VADA (PADULE DI)
nel littorale Toscano.
– La più antica memoria e descrizione del padule salso di Vada suddiviso in laghetti comunicanti in mare per piccola fossa con angusta foce difesa da cateratte, la dobbiamo sin dal principio del secolo V a Rutilio Namaziano, allorché, dopo avere egli approdato al porto di Vada, si recò a dormire nella sovrastante villa del senatore C. Albino Cecina, cantando: Subiectas villae vacat adspecstare salinas Namque hoccensetur nomine salsa palus.
Qua mare terrenis declive canalibus intrat, Multifidosque lacus parvula fossarigat.
Ast ubi flagrantes admovit Syrias ignes, Quum pallent herbae, quum sitit omnis ager.
Tam cataractarum claustris excluditur aequor.
Ut fixos latices torrida duret humus.
Concipiunt aerem nativa coagula Phoebum, Et gravis aestivo crusta calore coit.
A questo stagno marino ed alle sue saline appellano vari istrumenti dei secoli longobardi e carolingi, i di cui vari archetipi si conservano negli archivi arcivescovili di Pisa e di Lucca; i più antico de'quali è quello del 754 quando possedeva parte di coteste saline il nobile Walfredo fondatore del Monastero di S. Pietro a Palazzuolo.
Anco l'altre membrane di quel secolo dell'Arch. Arciv. di Lucca rammentano le saline di Vada , alcune delle quali furono pubblicate dal Muratori nelle sue Ant. M. Aevi.
All'Articolo ROSIGNANO, Comunità, dissi pure, che rispetto alla migliorata condizione atmosferica della pianura di Vada e delle sovrastanti colline di Rosignano, ciò è dovuto alle aumentate coltivazioni di quel suolo, alle folte boscaglie tagliate (ERRATA : ed alle ristrette paduline salse di Vada) ed alli oggimai scomparsi stagnuoli di Vada.
Qua mare terrenis declive canalibus intrat, Multifidosque lacus parvula fossarigat.
Ast ubi flagrantes admovit Syrias ignes, Quum pallent herbae, quum sitit omnis ager.
Tam cataractarum claustris excluditur aequor.
Ut fixos latices torrida duret humus.
Concipiunt aerem nativa coagula Phoebum, Et gravis aestivo crusta calore coit.
A questo stagno marino ed alle sue saline appellano vari istrumenti dei secoli longobardi e carolingi, i di cui vari archetipi si conservano negli archivi arcivescovili di Pisa e di Lucca; i più antico de'quali è quello del 754 quando possedeva parte di coteste saline il nobile Walfredo fondatore del Monastero di S. Pietro a Palazzuolo.
Anco l'altre membrane di quel secolo dell'Arch. Arciv. di Lucca rammentano le saline di Vada , alcune delle quali furono pubblicate dal Muratori nelle sue Ant. M. Aevi.
All'Articolo ROSIGNANO, Comunità, dissi pure, che rispetto alla migliorata condizione atmosferica della pianura di Vada e delle sovrastanti colline di Rosignano, ciò è dovuto alle aumentate coltivazioni di quel suolo, alle folte boscaglie tagliate (ERRATA : ed alle ristrette paduline salse di Vada) ed alli oggimai scomparsi stagnuoli di Vada.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 618.
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