SUSINANA
nella Valle del Senio in Romagna.
– Castello che diede il titolo ad un ramo dagli Ubaldini detti Pagani da Susinana, poscia ad una Badia di Vallombrosani, convertita attualmente in parrocchia secolare sotto l’invocazione di S. Maria a Susinana, appellata anche Rio Cesare, nel piviere di S. Giovanni a Misileo, Comunità e circa tre miglia toscane a settentrione grecale di Palazzuolo, Giurisdizione di Marradi, Diocesi e Compartimento di Firenze.
La rocca di Susinana trovasi in un risalto di poggio bagnato dal lato occidentale dal fiume Senio, mentre la chiesa abbaziale di Rio Cesare, è posta in vicinanza del fiume.
All’Articolo PALAZZUOLO DI ROMAGNA fu detto qualmente Susinana faceva parte dei possessi compresi nel Podere degli Ubaldini o de’Pagani, così detti da uno per nome Pagano che diede, o che prese vocabolo dal Castel Pagano nella stessa valle. Da uno di essi derivò quel mess. Pagano di Susinana , il di cui figlio Bonifazio nel 1256 si maritò alla contessa Margherita figlia del Conte Guido di Modigliana e sorella del ghibellino capitano Conte Guido Novello.
Dal detto matrimonio nacque donna Albiera, la quale per atto pubblico rogato nel 1280 in Porciano all’occasione di maritarsi a Giovanni figliuolo di Ugolino degli Ubaldini da Senni, alla presenza del suo avo materno Conte Guido di Modigliana rinunziò ai fratelli di lei Simone e Bonifazio e a Paganino del fu Pietro di Pagano, come pure a favore dei figli del Conte Guido di Modigliana suoi cugini, tutti i suoi diritti ereditarj. – (P. ILDELFONSO, Delizie degli Eruditi T. VII.) Di Maghinaldo figlio di Pietro di Pagano II parla più a lungo l’istoria, e segnatamente il Lami, il quale supponeva che i primi possessi di Susinana fossero pervenuti in Maghinardo suddetto dai vescovi fiorentini, stantechè cotesta mensa fino dal secolo XI riceveva tributo di vassallaggio dagli uomini del castel di Susinana.
– Il qual Maghinardo, non lasciando altri figli, eccetto una femmina per nome Andrea, destinò la sua eredità alla figlia medesima, la quale poi essendosi maritata a un Ubaldini portò in questa casa il podere de’Pagani.
Frattanto il nome di Maghinardo tornò a rinnovarsi nel nuovo ramo degli Ubaldini del Podere. Tale fu un Maghinardo Novello figlio di Giovanni e padre di Giovacchino e di Ottaviano rammentati più volte agli Articoli FRASSINO, LOZZOLE, PAGANO (CASTEL), PALAZZUOLO ecc.
Maghinaldo Novello figliuolo di Giovanni degli Ubaldini, stimato il primo guerriero di sua famiglia, diede che fare assai alle genti della Repubblica Fiorentina state più volte inviate tra il 1250 ed il 1381 nell’Alpe e nel Podere degli Ubaldini, sia quando nel 1350 furono presi i Castelli di Montegemmoli, di Montecoloreto e di Bordignana nell’Alpi; sia quelli di Bozzolo e di Vignano nel podere dove ad onta delle larghe promesse fatte dai comandanti fiorentini ai loro soldati, non poterono espugnare le rocche di Susiniana e di Val d’Agnello per la fortezza del sito.
Al Maghinaldo Novello II degli Ubaldini spetta il fatto della resa del castel del Frassino nel Podere caduto in mano de’Fiorentini nel 1373 dopo essere stato decapitato come ribelle il prenominato Maghinardo degli Ubaldini.
La trista fine di costui rese più attento alla difesa del suo castello di Susinana Giovanni figliuolo di Azzo degli Ubaldini, il quale assediato dalle truppe inviatevi da firenze si sarebbe per lungo tempo difeso, se egli non fosse stato tradito da un suo domestico; e così ebbesi non solo la rocca di Susinana, ma ancora l’altra di Val d’Agnello, e poco dopo venne in potere della Rep. il castello di Tirli nell’Alpe; il quale, al dire dell’Ammirato, fu l’ultimo castello degli Ubaldini che cadde sotto il dominio della Rep. Fior. – (Stor. Fior. Lib. VIII.) Ma non per questo gli Ubaldini cessarono di accendere fuoco e inanimire i popoli del Podere contro la Rep. Fior.
Uno di essi era lo stesso Giovanni figlio d’Azzo che nel 1373 dovè cedere la rocca di Susinana.
Sennonché i Dieci della Guerra per sollevazione insorta appresso nei popoli di Susinana e del Frassino col consiglio della Signoria deliberarono di spianare entrambe quelle rocche. Imperocchè gli Ubaldini pretendevano niente meno di riavere cotesti due castelli come spettanti alla casa loro. (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XV.) Allora fu mandato ordine, sotto il dì 1 giugno del 1387, al vicario del Podere fiorentino, già degli Ubaldini , di levare la campana del Comune di Susinana ed inviarla a Figline in pena della ribellione di quel popolo. – Vedere FIGLINE. Vol. II pag. 133.
Al di sotto della rocca di Susinana fu eretta nel secolo XII la Badia di S. Maria a Rio Cesare, o dir si voglia di Susinana. Uno de’più antichi documenti pervenuti da quella chiesa abbaziale, ora fra le carte della Badia di Ripoli nell’Arch. Dipl. Fior., consiste in un istrumento del 1 maggio 1223 scritto nella chiesa di S. Lorenzo sul Marzeno (ora a Miano), col quale Pagano del fu Pietro di Pagano del Podere vendé all’abate di S. Reparata di Marradi per lire 16 e soldi 4 due pezzi di terra posti in Marzeno.
Ma la Badia di Susinana nel secolo XVI era già ridotta a commenda, mentre il Pontefice Clemente VII con bolla dell’11 febbrajo 1529 conferì il priorato abbaziale di S.
Maria di Rio Cesare della Congregazione di Vallombrosa al monaco vallombrosano don Bernardo di Cosimo Valgimigli con assegnarli su quella l’annua rendita di 40 ducati d’oro.
Anche il Pontefice Pio V con bolla del 14 ottobre 1568 diede l’investitura del priorato abbaziale di S. Maria in Rio Cesare ad altro monaco vallombrosano D. Gio.
Gualberto Valgimigli, cui succedé don Arcangelo Valgimigli, monaco della Congregazione stessa mediante breve spedito da Roma dal Pontefice Sisto V nel 5 aprile dell’anno 1588.
Nel 1669 era suo abbate commendatario il monaco Giuliano Rilli nobile fiorentino, che in detto anno abitando in cotesto priorato abbaziale commentò i privilegj pontificj concessi alla Congregazione di Vallombrosa, ed in special modo quello ottenuto dal Pontefice Gregorio XI.
Finalmente sotto il governo di Leopoldo I la Badia di Susinana, o di Rio Cesare fu totalmente soppressa, ed il suo parroco di data regia venne dichiarato inamovibile.
La prioria abbaziale di S. Maria a Susinana, o in Rio Cesare, nell’anno 1833 contava 303 abitanti.
La rocca di Susinana trovasi in un risalto di poggio bagnato dal lato occidentale dal fiume Senio, mentre la chiesa abbaziale di Rio Cesare, è posta in vicinanza del fiume.
All’Articolo PALAZZUOLO DI ROMAGNA fu detto qualmente Susinana faceva parte dei possessi compresi nel Podere degli Ubaldini o de’Pagani, così detti da uno per nome Pagano che diede, o che prese vocabolo dal Castel Pagano nella stessa valle. Da uno di essi derivò quel mess. Pagano di Susinana , il di cui figlio Bonifazio nel 1256 si maritò alla contessa Margherita figlia del Conte Guido di Modigliana e sorella del ghibellino capitano Conte Guido Novello.
Dal detto matrimonio nacque donna Albiera, la quale per atto pubblico rogato nel 1280 in Porciano all’occasione di maritarsi a Giovanni figliuolo di Ugolino degli Ubaldini da Senni, alla presenza del suo avo materno Conte Guido di Modigliana rinunziò ai fratelli di lei Simone e Bonifazio e a Paganino del fu Pietro di Pagano, come pure a favore dei figli del Conte Guido di Modigliana suoi cugini, tutti i suoi diritti ereditarj. – (P. ILDELFONSO, Delizie degli Eruditi T. VII.) Di Maghinaldo figlio di Pietro di Pagano II parla più a lungo l’istoria, e segnatamente il Lami, il quale supponeva che i primi possessi di Susinana fossero pervenuti in Maghinardo suddetto dai vescovi fiorentini, stantechè cotesta mensa fino dal secolo XI riceveva tributo di vassallaggio dagli uomini del castel di Susinana.
– Il qual Maghinardo, non lasciando altri figli, eccetto una femmina per nome Andrea, destinò la sua eredità alla figlia medesima, la quale poi essendosi maritata a un Ubaldini portò in questa casa il podere de’Pagani.
Frattanto il nome di Maghinardo tornò a rinnovarsi nel nuovo ramo degli Ubaldini del Podere. Tale fu un Maghinardo Novello figlio di Giovanni e padre di Giovacchino e di Ottaviano rammentati più volte agli Articoli FRASSINO, LOZZOLE, PAGANO (CASTEL), PALAZZUOLO ecc.
Maghinaldo Novello figliuolo di Giovanni degli Ubaldini, stimato il primo guerriero di sua famiglia, diede che fare assai alle genti della Repubblica Fiorentina state più volte inviate tra il 1250 ed il 1381 nell’Alpe e nel Podere degli Ubaldini, sia quando nel 1350 furono presi i Castelli di Montegemmoli, di Montecoloreto e di Bordignana nell’Alpi; sia quelli di Bozzolo e di Vignano nel podere dove ad onta delle larghe promesse fatte dai comandanti fiorentini ai loro soldati, non poterono espugnare le rocche di Susiniana e di Val d’Agnello per la fortezza del sito.
Al Maghinaldo Novello II degli Ubaldini spetta il fatto della resa del castel del Frassino nel Podere caduto in mano de’Fiorentini nel 1373 dopo essere stato decapitato come ribelle il prenominato Maghinardo degli Ubaldini.
La trista fine di costui rese più attento alla difesa del suo castello di Susinana Giovanni figliuolo di Azzo degli Ubaldini, il quale assediato dalle truppe inviatevi da firenze si sarebbe per lungo tempo difeso, se egli non fosse stato tradito da un suo domestico; e così ebbesi non solo la rocca di Susinana, ma ancora l’altra di Val d’Agnello, e poco dopo venne in potere della Rep. il castello di Tirli nell’Alpe; il quale, al dire dell’Ammirato, fu l’ultimo castello degli Ubaldini che cadde sotto il dominio della Rep. Fior. – (Stor. Fior. Lib. VIII.) Ma non per questo gli Ubaldini cessarono di accendere fuoco e inanimire i popoli del Podere contro la Rep. Fior.
Uno di essi era lo stesso Giovanni figlio d’Azzo che nel 1373 dovè cedere la rocca di Susinana.
Sennonché i Dieci della Guerra per sollevazione insorta appresso nei popoli di Susinana e del Frassino col consiglio della Signoria deliberarono di spianare entrambe quelle rocche. Imperocchè gli Ubaldini pretendevano niente meno di riavere cotesti due castelli come spettanti alla casa loro. (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XV.) Allora fu mandato ordine, sotto il dì 1 giugno del 1387, al vicario del Podere fiorentino, già degli Ubaldini , di levare la campana del Comune di Susinana ed inviarla a Figline in pena della ribellione di quel popolo. – Vedere FIGLINE. Vol. II pag. 133.
Al di sotto della rocca di Susinana fu eretta nel secolo XII la Badia di S. Maria a Rio Cesare, o dir si voglia di Susinana. Uno de’più antichi documenti pervenuti da quella chiesa abbaziale, ora fra le carte della Badia di Ripoli nell’Arch. Dipl. Fior., consiste in un istrumento del 1 maggio 1223 scritto nella chiesa di S. Lorenzo sul Marzeno (ora a Miano), col quale Pagano del fu Pietro di Pagano del Podere vendé all’abate di S. Reparata di Marradi per lire 16 e soldi 4 due pezzi di terra posti in Marzeno.
Ma la Badia di Susinana nel secolo XVI era già ridotta a commenda, mentre il Pontefice Clemente VII con bolla dell’11 febbrajo 1529 conferì il priorato abbaziale di S.
Maria di Rio Cesare della Congregazione di Vallombrosa al monaco vallombrosano don Bernardo di Cosimo Valgimigli con assegnarli su quella l’annua rendita di 40 ducati d’oro.
Anche il Pontefice Pio V con bolla del 14 ottobre 1568 diede l’investitura del priorato abbaziale di S. Maria in Rio Cesare ad altro monaco vallombrosano D. Gio.
Gualberto Valgimigli, cui succedé don Arcangelo Valgimigli, monaco della Congregazione stessa mediante breve spedito da Roma dal Pontefice Sisto V nel 5 aprile dell’anno 1588.
Nel 1669 era suo abbate commendatario il monaco Giuliano Rilli nobile fiorentino, che in detto anno abitando in cotesto priorato abbaziale commentò i privilegj pontificj concessi alla Congregazione di Vallombrosa, ed in special modo quello ottenuto dal Pontefice Gregorio XI.
Finalmente sotto il governo di Leopoldo I la Badia di Susinana, o di Rio Cesare fu totalmente soppressa, ed il suo parroco di data regia venne dichiarato inamovibile.
La prioria abbaziale di S. Maria a Susinana, o in Rio Cesare, nell’anno 1833 contava 303 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 488.
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