PULICIANO o PULICCIANO in Val di Chiana
– Villaggio e borgata con prioria (S. Lorenzo) filiale della pieve di S. Mustiola a Quarto, nella Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Arezzo, da cui resta circa 6 miglia toscane a ostro.
Risiede alla base meridionale del poggio di Lignano sopra la strada regia postale che passando per Perugia guida a Roma.
In questo Puliciano ebbero possessioni i marchesi del Monte di S. Maria, alla cui stirpe spettava quell’Uguccione figlio del marchese Ranieri che nell’agosto del 1044 mediante i suoi agenti determinò i confini dei possessi ch’egli aveva costà, prendendo per uno de’ termini un fosso fra le due Chiane, avendo a contatto i beni del capitolo aretino che gli autori dello stesso Marchese Uguccione donarono ai canonici della cattedrale di Arezzo, beni che furono loro confermati dagl’Imperatori Ottone III, da Federigo I e da altri principi, compresavi tra quelle possessioni una situata in Puliciano. Più chiaramente appella a cotesto villaggio ed alla sua chiesa di S. Lorenzo, un altro istrumento dell’aprile 1076, col quale la contessa Sofia vedova del Marchese Arrigo del fu Uguccione suddetto, e rimaritata al conte Alberto di Vernio, stando nel Castello di Montevarchi, vendè ai canonici di Arezzo la sua porzione, che era la quarta parte, della corte e Castello di Puliciano e della chiesa di S. Lorenzo ivi situata e compresa nel piviere di S. Mustiola a Quarto; luoghi tutti che dichiara stimati dalla via del Toppo di Figline fino in Padule, la quale linea di demarcazione divideva la corte di Puliciano da quella di Pigli. – Vedere MONTEVARCHI.
Anche nel luglio del 1084 la contessa Adalagita moglie del Marchese Uguccione II, e figlio del fu Arrigo, rinunziò in favore de’ canonici di Arezzo ad ogni diritto che poteva pretendere sul castello di Puliciano e sua corte nel piviere di S. Mustiola a Quarto. – (CAMICI, Dei Marchesi di Toscana T. I) Attualmente Puliciano dà anche il nome ad una tenuta del Marchese Gino Capponi di Firenze situata nel detto popolo.
La parrocchia de’ SS. Lorenzo e Martino a Puliciano nel 1833 contava 809 abitanti.
Risiede alla base meridionale del poggio di Lignano sopra la strada regia postale che passando per Perugia guida a Roma.
In questo Puliciano ebbero possessioni i marchesi del Monte di S. Maria, alla cui stirpe spettava quell’Uguccione figlio del marchese Ranieri che nell’agosto del 1044 mediante i suoi agenti determinò i confini dei possessi ch’egli aveva costà, prendendo per uno de’ termini un fosso fra le due Chiane, avendo a contatto i beni del capitolo aretino che gli autori dello stesso Marchese Uguccione donarono ai canonici della cattedrale di Arezzo, beni che furono loro confermati dagl’Imperatori Ottone III, da Federigo I e da altri principi, compresavi tra quelle possessioni una situata in Puliciano. Più chiaramente appella a cotesto villaggio ed alla sua chiesa di S. Lorenzo, un altro istrumento dell’aprile 1076, col quale la contessa Sofia vedova del Marchese Arrigo del fu Uguccione suddetto, e rimaritata al conte Alberto di Vernio, stando nel Castello di Montevarchi, vendè ai canonici di Arezzo la sua porzione, che era la quarta parte, della corte e Castello di Puliciano e della chiesa di S. Lorenzo ivi situata e compresa nel piviere di S. Mustiola a Quarto; luoghi tutti che dichiara stimati dalla via del Toppo di Figline fino in Padule, la quale linea di demarcazione divideva la corte di Puliciano da quella di Pigli. – Vedere MONTEVARCHI.
Anche nel luglio del 1084 la contessa Adalagita moglie del Marchese Uguccione II, e figlio del fu Arrigo, rinunziò in favore de’ canonici di Arezzo ad ogni diritto che poteva pretendere sul castello di Puliciano e sua corte nel piviere di S. Mustiola a Quarto. – (CAMICI, Dei Marchesi di Toscana T. I) Attualmente Puliciano dà anche il nome ad una tenuta del Marchese Gino Capponi di Firenze situata nel detto popolo.
La parrocchia de’ SS. Lorenzo e Martino a Puliciano nel 1833 contava 809 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 683.
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