VALLE DELL’ARNO

– Se si dovesse considerare geologicamente cotesta Valle converrebbe farne una sola, a partire dalla sorgente fino allo sbocco dello stesso fiume nel mare; avvegnacchè non solo i geologi, ma molto geografi moderni considerano tutta una Valle quella che, mediante ramificazioni secondarie di una catena principale suddividesi in valloni subalterni al corso di un fiume reale.
Persuaso mi mostrai di tale opinione sino da quando all’Articolo ARNO di quest’Opera divisi la Valle dell’Arno in sei bacini, cioè: 1° del Val d’Arno casentinese; 2° del Val d’Arno aretino; 3° del Val d’Arno superiore; 4° del Val d’Arno fiorentino; 5° del Val d’Arno inferiore; e 6° del Val d’Arno pisano, ultimo suo bacino.
In quello stesso Articolo fu data un’idea a volo d’uccello dello stato fisico dei sei bacini sunnominati e fui indicata approssimativamente la pendenza relativa degli stessi bacini dall’origine di Capo d’Arno sino alla sua foce in mare.
In conseguenza pertanto di cotesta divisione io contemplerò come attinenze subalterne ai sei bacini dell’Arno, tutte quelle valli o valloni , le cui fiumane tributano le loro acque in uno dei bacini di sopra indicati.
Per modo che io debbo includere nel bacino superiore del Val d’Arno casentinese tutte le valli minori, valloni e vallecole che scendono nell’Arno in quel primo bacino; lo stesso dicasi non solo degli altri cinque bacini dell’Arno, ma di quelli dell’Ombrone sanese, del Serchio, ecc. ecc.
Se non che, entrato l’Arno nel bacino aretino ed in quello inferiore, si presentano due anomalie nel corso bipartito di due fiumane; voglio dire della Chiana e dell’Ozzeri, poiché una parte delle acque della Chiana si rivolge a ostro per avviarsi nel Tevere; per egual modo una parte dell’Ozzeri piegando da scirocco a ponente entra sotto nome di Rogio nel Lago di Bientina e conseguentemente nel Val d’Arno inferiore allo sbocco della Seressa , mentre la porzione occidentale dell’Ozzeri spetta alla Valle del Serchio, in cui quel fiumicello, o fosso, dirigesi passata la dogana di Cerasomma.
Finalmente un terzo ostacolo lo fornisce il sesto bacino dell’Arno per la Valle inferiore del Serchio da Ripafratta al mare, la quale sezione si contemplerebbe come una parte del Val d’Arno pisano , qualora si debba riflettere all’antico sbocco del Serchio nell’Arno sotto Pisa, come ancora se contemplare si dovesse la pianura, fra Pisa e Pietrasanta priva com’è di ramificazioni secondarie di poggi da servire di limite e di separazione naturale fra i due fiumi nel bacino pisano. Altronde quando si pensa che il Serchio dopo un lungo tragitto, già da molti secoli si è aperta una foce sua propria in mare, debbo riguardare la sua Valle separatamente da quella del sesto bacino, ossia della Valle dell’Arno pisano.
Premesse coteste brevi avvertenze, riprendo il discorso per designare la superficie territoriale della Valle dell’Arno con la popolazione in ciascuno dei suoi bacini, dai quali escludo la superficie e la popolazione di alcune Comunità fuori del Granducato.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 636.