RUFINA

in Val di Sieve.

– Borgata con nuova chiesa parrocchiale (S Martino) nel piviere di Castiglioni, Comunità e 5 miglia circa a settemtrione di Pelago, Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole , Compartimento di Firenze.
Questo borgo, che prese il nome dal torrente che lo attraversa, è posto lungo la strada regia Forlivese che passa alla sinistra della Sieve e che trovasi ad una egual distanza fra il Pontassieve e Dicomano.
All'Articolo FOLGANO rammentai un documento del 1090, nel quale si tratta di beni posseduti alla Rufina dai conti Guidi.
In questo borgo ebbero anche signoria , almeno nel primo terzo del secolo XII, i vescovi di Fiesole, mentre il Pontefice Pasquale II con bolla dell'11 marzo 1103 e Innocenzo II nel 16 novembre 1134 confermarono a quei prelati, fra le altre cose, una parte del castel de l la Ruf ina .
Che però cotesto dominio temporale fosse precario lo danno per dimostrato non solo due privilegi imperiali del 1191 e 1220 compartit i da Arrigo VI e da Federigo II ai conti Guidi, ai quali concederono in feudo anche la Rufina, ma ancora un'altra bolla spedita lì 31 dicembre 1153 dal Pontefice Anastasio IV a Ridolfo vescovo di Fiesole, nella quale non si fa più menzione del castello della Rufina. Contuttociò l'Ammirato ne’suoi Vescovi di Fiesole dice, che nell'anno 1154 lo stesso vescovo Ridolfo, ad istanza di Alberto priore della chiesa di Figline, confermò un tal Giovanni in custode dello spelale della Ruffina; senonchè quell’atto riferisce allo spedale di Riofino nel Val d’Arno superiore. – Vedere RIOFINO.
Che se a tutto ciò si aggiunga il fatto che gli uomini della Rufina nell'anno 1076 di loro libero arbitrio asseguarono de’beni al capitolo della cattedrale fiorentina, ed in quell'anno stesso ne ottennero la conferma dal Pontefice Gregorio VII, si dovrà concludere che nel paese della Rufina i vescovi di Fiesole avessero dominio pro tempore.
È altresi vero che sul declinare del secolo XIII mediante beneplacito della Signoria di Firenze i vescovi di Fiesole inviavano costà alla Rufina un loro vicedomino o po testà, al quale prestar dovevano obbedienza i vassalli che quei vescovi avevano in Monte Bonello, alla Rufina, in Agna, a Petrogaaao, a Turrichi, a Castiglioni ed in qualche altro cas telletto della Val di Sie ve. Ma innanzi di giurare fedeltà al vice domino de’vescovi fiesolani, quelle genti erano costretti a chiederne licenza alla Signoria di Firenze. – Vedere TURRICCHI.
La popolazione della Rufna per quanto avesse fino dal 1299 una chiesa propria sotto l'invocazione di S. Martino, pure essa non tornò parrocchiale prima del 1819, anno in cui dopo avere la famiglia Casini di quel luogo assegnato una dote congrua alla chiesa da essi edificata, questa venne eretta in cura mediante un decreto vescovile nell'atto stesso che fu soppressa l’altra di S. Stefano a Lucente, raccomandando il suo popolo ai rettori delle due nuove parrocchia della Rufina e di S. Francesco dei Frati Zoccolanti poste alla destra del fiume, di là dal Pontassieve.
La parrocchia di S. Martino alla Rufina nel 1833 contava 783 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 841.