ai re Ugo e Lottario, e quindi nello stesso secolo dell’Imperatore Ottone I (anno 963, 10 maggio) confermato al capitolo della cattedrale di Arezzo. – (MURAT. Ant. Med. Aevi T. II.) La chiesa di S. Ilario a Pulia da primo era di giuspadronato della badia di Selvamonda, quindi passato nell’1135 a Girolamo vescovo di Arezzo, che nel 1149 lo cedé alle monache Camaldolensi di S. Giovanni Evangelista di Pratovecchio.
Nel 1209 essendo insorta vertenza fra la badessa e monache predette ed altri pretendenti al giuspadronato di cotesta chiesa di Pulica cui era annesso uno spedaletto, con atto del 15 marzo di quell’anno furono nominati dalle parti gli arbitri, i quali lodarono a favore del Monastero di Pratovecchio. – (Annal. Camald. T. III e IV.) Contuttociò nuove controversie nel progredire nello stesso secolo si suscitarono, e nuovi giudicati, o confermarono il padronato della chiesa di S. Ilario a Pulia al monastero sopranominato, avvero i l’attribuirono al pievano di S.
Polo; nè tampoco mancarono giudici che arbitrassero spettare cotesta chiesa al piviere dell’arcipretura di Arezzo, citando una concessione di papa Clemente III.
Finalmente interrogato uno de’testimoni dove la chiesa in questione era situata, rispose; presso la strada per la quale si và a Subbiano, e nel Casentino, sotto la Villa di Pulia, e non molto lungi dalla città di Arezzo .
Fatto è però che il villaggio di Pulia col suo popolo da molto tempo innanzi era compreso nel pievanato di S.
Polo, ossia di S. Paolo a Petriolo, siccome lo dimostra un breve del 17 maggio 1095 concesso dal vescovo Costantino ai suoi canonici di Arezzo, cui assegnò fra le varie rendite quelle della corte di Pagognano e di Pulia con le loro pertinenze comprese nel piviere di S. Paolo a Petriolo. – Vedere GELLO e PAGOGNANO DI AREZZO.
La parrocchia di S. Maria Assunta a Pulia o Puglia nel 1833 contava 237 abitanti.
Risiede sopra vaga collinetta situata fra la strada della Chiassa che gli passa a levante e quella provinciale casentinese tracciata al suo ponente.
Si hanno memorie di questo vico fino dal principio del secolo X, poiché il mercato che praticavasi costà nella massa di S. Ilario (a Pulia) fu ceduto ai re Ugo e Lottario, e quindi nello stesso secolo dell’Imperatore Ottone I (anno 963, 10 maggio) confermato al capitolo della cattedrale di Arezzo. – (MURAT. Ant. Med. Aevi T. II.) La chiesa di S. Ilario a Pulia da primo era di giuspadronato della badia di Selvamonda, quindi passato nell’1135 a Girolamo vescovo di Arezzo, che nel 1149 lo cedé alle monache Camaldolensi di S. Giovanni Evangelista di Pratovecchio.
Nel 1209 essendo insorta vertenza fra la badessa e monache predette ed altri pretendenti al giuspadronato di cotesta chiesa di Pulica cui era annesso uno spedaletto, con atto del 15 marzo di quell’anno furono nominati dalle parti gli arbitri, i quali lodarono a favore del Monastero di Pratovecchio. – (Annal. Camald. T. III e IV.) Contuttociò nuove controversie nel progredire nello stesso secolo si suscitarono, e nuovi giudicati, o confermarono il padronato della chiesa di S. Ilario a Pulia al monastero sopranominato, avvero i l’attribuirono al pievano di S.
Polo; nè tampoco mancarono giudici che arbitrassero spettare cotesta chiesa al piviere dell’arcipretura di Arezzo, citando una concessione di papa Clemente III.
Finalmente interrogato uno de’testimoni dove la chiesa in questione era situata, rispose; presso la strada per la quale si và a Subbiano, e nel Casentino, sotto la Villa di Pulia, e non molto lungi dalla città di Arezzo .
Fatto è però che il villaggio di Pulia col suo popolo da molto tempo innanzi era compreso nel pievanato di S.
Polo, ossia di S. Paolo a Petriolo, siccome lo dimostra un breve del 17 maggio 1095 concesso dal vescovo Costantino ai suoi canonici di Arezzo, cui assegnò fra le varie rendite quelle della corte di Pagognano e di Pulia con le loro pertinenze comprese nel piviere di S. Paolo a Petriolo. – Vedere GELLO e PAGOGNANO DI AREZZO.
La parrocchia di S. Maria Assunta a Pulia o Puglia nel 1833 contava 237 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 678.
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