SCANDICCI, o SCANDICCIO (SS. MARTINO e GIORGIO A)
nella Val d’Era.
– (ERRATA : Chiesa diruta che fu sotto la pieve di Pava, altrimenti detta Pieve a Pitti nella Comunità di Terricciola, Giurisdizione di Peccioli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa) Due Scandicci con due chiese sotto la stessa Diocesi di Volterra, la prima di S. Martino nel piviere di Pava, Comunità di Terriciola, la seconda di S. Giorgio nel piviere di Tojano, Comunità di Palaja. – Vedere il SUPPLEMENTO.
La chiesa di Scandicci della Diocesi volterrana fu distinta sotto il titolo di S Giorgio a Scandiccio in un breve dtl Pont. Pio II dato in Roma li 28 sett. 1458, col quale ingiunse ai suoi delegati di unire al Mon. delle Brigidiane al Paradiso in Pian di Ripoli fra gli altri benefizii la chiesa di S. Giorgio d Scandiccio della diocesi di Volterra. La quale unione non sembra che si effettuasse prima del 20 dic. dello stesso anno, come in altra carta si legge, sebbene fu presto ritolta a quelle monache. Es sendo. che il Pont. Paolo II successore di Pio II, con breve del 9 novembre 1464, comandò all'abbate di S. Salvadore di Spugna ed al priore di S. Pietro di Cedda, stati già a tale effetto delegati da Pio II, di riunire al monastero del Paradiso la chiesa de'SS. Fabiano e Sebastiano della diocesi di Siena, e cotesta di S. Giorgio a scandiccio della Dioc. di Volterra. – (Arch. Dipl. Fior. Carte dello Spedale di Bonifazio).
E li è spiegata la ragione del non avere avuto effetto la prima unione, a causa, dice il breve, della revoca fatta dagli antecessori del Pont. Paolo II, e forse dal medesimo Pio II. Avvegnachè fra le carte degli Olivetani di Pisa, (ora nell’Arch. Dipl. Fior.) havvene una del 20 agosto 1463 spettante all'unione ed incorporazione ordinata dall’arcidiacono del capitolo di Volterra, come commissario apostolico, al diaconato della cattedrale di Volterra della chiesa plebana di Gabbreto presso Montecatini in Val di Cecina e di quella di S. Martino di Scandiccio, entrambe della diocesi volterrana. – Vedere GABBRETO in Val di Cecina.
La chiesa di Scandicci della Diocesi volterrana fu distinta sotto il titolo di S Giorgio a Scandiccio in un breve dtl Pont. Pio II dato in Roma li 28 sett. 1458, col quale ingiunse ai suoi delegati di unire al Mon. delle Brigidiane al Paradiso in Pian di Ripoli fra gli altri benefizii la chiesa di S. Giorgio d Scandiccio della diocesi di Volterra. La quale unione non sembra che si effettuasse prima del 20 dic. dello stesso anno, come in altra carta si legge, sebbene fu presto ritolta a quelle monache. Es sendo. che il Pont. Paolo II successore di Pio II, con breve del 9 novembre 1464, comandò all'abbate di S. Salvadore di Spugna ed al priore di S. Pietro di Cedda, stati già a tale effetto delegati da Pio II, di riunire al monastero del Paradiso la chiesa de'SS. Fabiano e Sebastiano della diocesi di Siena, e cotesta di S. Giorgio a scandiccio della Dioc. di Volterra. – (Arch. Dipl. Fior. Carte dello Spedale di Bonifazio).
E li è spiegata la ragione del non avere avuto effetto la prima unione, a causa, dice il breve, della revoca fatta dagli antecessori del Pont. Paolo II, e forse dal medesimo Pio II. Avvegnachè fra le carte degli Olivetani di Pisa, (ora nell’Arch. Dipl. Fior.) havvene una del 20 agosto 1463 spettante all'unione ed incorporazione ordinata dall’arcidiacono del capitolo di Volterra, come commissario apostolico, al diaconato della cattedrale di Volterra della chiesa plebana di Gabbreto presso Montecatini in Val di Cecina e di quella di S. Martino di Scandiccio, entrambe della diocesi volterrana. – Vedere GABBRETO in Val di Cecina.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 212.
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