TORRI (S. MUSTIOLA A)

in Val di Merse.

– Antica abbazia di monaci Vallombrosani, ora chiesa parrocchiale con annessa villa signorile nella Comunità Giurisdizione e circa tre miglia toscane a ostro di Sovicille, Diocesi e Compartimento di Siena.
Risiede in un risalto di collina, alla cui base passa il torrente Rosia lasciando il Castello di Rosia alla sua sinistra, mentre trovasi alla sua destra.
All’Articolo. ALFIANO (BADIA DI S. TRINITA IN) indicai i motivi e l’epoca per cui questa di S. Mustiola a Torri nel 1510 accolse i Vallombrosani della Badia predetta, allorché sembra che prendesse il doppio titolo di S. Trinita e S. Mustiola a Torri.
All’Articolo poi BADIA DI S. MUSTIOLA A TORRI fu indicato l’anno 1189 come quello della fondazione del suo monastero.
Un istrumento per altro del 1156 esistente nell’Archivio Diplomatico San. Dimostra che la Badia di Torri esisteva da molti anni innanzi. Avvegnachè che con quell’atto rogato nella curia de’consoli di Siena presso la chiesa di S. Paolo don Arnolfo abate del monastero di S. Mustiola a Torri, previo il consenso dei monaci, concedè al Comune di Siena rappresentato da Ranieri vescovo, da Ugolino di Barota, da Malagalia e da Donusdeo, tutti consoli di detta città, il poggio di Montaguto con le sue pertinenze, situato sopra il fiume Rosia con l’obbligo di mandare al monastero di Torri nel giorno di S. Mustiola un cero di tre libre. – (Kaleffo vecchio n.° 26.) Questo fatto giova anche a rettificare quanto sulla fede del Gigli fu ripetuto all’Articolo MONTAGUTO DI VAL DI ROSIA.
Ora aggiungerò, qualmente una de’primi abbati Vallombrosani di Torri per nome Lottario, nel 1189 fece consacrare la chiesa della stessa badia da Bono vescovo di Siena, assistito da Ildebrandino vescovo di Volterra, da Martino vescovo di Massa Marittima, e da Gualfredo vescovo di Grosseto. – (TIZIO, Istoria inedita di Siena MS.) Nel 1244 era abbate di Torri un don Alberto, il quale ottenne licenza dal potestà di Siena di potere edificare due mulini sulla Merse con alcune condizioni espresse in quel contratto rogato in detta Badia lì 15 gennajo del 1244, stile comune. – (ARCH. DIPL. SAN. Kaleffo dell’Assunta n.° 786) All’Articolo poi CAMPAGNATICO fu detto, che una parte di quella contrada era posseduta dai monaci di S.
Mustiola a Torri, tostochè circa l’anno 1272 la diedero ad enfiteusi a Donusdeo di Lotteringo de’Tolomei di Siena per la retribuzione annua di una libbra di pepe. Al che giova un istrumento del 13 novembre 1281 scritto nella badia di S. Lorenzo dell’Ardenghesca, col quale don Placido abbate del Monastero S. Mustiola a Torri notificò ai monaci dell’Ardenghesca la licenza stata accordata dal Pontefice Niccolò III di potere alienare per la somma di lire 1500 sanesi alcuni beni del monastero di Torri, situato nel distretto di Monte Verdi sull’Ombrone, con altre possessioni di quei contorni nello stesso contratto designate. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Monastero degli Angeli di Siena).
Sul declinare del secolo XII, se non fu piuttosto nelle prime decadi del secolo susseguente, il Monastero di S.
Mustiola a Torri fu tassato per due soldi lucchesi da pagarsi annualmente alla S. Sede, come apparisce dal Registro Vaticano di Cencio Camerario.
La stessa Badia di Torri trovossi un tempo affiliata a quella de’Vallombrosani di Coltibuono. Essa conta fra i primi suoi abitati commendatarj il vescovo di Siena Gabbriello Condelmerio, poi papa Eugenio IV; e fu circa 40 anni dopo che il Pontefice Pio II (anno 1462) dichiarò abbati perpetui di S. Mustiola di Torri gli arcivescovi di Siena i quali d’allora in poi godono della badia medesima l’uso e l’entrate.
Cotesto claustro soffrì più volte dei guasti dalle soldatesche nemiche, fra le quali è nota nella storia l’escursione fatta fino costà nel 1332 da Ciupo Scolari, e più tardi dopo la presa di Firenze (anno 1530) da una mano di soldati imperiali che vi si acquartierarono, capitanati da don Ferrante Gonzaga.
La chiesa di S. Mustiola a Torri è di antica struttura rinchiusa nel pittoresco claustro del monastero con portico a colonne sottili senza base e con capitelli lavorati a figure, a uccelli e a fogliami. L’interno della chiesa con 5 alteri ha l’aspetto di un’architettura semplice con tettoja a cavalletti. – Nel claustro esiste un’iscrizione del 1462 riguardante la concessione di Pio II della badia stessa con tutti i suoi beni alla mensa arcivescovile di Siena, i di cui metropolitani continuano tuttora a passarvi annualmente qualche tempo in villeggiatura.
La parrocchia di S. Mustiola a Torri nel 1833 contava 281 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 546.