VIA, o STRADA

– All'Articolo STRADA ho richiamato il lettore a questo di VIA per indicare i nomi, l'epoca, lunghezza e andamento delle molte VIE REGIE, POSTALI E NON POSTALI, come anche delle VIE PROVINCIALI rotabili che in varie direzioni furono e sono aperte nella Toscana, non tralasciando di far parola di moltissime VIE COMUNITATIVE ROTABILI che a guisa delle vene nel corpo umano mettono in comunicazione, accrescono vita, interesse e prosperità alle varie parti della Toscana Granducale nei suoi cinque Compartimenti amministrativi. – Per ultimo s'indicherà l'andamento delle STRADE FERRATE aperte, o che sono state finora dai governi nella Toscana approvate.
1. VIA AURELIA NUOVA, VIA EMILIA DI SCAURO, poi VIA ROMEA E FRANCESCA, ora VIA REGIA e PROVINCIALE EMILIA . – Fra le oscurità delta storia antica di Roma, una mi sembra quella di non potere conoscere con chiarezza l'andamento preciso delle Vie Militari, ossia Consolari, le quali sotto il governo della Repubblica e dell'Impero attraversavano la Toscana. Fra le medesime mi limiterò alla Via Aurelia nuova, tracciata per le nostre Maremme ed alla Via Cassia che guidava a Chiusi, e quindi dirigevasi a Firenze.
Che se dell'epoca e dell'andamento della Via Aurelio vecchia, che da Roma terminava al Foro Aurelio presso Montalo, abbiamo notizie sufficientemente concordi, non è per altro da dirsi la cosa medesima dell'autore e dell'andamento preciso dell’ Aurelia nuova, la quale appunta doveva percorrere il littorale della Toscana attuale, a partire dal Foro Aurelio fino il comune occidentale dell'Italia romana, confine che nel secolo VI di Roma terminava verso settentrione con l’ Arno a Pisa.
Per altro, che cotesta Via Aurelia ai tempi dell' Impero romano si distinguesse in Vecchia e nuova, non ne lascia dubbio un' iscrizione posta alla base marmorea di una statua innalzata dal senato e popolo di Tivoli sotto l’ impero di Adriano oppure di Antonino Pio a C. Pupillo Caro figlio del console C. Pedone, nella quale si leggeva fra le molte magistrature da esso coperte anche quella di essere Curatore delle Vie Aurelia vecchia e nuova.
Ma chi fosse stato il primo continuatore della Via Aurelia? fino dove arrivasse la nuova e per quali luoghi delle toscane Maremme precisamente passasse, ciò è nascosto in gran parte nelle tenebre dell' istoria; giacché le tracce lasciateci dal così dello Itinerario di Antonino, o dalla Tavola Peutingeriana, oltre di essere quei documenti inesatti nei nomi dei luoghi e nelle distanze, spettano entrambi ad epoche troppo lontane dalla loro costruzione, ed anche dai primi restauri delle stesse Vie Consolari.
Il chierico Giovanni Targioni Tozzelti discorrendo nel T.
IX de' suoi Viaggi per la Toscana delle Vie Romane che vi passavano, ridusse quelle a due classi, cioè, alle Vie Militari e alle Vie Municipali; inoltre fra i libri più antichi che ne trattano, citò anche la Geografia dell'Anonimo Ravennate, dove descrivendosi il Periplo del mare Mediterraneo, (Libro IV.) non solo vi si trovano convertite in città le mansioni, o poste delle antiche strade militari, ma ancora vi si leggono stroppiati i nomi peggio che non fecero gli autori o copisti della Tavola Peutingeriana e dell'Itinerario di Antonino, opere entrambe contemporanee all' Impero di Teodosio, o a quello di Arcadio e di Onorio.
Importantissima poi, ed al caso nostro ci sembra la notizia che Targioni ne forniva allorché, discorrendo egli della soprintendenza alla costruzione e mantenimento delle Vie militari (Curatores Viarum) soggiunge, che quell' impiego era conferito a personaggi di merito distinto.
Tale infatti fu quel C. Popilio Caro figlio del console C.
Pedone stato Curatore non solo delle Vie Aurelia vecchia e nuova, ma ancora della Via Cornelia e di quella Trionfale. E molto innanzi del Curatore C.
Popilio aveva coperto la stessa magistratura G. Cesare che fu, per testimonianza di Plutarco, Curatore della Via Appio. Cosi l'Imperatore Augusto, come asserisce Svetonio, era stato Curatore della Via Flaminia, ed è noto che ottennero in seguito cotesta magistratura gl’ Imperatori Trajano, Adriano e Antonino Pio, il primo de' quali, per asserto di Dione, riparò con magnificenza anche la Via Appia.
Correva il quarto consolato dell' Imperatore Tiberio (anno ai di G. C.) quando Domizio Corbulone ex pretore di Roma, si querelava in Senato, che molte strade d'Italia, per frode degli appaltatori e per incuria de' magistrati, essendosi rese impraticabili egli si assumerebbe volonteroso l' incarico di restaurarle ; lo che essendo stato a lui accordato, riesci di giovamento al pubblico, ma di danno a molti, contro l'avere, e l'onor de' quali Corbulone molestava per via di condanne, o mediante l'asta pubblica. – Clamitando (diceva Tacito) executionem ejus negotii libens suscepit; quod haud perinde publice usui habitum, quam exitiosum multis, quorum in pecuniam atque famam damnationibus, et hasta saeviabat. – (C.
TACITI, Annal. Lib. III. cap. 31 . ) Coteste ultime espressioni dell' annalista romano per avventura ci scuoprono il modo che allora dal senato di Roma si teneva nell'accordare la costruzione, o riparazione delle grandi strade d'Italia, le quali si davano in appalto dai respettivi curatori; né il senatore Corbulone fu più generoso degli altri quando esibì di restaurarle, tostochè ciò eseguiva non già a spese proprie, sivvero multando e condannando i possidenti frontisti che dovevano contribuire all'opera.
Quindi anche meglio si spiega una iscrizione inserita nella raccolta di Grutero alla pag. CXCIX I, a tenore della quale un magistrato quadriumvirale formato di uomini consolari, d'ordine dell'Imperatore Traiano, che ivi è qualificato Curatore delle Vie, fece porre nel 5.° suo consolato (anno 103di G.C.) i cippi terminali non solo lungo la Via Troiana ma nell’ Appia, dove contribuirono per comunità (Oppidatim) i Bruzzi ed i Salentini (le Calabrie e la provincia d'Otranto) fino all'estremo confine dell' Italia, includendovi i paesi di Reggio, di Squillaci ecc.
Che poi spettasse fino dal tempo del primo imperatore al senato di Roma l'ordinare la costruzione dei ponti e delle pubbliche vie, lo dichiara per tutti un' iscrizione esistente tuttora in Roma al ponte Quattro Capi, già detto Fabricio, che dice: (ex GRUTERO pag. CLX. 3.) L. FABRICIUS C. F. CUR. VIAR.
FACIUNDUM CURAVIT Q. LEPIDUS M. F. M. LOLLIUS M. F.
COS. (avanti G. C. anni 21) EX S. C. PROBAVERUNT.
In conseguenza Svetonio intese a dimostrare la generosità di Cesare Augusto, allorché questi ebbe cura di far selciare la via Flaminia da Roma a Rimini, nel tempo che affidava l' incarico delle strade consolati a quei cittadini più illustri, i quali durante il loro consolato ottenevano gli onori del trionfo, obbligandoli a restaurare le vie militari coi denari levati dalle spoglie dei nemici.
Quindi apparisce la magnanimità di G. Cesare, il quale, al dire di Plutarco, mentre fu curatore dell' Appia, la regina delle Vie militari, molto denaro vi spese.
Governava la Toscana a nome dell'Imperatore Adriano T.
Elio Antonino, nel cui trono quest' Minio poi succede sotto nome di T. Elio Adriano Antonino Pio, allora quando fu restaurata la Via Cassia vecchia, prolungandola dai confini di Chiusi, e precisamente dalla mansione ad Statuas (sotto Montepulciano) sino a Firenze, cioè, per il tragitto di 81 miglia romane, equivalenti a miglia 64 4/5 toscane, mentre lo stesso T.
Antonino dopo salito sul trono di Roma fece restaurare ed ampliare la Via Aurelia nuova, che volle chiamare (forse per la prima volta) Via Emilia amebe nella Maremma pisana.
Infatti é nota a tutti coloro che visitano il celebre Camposanto di Pisa l’ iscrizione esistente nel cippo miliare trovato sulla Via Emilia in Val di Fine col numero delle miglia 188 alla distanza da Roma, nel qual cippo non solo si legge il nome dell' Imperatore Antonino Pio e l'epoca in cui essa via fu restaurata, ma ancora il titolo datole di Via Emilia, titolo ripetuto nel cippo contiguo, cioè al miglio 187° da Roma, trovalo in luogo detto al Crocino, dove al tempo di Gio.
Targioni esso era tuttora in posto con la seguente indicazione: VIA AEMILIA A ROMA.
M. P. CLXXXVII.
Arroge a ciò una lapida pubblicata dal Grutero (pag.CCLIII. 7.) spettante ad un curatore di Vie, nella quale si tratta della dedica da esso fatta all' Imperatore T.
Antonino Pio nel suo secondo Cons. (vale a dire nell'anno 1 3 9 di G. C.) Ho detto che probabilmente l'Imperatore medesimo fu il primo a qualificare per Via Emilia il tronco dell' Aurelia nuova mentre non solo Cicerone, ma Balbo, Flavio Vopisco, Rutilio Numaziano ed altri scrittori dei primi secoli del R. impero chiamarono Aurelia non solo la vecchia, ma la sua continuazione, ossia la nuova, al pari di quella che aprì il Cons. Emilio Scauro da Pisa per Luni fino a Tortona.
Balbo inoltre nell'opera de Coloniis, ecc. ci fornì la notizia, che Augusto essendo ancora triumviro reparti ai soldati delle ro mane legioni vincitori alla battaglia di Avo una parte dei campi e delle selve nella Campania, e lungo tutta la Via Aurelia (cioè, vecchia e nuova). – Vedere LUNI, PISA E VOLTERRA.
Rispetto alla qual Via, io dissi altrove, che restava sempre a sapere da qual punto, ed in qual modo Emilio Scauro nel tempo del suo proconsolato nella Gallia Togata, o Cisalpina, poteva intraprendere la continuazione della Via Aurelia nuova, tostochè quella sua magistratura accadeva nell’anno 639 o 640 di Roma (114 avanti G.
C.) vale a dire 55 anni dopo essere stata dedotta in Pisa una colonia di diritto latino; ed in un tempo in cui il munic ipio pisano estendere dovevasi a ostro fino al fiume Fine, mentre verso maestrale abbracciava tutto il seno della Spezia, già porto di Luni. – Vedere gli Articoli LUCCA E LUNI.
Ai quali riflessi qui aggiungerò: che se a quel tempo il territorio di Pisa era riunito all'Italia romana insieme a quello di Luni, M. Emilio Scauro non poteva durante il suo proconsolato usurparsi uno dei diritti più solenni riservati (almeno allora) ai censori di Roma. Alla quale magistratura è noto che spettava la costruzione, custodia e restaurazione delle Vie urbane e consolari comprese dentro i limiti dell' Italia d'allora, limiti che terminavano dalla parte del mare Tosco con quelli del contado di Pisa, esclusa la città di Lucca ed il suo territorio.
Altronde Strabene dopo avere accennato nella sua geografia (Lib. V) i lavori idraulici da M. Emilio Scauro intrapresi mentre egli era proconsole nella provincia a lui assegnata, cioè quando asciugò la pianura palustre fra Parma e Piacenza, soggiunge: essere quello stesso Scauro che lastricò la Via Emilia da Pisa ai Sabati e di là a Tortona. Con le quali espressioni sembra che il greco geografo volesse riunire in un solo due fatti dello stesso Scauro, sebbene accaduti in due tempi diversi, voglio dire la costruzione della Via Emilia fuori dell' Italia durante il suo proconsolato (anno di Roma 640) e la continuazione della Via Aurelia dentro i limiti dell’Italia suddeta, cioè tino al confine di Pisa, eseguita da M. Emilio Scauro cinque anni dopo, quando egli era censore di Roma.
Infatti Aurelio Vittore, o chi per esso, ci avvisò, che M.
Emilio Scauro nell'anno 615 U. C. ottenne la carica di censore.
In tal caso dovendo noi attribuire a Scauro medesimo la continuazione della Via Aurelia nuova, non solo dentro i confini dell' Italia romana, ma ancora fuori della medesima sino a Tortona posta nella Gallia Cisalpina o Togata, ne consegue, che la costruzione del primo tronco di essa Via dentro il territorio pisano, fra il fiume Fine e la Lunigiana, avrebbe dovuto accadere circa 5 anni dopo il prosciugamento delle paludi del Parmigiano, eseguito, come dissi, dal cons.
Emilio Scaltro nel 640 di Roma. Alla qual epoca pertanto, secondo l'avviso datoci da Strabone, fu continuata la Via Aurelia nuova, o dirsi voglia Emilia di Scauro che passare doveva non già per la Riviera di Genova, come molli opinarono, ma varcare l' Appennino pontremolese, come in una lettera pubblicata nell'Antologia di Firenze, fascicolo del giugno 1823, fu tentato da me dimostrare. – Vedere VIA FRANCESCA.
Contuttociò ninna memo ria ci avvisa, se Scauro fu il continuatore della Via Aurelia nuovi, a partire dai contorni della Val di Fine, ossivero dal Foro Aurelio presso Montalto dove terminava l’ Aurelia vecchia. Certo è che per antica tradizione nelle toscane Maremme si chiama Via Aurelia la regia Maremmana da Montalto a Grosseto, e dicesi Via Emilia la stessa via da Grosseto fino a Pisa, ecc.
Quando che si conservassero i cippi mil i a r i , stati collocali nell'anno 140 di G. C. lungo la Via Emilia dall'Imperatore T. Antonino Pio, e più ancora, se i medesimi restassero in posto lungo il littorale toscano, si potrebbe riconoscere non solamente il vero andamento, ma lino dove quell’ imperatore fece restaurare ed ampliare la Via Aureliaa nuova. Inoltre da quei colonnini si scoprirebbe, se la stessa via fosse stata appellata Emilia sino al Foro Aurelio, oppure fino all'Ombrone.
Frattanto dall'iscrizione del cippo di sopra citato siamo avvisati, che l' Emilia sino dai tempi dell' Imperatore Antonino era per vecchiezza guasta e disfatta; e che tale fosse ritornata quasi tre secoli dopo, all'epoca cioè dell'ingresso de' Goti in Italia, lo asseriva Rutilio Numaziano nel viaggio che fra l' a n n o 4 1 5 o 4 2 0 dell' Era cristiana, intraprese da Roma in Francia perla via di mare; …quoniain (diceva egli) terrena viarum, Plana madent fluviis, cautibus alta ri gent; Postquam Tuscus ager, postquam AURELIUS AGGER Perpessus Geticasense, vel igne manus, Non silvas domibus, non flumina ponte coercet, Incerto satius credere vela mari, etc.
Quindi è che dopo la metà del secolo IV i municipj di Luni e di Pisa dovettero far restaurare a loro spese de' tronchi di strade antiche, siccome lo provano due marmi pubblicati dal Muratori e dal Chimentelli.
Premesso lutto ciò, fia inutile ripetere ciò che altri prima e meglio di me scrissero sulle mansioni diverse lungo la Via Aurelia vecchia e nuova, cioè, da Roma fino ai monti della Liguria orientale, che Vopisco chiamò (non so per quale equivoco) Alpi marittime, tostochè dove cessa la Toscana terminano del tutto i grandi campi fertili e selvosi lungo la detta Via, siccome tali furono chiamati dal biografo dell'Imperatore Aureliano: Etruriae per Aureliam usque ad Alpes maritimas ingenles agri sunt, hique firtiles, et silvosi; tostochè fra Lerici e Turbia, là dove cominciano le Alpi Marittime, non s'incontrano lungo la Riviera le minime tracce di Vie antiche e consolari. Furono indicati da noi alcuni remoti avanzi della Via Aurelia nuova sotto il poggio dell'Ansedonia, o della città di Cosa, all' Alberese, nel tombolo di Castiglione della Pescaja , nel padule di Scarlino, al ponte di Fine, a l l a Torretta, al Lago di Porta, al Frigido ecc. sotto gli Articoli COSA, GROSSETO, PADULE DI CASTIGLIONE DELIA PESCAJA, SCARLINO (PADULE DI) MARMIGLIAJO, TORRETTA, LAGO DI PORTA, FRIGIDO, LUNI, ecc.
Alle quali notizie posso ora aggiungere ciò che fu osservalo recentemente dal mio illustre amico dott.
Antonio Salvagnoli.
I saggi falli ad inchiesta di lui nella tenuta dell'Alberese di S. A. I. e R. furono tra Collecchio ed il fiume Ombrone, e precisamente nel luogo chiamalo le Pianacce, i quali diedero i seguenti resultati.
« La Via Aurelia è costruita sopra un argine alto due braccia (Via aggerata, come da Rutilio fu dichiarata, Aurelius Agger). Era di larghezza circa braccia 7, fiancheggiata da una guida di grosse pietre, ed il cui piano stradale fu coperto di pietre per ritto e confitte con terra; tu t ta l'altezza fra la massicciata ed il piano della strada trovossi di soldi 11 circa a braccio toscano. – Passato il poggio dell'Alberese venendo verso l'Ombrone, la Via Aurelia si dirigeva sulla riva sinistra del fiume presso l’antica torre della Trappola, dove esistono tuttora gli avanzi delle testate di un ponte di materiale che il volgo chiama il Ponte del Diavolo, appellando anche quel tronco Via del Diavolo ».
Di qua dall' Ombrone la stessa Via attraversava il tombolo per incamminarsi a Castiglion della Pescaja (il Salabrone del medio evo, e forse il porto, o scalo di Labrone di Cicerone). Le sue tracce lungo dello tombolo sono ancora più manifeste nella tenuta Ferri, denominala l’ Unguentina; il che serve di conferma a quanto fu detto all' Articolo PADULE DI CASTIGLIONE DELLA PESCAJA.
» A ponente di Castiglione della Pescaja (soggiunge P amico) si conservano grandi pietre del lastrico antico della Via Aurelia, la quale passava lungo il littorale fino al Pian d'Alma, dove poi s'internava per attraversare quella vallecola e quindi ritornare verso il lido, poscia padule di Scarlino».
Se per altro da tali notizie non si può apprendere tutto l'andamento preciso della Via Aurelia nuova lungo le Maremme toscane, né quali e dove fossero le sue stazioni, si ha motivo per altro di supporre ch'essa costeggiasse gran parte del littorale fra l'Alberese, il Tombolo di Castiglione della Pescaja ed il Pian d'Alma, e che vi tornasse fra la Torre S. Vincenzio e Vada, giacché in quelle contrade furono trovali avanzi di un'antica strada militare. Lo stesso dicasi delle tracce più note restate insieme ad alcuni cippi miliarj lungo la contrada percorsa dalla Via Emilia fra il Ponte della Fine e Colle Salvetti, come pure nella Via Silcia del Frigido ed in quella diretta a Luni, non che nella strada selciata, ed attualmente sommersa nel Lago di Porta Beltrame, i quali ultimi tronchi correvano tutti vicini al lido del mare.
Non starò a intrattenere più oltre il lettore sulla diversità de' nomi, né rispetto al sito e alle distanze delle varie stazioni segnate in cotesta Via nella Tavola Peutingeriana e negl’ Itinerarj antichi sapendo ognuno quanto poco vi sia da contare su quegli stracci informi di antichità.
Contuttociò agli Articolo FINE (Ad Fines), Piscine in Val di Fine e TORRETTA in Val di Tora, furono indicati quei luoghi come altrettante stazioni esistite fra Vada e Pisa lungo la Via Emilia, o dir si voglia Aurelia nuova.
Alle quali cose stimo opportuno di aggiungere; che rispetto alla mansione (PISCINE, AD PISCILIAS ) sembra assai probabile che essa derivasse il nome dal torrente Pescera tributario del fiume Fine sotto il ponte omonimo, il quale serve di passaggio alla Via Emilia, o Aurelio nuova presso la base a grecale del poggio di Rosignano.
Cotesta strada finalmente nel tronco più occidentale variò i nomi di Via Aurelia e di Emilia Scaura in quello di Via Clo dia, cui più tardi furono sostituiti gli alt ri di Via Romea, o Francesca, per essere la stessa Via praticata dai pellegrini che d'oltremonti varcando l'Appennino di Pontre moli si recavano talvolta per Lucca, l'Altopascio, la Val d'EIsa e Siena, tale altra per Pisa e la Maremma, alla visita della santa città di Roma. – Vedere VIA FRANCESCA.
Già dissi all’Articolo ORBETELLO Comunità, che fra le strade rotabili, le quali attraversano il territorio Orbetellano, la prima era la Via Aurelio nuova stata nel 1820 rettificata, ampliata e riparata per le cure del Granduca Ferdinando III, a partire dall' Ombrone sotto Grosseto fino all'ingresso dell'istmo di Orbetello; e che la ricostruzione della stessa Via Aurelio, ora regia ed in parte provinciale Maremmana, da Grosseto a Pisa, e dall'istmo di Orbetello sino al confine del Granducato con lo Stato Pontificio è stata una delle tante opere magnanime dovute all'Augusto LEOPOLDO II felicemente regnante. – Vedere VIA REGIA E PROVINCIALE MAREMMANA, E VIA REGIA DA LIVORNO A VADA.
2. VIA CASSIA VECCHIA E NUOVA.
– È questa dopo l'Aurelia la seconda via militare stata aperta dai Romani in mezzo alla Toscana attuale, mediante la quale sino dal tempo di Cicerone si poteva andare a Modena, egualmente che per l’Aurelia lungo le nostre Maremme, senza dire della Via Flaminia costruita verso il mare Adriatico.
Anche cotesta Via Cassia nel suo principio, era assai corta, se è vero che essa terminava al Foro Cassio presso Sutri, e ciò innanzi che la strada medesima venisse prolungata fino al confine settentrionale di Chiusi, e finalmente che dall'Imperatore Adriano fosse condotta a Firenze per il cammino di 81 miglia romane.
Chiamo Cassia vecchia tutto il tronco della stessa Via da Roma ai confini di Chiusi, e distinguo per Cassia nuova la continuazione della strada medesima sino a Firenze. – Vi era per altro un tronco importantissimo di strada che da Chiusi doveva dirigersi verso Arezzo anche innanzi che la Via Cassia dall'Imperatore Adriano fosse stala restaurata e portata dai confini di Chiusi sino a Firenze; e quella diversa da lla Via Cassia rammentata da Cicerone in una sua Filippica quando disse: Tres Viae ducunt Mutinam, ab infero Aurelia, a supero Flaminia, media Cassia.
Non starò a ripetere ciò che è noto a molti, col dire, che una più antica via militare era stata costruita da Arezzo a Bologna dal console C. Flaminio Nepote l' anno 566, o 567 di Roma, cioè 33 anni innanzi che C. Cassio Longino esercitasse la censura con M. Valerio Messala, nel qual tempo si vuole che fosse aperta la Via Cassia da Roma fino al Foro Cassio, ch' era di là da Bolsena.
Forse qualcuno mi obietterà, che se già dissi all'Articolo VIA AURELIA, che l'aprire ed il mantenere le strade consolari al tempo della la repubblica romana dentro l'Italia d'allora era uffizio riservato ai censori, come poteva un console, o proconsole arrogarsi il diritto di fare una strada militare dentro, i confini dell' Italia stessa, siccome dentro la medesima, anzi nella Toscana, era compresa la città di Arezzo? Ma cotale opposizione perderebbe molla forza quando si pensasse, che all' età di G. Flaminio Nepote la città di Arezzo era posta sul confine settentrionale dell'Etruria, essendo la medesima situata presso la ripa sinistra dell'Arno, limite allora dell'Italia romana, mentre sino alla ripa destra dello stesso fiume estendere si poteva la giurisdizione del console C. Flaminio, cui erano state assegnate le provincie della Liguria e de' Galli Boi.
In una dotta ed erudita memoria del fu Prof. bolognese Gaetano Lorenzo Monti, pubblicata sulla fine dei 1827 e sul principio del 1828 nei Giornale Ligustico di Scienze, Lettere ed Arti, trattando-visi delle Vie pubbliche e militari che al tempo de' Romani passavano pel territorio di Bologna, vi si rammenta anche quella così detta Cassia, la quale fu aperta fra Arezzo e Bologna da C. Flaminio Nepote 33 anni innanzi della vera Via Cassia tracciata da Roma fino al Foro Cassio. Lo che accadeva nel tempo medesimo in cui l'altro console M.
Emilio Lepido, pro lungava da Rimini fino a Piacenza la Via Flaminia, per cui M. Emilio lasciò il suo nome non solo a quella Via consolate, ma ancora all' intiera provincia denominata tuttora l 'Emilia.
Donde conseguiterebbe, che la Cassia fra Roma e Chiusi non avrebbe che fare con la Via aperta da C.
Flaminio fra Bologna ed Arezzo, sebbene anche a questa fosse dato il titolo di Via Cassia . – E quantunque io ammetta come cosa assai probabile, che l'antica Via Cassia prolungata dal Foro Cassio a Chiusi si estendesse fino ad Arezzo, dubito peraltro che il suo andamento successivo non sia da confondersi con quello della Via Cassia di Chiusi restaurata dell' Imperatore Adriano e fatta da esso prolungare sino a Firenze.
A conferma di un tal vero conservossi fino ai tempi nostri una testimonianza solenne in una colonna di travertino trovata nel 1584 nelle vicinanze di S. Albino in Val di Chiana, (ad Statuas?) fra il con fine del territorio Chiusino e quello di Montepulciano, la qual colonna più tardi (1758) fu trasportata in Firenze nel cortile dell'Opera del Duomo, nella quale furono scolpite e possano leggersi le parole seguenti: IMP. CAESAR DIVI TRAJANI PARTHICI FIL. DIVI NERVAE NEPOS TRAJANUS HADRIANUS AUG. PONT. MAX TRIB POTEST VII COS III VIAM CASSIAM VETUSTATE COLLPSAM A CLUSINORUM FINIBUS FLORENTIAM PERDUXIT MILLA PASSUM .... XXCI Lascia frattanto una qualche dubbiezza la frase Vetustate Collapsam non sapendo se essa voglia riferire al tronco della Via Cassia antica o a quello della più moderna. Con tutto ciò io propenderei ad applicare quell'espressione alla Via Cassia vecchia piuttosto che alla nuova, tanto più che pochi anni innanzi la città di Firenze, dove fu innoltrata la Via suddetta, ossia la nuova, dall’ Imperatore Adriano, essere non poteva una gran città per condurvi una via consolare.
Infatti all'Articolo relativo alla capitale della Toscana, inserito nella presente Opera, discorrendo dello stato di Firenze dal secondo al decimo secolo dì G. C.
rammentai le premurose cure di Adriano, il quale dopo aver governata la Toscana a nome dell' Imperatore Trajano, divenuto egli stesso imperatore nell' anno secondo del suo regno (119, o 120 di G. C.) restaurò la Via Cassia guasta dal tempo e la prolungò sino a Firenze dai confini di Chiusi.
Quantunque il ch. abate Lami e innanzi Mons.
Vincenzio Borghini opinassero, che la Via Cassia molto tempo prima dell'età di Adriano oltrepassasse da Firenze per continuare verso l'Appennino del Mugello per Bologna; con tuttociò mi sembra preferibile il parere del più volte lodato Gio. Targioni Tozzetti, il quale recò in campo tali ragioni da far dubitare che la Via Cassia non solo non oltrepassasse Firenze, ma che mollo innanzi quella età, non esistendo la stessa città, non vi fosse stato aperto nella sua direzione alcun gran cammino, o vogliasi dire, alcuna Via militare.
Ho detto che, molto innanzi quella età, non esistendo ancora la città, non dovesse passarvi nella direzione di Firenze alcuna via militare, senza escludere però altre strade municipali che fino d'allora esistere dovevano lungo il corso dell' Arno. – Infatti di una strada militare tracciata sulla ripa sinistra dell'Arno ce lo fa supporre T. Livio in più d'un luogo delle sue Decadi, e fra g l i altri quando il Cons. Q. Minucio Thermo a l l ' anno 569 di Roma, condusse le sue legioni da Arezzo a Pisa in ordine di battaglia. – Vedere APPENNINO TOSCANO.
Ma quale fosse l'andamento respettivo di quelle due Vie a partire da Chiusi e da Arezzo, e per quali stazioni tanto la via Cassia nuova, come la via detta pur essa Cassia fra Arezzo e Bologna, passassero, io l'ignoro tuttora.
Di qual peso poi sieno le autorità dell'Itinerario di Antonino, e della Tavola Teodosiana o di Peutinger l' ho già detto all’ Articolo VIA AURELIA. Qui solamente aggiungerò, che le loro mansioni lungo la strada militare fra Chiusi, Arezzo e Firenze sono promiscue e confuse di maniera da non lasciar conoscere quale di esse fosse aperta alla destra, e quale alla sinistra dell'Arno.
All' Articolo CERTIGNANO rammentai una di quelle mansioni citate dall'Itinerario di Antonino, supponendola alla destra del Vald'Arno superiore fra Terranuova e Castelfranco, mansione designala sotto nome Ad Fines, o Ad Casas Caesarianas; e dissi, che in Certignano esisteva tuttora una località col nomignolo di Casa Cesare posta appunto presso il confine (Ad Fines) dell' antico territorio, poscia diocesi fiesolana con il contado, ora diocesi aretina.
In quanto alle mansioni designate dalla Tavola Peutingeriana nello stesso Vald'Arno superiore, rammenterò quella ad Aquiliam, considerandola una stroppiata di Apuana, il qual vocabolo anco nei secoli bassi fa conservato alla località di S. Ellero (S. Ilario in Aquario ). Ciò è chiarito da un istrumento inedito del 27 febbrajo 1077 esistente nell' Arch. Dipl. Fior.
fra le carte del Monastero di S. Pier Maggiore di Firenze, nel quale trovasi nominata la corte col Cast, e chiesa di S. Ilario in Aquaria compresa (allora) nel piviere di Rignano.
Anche il nome di Cassia restato alla contrada, dove trovasi l'antica pieve detta a Cascia, potrebbe servire di appoggio a coloro che hanno opinalo chiamarsi Via Cassia non solo la strada da Chiusi a Firenze, aperta sul Iato sinistro del Vald'Arno superiore, ma ancora quella che fece tracciare il Cons. C. Flaminio alla destra dell' Arno. Passalo il qual bacino la Via suddetta entrare doveva in Val di Sieve, per valicar l'Appennino del Mugello, e arrivare a Bo logna senza toccare il Vald'Arno fiorentino, e senza passare da Firenze. – Altronde che la Via Cassia aperta dall' Imperatore Adriano dai confini di Chiusi a Firenze fosse tracciata alla sinistra dell'Arno, non ne lascia dubbio la notizia, che essa entrava in Firenze per il borgo S. Niccolo e Via de' Bardi, dove fu una delle porte del secondo cerchio denominata Porta Romana, e di là attraversando l'Arno sull' unico ponte, che prese il titolo di Vecchio, entrava nel primo recinto della città, passando per Por S. Maria, Calimala e Porta del Duomo.
In conclusione, che una Via Cassia fino dall'età di Cicerone passasse in mezzo alia Toscana antica, circoscritta fra il Tevere, l'Appennino, l'Arno ed il Mare, non ne lascia dubbio lo stesso oratore romano, ma tengo opinione altresì che quella Via fosse diversa affatto dall'altra portata da Chiusi a Firenze dall'Imperatore Adriano dopo il suo terzo consolato, corrispondente all'anno 120 di G.C. (di Roma 873) come lo dichiara la colonna di travertino esistente in Firenze nel cortile dell'Opera del Duomo, ma che all'età del Borghini si trovava in Monte pulciano. – (MANNI, Dissert.
sull'antichità del Ponte vecchio.) – Vedere l’Articolo seg.
4. VIA FRANCESCA, FRANCIGENA, ROMEA E PONTREMOLESE.
– A moltestrade raaeslre, che all’ epoca della discesa de' Franchi in Italia attraversavano la Toscana conducendo a Roma, fu dato il nome generico di Via Francesco. La più nota e forse anche la più antica di esse è quella che in origine fu aperta da M.
Emilio Scauro nel territorio di Parma e Piacenza, la quale marcava l’ Appennino del Monte Bordone, o della Cisa, per scendere a Pontremoli in Lunigiana, donde dirigevasi in Toscana per Villafranca, Sarzana, Lutti, il Frigido, Salto della Cervia, Lacca, Altopascio ed il Galleno. Di là sotto Fucecchio passava l'Arno per entrare nella Via traversa di Castel Fiorentino, prima di arrivare a Certaldo e di là per Poggibonsi, Staggia, Siena, Buonconvento, S. Quirico, allo Spedaletto di Briscole, Radicofani, Acquapendente, Bolsena, Monte fiascone, Viterbo, e Sutri, finché entrava in Roma da Porta Castello. – Tale fu la istrada praticata alla fine dell'anno 1191 da Filippo Augusto re di Francia, mentre tornava dall' impresa delle Crociate passando per Roma e la Toscana, di dove per l'Italia superiore recossi in Francia – (Vedere ANTOLOGIA, Giugno 1823 pag. 16 in nota.) Cotesto itinerario, il più breve di tutti per passare da Roma in Lombardia, e vice versa, corrispondere doveva per il tratto da Pontremoli sin presso a Massaciuccoli con l’ andamento della VIA EMILIA DI SCAURO, alla quale sulla decadenza dell'Impero fa dato il nome di VIA CLODIA, e dopo di VIA ROMEA , ossia FRANCIGENA, quando già per l' Appennino di Pontremoli, o per Borgo Taro, vi era un varco assai antico praticato dai Franchi; siccome apparisce non solamente dall' itinerario di Filippo Augusto ma da quello di un Islandese scritto nel 1154 e da noi riportato nell' Antologia predetta del Giugno alta pag. 15 in nota.
Non starò a ripetere che l'andamento della VIA FRANCESCA nella parte estrema della Toscana a confine con la Lombardia, esser doveva comune a quello della VIA EMILIA, la quale chiamasi tuttora in varj punti Via Selcia, Francesco, Romèa ecc. mentre un altro tronco della VIA FRANCESCA si staccava da questa alla base meridionale del monte di Quiesa, la quale dopo varcato il Serchio alla torretta attraversava la città di Pisa per avviarsi sotto il vocabolo di Via Romea per il Portone nel subborgo meridionale di detta città dove rientrava nella VIA EMILIA DI SCAURO.
Del metodo praticato dalla Repubblica di Pisa per restaurare e mantenere cotesta via nella Maremma presso Scarlino è fatta menzione nel Breve pisano del 1285, noto sotto nome di Breve del conte Ugolino e segnatamente alla rubrica 18 del Lib. IV, intitolala: De ampliando viam, qua itur de Vignali Scherlinum. – Vedere SCARLINO (PADULE DI).
Riferiscono alla prima e più frequentata VIA FRANCESCO, O ROMEA , la quale esciva di Toscana sotto Radicofani varie pergamene della Badia del Mont'Amiata, ora nell'Arch. Dipl. Fior, due delle quali del secolo IX. dell'E. V. – Vedere CALLEMALA.
Col progredire de' secoli ad altre strade maestre della Toscana attuale fu dato il vocabolo stesso di Via Francesco , o Francigena, e perfino ad una strada mulattiera che sopra Pistoja varcava l'Appennino venendo da Bologna e della Lombardia. – Vedere l’ Articolo PISTOJA, (Vol. IV pag. 428.) VIE REGIE, PROVINCIALI e COMUNITATIVE ROTABILI Distinguo in quest' Opera le VIE REGIE POSTALI da quelle REGIE NON POSTALI e dalle PROVINCIA LI.
Sono le prime in numero di nove nel Granducato, senza contare quelle degli Stati limitrofi, le quali strade POSTALI corrono nella Toscana Granducale non meno di miglia 345 e 1/2 fiorentine.
Importantissimi miglioramenti sono stati introdotti di corto nelle strade REGIE E PROVINCIALI, fra i quali sono da valutarsi, 1.° le colonne situate sui trivj più strade regie o provinciali per indicare al viandante la scelta direzione che vuoi prendere nel suo cammino; 2.° quello di aver segnato con misure uniformi i cippi miliari in lutto il Granducato, e questi in pietre triangolari con due delle tre facce volte sopra e sotto la VIA REGIA, ad oggetto d'indicare, tanto a chi va come a chi torna, il numero delle miglia distanti dalla città principale di dove si staccano. Lo stesso dicasi rispetto alle colonne sui trivj, come rapporto ai cippi miliari posti sulle VIE PROVINCIALI, se non che le pietre miliari e triangolari lungo queste ultime sono di mole inferiore alle precedenti, talché si può da ognuno distinguere se quella tal via spetti alla PROVINCIALE, o alla REGIA.
Ho già detto all’ Articolo DECIMO (S. CECILIA) presso S.
Casciano, e tornerò a ripeterlo a Vigesimo, che nomi consimili, come quelli di Quarto, Quinto, Sesto, Sett imo, Settimello, Ottavo, ecc. ci richiamano alla costruzione di vecchie vie municipali piuttosto che a lunghe strade consolari, come quelle della Via Aurelia vecchia e nuova, Emilia di Scauro, Cassia, ecc. le quali tutte dovevano contare il numero delle miglia a partire da Roma, e non già dal capo luogo del municipio, per dove passavano, fino al confine del R. Impero, mentre nella decadenza di quel gran colosso politico la costruzione o restauro delle Vie militari era al pari delle municipali a spese respettive delle città o municipj.
A cotesto fatto ne richiama una colonna fatta porre lungo non so quale strada dalla città di Luni sotto gl’ imperatori Valente, Graziano e Valentiniano , pubblicata dal Muratori (Thes. veter. inscript, pag.
249) ad oggetto d'indicare la distanza di quella via da Luni. Lo stesso dicasi di altra iscrizione contemporanea che fece porre la Repubblica di Pisa in una strada maestra sul quarto miglio, trovata a S. Pietro in Grado, pubblicata ed illustrata dal Chimentelli (De honore Bitellii pig. 229). Al che aggiungansi altre riunite nelle loro raccolte dal Grutero e dal Maffei ed esistite in altrettanti cippi miliari sulle pubbliche strade aperte o restaurate in Provenga dalle città di Nimes e di Arles col numero di due, di tre e di quattro miglia da dette città.
Che poi nel quarto secolo dell'E. V. esistessero de'colonnini anco sulle strade vicinali, lo dichiarava Claudio Rutilio Nu maziano, il quale intorno all'anno 420 recandosi dal Porto Pisano alla città di Pisa indicava nel suo Itinerario i molti cippi miliari esistenti allora in quella strada, che non fu mai una delle grandi Vie militari.
Intervalla viae fessis praestare videtur.
Qui notati inscriptus millia crebra lapis.
– Vedere l'Articolo PISA Volume III pag. 306.
Ma passiamo a indicare con i rispettivi nomi che attualmente portano le Vie regie postali, le non postali, e quelle provinciali rotabili che finora furono aperte nel Granducato, essendoché delle strade aperte per la Toscana nel Ducato di Lucca, nel Ducato di Modena e nel Regno Santo mi limiterò a segnalare le sole Vie regie.
Il dott. Antonio Salvagnoli in una sua me moria letta nel 5 gennajo 1845 all'I. e R. Accademia de' Georgofili sul commercio delle Maremme toscane, dopo aver rammentato tutte le strade regie e provinciali aperte di pochi anni, o decretate dalla sapienza dell'Augusto che regola i destini della Toscana granducale, opportunamente diceva: che quando una provincia è retta dal principio della libera concorrenza poco resta a fare al potere supremo per vantaggio del commercio, oltre quello di agevolare i mezzi di communicazione reciproca; ed a ciò appunto, soggiungeva egli, sono diretti i pensamenti e le provvide misure del nostro Principe disposto a soddisfare i voti de' suoi sudditi.
Pochi paesi proporzionatamente alla loro superficie possono contare tante Vie regie; tante Vie provinciali e comunitative rotabili quante ne conta attualmente la Toscana, e poche province forse un giorno saranno per avere tante Strade ferrate quante se ne progettano per la gibbosissima superficie della Toscana.
CLASSE I VIE REGIE POSTALI DELLA TOSCANA 1. VIA REGIA ROMANA POSTALE PER AREZZO.
– Fu questa in gran parte tracciata sull'andamento dell'antica Via Cassia, la quale ai tempi dell' Imperatore Adriano, se non prima, conduceva a Firenze passando per il poggio di S. Donato in Collina ed entrava in città per la Porta S. Niccolo, fino a che fa dichiarata REGIA POSTALE ARETINA, il primo tronco della medesima aperto sulla destra ripa dell'Arno. La qual Via esce da Firenze per Porta la Croce, arriva alla prima posta del Ponte a Sieve che trova alle 10 miglia da Firenze; passata la fiumana della Sieve si separa dalla strada regia di Forlì, cui fino allora era comune il cammino per avviarsi nella tortuosa ripa destra dell'Arno, fino a che passa alla sua sinistra sul Ponte dell' Incisa, dove trova la seconda posta de' cavalli. Di costì dall'Incisa tino al Lago Trasimeno sul confine Perugino dello Stato Pontificio il cammino della VIA REGIA POSTALE ARETINA è comune a quella dell'antica, passando per Figline e San Giovanni dov'è la terza stazione o posta di cavalli; di là per la Terra di Montevarchi arriva a Levane alla quarta posta de' cavalli, trovando la quinta al così detto Ponticino, la sesta dentro la città di Arezzo, la settima al borghetto di Rigatino in Val di Chia na, e l'ottava a Camuscia, di là dalla quale incontrala nona posta alle Case del Piano , ch'è la prima stazione dentro lo Stato Pontificio circa miglia toscane 73 1/2 fiorentine.
In tutto cotesto tragitto non vi è diritto né bisogno di prendere il terzo cavallo, bensì la gita da Firenze all' Incisa considerata per tre poste, come appresso: 1. Da Firenze «I Pontassieve Poste 1 e 1/2 2. Dal Pontassieve al l’ Incisa Poste 1 e 1/2 3 . D a t l ' I n c i s a a S . G i o v a n n i Poste 1 4 . D a S . G i o v a n n i a L e v a n e Poste 1 5 . Da l P o n t i c i n o a A r e z z o Poste 1 6. Da Arezzo a Rigut ino Poste 1 7 . D a R i g u t i n o a C a m u s c i a Poste 1 8. Da Camuscia alle Case del Piano nel territorio Perugino lungo il Lago Trasimeno 1 e 1/2½ TOTALE da Firenze alle Case del Piano lungo il Lago Trasimeno Poste 9 e 1/2 Non ci sono in questa via poggi né grandi colline da attraversare, mentre l'antica ria postale aretina era tracciata sul poggio dell' Apparita, ossia di S. Donato in Collina, il cui varco trovasi Ha 650 braccia circa più alto del livello del mare Mediterraneo.
2. VIA, o STRADA REGIA POSTALE BOLOGNESE.
– È la più antica strada postale che sia stata tracciata attraverso l'Appennino della Toscana.
Senza stare a ripetere la storia degli andamenti varj dati a cotesta strada, sia nel suo passaggio da Firenze in Mugello, sia nel varcare la catena dell’ Appennino, mi limiterò a dire che questa può riguardarsi dopo la Via da Arezzo a Bologna, dopo la Corsia da Chiusi a Firenze e dopo l’ Aurelia nuova, come una delle Vie più antiche e forse la più frequentata fra la Lombardia e la Toscana. – Già all’Articolo FUTA ho detto che sino dal 1361 praticavasi per quel varco dell’ Appennino una strada maestra che dal Mugello varcava il giogo dello Stale presso la Futa e che di là proseguiva per Barigazza nel territorio di Bologna. All’ Ariticolo poi FIRENZUOLA fu rammentato, che nel 1367 per ordine del la Repubblica Fiorentina venne aperta la strada maestra appellata del Giogo di Scarperia, quella stessa via che per quattro secoli si è appellata postale Bolognese, la quale da Pietramala e Firenzuola varcava il giogo di Scarperia, passava la Sieve a San Piero a Sieve per rimontare la ripa sinistra del valloncello della Carza , e quindi salire monte dell'Uccellatojo dal quale vendeva in Firenze.
Finalmente la via attuale regia postate Bolognese tu aperta nel 1763 sotto l'Imperatore Francesco I, e II di quel nome come Granduca di Toscana, migliorata ed assai ben tenuta nei tempi attuali.
Essa esce da Firenze per Porta S. Gallo, sale il poggio del Pellegrino ed i colli della Pietra e della Lastra per poi pianeggiare su quello di Trespiano e quindi innoltrarsi per Montersoli sul giogo dei monte di Pratolino lasciando a levante il R. parco omonimo, ed a ponente il podere del l'Uccellatojo. Di cosi à en tra nel valloncello della Corsa passando da Fontenuova, dove si trova un albergo da vetturali ed il servizio della posta de' cavalli. Di là proseguendo il cammino lungo la ripa sinistra del torrente Carta attraversa il piccolo borgo di Vaglia, ch'è capoluogo di una Comunità, poscia trova l'altra maggior borgata di Tagliaferro fino a che alla villa di Novoli, circa un miglio innanzi di arrivare a San Piero a Sieve, abbandona l'antiche tracce della Pia postale di Scarperia, attualmente ridotta in parte a Via provinciale, iter ripiegare da grecale a maestrale arrivare alla seconda posta de' cavalli che trova alla R. Villa di Cafaggiuolo. Di là dalla quale, dopo attraversata sopra un ponte la fiumana della Sieve, sale sul poggio delle Maschere, e quindi per le Croci giunge alla terza posta de' cavalli a Monte Carelli dovesi trova un discreto albergo. Da quel punto la strada regia si avvia sull’Appennino della Futa, sul di cui crinale diretto da ostro a settentrione essa attraversa la sommità di due valli, quella transappennina del Sanremo e l'altra cisappennina della Sieve. La qual traversa per un buon miglio essendo dominata quasi costantemente dai Venti, è stata attualmente in parte riparata e difesa da due opposti muraglioni a scarpa per il tragitto di circa 600 braccia fior. Varcato cotesto impetuoso e molesto passaggio si arriva a pie del monte detto del Sasso di Castro dove trovasi la quarta posta de' cavalli ed un buon albergo denominato del Covigliajo. Da questo punto dopo aver costeggiato, quasi pianeggiando, la base orientale del Sasso di Castro e quella del Monte Beni, si arriva a Pietramala, e di là sull'Appennino della Radicosa alla quinta posta da Firenze che s'incontra poco innazi di arrivare alla magnifica fabbrica della dogana delle Filigare, posta sul confine settentrionale del Granducato per quindi entrare nel territorio Bolognese dello Stato Pontificio. Da cotesto punto la via postale prosegue il cammino sul rovescio dell'Appennino passando per le poste di Lojano, del Pianoro e di Bologna, alla qual città si arriva dopo il cammino di circa 63 miglia da Firenze.
Cotesta fifa postale è praticabile in tutte le stagioni dell'anno, avvegnaché il varco dell'Appennino della Futa non è più elevato di braccia 1560,3 sopra il livello del mare, vale a dire braccia 4 1/2 più basso della sommità di Monte Morello presso Firenze, comecché il punto più alto di celesta via si trovi sulla montagna della Radicosa fra Pietramala e le Filigare alle sorgenti dell’ Idige, che può calcolarsi un cento quaranta braccia più elevato del varco della Futa.
Passando di notte dal Covigliajo a Pietrama la si veggono verso levante, a poca distanza da quest'ultimo paese le fiamme che si alzano da terra da uni alle due braccia sotto il noto vocabolo di Fuochi di Pietramala.
La stazione delle poste per la Strada regia bolognese da Firenze alle Filigare è stata determinata come appresso.
1. Da Firenze a Fontebuona (terzo cavallo) Poste 1 2. Da Fontebuona a Cafaggiuolo Poste 1 3. Da Cafaggiuolo a Monte Carelli Poste 1 4. Da Monte Carelli al Covigliajo (terzo cavallo ) Poste 1 5. Dal Covigliajo alle Filigare Poste 1 TOTALE 5 Coteste cinque poste equivalgono a circa 36 miglia fiorentine nel Granducato, mentre la sesta posta, dalle Filigare a Lojano, corre quasi per intiero nello Stato Pontificio.
3. VIA ROMANA POSTALE DA FIRENZE A PONTE CENTINO.
– Cotesta via postale da Poggibonsi al confine Pontificio spetta in gran parte all'antica Strada Francesco, la quale passava per Siena. – Dissi in gran parte tostochè il primo tronco della medesima quando passava di Va l di Pesa saliva sulla costa de' monti di S. Donato in Poggio, e per la Castellina del Chianti arrivava in Siena. –Anche al di là di S. Quirico la vecchia strada era tracciata lungo la ripa destra e non come ora sulla sinistra dell' Orcia di dove per entrare in Val di Paglia, in vece di salire sul monte di Radicofani, costeggiava il suo fianco verso ponente libeccio.
L’attuale Via regia postale esce da Firenze per Porta S.
Pier Gattonlini, si dirige fra la collina di Certosa ed il borgo del Galluzzo, finché dopo aver costeggiato li base occidentale di Monte Buoni, varca sopra un ponte la fiumana Greve per salire il poggio de'Scopeti e di là innoltrarsi fino all'in gresso della Terra di San Casciano, dove si cambiano i cavalli di posta. Di San Casciano la Via postale scende in Pesa presso la ripa destra della fiumana e di costà dopo aver corso contr'acquo una pianura di circa 4 miglia toscane passa il nuovo ponte sulla Pesa, non più nel borgo della Sambuca, ma un buon miglio innanzi per salirei poggi che dal lato di levante fiancheggiano la Val di Pesa sino a che arriva sull'altipiano di S. Piero in Bossolo e di là al borgo di Tavarnelle, trovando ivi la seconda posta de' cavalli. Da Tavarnelle passa a pie del castello di Barberi no di Val d'Elsa, di là dal quale scende per 5 miglia nella Valle dell'Elsa, dove entra nella Terra di Poggibonsi per cambiare i cavalli alla terza posta. Costì la Via postale si accoppia a quella della Traversa Romana, già Via Francesco del Medio Evo, la quale, viene dall’ Osteria Bianca. Da Poggibonsi andando contro il corso del torrente Staggia passa in mezzo al castello omonimo, al di là del quale trova la quarta stazione, o posta de’ cavalli a Castiglioncello, trasportata nel novembre del 1836 alla nuova fabbrica di Petraglia, dalla quale ha preso il nome. Finalmente da questa stazione si sale a Siena dove trovasi la quindi posta.
Da Siena scendendo nell’ Arbia si arriva alla sesta posta di Monteroni, e di là pianeggiando a Bonconvento, dove passa il fiume Ombrone. Costì si cambiano i cavalli, finché sull’ Asso alla base settentrionale del colle di San Quirico ed a levante di quello dii Montalcino, trova l’ ottava posta in Torrenieri. Da Torrenieri si sale il poggio per attraversare la Terra di San Quirico e di là scendere nel vallone dell'Orda, dove pas sato il ponte sull'Orda alla Poderina incontra la nona posta de' cavalli. Di costà si avvia lungo la ripa sinistra della fiumana, costeggia l’ Osteria della Scala, donde per i colli di Contignano arriva alla decima posta di Ricorsi. Da quel punto si avvia sul monte di Radicofani dove trovasi l’undecima stazione postale, e finalmente da Radicofani scendendo in Val di Paglia passa dalla Torrioella, ultimo confine del Granducato, per arrivare poco dopo nella duodecima posta sul Ponte Centino nello Stato Pontificio.
I punti più elevati di questa STRADA REGIA POSTALE sono a Barberino di Val d'Elsa, a Siena ed a Radicofani, ma quest'ultimo è il doppio più elevato degli altri due, i quali possono valutarsi all'altezza di circa 600 braccia mentre il varco di Radicofani alla posta de' cavalli oltrepassa le braccia 1160 sopra il livello del mare Mediterraneo.
Il numero delle poste ed il diritto del terzo cavallo è nell'ordine qui appresso: 1. Da Firenze a San Casciano (terzo cavallo) Poste 1 2. Da San Casciano a Tavwrnelle Poste 1 3. DaTavarnelle a Poggibonsi Poste 1 4. Da Poggibonsi a Casliglioncello, ora a Petraglia Poste 1 5. Da Petraglia a Siena (terzo cavallo nei soli 4 mesi di dicembre, gennajo, febbrajo e marzo ) Poste 1 6. Da Siena a Monteroni Poste 1 7. Da Monteroni a Buonconvento Poste 1 8. Da Buonconvento a Torrenieri Poste 1 9. Da Torrenieri alla Poderina (terzo cavallo con reciprocità ) Poste 1 10. Dalla Poderina a Ricorsi Poste 1 11. Da Ricorsi a Radicofani (terzo cavallo) Poste 1 12. Da Radicofani a Pontecentino Poste 1 e 1/2 TOTALE Poste 12 e 1/2 Equivalenti a circa miglia 91 fiorentine.
4. VIA REGIA POSTALE LI VORNESE PER PISA.
– È la strada più frequentala di tulle le altre postali, sia per le merci, sia perle vetture che vi passano, sia per il comodo, largo e ben tenuto stradale, come ancora per la frequenza de' villaggi, de' borghi e delle Terre che essa attraversa, per i ridenti e ben coltivati bacini dell'Arno, in mezzo ai quali essa per 49 miglia toscane di cammino da Firenze a Pisa percorre, ed è in tulle le stagioni del l ' anno di non troppo rigida né troppo calda temperatura, in un clima saluberrimo, talché può dirsi senza tema di esagerare, che nel tragitto di queste 49 miglia consista il vero giardino della Toscana.
Esce cotesta via dalla Porta S. Frediano di Firenze, e passando in mezzo ad un popoloso borgo suburbano costeggia la deliziosa base settentrionale del monte Oliveto, e del boschetto Strozzi, sul di cui confine estremo trova il borgo di Monticelli, al quale attestano le due lunghe borgate di Legnaja innanzi di arrivare all'altra del Pont' a Greve, per poi passare per quel ponte alle due miglia e trequarti a ponente di Firenze. Di là dal Ponte a Greve la via s'inoltra per il piano della Casellina e di Settimo lasciando alla sua destra la Badia e la Pieve omonima, mentre mostrasi alla sua sinistra la grandiosa Villa Signorile de' Biccardi, già Castel Pulci, fino a che passato sul nuovo ponte il torrente Fingane arriva al pomerio del Castello della Lastra, le cui mura costeggia dal lato orientale fino alla prima stazione postale da Firenze che trova sotto Gangalandi fra il sesto e il settimo miglio dalla capitale. Di costà la Strada regia postale, si dirige sulla ripa sinistra dell'Arno cui si riunisce la vecchia passato il borgo del Pont'a Signa, dopo aver lasciato da un lato e dall'altro deliziose ville e vaghi casini.
Giunta la Via suddetta a congiungersi con l'antica, che attraversava il castello della Lastra e la contigua borgata del Ponte a Signa, prosegue il cammino verso il borgo del Porto di Mezzo, finché passata l Osteria della Lisca trova uno sprone settentrionale del poggio di Malmantile che rasenta per entrare nell'angusta e tortuosa foce della Golfolina. La quale percorre per ben tre miglia passando in quel tragitto dal borghetto di Carnale, ossia di Bruciante, e per i possessi di Lusciano di dove si avvicina al Val d'Arno inferiore dopo attraversato i paesi di San Mimatello e di Monte Lupo. All'escita da quest' ultimo essa passa sopra un ponte di pietra la fiumana della Pesa per quindi innoltrarsi all'Ambrogiana, dove uova presso la R Villa omonima sulle 13 miglia a ponente di Firenze la seconda posto de’cavalli. Qui si apre la spaziosa Valle infe riore dell'Arno, e qui l'occhio si bea nel percorrere vaghe coltivazioni di campi circondate da colline vestile di vigneti e oliveti siccome sono quelle che il viandante scorge, tanto alla destra dell'Arno nei poggi deliziosi di Bibbiani, come alfa sinistra del fiume e della Strada postale nelle colline di Samontana e del Cotone, finche poco dopo attraversato il borgo di Pontormo entra nella grossa Terra di EmpoM, p.iese assai favorevole al commercio per la sua centralità relativamente alle principali città del la Toscana. Da Empoli continuando il pianeggiante cammino dopo Ire miglia trova un quadrivio all' Osteria Bianca, dove fa Strada regia postale Pisana, ossia Livornese, è tagliata da quella che innestasi alla postale Traversa, appellata anticamente Via Francesca, la quale rimonta verso scirocco la Valle dell'Elsa per recarsi a Poggibonsi e di là a Siena; mentre la postale Pisana, o Livornese, continuando il cammino a ponente arriva sul ponte a Elsa e di là alla terza posta della Scala, che trova alla base settentrionale del poggio su cui risiede la lunga città di San Miniato.
Proseguendo il cammino presso la ripa sinistra dell' Arno lascia alla destra del fiume la popolosa Terra col sottostante borgo di Fucecchio, e poco appresso quelle di SantaCroce e di Castel Franco di sotto, dirimpetto ai quali ultimi paesi la Via postale percorre sul lato sinistro dell' Arno le vaghe collinette di San Romano e delle Capanne restando al suo ponente e libeccio il castello di Marta e la Terra di Montopoli per scendere sulla Chiecinella e di la avvicinarsi alla grandiosa villa di Varramista, passata la quale trova la quarta posta de' cavalli a Castel del Bosco.
Da Castel dei Bosco alle Fornacette, dov’ è la quinta posta de' cavalli, la Strada postale attraversa il borgo della Rotta e dopo miglia toscane 2 l'animatissima Terra di Pontedera.
Dalla Rotta fino a Pisa la strada postale è molto larga, pianissima e ridentissima per l'amenità delle adiacenti campagne, per i frequenti borghi, villaggi e castelli che attraversa o che avvicina, per le deliziose pendici del Monte Pisano che per molte miglia, sebbene nella ripa opposta dell'Arno, da Vico Pisano (ERRATA: al ponte di Zambria) al ponte di Zambra lambisce, fino a che dopo attraversato il popolato borgo del Portone essa entra in Pisa, ed alle 49 miglia da Firenze trova la sesta posta.
Costì si cambiano i cavalli, sia per continuare per Porta a Mare lo stradone che guida a Livorno, sia per escire da Porta Lucchese dov'entra nella ridente e spaziosa via che per i Bagni di S. Giuliano e Ripafratta incamminasi a Lacca.
La stazione delle poste per coleste tre vie regie postali è stata calcolata come appresso, senza aver bisogno mai di un terzo cavallo.
1. Da Firenze alla Lastra Poste 1 2. Dalla Lastra alil Ambrogiana Poste 1 3. Dall'Ambrogiana alla Scala Poste 1 4. Dalla Scala a Castel del Bosco Poste 1 5. Da Castel del Bosco alle Fornacette Poste 1 6. Dalle Fornacette a Pisa Poste 1 TOTALE da Firenze a Pisa Poste 6 1. Da Pisa a Livorno miglia 12. 33, pagando posta doppia Poste 2 2. Da Pisa a Lucca (Idem) miglia 14, e sino al confine del Granducato miglia 10.46 fiorentine Poste 2 5. VIA REGIA POSTALE TRAVERSA ROMANA.
– È quel tronco di antica Via Francesca che passava l'Arno sotto Fucecchio. Essa attraversando all'Offerta Bianca la Via regia postale Livornese, rimonta la Valle dell' Elsa per arrivare a Poggibonsi, dove trova e si unisce alla Via regia postale che da Firenze dirigendosi per Siena e Ponte Centino guida a Roma.
Con notificazione del 18 novembre 1833 fu soppressa lungo cotesta Via regia postate Traversa la stazione di Cambiano, che si trasferì a Castel Fiorentino, fissando la valutazione delle respettive distanze da questo luogo alle stazioni postali: più vicine come segue: DA POGGIBONSI A FIRENZE PER LA TRAVERSA 1.Da Poggibonsi a Castel Fiorent i n o Poste 1 e 3/4 2.Da Castel Fiorentino all'Ambro giana Poste 2 3. Dall'Ambrogiana alla Lastra Poste 1 4. Dalla Lastra a Firenze Poste 1 TOTALE Poste 5 e 3/4 Pari a circa miglia 45 fiorentine.
DA POGGIBONSI A PISA PER LA VIA TRAVERSA 1. Da Poggibonsi a Castel Fiorentino Poste 1 e 3/4 2. Da Castel Fiorentino alla Scala Poste 1 e 1/4 3. Dalla Scala a Castel del Bosco Poste 1 4. Da Castel del Bosco alle Fornacette Poste 1 5. Dalle Fornacette a Pisa Poste 1 TOTALE Poste 6 Pari a circa miglia 48 fiorentine.
6. VIA REGIA TRAVERSA LIVORNESE PER VICARELLO. – Dalla casa Carmignani fra Settimo e Cascina si lascia la Via postale di Pisa per incamminarsi a ostro sulla Via che guida per Macerata e per l'argine del Fosso Reale sol ponte di Collina e di là a Vicarello dov'è una nuova stazione postale. Di costì ai Ponti di Stagno entra nella Via postale Livornese che viene da Pisa. La corsa di questa Via Traversa di Vicarello è conteggiala tripla dalle Fornacette a Livorno, corrispondente a miglia toscane 12.45 dalla Gasa Carmignani ai Ponti di Stagno, e tre poste dalle Forancette a Livorno.
7. VIA REGIA POSTALE DA PISA A LUCCA. – È dichiarata STRADA REGIA POSTALE quella che esce da Pisa per Porta Lucchese e passa peri Bagni di S.
Giuliano, di là per Rigoli e Riprafatta esce dal Granducato ed entra nello Stato Lucchese presso Cerasomma quasi 4 miglia innanzi di arrivare a Lucca.
Una strada non postale, ma bene spesso preferita dalle vetture per essere alquanto più breve della prima, è quella che staccasi dal ili regio, postale appena escita da Pisa nel subborgo di Porta Lucchese, la quale via prendendo il cammino a ponente lungo le mura della città volgesi a settentrione per entrare nella Via delle Prato, pia padule dell'Oseri, finché ritorna sulla Via regia postale suddetta sopra Rigoli.
Si paga doppia posta da Pisa a Lacca e viceversa, per un cammino sempre pianeggiante di circa miglia toscane 14 e 1/2.
8. VIA REGIA POSTALE DI GENOVA, o SARZANESE, fino al confine della Toscana in Val di Vara. – Mi sembra già di sentire chi legge cotesta intitolazione, fino al confine della Toscana in Val di Vara, come mai io attribuisca alla Toscana una parte della Liguria orientale. Alla qual domanda risponderei col pregare costoro a leggere l'Avvertimento premesso all' Opera.
Può dirsi cotestavia regia postale in parte almeno, la continuazione dell'antica Via Emilia di Scauro, poi detta Via Francesco, comecché sia stata rettificata in più tempi e variata. – Avvegnaché l'antica Via postale Sarzanese passava lungo l'arenoso littorale da Pisa a Viareggio e Pietrasanta, il qual cammino ai tempi nostri fu abbandonato per avvicinare la strada ai monti passando il Serchio circa tre miglia a ponente di Lucca; mentre oggidì la Strada postale Sanane re, partendo da Pisa si dirige a Lucca, dove si cambiano i cavalli per avviarsi di là verso il Serchio sul Ponte S. Pietro, e poi valicare il monte di Quiesa, donde riscende alla pianura di Massarosa a ritrovare le antiche tracce della Via Francesco, finché a Montn»roito, circa due miglia lungi dai lido di Viareggio, si cambiano i cavalli di posta per continuare, rasente la base meridionale dei poggi che propagami dall'Alpe Apuana di Camajore e di Stazzema, verso Pietrasanta. Costì si trova la terza posta dei cavalli, i quali si ricambiano alla quarta posta nella città di Massa Ducale dopo esser passati a pie de' monti che propagandosi dall'Alpe delle Panie di Seravezza, e dopo essersi avvicinata al mare a pie del Salto della Cervia sotto Montignoso. Da Massa Ducale, deviando dall'antica Strada postale che fu aperta lungo la marina presso la Via Selcia (Emilia di Scauro ) la via attuale attraversa il monte interposto fra Massa e Carrara per passare da questa piccola città de'marmi, e di costà scendere la ripa sinistra del torrente Carrione rasentando i nuovi studj ed officine di scultura, quindi vaghe colline sparse di ville, vestite di olivi e di vigneti disposti a ripiani, finché al castello di Avenza, rientrata nell'antica Via postale di Sarzana, trova la quinta stazione de' cavalli.
Dall'Avenza a Sarzana corre una posta pianeggiante costantemente fra la spiaggia di Luni e l'estreme pendici dei colli di Ortonovo, di Castelnovo di Magra e di Fosdinovo, lisciando alia sua sinistra i miseri avanzi della città di Limi, quattro miglia innanzi di entrare in Sarzana. Qui trovasi la sesta posta dei cavalli, esistendo attualmente la settima posta sulla strada nuova alla Spezia, l'ottava al Borghetto di Vara e di nona di là dai confini prescritti al presente Dizionario.
Le poste da Lucca a Montramito, e da Montramifoa Pietrasanta spettano al Ducato di Lucca; quelle di Massa Ducale e di Avenza al Ducato di Modena, e le ultime tre di Sarzana, Spezia e Borghetto di Vara al Regno Sardo.
I punti più elevati dì questa Via da Pisa al Borghetto di Vara sono due, il varco del monte di Quiesa, e quello del monte fra Massa e Carrara.
Le poste da Pisa al Borghetto di Vara tono le seguenti: 1. Da Pisa a Lucca (Posta doppia) Poste 2 2. Da Lucca a Montramito (Posta doppia) Poste 2 3. Da Montramito a Pietrasanta Poste 1 4. Da Pietrasanta a Massa Ducale Poste 1 5. Da Massa-Ducale all'Avenza (terzo cavallo con reciprocità) Poste 1 6. Dall'Avenza a Sarzana Poste 1 7. Da Da Sarzana alla Spezia Poste 1 e 1/2 8. Dalla Spezia al Borghetto Poste 1 e 1/2 TOTALE Poste 11 Questa Via postale corre circa 80 miglia fiorentine.
9. VIA POSTALE E PROVINCIALE DA SARZANA A BERCETO. – Cotesta Via è stata aperta per quella di Val di Magra , la quale, sebbene sia dichiarata una delle Strade Provinciali, è stata qualificata postale nell’anno 1837, siccome apparisce dal Regolamento e Tariffa generale per tutte le Poste della Toscana pubblicato in Firenze in detto anno, conteggiando tutta la gita per 5 poste come appresso: Da Sarzana a Terrarossa Poste 2 Da Terrarossa a Pontremoli Poste 2 Da Pontremoli a Berceto di là dalla Cisa nel Ducato di Parma Poste 1 TOTALE Poste 5 Equivalenti a miglia 38 fiorentine circa.
10. VIA REGIA POSTALE LUCCHESE. – Cotesta strada sostituita ad un tronco della VIA FRANCESCA, e secondo alcuni itinerarj antichi alla continuazione della VIA CLODIA diretta fra Lucca e Firenze.Esce da questa ultima città, passa pel borgo di Peretola dal pian di S.
Mammoro a Campi, e dopo undici miglia toscane di cammino trova la prima posta de’ cavalli nella città di Prato. Di costa proseguendo per Agliana lungo le estreme falde dei poggi del Montale, dopo dieci miglia arriva nella città di Pistoja dove è la seconda posta de’ cavalli, mentre la terza dopo 14 miglia toscane di cammino la trova in Pescia, e finalmente la quarta in Lucca distante circa miglia 11 ½ dall’ultima città.
Sebbene il numero delle poste fra Firenze e Lucca sia di sole quattro pure la tariffa bonifica poste 6 e 1/2, senza dovere mai ricorrere al terzo cavallo, cioè: 1. Da Firenze a Prato Poste 1 e 1/2 2. Da Prato a Pistoja Poste 1 e 1/2 3. Da Pistoja a Pescia Poste 1 e 1/2 4. Da Pescia a Lucca Poste 2 TOTALE Poste 6 e 1/2 Equivalenti a miglia 46 e 1/2 fiorentine.
VIA POSTALE DA LUCCA AI BAGNI. – Esce dalla Porta al Borgo di Lucca per rimontare la sponda sinistra del Serchio fino alla confluenza della Lima, dove cotesta Via Postale voltando direzione da settentrione a levante dopo un miglio toscano attraversa la Lima sul Ponte al Serraglio per passare alla destra della fiumana lungo le quali colline esistono i Bagni Lucchesi.
VIA REGIA DELL’APPENNINO DI RONDINAJA.
– E’ la via rotabile la più alta fra tutte quelle che varcano l’Appennino toscano, e perciò impraticabile per molti mesi dell’anno. – Fu aperta dalla Duchessa di Lucca Maria Luisa Infanta di Spagna per andare a Modena senza toccare il territorio del Granducato, e vi riescì facendo proseguire lungo la sponda sinistra del Serchio la Via postale de’ Bagni di Lucca col passare la Lima sul ponte di Chifenti fino alla confluenza del torrente Fegana. A questo punto la Via del Monte Rondinaja abbandona la ripa sinistra del Serchio per rimontare a grecale il torrente predominato, e per una lunga e malagevole salita passare da Tereglio molto innanzi di arrivare sul giogo dell’Appennino di Rondinaja, che è circa 3300 braccia superiore al livello del mare. Costassù trovansi gli estremi confini del Ducato di Lucca con quello di Modena, dove la strada fu lasciata in tronco, in guisa che essa è malamente praticabile dalle vetture fino alla Pieve a Pelago, dove passa la Via regia Toscana, detta Modanese.
– Vedere MONTE DI RONDINAJA.
RECAPITOLAZIONE DELLE X VIE, o STRADE POSTALI APERTE ATTUALMENTE NEL GRANDUCATO. 1.VIA REGIA ROMANA PER AREZZO. Da Firenze al confine con il territorio Perugino, Miglia fiorentine 73.48 2. VIA REGIA BOLOGNESE. Da Firenze, al confine col territorio Bolognese, Miglia fiorentine 35.81 3. VIA ROMANA DA FIRENZE PER SIENA SUL PONTE CENTINO, Miglia fiorentine 90.50 4. VIA REGIA LIVORNESE PER PISA E LIVORNO, Miglia fiorentine 61.33 5. VIA REGIA TRAVERSA ROMANA, Miglia fiorentine 20.77 6. VIA REGIA TRAVERSA LIVORNESE, Miglia fiorentine 12.45 7. VIA REGIA DA PISA A LUCCA sino al confine con quel Ducato, Miglia fiorentine 10.46 8. VIA REGIA POSTALE DI GENOVA, O SARZANESE per ciò che spetta al territorio disunito del Granducato, Miglia fiorentine 5.75 9. VIA POSTALE PROVINCIALE DA SARZANA A BERCETO, per la sola parte compresa nel territorio disunito del Granducato, Miglia fiorentine 20.
– 10. VIA REGIA POSTALE LUCCHESE, Miglia fiorentine 37.20 TOTALE Miglia fiorentine 367.75 PROSPETTO SINOTTICO delle VIE REGIE POSTALI, attualmente aperte nel GRANDUCATO con la linea militare che esse percorrono nel territorio delle COMUNITA’ che attraversano e loro popolazione nel 1844.
I. Nome della via postale: VIA ROMANA PER AREZZO (Miglia toscane 73.48 fino al confine del Granducato) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia fiorentine 26.00 COMPARTIMENTO ARETINO: Miglia fiorentine 47.48 TOTALE Miglia fiorentine 73.48 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Rovezzano (Compartimento fiorentino), abitanti n° - FIESOLE* (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Pontassieve (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Pelago (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9332 - Reggello (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9991 - Filgine e Incisa (Compartimento fiorentino), abitanti n° - S. Giovanni (Compartimento aretino), abitanti n° 4264 - Montevarchi(Compartimento aretino), abitanti n° 8570 - Bucine (Compartimento aretino), abitanti n° 6242 - Val d’Ambra (Compartimento aretino), abitanti n° 1938 - Laterina (Compartimento aretino), abitanti n° 1990 - Civitella (Compartimento aretino), abitanti n° 5138 - AREZZO (Compartimento aretino), abitanti n° 33194 - Castiglion Fio rentino (Compartimento aretino), abitanti n° 10985 - CORTONA (Compartimento aretino), abitanti n° 23189 TOTALE abitanti n° 150843 II. Nome della via postale: VIA BOLOGNESE (Miglia toscane 35.81 fino al confine del Granducato) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 35.81 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Pellegrino* (Compartimento fiorentino), abitanti n° - FIESOLE* (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Vaglia (Compartimento fiorentino), abitanti n° 2758 - S. Piero a Sieve (Compartimento fiorentino), abitanti n° 2919 - Barberino di Mugello (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9366 - Firenzuola (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9007 TOTALE abitanti n° 40913 III. Nome della via postale: VIA ROMANA PER SIENA e PONTE CENTINO (Miglia toscane 73.48 fino al confine del Granducato) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 23.00 COMPARTIMENTO SENESE: Miglia 67.50 TOTALE Miglia 90.50 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Galluzzo (Compartimento fiorentino), abitanti n° 12765 - San Casciano (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Barberino di Val d’Elsa* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9332 - Poggibonsi (Compartimento senese), abitanti n° 6271 - Monte Riggioni (Compartimento senese), abitanti n° - Masse del Terzo S. Martino (Compartimento senese), abitanti n° 4457 - SIENA (Compartimento senese), abitanti n° 20588 - Monteroni (Compartimento senese), abitanti n° 3332 - Buonconvento (Compartimento senese), abitanti n° - MONTALCINO (Compartimento senese), abitanti n° - San Quirico (Compartimento senese), abitanti n° 1647 - Castiglion d’Orcia (Compartimento senese), abitanti n° - Abbadia S. Salvatore (Compartimento senese), abitanti n° 4224 - Radicofani (Compartimento senese), abitanti n° 2535 - San Cascian de’Bagni (Compartimento senese), abitanti n° 3365 TOTALE abitanti n° 103971 IV. Nome della via postale: VIA LIVORNESE PER PISA (Miglia toscane 61.33) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 31.00 COMPARTIMENTO Pisano: Miglia 30.33 TOTALE Miglia 61.33 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Legnaja (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9276 - Casellina e Torri (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9229 - Lastra a Signa (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Montelupo (Compartimento fiorentino), abitanti n° 4755 - Empoli* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 14730 - SANMINIATO (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Montopoli (Compartimento fiorentino), abitanti n° 3289 - Palaja (Compartimento pisano), abitanti n° 9196 - Pontedera (Compartimento pisano), abitanti n° 8565 - Calcinaja (Compartimento pisano), abitanti n° 3169 - Cascina* (Compartimento pisano), abitanti n° 16367 - PISA* (Compartimento pisano), abitanti n° 43121 - Colle Salvetti* (Compartimento pisano), abitanti n° - LIVORNO (Compartimento pisano), abitanti n° 79890 TOTALE abitanti n° 231991 V. Nome della via postale: VIA TRAVERSA ROMANA (Miglia toscane 20.77) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO FIORENTINO: Miglia 20.77 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Empoli* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 14730 - Castel Fiorentino (Compartimento fiorentino), abitanti n° 6450 - Certaldo (Compartimento fiorentino), abitanti n° 5983 - Barberino di Val d’Elsa* (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9332 TOTALE abitanti n° 36495 VI. Nome della via postale: VIA TRAVERSA LIVORNESE (Miglia toscane 12.45) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 12.45 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Cascina* (Compartimento pisano), abitanti n° 16367 - Colle Salvetti (Compartimento pisano), abitanti n° 6306 TOTALE abitanti n° 22673 VII. Nome della via postale: VIA DA PISA A LUCCA (Miglia toscane 10.46 fino al confine del Granducato) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 10.46 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - PISA* (Compartimento pisano), abitanti n° 43121 - Bagni di S. Giuliano (Compartimento pisano), abitanti n° 15533 TOTALE abitanti n° 58654 VIII. Nome della via postale: VIA SARZANESE o DI GENOVA (Miglia toscane 5.75 nel territorio disunito del Granducato) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 5.75 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Pietrasanta (Compartimento pisano), abitanti n° 8895 - Seravezza (Compartimento pisano), abitanti n° 6718 TOTALE abitanti n° 15613 IX. Nome della via postale: VIA DA SARZANA A BERCETO (Miglia toscane 20 dentro il territorio disunito del Granducato) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO PISANO: Miglia 20 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Terra Rossa (Compartimento pisano), abitanti n° 1750 - Bagnone (Compartimento pisano), abitanti n° 4805 - Filattiera (Compartimento pisano), abitanti n° 842 - Caprio (Compartimento pisano), abitanti n° 1281 - Pontremoli (Compartimento pisano), abitanti n° 10165 TOTALE abitanti n° 18843 X. Nome della via postale: VIA LUCCHESE (Miglia toscane 35.00 fino al confine) Compartimenti ai quali appartiene: COMPARTIMENTO FIORENTINO: (ERRATA : Miglia 35.00) Miglia 37, 20 COMUNITA’ attraversate da detta via e loro popolazione del 1844: - Pellegrino* (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Brozzi (Compartimento fiorentino), abitanti n° 8617 - Campi (Compartimento fiorentino), abitanti n° 9766 - PRATO (Compartimento fiorentino), abitanti n° 32653 - Monte Murlo (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Montale (Compartimento fiorentino), abitanti n° 7209 - Porta S. Marco (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Porta Carratica (Compartimento fiorentino), abitanti n° - PISTOJA (Compartimento fiorentino), abitanti n° 12332 - Porta Lucchese (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Serravalle (Compartimento fiorentino), abitanti n° 5003 - Montecatini di Val di Nievole (Compartimento fiorentino), abitanti n° 5966 - Massa e Cozzile (Compartimento fiorentino), abitanti n° - Buggiano (Compartimento fiorentino), abitanti n° 10078 - Uzzano (Compartimento fiorentino), abitanti n° 4010 - PESCIA (Compartimento fiorentino), abitanti n° 11845 TOTALE abitanti n° 140647 N.B. Le Comunità attraversate da più Vie postali sono indicate con l’asterisco* CLASSE II VIE REGIE NON POSTALI 1.
– VIA REGIA ARETINA DA FIRENZE PER S.
DONATO. – E’ l’ultimo tronco dell’antica strada aretina(nuova Cassia)che dall’Incisa salendo per Torre a Quona entrava in Firenze per Porta S. Niccolò, un di per Porta Romana, e dopo costeggiato a sinistra i colli dell’Antella, a destra quelli di Vicchio e del Bagno a Ripoli, sale all’Apparita fino al varco di S. Donato in Collina, di dove passa dalla Torre a Quona, o a Poni percorrendo la vallecola del Troghi per scendere all’Incisa, dove trova la nuova strada regia postale Romana per Arezzo , dopo quasi 15 miglia toscane di cammino.
2. – VIA REGIA FORLIVESE. – Cotesta Via, aperta fra il 1832 ed il 1834, staccasi dalla Regia postale Aretina passato il Ponte a Sieve, la cui fiumana rimonta sino a Dicomano, di dove s’incammina verso la montagna di S.
Godenzo per quindi varcare quell’Appennino noto sotto il vocabolo di Alpe di S. Benedetto, e di là scendere nella Valle del Montone per innoltrarsi lungo il fiume omonimo per Portico, Rocca S. Casciano, Dovadola, Castro Caro e Terra del Sole di là dalla quale trova lo Stato Pontificio.
Questa strada fu resa di agevole salita e ben carrozzabile ad onta che fosse da superare costà uno de’ varchi più alti dell’Appennino toscano, quale si è quello dell’Alpe di S.
Benedetto, varco che il Padr. Gen. Inghirami segnalò a braccia 1675 sopra il livello del mare, comecchè sia braccia 108 più depresso di quello della Cisa sulla Via provinciale di Val di Magra , il qual giogo è 1783 braccia superiore al mare Mediterraneo.
3. – VIA REGIA GROSSETANA. – Esce dalla Porta S.
Marco di Siena, scende nella vallecola della Tressa per risalire i poggi opposti della Costa al Pino ed entrare nel vallone della Merse , la qual fiumana attraversa sul Ponte a Macereto per salire sul monte delle Serre di Petriolo, nel cui tonfane essa discende per varcare il torrente Farma ai Bagni di Petriolo e di poi salire il monte del Leccio fra Pari e Fercole, dove trovasi un sufficiente albergo di riposo. Di là continuandola stessa Via passa dai Cannicci, dove sbocca la Via provinciale Traversa de’Monti, e dopo passati i torrenti Lanzo e Gretano arriva nel paese di Paganico. Passata questa Terra percorre l’ultima catena de’ monti della Maremma Grossetana, come sono quelli di Campagnatico e di Mont’Orsajo, per arrivare al Castello di Batignano e di lì scendere nella pianura di Grosseto per il fianco settentrionale dei poggi di Roselle e di Moscona, a piè dell’ultimo de’ quali trova i Bagni minerali Rosellensi, due miglia innanzi di varcare sopra il primo Canale diversivo dell’Ombrone, e quindi entrare nella città di Grosseto, che trova a 46.87 miglia toscane distante da Siena.
Fra le maggiori elevatezze percorse da questa Via contansi quelle delle Serre di Petriolo , e del monte del Leccio sopra Pari, entrambe le quali sommità possono calcolarsi approssimativamente 700 braccia superiori al livello del mare.
4. – VIA REGIA DA AREZZO A SIENA, detta anche di BIENA. – Staccasi dalla postale Romana per Arezzo quasi sull’ingresso della Val di Chiana, passa sui ponti di Arezzo il Canal Maestro per rasentare la pieve al Toppo, e poscia avviarsi nella Terra del Monte S. Savino, di dove dirigendosi verso Gargonza sale sul varco di Palazzuolo per entrare nella Valle dell’Ombrone senese che attraversa fra la Torre a Castello e Castelnuovo Berardenga. Quindi dopo aver rasentato per circa tre miglia la ripa del torrente Biena tributario dell’Arbia, trova il ponte delle Taverne d’Arbia di dove s’indirizza a Siena entrandovi per Porta Pispini dopo quasi 36 miglia di cammino.
Il punto più elevato di questa via trovasi sulla sommità del monte di Palazzuolo, il cui varco resta circa mille braccia più elevato del livello del mare Mediterraneo.
5. – VIA REGIA MODANESE. – Questa Via stata per breve tempo postale fu costruita sul declinare del secolo passato fra Pistoja e l’Appennino di Bosco Lungo, ossia dell’Abetone. – Essa esce dalla Porta al Borgo, percorre il lungo borgo di Capo di Strada per quindi varcare l’Ombrone pistojese tre miglia toscane a settentrione della città e di lì salire sul monte delle Piastre, a ponente della cui sommità scaturiscono le prime fonti del Reno bolognese. Di costì la stessa Via percorre per circa 4 miglia toscane la ripa sinistra del Reno che abbandona al Ponte Petri per voltarsi verso maestrale onde attraversare il vallone del Bardellone sino alla vetta del monte dell’Oppio di là dal quale entra nella Val di Lima e dirigesi a San Marcello, di dove s’inoltra per Mammiano nella Lima che attraversa sul ponte omonimo dirimpetto alla gran cartiera Cini. Di costà rimontando la ripa destra della stessa fiumana lascia al suo levante il Villaggio di Lizzano, e più in alto a grecale la Terra di Cutigliano, innanzi di passare sopra il magnifico ponte del Sestajone, finché continuando a salire l’Appennino arriva sul confine del Granducato con il Ducato di Modena che trova alle Piramidi passata la dogana di Boscolungo, quasi 51 miglia toscane di là da Pistoja.
6. – VIA REGIA EMILIA E AURELIA. – Questa strada stata ampliata, ed in molti luoghi tracciata di nuovo con ponti magnifici sotto il governo del Granduca LEOPOLDO II felicemente regnante, a tenore dei regolamenti più recenti fu dichiarata in parte provinciale ed in parte regia. Spetta alla parte provinciale il primo tronco da Pisa sino presso il Fitto di Cecina per il tragitto di miglia 28 fiorentine, mentre dal Fitto a Grosseto, e di là sotto il nome di Via Aurelia sino al confine, è sempre strada regia. La prima staccasi dalla postale Livornese al Portone nel subborgo orientale di Pisa per incamminarsi lungo una vasta pianura a Colle Salvetti e poscia valicare la fiumana Tora sul ponte Santoro, dove passa alla sua sinistra per ripassare presto alla destra davanti alla mansione della Torretta, quindi attraversare sul ponte il fiume Fine dopo aver percorso fra la base orientale dei Monti Livornesi, e quella occidentale delle Colline superiori pisane.
E’ in questo tragitto, fra la Torretta ed il Ponte di Fine dove la Via Provinciale conserva il suo antico nome di Emilia, mentre seguita ad essere regia la continuazione della stessa via nelle Maremme Volterrana e Massetana, a partire di quà dal fiume Cecina, che passa sul ponte di legno al Fitto onde incamminarsi fra il littorale di Bibbona ed il poggio al Pruno, e di là attraversando la pianura della Gherardesca arrivare alla Torre S. Vincenzio che trova alla base occidentale dei monti che scendono alla spiaggia dal territorio Campigliese, punto della Via regia Emilia il più vicino al mare.
Dalla Torre S. Vincenzio internandosi alquanto dentro terra cotesta Via si dirige a Caldana sotto il poggio meridionale di Campiglia e di là per la Val di Cornia attraversa cotesto fiume sopra un nuovo ponte di marmo, quindi prosegue per Vignale nella direzione di Follonica, dove la strada regia si riavvicina al mare. Da Follonica percorre la Val di Pecora, e per scansare il sottostante padule di Scarlino, passa fra i poggi di Gavorrano e di Giuncarico nella Valle di Bruna, lasciando fuori il littorale di Pian d’Alma, in guisa che il tratto di cotesta via dalle vicinanze del padule di Scarlino fino a Grosseto è affatto diverso da quello dell’antica Via littoranea Aurelia nuova, o Emilia di Scauro .
Infatti se è vero, come semb ra, che l’antica Via fosse stata aperta rasente il Padule predetto e che di là per Pian d’Alma passando lungo il littorale di Castiglione della Pescaja entrasse, nel tombolo fra il mare ed il padule, già Lugo Prelio, come fu detto all’Articolo Via Aurelia, l’attuale invece percorre i poggi che separano la Val di Pecora dalla Val di Bruna, la quale fiumana essa attraversa innanzi di avvicinarsi a Monte Pescali per poi correre a Grosseto.
Fino a questa città la strada regia Maremmana conserva il titolo di Via Emilia datogli dalla consuetudine più che dalla storia, mentre la stessa Via regia da Grosseto al confine dello Stato Pontificio presso il torrente Chiarone portava e porta sempre il vocabolo di Via Aurelia, comecchè cotesta non passasse per Grosseto, ma sivvero attraversasse l’Ombrone senese presso l’Alberese seguitando verso Pisa il cammino littoraneo per il tombolo sino alla fiumana di Castiglione della Pescaja.
Comunque sia, la Via regia attuale Maremmana sotto nome di Via Aurelia dirigesi da Grosseto alla barca dell’Ombrone, dove lascia alla sua sinistra le tracce antiche dell’Aurelia nuova, inoltrandosi per Collecchio verso il porto di Talamone per poscia attraversare la fiumana Osa che passa ora in barca, un dì sopra un ponte al pari del vicino fiume Albegna, che trova dirimpetto alla Torre delle Saline. Quindi dopo avere rasentato il lembo settentrionale dello Stagno di Orbetello, varca il fianco settentrionale della collina che stendesi a settentrione dall’Ansedonia, per entrare nella Valle della Fiora, cui spetta l’ultimo tronco della Via regia Aurelia tracciato fra la Macchia Tonda ed il Lago di Burano, che rasenta lungo il mare, a partire dalla Torre della Tagliata sino allo sbocco in esso del torrente Chiarone, e dopo averlo costeggiato per circa otto miglia toscane entra e percorre nello Stato Pontificio passando dal luogo dove fu il Foro Aurelio sotto il Castello di Montalto.
In tutto il tragitto la Via regia Emilia percorre in Toscana (ERRATA: miglia toscane 32) miglia toscane 60.
E la Via regia Aurelia miglia toscane 36.33 TOTALE (ERRATA: miglia toscane 68.33) miglia toscane 96, 33.
I punti più mediterranei di questa via, e forse anco i più elevati, sono quelli del varco tra Gavorrano e Giuncarico e l’altro di Montepescali, i quali però non arrivano all’altezza di 300 braccia sopra il livello del vicino mare.
– Vedere VIA AURELIA.
7. VIA REGIA DEL LITTORALE. – Questa strada stata finora Provinciale fu non ha guari dichiarata Regia in luogo del primo tronco della Via Emilia che partiva da Pisa fino presso al fiume Cecina. La Via Regia del Littorale, aperta di corto fra Monte Nero e Castiglioncello, ha il suo principio alla Barriera Maremmana di Livorno, e di lì rasentando il lembo del mare, taglia la base occidentale de’ Monti Livornesi per passare sotto Montenero, Calafuria, il Romito e Castiglioncello donde arrivare presso al Ponte del Fitto dove trova dopo buone 18 miglia toscane la Via provinciale Emilia.
8. VIA REGIA TRAVERSA DI VAL DI NIEVOLE. – Chiamasi con questo nome la strada rotabile che staccasi dalla Regia postale Lucchese fuori del Borgo a Buggiano per avviarsi alla Chiesina Uzzanese e di là per le Spianate arrivare al Galleno, dove s’incontra con la Provinciale Romana Lucchese che attraversa; quindi percorre la parte estrema dei colli delle Cerbaje dirimpetto al lembo australe del Lago di Bientina. Di costì si dirige sulla collina di S. Colomba, donde scende sull’Arno al nuovo ponte di Bocca d’Usciana che attraversa per arrivare nella Via regia postale Livornese, ove sbocca un miglio prima di entrare in Pontedera.
Innanzi però di salire al Galleno, fra i paesi delle Spianate e della Chiesina Uzzanese si stacca una diramazione che porta pure il nome di Via regia Traversa della Val di Nievole a partire dal ponte della Sibolla sino all’Altopascio, dove sbocca nell’antica Via Francesca, ora Provinciale detta Lucchese Romana.
9. VIA REGIA PISTOJESE. – E’ la strada non postale preferita dalle vetture che per un cammino di un miglio circa più breve si recano da Firenze a Pistoja, ecc. senza bisogno di toccare Prato. Dalla Via postale Lucchese la Regia Pistojese si stacca nella piazza di Peretola per attraversare il borgo di Petriolo, passare sul ponte il Fosso Macinante, quindi avviarsi per i lunghi borghi di S.
Donnino, della Sala e di S. Martino a Brozzi innanzi di arrivare a quello di S. Piero a Ponti dove la detta Via Regia Pistojese passa sul ponte la fiumana Bisenzio, finché più avanti trova lo sbocco della strada militare di Barberino di Mugello per Signa che oltrepassa.
Presso al suo decimo miglio varca l’Ombrone sul così detto Ponte dell’Asse, sebbene di pietra, onde salire sul Poggio a Cajano, lasciando alla sua destra la R. Villa omonima per quindi inoltrarsi fra belle praterie e vasti campi a sementa fino al borgo di Porta Carratica, alla di cui testa dopo quasi miglia toscane 20 entra nella città di Pistoja.
10. VIA REGIA DI URBINO. – E’ una nuova strada aperta da Arezzo per il confine Pontificio, in cui entra passata la città di San Sepolcro.Essa fu costruita ad oggetto di aprire una comunicazione più comoda, se non più breve fra la Toscana e le città lungo l’Adriatico. – Staccasi dalla città di Arezzo escendo per Porta Colcitrona e avviandosi sul monte di S. Donnino a Majano trova sul suo rovescio la fiumana del Cerfone, il cui frigido vallone tributario del Tevere essa percorre innanzi di attraversare la fiumana Sovara per avviarsi sul fiume Tevere che passa sul ponte di materiale un buon miglio a libeccio di San Sepolcro, mentre uno scarso miglio al suo levante scirocco dopo 25 miglia fiorentine di cammino trova a Cospaja il territorio Pontificio.
11. VIA REGIA PIOMBINESE. – Si distacca dalla Via regia Emilia alla Torre S. Vincenzio per rasentare il littorale fino alla Torre Nuova posta sul corno settentrionale del Porto Baratti, o di Populonia, e di là inoltrarsi fra la base a maestrale del promontorio di Populonia ed il padule di Piombino che lascia al suo grecale, per entrare in quest’ultima città dopo una traversa di circa 12 miglia fiorentine.
12. VIA REGIA DI S. ROCCO. – E’ un breve tratto di strada aperto da Grosseto al forte di S. Rocco sul mare fra la foce dell’Ombrone e la Torre S. Leopoldo.
13. VIA REGIA INTORNO ALLE MURA ESTERNE DELLA CITTA’ DI FIRENZE. – Essa percorre l’intiero giro delle mura di Firenze per circa miglia 6 fiorentine.
14. VIA REGIA INTORNO ALLE MURA MERIDIONALI DI PISA. – Parte dalla Porta Fiorentina, o di S. Marco, fino alla Via regia postale Livornese che ritrova fuori della Porta a Mare dopo aver corso miglia toscane 00, 74.
15. VIA REGIA SUBURBANA DI SIENA. Entra solo nella classe delle strade regie quella denominata di Pescaja , la quale staccasi dalla Via postale Romana fuori di Porta Camullia e di costà dirigendosi a libeccio scende in Tressa per riunirsi alla Via regia Grossetana al luogo detto S. Carlo dopo la traversa di miglia toscane 1, 69.
16. VIA REGIA SUBURBANA DI LIVORNO. E’ quel tronco di strada che rasenta le nuove mura dalla Barriera Fiorentina fino alla Barriera Maremmana per la lunghezza di miglia toscane 1, 75.
17. VIA REGIA SUBURBANA DI PISTOJA. Dicesi regia quella porzione di strada che dalla Porta Carratica arriva alla Porta Lucchese dove trova la Regia postale omonima dopo circa un miglio di cammino.
18. VIA REGIA MILITARE DI FIVIZZANO. – Staccasi dalla regia postale Sarzanese al Portone di Caniparola, sale il monte di Fosdinovo e di là riscende sul Bardine dove trova il territorio di Fivizzano del Granducato, verso la qual Terra si dirige dopo passato il torrente Bardine sopra un ponte di pietra a Ceserano, e di costì rimontando la ripa sinistra del Rosaro passa in mezzo alla Terra di Fivizzano per avviarsi nell’Alpe detta di Sassalbo e arrivare sul varco di Camporaghena che trova dopo quasi miglia toscane 20 ½ di gita nel territorio disunito del Granducato sull’ingresso dello Stato Modanese, circa 3200 braccia sopra il mare.
RECAPITOLAZIONE DELLE VIE O STRADE REGIE NON POSTALI APERTE ATTUALMENTE NEL GRANDUCATO.
1. VIA REGIA ARETINA DA FIRENZE per S. Donato in Collina sino all’Incisa, Miglia toscane 14.93 2. VIA FORLIVESE, Miglia toscane 51.67 3. VIA GROSSETANA, Miglia toscane 46.87 4. VIA DA AREZZO A SIENA, Miglia toscane 35.80 5. VIA MODANESE, Miglia toscane 51.34 6. VIA REGIA EMILIA E AURELIA (ERRATA : miglia toscane 68.33) miglia toscane 96, 33 7. VIA DEL LITTORA LE, Miglia toscane 18.33 8. VIA TRAVERSA DELLA VAL DI NIEVOLE, Miglia toscane 17.31 9. VIA PISTOJESE, Miglia toscane 19.93 10. VIA D’URBINO, Miglia toscane 25.20 11. VIA PIOMBINESE, Miglia toscane 12.32 12. VIA DI S. ROCCO, Miglia toscane 7.25 13. VIA INTORNO ALLE MURA ESTERNE DELLA CITTA’ DI FIRENZE, Miglia toscane 6. – 14. VIA (nell’Oltrarno) , Miglia toscane –.74 15. VIA SUBURBANA DI SIENA (in parte) O DI PESCAJA, Miglia toscane 1.69 16. VIA SUBURBANA DI LIVORNO (in parte), Miglia toscane 1.75 17. VIA SUBURBANA DI PISTOJA (in parte), Miglia toscane 1. – 18 VIA MILITARE DI FIVIZZANO, Miglia toscane 20.45 TOTALE Miglia fiorentine (ERRATA : 400.91) 428, 91 CLASSE III VIE PROVINCIALI DEL GRANDUCATO DI TOSCANA Non meno di 42 Vie Provinciali sono attualmente accampionate nel Granducato, delle quali brevemente indicherò qui appresso la denominazione e l’andamento.
1. VIA, o STRADA DA PONTEDERA A MASSA MARITTIMA. – Questa strada a forma delle ultime determinazioni sovrane riunisce l’antica STRADA DI VAL D’ERA a quella MASSETANA DEL CERRO BUCATO. Essa staccasi presso Pontedera dalla regia postale Livornese fino all’incontro della STRADA PROVINCIALE DA POGGIBONSI A FOLLONICA che trova nel piano di Mucine. – Nel suo tragitto passa per Ponsacco, sotto Capannoli lungo la ripa sinistra dell’Era che rimonta fino al piano della Bachettona per entrare in Val di Cecina, rasentare le Moje di S. Leopoldo, varcare il fiume Cecina al ponte sospeso e di là salire alla Terra delle Pomarance per scendere ai Lagoni di Monte Cerboli, passare dai Bagni a Morba , varcare il poggio che divide il vallone della Possera da quello del Pavone, nel quale trova la Terra del Castelnuovo di Val di Cecina. Di costì salire sul deserto monte che separa la Valle settentrionale della Cecina da quella australe della Cornia, ed ivi girare da ostro a levante e poi a scirocco per scendere nel vallone della Milia dove imbocca nel piano di Mucine nella strada provinciale da Poggibonsi a Follonica dopo il giro di 55 miglia fiorentine.
2. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL MONTE VOLTERRANO. – Esce da Volterra per Porta S.
Francesco, e dopo aver rasentato le mura esterne di detta città fino sotto la Porta all’Arco scende il monte per andare incontro alla Via provinciale da Pontedera a Massa che trova nel piano della Bacchettona, passando per Rioddi, la Montornete e la Casa al Vento, dopo il tragitto di circa miglia 5 1/4, non compresavi una diramazione che dalla chiesa suburbana di S. Alessandro conduce a levante della città al luogo detto i Monumenti.
3. VIA, o STRADA TRAVERSA LIVORNESE. – Porta questo nome la via che da Ponsacco volgendosi a libeccio rasenta le colline superiori pisane passando per Cenaja e Valtriana ad oggetto di entrare dopo quasi 10 miglia fra Colle Salvetti e Vicarello nella provinciale Emilia di Scauro.
4. VIA, o STRADA LUCCHESE ROMANA, già VIA FRANCESCA. – E’ un tronco della Via Francesca che viene da Lucca per l’Altopascio, di dove s’inoltra nei poggi delle Cerbaje passando per il Galleno sino a Fucecchio, dove l’antica via passava l’Arno in barca, mentre ora lo passa sul nuovo ponte a Bocca d’Elsa per entrare nella nuova strada Francesca, o Traversa Romana che trova sulla regia postale Livornese all’Osteria Bianca dopo buone 18 miglia di gita.
5. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL PONTE DI BOCCA D’ELSA. – E’ un nuovo tronco di strada rotabile che staccasi dalla regia postale Livornese al subborgo occidentale di Empoli per condurre con ampio e diretto cammino fino al solido ponte innalzato di colto sull’Arno presso bocca d’Elsa, alla cui testata sinistra arriva dopo miglia 3 1/2 di pianeggiante cammino.
6. VIA, o STRADA FRANCESCA, altrimenti detta di VAL D’ARNO. – Staccasi dalla regia postale Lucchese presso la Pieve a Nievole, donde si dirige per Monsummano basso e Fucecchio, e quindi rasentando la sponda destra del fiume Arno s’inoltra ed attraversa le Terre di Santa Croce e di Castel Franco di sotto, passa sotto i colli di S. Maria a Monte e di Monte Calvoli, finchè entra nella tagliata scogliera del Bufalo per arrivare dopo circa 22 miglia sul bellissimo ponte che cavalca l’Arno presso la Bocca d’Usciana.
7. VIA, o STRADA VICARESE, detta di PIEMONTE. – E’ fra le strade provinciali forse la più deliziosa di tutte, avvegnachè essa a partire dalla collina di S. Colomba forma la continuazione dalla Via Regia Traversa di Val di Nievole, là dove sboccano altre tre vie rotabili, una delle quali verso levante scirocco guida a S. Maria a Monte, l’opposta per ponente maestrale a Bientina, la terza diretta a ostro al nuovo ponte presso Bocca d’Usciana, mentre la Vicarese s’incammina a libeccio verso Calcinaja.
Questa Via nei tempi della Repubblica pisana denominavasi di Piemonte per essere stata aperta fra l’estrema base del Monte Pisano e la sponda destra dell’Arno. In seguito fu appellata Vicarese dal territorio di Vico Pisano che attraversa, a partire da Calcinaja per S.Giovanni alla Vena, Cucigliana, Uliveto e Caprona, dove rasenta il nuovissimo ponte piantato sull’Arno presso la Bocca di Zambra. Da cotesto ponte fino a Pisa la Via continua a chiamarsi Vicarese sebbene fuori di detta Comunità. Costà si scosta alquanto dal tortuoso giro dell’Arno innanzi di entrare dopo miglia 14 1/2 per Porta alle Piagge dentro la città di Pisa.
8. VIA, o STRADA DI VAL DI CECINA. – Staccasi dalla STRADA TRAVERSA DEL MONTE VOLTERRANO al luogo di Rioddi fino all’incontro della Via provinciale da Pontedera a Massa Marittima, e da questa Via fino allo stradone delle Moje S. Leopoldo di dove lungo la Cecina si dirige sulla Via regia Emilia che trova nelle vicinanze, del Ponte del Fitto che attraversa quel fiume dopo miglia 21 3/4 di cammino.
9. VIA, o STRADA TRAVERSA DELLA CAMMINATA. – Staccasi dalla precedente al ponte Ginori, ossia di Tegolaja per entrare nel vallone della Sterza di Cecina varcare il poggio al Pruno e dirigersi per Bibbona nella Via regia Emilia, che trova dopo quasi 14 miglia di traversa.
10. VIA, o STRADA VOLTERRANA. – Staccasi dalla Regia postale Romana a piè del borgo del Galluzzo alle 2 miglia sopra Firenze, per dirigersi verso Giogoli sul monte della Romola che attraversa ad oggetto di scendere nella fiumana Pesa e cavalcarla sul ponte di Cerbaja, donde poi salire i poggi opposti passando da Monte Gufoni e quindi da Monte Spertoli, scendere sull’Elsa a Castel Fiorentino. Costì sopra il ponte varca l’Elsa per salire sul monte del Castagno passando per Gambassi e di là per Camporbiano correre sulla schiena de’monti del Cornocchio e Montemiccioli, finché al luogo detto il Rastrello sbocca nella seguente Via dopo miglia 36 fiorentine.
11. VIA, o STRADA DA SIENA A VOLTERRA. – Staccasi dalla Via postale Romana sotto Monte Reggioni, di dove si dirige a Colle, e di là per il piano di Campiglia dirigesi verso Montemiccioli, che oltrepassa finché dopo aver percorso le frastagliate e circonvallanti colline cretose di Spicchiaiola e di Roncolla sale in Volterra, alla piazza detta de’Ponti dopo il cammino di circa miglia 21 e 1/4 fiorentine.
12. VIA, o STRADA DA POGGIBONSI A FOLLONICA. – Questa nuova Via staccasi dalla Regia postale Romana al ponte sulla Staggia circa due miglia a ostro di Poggibonsi, di dove varca un colle assai depresso che dal vallone dell’Elsa s’introduce in quello della Merse, presso le prime sorgenti del torrente Rosia, e di là per la vallecola della Feccia, rasenta i monti interposti innanzi di arrivare a Prata scendere nel piano di Mucine per poi salire nella città di Massa Marittima e di costà avviarsi lungo lo stradone di Valpiana a Follonica sul lido del mare, dove arriva dopo 52 miglia fiorentine di cammino.
13. VIA, o STRADA DA SIENA A MASSA MARITTIMA. – Staccasi dalla regia Grossetana sulla Costa al Pino, passa nel piano di Rosia innanzi di entrare nella gola della Montagnuola percorsa dal torrente Rosia per indirizzarsi poscia nella via antecedente di Poggibonsi a Follonica dopo quasi miglia 8 1/2 fiorentine di cammino.
14. VIA, o STRADA FAENTINA. – Staccasi dalla regia postale di Bologna nel suburbio di Firenze fuori di Porta S. Gallo passato il Ponte Rosso per rimontare a levante, da primo la sponda destra del torrente Mugnone, passando in mezzo al borgo di S. Marco Vecchio, finché al Ponte alla Badia varca il torrente per seguitare il cammino alla sua sinistra lungo la base occidentale dei poggi di Fiesole e di Monte Reggi, la cui vallecola oltrepassa sul varco dell’Olmo per entrare nel vallone della Sieve, passare questa fiumana sul ponte davanti il Borgo S. Lorenzo, attraversare questa Terra e salire l’Appennino per Ronta e Raggiolo fino alla Colla di Casaglia, di dove scende nella Valle transappennina del Lamone, passando in mezzo alla Terra di Marradi. Costì attraversa sul ponte il Lamone varcandolo dalla destra alla sinistra per tornare sotto Popolano sulla destra del fiume e di là avviarsi per S.
Adriano al Ponte a Marignano, presso il 41. mo cippo militare che trova dentro il territorio Pontificio.
15. VIA, o STRADA DEL MUGELLO. – Questa strada che nel primo tronco corrisponde alla Via postale di Bologna staccasi dall’andamento della postale attuale alla Villa di Novoli per continuare sulle tracce dell’antica, passare la Sieve a S. Pier a Sieve e quindi percorrere la ripa sinistra della fiumana rasentando la Terra del Borgo S.Lorenzo e la collina di quella di Vicchio sino a Dicomano dove dopo 13 miglia entra nella via regia Forlivese.
16. VIA, o STRADA TRAVERSA DI MODIGLIANA. – E’ una continuazione della via provinciale Faentina , cui essa attesta al Casale di S. Adriano, di dove percorrendo intorno al monte di Budrialto s’incammina verso Modigliana, la qual città oltrepassa per salire il poggio del Trebbio attraversare il vallone del Tramazzo e scendere nella Valle del Montone sulla Strada regia Forlivese che trova a Castel Ruggero fra Rocca San Casciano e Dovadola dopo 17 miglia di cammino.
17. VIA, o STRADA DELLA BUSCA. – E’ un tronco di strada provinciale che staccasi dalla regia Forlivese presso Portico per varcare dalla Valle del Montone nel vallone del Tramazzo passando per Tredozio e di là innoltrarsi per Modigliana sino a che lungo la fiumana del Marzeno entra nel territorio di Faenza dello Stato Pontificio dopo quasi 17 miglia di cammino.
18. VIA, o STRADA TRAVERSA DI ROMAGNA. – Porta questo nome il tronco di strada rotabile che staccasi dalla regia Forlivese alla Rocca S. Casciano per varcare i monti che separano la Valle del Montone dal vallone del Rabbi e di là innoltrarsi nella valle de’ Tre Bidenti che trova sotto Galeata, i quali rimonta sino a Santa Sofia, di dove si dirige per la dogana di Fonte Paolina nella Valle superiore del Savio a S. Piero e S. Maria in bagno dopo aver corso quasi 27 miglia.
19. VIA, o STRADA CASENTINESE. – E’ la Strada della Consuma, la quale staccasi dalla regia postale d’Arezzo passato il Pontassieve per dirigersi sul varco della Consuma donde scende nel Val d’Arno casentinese passando dal Borgo alla Collina, di sotto al cui poggio attraversa l’Arno per correre lungo la sua ripa sinistra lasciando a ponente la Terra di Poppi, a levante quella di Bibbiena, e varcando sopra nuovi ponti l’Archiano ed il Corsalone passare da Rassina e poi da Subbiano, di dove s’incammina ad Arezzo, la qual città trova al suo 44.mo miglio 20. VIA, o STRADA DELLA VALLE TIBERINA. – Sebbene sia questa una delle strade provinciali, essa non è però tutta carrozzabile. Staccasi dalla precedente sotto Bibbiena, attraversa questa Terra per poi scendere nel Corsalone, di là dalla qual fiumana cessa di essere rotabile fino all’Alvernia donde scende nella Valle superiore del Tevere fra le Comunità di Caprese e di Pieve S. Stefano. Costì rifatta carrozzabile percorre la ripa sinistra del Tevere sino a San Sepolcro dove si unisce alla strada regia di Urbino, che trova dopo circa 24 miglia di cammino.
21. VIA, o STRADA VALDARNESE, altrimenti detta de’SETTE PONTI. – E’ questa a parer mio una delle prime strade che scorrevano da Arezzo sulla destra costa e lungo le pianeggianti colline del Val d’Arno superiore sulle tracce più o meno rettificate e variate della Via militare stata aperta nell’anno 567 di Roma(187 innanzi G.C.)fra Arezzo e Bologna; alla qual Via più tardi fu dato anche il nome di Via Cassia. Alla Porta S. Spirito di Arezzo staccasi dalla Strada postale Romana e di costà piegando a maestrale dirigesi per Quarata sull’Arno che passa sul Ponte a Buriano, di là dal qual fiume sale il poggio di Castiglion Fibocchi per incamminarsi a Loro sulla fiumana Ciofenna che trova innanzi di arrivare a Certignano, o all’antica mansione di Casa Cesare. Di lì rasentando il corso del torrente Riofi, scende lungo la ripa destra dell’Arno, per avvicinarsi alla testata settentrionale del nuovo ponte davanti a Figline. Di costì continua a percorrere la ripa destra del fiume fino a piè del ponte dell’Incisa dove trova la strada regia postale Romana per Arezzo, alla quale si riunisce dopo circa miglia 31 e mezzo fiorentine di cammino.
22. VIA, o STRADA DI LORO E REGGELLO. – E’ una diramazione della precedente, dalla quale si stacca sul torrente Riofi per dirigersi verso Pian di Scò e Pian di Cascia a Reggello, di dove riscende quelle colline per entrare dopo miglia 13 1/2 circa nella regia postale di Arezzo che ritrova dirimpetto al Pian d’Isola fra il Ponte a Rignano e l’Incisa.
23. VIA, o STRADA CHIANTIGIANA. – Staccasi dall’antica regia Romana per Arezzo , al luogo detto il Bandino circa un miglio fuori della Porta S.Niccolò voltando a destra al così detto Bandino, passa il ponte a Jozzi sull’Ema per rimontare la sponda sinistra di cotesta fiumana percorrendo la cresta di quelle colline fino al Casale di Strada, dove trova il vallone della Greve, passa dal capoluogo di questa Comunità, e di là per il colle di Panzano entra nel contiguo vallone della Pesa e dirigendosi nel centro del Chianti (ERRATA : e attraversando i paesi) avvicinandosi ai paesi di Radda e Gajole. Di costà mediante il corso del torrente (ERRATA: Marsellone) Massellone va a trovare dopo quasi 44 miglia la strada regia fra Arezzo e Siena sul Ponte appellatodi Grillo.
24. VIA, o STRADA DA LEVANE alla VAL DI BIENA.
– Staccasi dalla regia postale Romana per Arezzo alla posta di Levane per rimontare la fiumana dell’Ambra , ed il suo vallone, che rimonta lungo la destra fino al villaggio omonimo dove passa dal lato sinistro dell’Ambra dirigendosi presso le sue sorgenti che lascia alla sua sinistra sul poggio di Montalto finché giunta sul lato opposto del poggio entra nella Valle dell’Ombrone sanese mediante la vallecola del Coggia suo tributario per arrivare dopo miglia 14 circa sulla via regia da Arezzo a Siena presso il Ponte di Grillo.
25. VIA PROVINCIALE EMILIA. –Questa strada che fino a tutto il 1844 è stata compresa fra le regie al pari della sua continuazione al di là della Cecina, fu dichiarata da Pisa fino presso al Ponte del Fitto provinciale, dopochè è entrata nella classe delle Vie regie quella già provinciale del Littorale da Livorno fin presso alla Cecina.La suddetta Via provinciale Emilia frattanto corre per il tragitto di 28 miglia.
26. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL CASTAGNO. – E’ una delle poche Vie provinciali difficilmente carreggiabile. – Diramasi da quella postale Aretina a Levane per entrare nel vallone dell’Ambra, la cui fiumana rasenta dal lato destro innanzi di passarla per dirigersi verso il monte di Palazzuolo lasciando dallo stesso lato l’Abbadia di Ruoti, i villaggi di Sogna e di Rapale, ed alla sinistra Monte Altuzzo e le sorgenti dell’Esse finché arriva sulla vetta di Palazzuolo dove dopo quasi miglia 6 1/2 si unisce alla strada regia di Arezzo a Siena.
27. VIA DELLE VALLESI, ossia STRADA DA SIENA A CORTONA. – Staccasi dalla Via Regia di Arezzo a Siena presso al Ponte di Grillo, dirigesi per Armajolo e Rapolano verso il poggio di Rigomagno, passando nella gola detta delle Vallesi insieme alla fiumana Foenna, la cui ripa destra percorre finché l’attraversa fra le Terre di Asinalunga e di Fojano per trapassare il Canal Maestro della Chiana sui Ponti di Cortona onde avviarsi per Farneta e per Montecchio Loti a Camuscia, dove trova dopo quasi 29 miglia la Via Regia postale Romana che viene da Arezzo.
28. VIA, o STRADA LAURETANA. – Parte dalla Via Regia fra Arezzo e Siena passato il ponte delle Taverne d’Arbia, per avviarsi sulle piagge cretose di Vescona ad Asciano, e di là salire il poggio di Montalceto, donde poi scendere in Val di Chiana passando da Asinalunga e da Torrita per incamminarsi sul Canal Maestro che varca sul Ponte di Valiano, finché s’inoltra per Cintoja verso la strada regia postale Romana che viene da Arezzo, nella quale sbocca a Camuscia sotto Cortona dopo aver corso buone 40 miglia fiorentine.
29. VIA, o STRADA TRAVERSA DEL SENTINO. – E’ un breve tratto di strada che staccasi presso Rapolano da quella delle Vallesi per dirigersi nella strada precedente, nella quale entra sopra la Terra di Asciano dopo circa miglia 1 e 1/2 di traversa.
30. VIA LONGITUDINALE o CASSIA PER LA VAL DI CHIANA. – Questa strada, appellata anche Via Cassia, corre lungo la ripa sinistra del Canal Maestro, a partire dalla Biffa di là da Chiusi fino ai Ponti di Arezzo, passando lungo le falde estreme de’ poggi di Montepulciano, Torrita, Asinalunga, Fojano, Lucignano, Monte S. Savino, Cesa e Marciano, sulle tracce per le quali a un di presso passava l’antica Via Cassia lungo la Val di Chiana toscana. Essa poi si riunisce alla via postale Romana di Arezzo al luogo denominato il Cerro presso Prato Antico dopo aver attraversato i colli che chiudono a maestro il Val d’Arno aretino dalla Val di Chiana ed il cui cammino è valutato circa miglia 40 1/2 fiorentine.
31. VIA, o STRADA TRAVERSA DI MONTEPULCIANO. – Staccasi dalla postale romana per Siena, alla Terra di S. Quirico passando per Pienza e Montepulciano, donde scende nella Via Longitudinale, o Cassia della Val di Chiana che trova al Casale di Nottola dopo quasi 17 miglia di cammino.
32. VIA, o STRADA TRAVERSA DALLA POSTALE ROMANA per SIENA SINO ALLA VIA LONGITUDINALE O CASSIA DELLA VAL DI CHIANA. – Parte dalla suddetta postale all’Osteria della Novella fra Radicofani e Pontecentino dirigendosi a levante grecale per le Terre di Celle e San Casciano de’ Bagni, voltando poi faccia a settentrione incamminasi lungo la pendice orientale della Montagna di Cetona verso quest’ultima Terra; quindi entra in Sarteano, e di là scende nella VIA LONGITUDINALE, o CASSIA che trova sotto Chiusi alla Querce al Piano dopo il tragitto di quasi 18 miglia fiorentine.
33. VIA, o STRADA DEL MONT’AMIATA. – Staccasi dalla postale Romana alla quarta posta da Siena, alla così detta Poderina, passata la fiumana dell’Orcia di dove sale a ostro il poggio di Castiglion d’Orcia e di là passando sui colli occidentali del Mont’Amiata varca il torrente Vivo davanti a Seggiano per innoltrarsi a Castel del Piano e ad Arcidosso. Costì voltando direzione da ostro a scirocco passa fuori della Terra di Santa Fiora; ed ivi ripiegando da scirocco a grecale percorre la Montagna al suo scirocco fino al Pian Castagnajo, di dove scende nella direzione di levante nel torrente Senna, e di là nel fiume Paglia che alla confluenza col Senna attraversa per entrare nella Via postale Romana, la quale trova sul Ponte a Rigo due miglia innanzi di arrivare al Ponte Centino dopo aver corso circa miglia 26 e mezzo fiorentine.
34. VIA, o STRADA TRAVERSA DALLA REGIA POSTALE ROMANA ALLA VIA AURELIA. – E’ una nuova strada provinciale decretata ma non compita, la quale deve staccarsi dalla provinciale del Montamiata alla confluenza della Senna in Paglia, per poi arrivare sull’Aurelia alla Torre delle Saline passando per la Sforzesca, S.Giovanni delle Contee, Sorano, Pitignano, Manciano, la Marsiliana, la Barca del Grazzisino a che dopo il cammino di buone 53 miglia fiorentine entra nella Via Aurelia alla Torre delle Saline.
35. VIA, o STRADA DA GROSSETO A MANCIANO. – Questa Via parte da Grosseto, passa l’Ombrone sotto Ischia per salire a Scansano, proseguendo per Montemerano e di là per Manciano onde riunirsi dopo 33 miglia alla precedente.
36. VIA TRAVERSA DAL MONT’AMIATA ALL’AURELIA. – E’ una nuova strada provinciale non ancora terminata che staccasi nella Terra di Arcidosso da quella del Mont’Amiata, passa per il fianco occidentale del Monte Labbro onde entrare nella Valle dell’Albegna e quindi in Roccalbegna, Scansano e Magliano sino alla Barca del Grazzi, dove varcato il fiume Albegna trova a miglia 33 1/3 fiorentine la Via Traversa che dalla regia postale Romana guida alla Via Aurelia presso la Torre delle Saline.
La costruzione recente di questa strada provinciale portò casualmente la scoperta di non poche mura e avanzi di edifizi fra la Terra di Magliano e la Barca del Grazzi in luogo denominato i Poggetti e la Doganella, lungo il torrente Patrignone alla distanza di circa miglia 3 a ostro di Magliano e miglia 1 1/2 a settentrione della Barca del Grazzi sull’Albegna.
Gli avanzi di dette mura su quell’eminente recinto presentanti una figura ovale, han fatto supporre che appartenessero a qualche città etrusca (f. a Caletra) perita innanzi che vi penetrassero gli eserciti romani, i quali costà presso più tardi fondarono in Saturnia una colonia di cittadini coll’accordare alla medesima l’agro da T.
Livio appellato Caletrano. – Vedere SATURNIA e MAGLIANO nel SUPPLEMENTO promesso a quest’Opera.
37. VIA, o STRADA TRAVERSA DE’MONTI. – Porta questo nome una strada provinciale che staccasi alle Muricce dalla Lauretana in Val di Chiana in Comunità di Asinalunga per dirigersi sui monti di Trequanda passando dalla Badia di Sicille, donde scende in Val d’Asso per Montisi e S. Giovanni d’Asso. – A Torrenieri attraversa la strada regia postale di Roma per salire a Montalcino e poscia innoltrarsi per Poggio alle Mura nella Via regia Grossetana, alla quale si unisce all’Osteria de’ Cannicci, quasi due miglia sopra Paganico, dopo il tragitto di 36 miglia fiorentine.
38. VIA, o STRADA DEL TIGLIO. – Staccasi dalla Via regia Traversa della Val di Nievole a non molta distanza dalla testata destra del nuovo Ponte sull’Arno presso la Bocca d’Usciana, e di là fino al confine Lucchese che trova dopo quasi sei miglia fiorentine poco lungi dalla dogana del Tiglio passando prima in mezzo alla Terra di Bientina.
39. VIA, o STRADA TRAVERSA DI MAMMIANO. – E’ una nuova strada rotabile aperta al commercio della Val di Nievole con la Lombardia, la quale staccasi dal porto dell’Altopascio per dirigersi a Pescia, di dove incomincia la nuova Via Traversa passando per il montuoso paese di Vellano, e di là per un cammino freddo nell’inverno toccare i monti di Marliana e quelli di Piteglio innanzi di arrivare sul bel ponte nuovo che attraversa il torrente Limestre e quindi avvicinarsi ai forni di ferro sotto Mammiano, di là dai quali dopo 29 miglia di traversa si unisce alla strada regia Modanese.
40. VIA, o STRADA DI VAL DI BISENZIO. – Parte dalla città di Prato e rimontando la sponda diritta del Bisenzio, conservasi rotabile fino al Mercatale di Vernio, passando per il borgo di vajano e per Usella; ma da Vernio a Montepiano e di là sino al confine dello Stato Pontificio, che resta a 19 miglia a settentrione di Prato, la stessa via provinciale non è più carrettabile.
41. VIA, o STRADA MILITARE DI BARBERINO DI MUGELLO. – Staccasi dalla regia postale Bolognese presso Montecarelli, passa per Barberino e di là s’innoltra sul monte delle Croci, dal cui fianco meridionale riscende in Val di Marina finché di là dal poggio di Calenzano attraversa la strada pratese di Sesto per arrivare a Capalle, ed ivi passa il Bisenzio per entrare nella Via regia postale di Prato, che presto abbandona, donde avviarsi a Signa attraversando ancora la strada regia Pistojese, nella quale incontrasi di là da San Piero a Ponti, finchè arrivata sul Ponte a Signa passa l’Arno, sulla ripa sinistra del quale trova la strada postale Livornese sotto la Lastra dopo il cammino di buone 23 miglia fiorentine.
42. VIA, o STRADA DI VAL DI MAGRA. – Staccasi questa attualmente a Ceserano dalla Via militare di Fivizzano, passa dall’Aulla, e di costì rimontando la ripa sinistra del fiume Magra attraversa i paesi di Terra Rossa e di Villa Franca, rasenta il poggetto di Filattiera innanzi di entrare nella lunga città di Pontremoli per poi salire sul varco della Cisa sino dove arriva la bella strada carrozzabile che viene da Parma, Borgo S. Donnino e Fornovo, dopo aver corso nel territorio disunito del Granducato circa miglia 20 fiorentine.
Quest’ultima Via di Val di Magra, sebbene provinciale, è stata resa postale a partire da Sarzana e di là per Borgo S.Stefano e Aulla, entrare nel territorio disunito del Granducato, percorrendo da Terra Rossa fino sull’Appennino della Cisa, quasi 20 miglia fiorentine nel territorio Granducale.
NB. Non parlo della VIA LEOPOLDA PISTOJESE che sta costruendosi attualmente da una società anonima per salire da Pistoja sull’Appennino detto della Collina e di là entrare nella Valle del Reno bolognese fino al confine dello Stato Pontificio, perché non è opera del Governo Toscano, sebbene da esso sia stata approvata e generosamente sovvenuta.
RECAPITOLAZIONE delle 42 VIE PROVINCIALI aperte nel GRANDUCATO e loro lunghezze in Miglia fiorentine.
1. Via, o Strada da Pontedera a Massa Marittima lunghezza della via in miglia fiorentine: 55.00 classe: 1 2. Via, o Strada Traversa del Monte Volterrano lunghezza della via in miglia fiorentine: 5.25 classe: 2 3. Traversa Livornese lunghezza della via in miglia fiorentine: 9.85 classe: 1 4. Via, o Strada Lucchese Romana lunghezza della via in miglia fiorentine: 18.31 classe: 1 5. Via, o Strada Traversa del Ponte di Bocca d’Elsa lunghezza della via in miglia fiorentine: 3.50 classe: 1 6. Via, o Strada Francesca, o del Val d’Arno lunghezza della via in miglia fiorentine: 22.08 classe: 1 7. Via, o Strada Vicarese lunghezza della via in miglia fiorentine: 14.55 classe: 1 8. Via, o Strada di Val di Cecina lunghezza della via in miglia fiorentine: 21.75 classe: 2 9. Via, o Strada Traversa della Camminata lunghezza della via in miglia fiorentine: 13.99 classe: 2 10. Via, o Strada Volterrana lunghezza della via in miglia fiorentine: 36.00 classe: 1 11. Via, o Strada da Siena a Volterra lunghezza della via in miglia fiorentine: 21.25 classe: 1 12. Via, o Strada da Poggibonsi a Follonica lunghezza della via in miglia fiorentine: 52.00 classe: 1 13. Via, o Strada da Siena a Massa Marittima lunghezza della via in miglia fiorentine: 8.50 classe: 2 14. Via, o Strada Faentina lunghezza della via in miglia fiorentine: 40.53 classe: 1 15. Via, o Strada del Mugello lunghezza della via in miglia fiorentine: 13.00 classe: 2 16. Via, o Strada Traversa di Modigliana lunghezza della via in miglia fiorentine: 17.00 classe: 2 17. Via, o Strada della Busca lunghezza della via in miglia fiorentine: 16.84 classe: 2 18. Via, o Strada Traversa di Romagna lunghezza della via in miglia fiorentine: 26.75 classe: 2 19. Via, o Strada Casentinese lunghezza della via in miglia fiorentine: 43.34 classe: 1 20. Via, o Strada della Val Tiberina lunghezza della via in miglia fiorentine: 24.08 classe: 2 21. Via, o Strada Valdarnese lunghezza della via in miglia fiorentine: 31.38 classe: 2 22. Via, o Strada di Loro e Reggello lunghezza della via in miglia fiorentine: 13.56 classe: 2 23. Via, o Strada Chiantigiana lunghezza della via in miglia fiorentine: 43.77 classe: 1 24. Via, o Strada da Levane alla Val di Biena lunghezza della via in miglia fiorentine: 14.19 classe: 2 25. Via, o Strada Provinciale Emilia lunghezza della via in miglia fiorentine: 28.00 classe: 1 26. Via, o Strada Traversa del Castagno lunghezza della via in miglia fiorentine: 6.41 classe: 2 27. Via, o Strada delle Vallesi, o da Siena a Cortona lunghezza della via in miglia fiorentine: 28.87 classe: 2 28. Via, o Strada Lauretana lunghezza della via in miglia fiorentine: 40.40 classe: 1 29. Via, o Strada Traversa del Sentino lunghezza della via in miglia fiorentine: 1.60 classe: 2 30. Via, o Strada Longitudinale, o Via Cassia per la Val di Chiana lunghezza della via in miglia fiorentine: 40.48 classe: 1 31. Via, o Strada Traversa di Monte Pulciano lunghezza della via in miglia fiorentine: 16.62 classe: 2 32. Via, o Strada Traversa dalla postale Romana alla Longitudinale, o Cassia della Val di Chiana lunghezza della via in miglia fiorentine: 17.78 classe: 2 33. Via, o Strada del Montamiata lunghezza della via in miglia fiorentine: 26.43 classe: 2 34. Via, o Strada Traversa dalla postale Romana alla Via Aurelia lunghezza della via in miglia fiorentine: 53.14 classe: 2 35. Via, o Strada da Grosseto a Manciano lunghezza della via in miglia fiorentine: 33.04 classe: 2 36. Via, o Strada dal Montamiata alla Via Aurelia lunghezza della via in miglia fiorentine: 33.29 classe: 2 37. Via, o Strada Traversa de’Monti lunghezza della via in miglia fiorentine: 36.11 classe: 2 38. Via, o Strada del Tiglio lunghezza della via in miglia fiorentine: 5.76 classe: 1 39. Via, o Strada Traversa da Pescia a Mammiano lunghezza della via in miglia fiorentine: 29.00 classe: 1 40. Via, o Strada della Val di Bisenzio lunghezza della via in miglia fiorentine: 18.88 classe: 2 41. Via, o Strada Militare di Barberino di Mugello lunghezza della via in miglia fiorentine: 23.14 classe: 1 42. Via, o Strada di val di Magra lunghezza della via in miglia fiorentine: 20.73 classe: 1 CLASSE IV VIE COMUNITATIVE ROTABILI DEL GRANDUCATO DI TOSCANA Le Vie Comunitative rotabili aperte a tutto l’anno 1844 nella Toscana Granducale rispetto alla loro lunghezza ascendevano a miglia 3668.84. Coteste Vie sarebbero troppe se dovessi enumerarle distintamente per ogni Comunità, dondechè mi limiterò a indicare la somma delle miglia che le medesime percorrono nei cinque Compartimenti amministrativi del Granducato, e nel tempo stesso avviserò semplicemente quelle Comunità che mancano di strade comunitative totalmente praticabili dalle ruote.
I. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti nel 1844 nel COMPARTIMENTO FIORENTINO ascendeva a miglia 1653, 07.
N.B.In questo Compartimento mancavano allora di Vie Comunitative rotabili le Comunità di Bagno, Dovadola, Galeata, Londa, Marradi, Modigliana, Portico, Sambuca, San Godenzo, Santa Sofia, Sorbano, Terra del Sole, Tredozio, Verghereto e Volterra ; in tutte 15 Comunità.
II. La lunghezza delle Vie Comunitative rotabili esistenti nel 1844 nel COMPARTIMENTO PISANO ascendeva a miglia 621.25.
N.B. Mancavano in detto Compartimento di Vie comunitative rotabili le Comunità di Calice, Casola, Castel Nuovo di Val di Cecina, Groppoli, Rio nell’Isola dell’Elba, e Zeri; in tutte 6 Comunità.
III. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti nel 1844 nel COMPARTIMENTO SENESE era di miglia 486.59.
N.B. Se non mancavano di Strade comunitative rotabili molte delle quattro Comunità di campagna comprese nella Cancelleria comunitativa di Siena, non poche di esse per altro erano difficilmente praticabili dalle ruote in tutta la loro estensione.
IV. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti nel 1844 nel COMPARTIMENTO ARETINO ascendeva a miglia 614.71.
N.B. Mancavano in questo Compartimento di Strade comunitative rotabili le Comunità della Badia Tedalda e di Sestino. – Quelle aperte fino al 1844 nelle Comunità di Bibbiena e di Chiusi del Casentino sono in gran parte impraticabili dalle ruote.
V. La lunghezza delle Vie comunitative rotabili esistenti nel 1844 nel COMPARTIMENTO GROSSETANO arrivava a miglia 293.22.
N.B.Mancavano in questo Compartimento di Strade comunitative rotabili le Comunità dell’Isola del Giglio, di Manciano, di Pitigliano, di Rocca Strada e di Sorano; in tutte 5 Comunità.
RECAPITOLAZIONE delle miglia percorse nel GRANDUCATO DI TOSCANA dalle questto Classi delle Vie preaccennate.
- qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE IX VIE REGIE POSTALI miglia fiorentine che percorrono: (ERRATA : 345.55) 347.75 - qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE XVIII VIE REGIE NON POSTALI miglia fiorentine che percorrono: (ERRATA : 400.91) 428.91 - qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE XLII VIE PROVINCIALI miglia fiorentine che percorrono: 1026.15 - qualità delle vie dentro il territorio del Granducato: LE VIE COMUNITATIVE ROTABILI miglia fiorentine che percorrono: 3668.84 TOTALE miglia fiorentine che percorrono: (ERRATA : 5441.45) 5471.65 Se oltre la RECAPITOLAZIONE suddetta della lunghezza percorsa dalle 4 Classi di vie rotabili aperte nel 1844 nel Granducato, il dipartimento del Catasto avesse potuto farci conoscere la larghezza respettiva delle Vie medesime, noi saremmo posti nel grado d’indicare più d’appresso ai nostri lettori la superficie totale che le 4 Classi di strade rotabili attualmente possono cuoprire nel territorio del Granducato.
Essendochè cotesta superficie resta tuttora promiscuata non solo con quella delle strade mulattiere, ma dei fiumi, torrenti ed altri minori corsi d’acqua, calcolandosi in complesso la loro estensione in 191950 quadrati agrarj, pari a circa miglia 239 quadrate di 67, 3 a grado, cioè di braccia 2833 1/2 per ogni miglio lineare fiorentino.
Premesso ciò, non ardisco meno che per approssimazione d’indicare qui appresso la superficie respettiva occupata nel 1844 nel Granducato dalle 4 Classi di strade sopra indicate, accordando per modo di esempio: Alla Classe I DELLE STRADE REGIE POSTALI, la larghezza media Braccia 12 Alla Classe II DELLE STRADE REGIE NON POSTALI parimente Braccia 12 Alla Classe IIIDELLE STRADE PROVINCIALI la larghezza media di Braccia 8 Alla Classe IV DELLE STRADE COMUNITATIVE ROTABILI similmente Braccia 8 Dondechè ne conseguiterebbe, che la prima Classe delle STRADE REGIE POSTALI estendendosi per il Granducato in una lunghezza lineare di miglia (ERRATA : 345, 55) 347, 75 ed in una larghezza media di braccia 12 occupare dovrebbe un terreno equivalente a miglia toscane quadre fiorentine 1 e mezzo, pari a quadrati 1294 86 di 10000 braccia l’uno.
Così le STRADE REGIE NON POSTALI nella loro lunghezza di miglia (ERRATA: 400.91) 428, 91 in una larghezza di braccia 12 verrebbero ad occupare nel Granducato miglia toscane quadre fiorentine 1 5/8.
Rispetto poi alle Classi III e IV e delle STRADE PROVINCIALI ascendenti alla lunghezza di miglia toscane 1026.15, e delle COMUNITATIVE di miglia toscane 3668, calcolate nella loro lunghezza in miglia toscane 4694.99 e nelle larghezza di braccia 8, occuperebbero il terreno coperto da miglia quadre fiorentine 13 1/4 pari a quadrati 10641.96.
Cosicchè il Granducato nel 1844 avrebbe ceduto per conto di strade rotabili una superficie catastale di suolo non imponibile di 13499.90 quadrati equivalenti a miglia quadre 16 3/8 fiorentine; la qual superficie, detratta dalla maggiore di 191950 quadrati per i diversi corsi d’acqua, e per le piccole vie, lascerebbe a questa quadrati 178450.10.
E tuttociò in una popolazione di un milione e mezzo circa di abitanti sparsi in una superficie di 8032 1/3 miglia quadrate fiorentine, ossia di quadrati 6448, 913. – Vedere a pagina 571 di questo Volume il QUADRO DELLA RECAPITOLAZIONE STATISTICA NUMERICA DELLA TOSCANA GRANDUCALE.
CLASSE V VIE, O STRADE FERRATE APERTE O PER APRIRSI NELLA TOSCANA Ora che quasi tutto finisce in vapore, non solamente le Vie di mare, ma quelle ancora di terraferma si vogliono far correre da legni a vapore come mezzo più sollecito e più economico di quello che offrono le vetture per le Vie regie, per le provinciali e comunitative praticabili dalle ruote, persuasi i più che nel risparmio del tempo l’uomo trova il vero guadagno.
La Toscana sebbene siasi mossa con qualche lentezza, non ha voluto per altro essere delle ultime in Italia a procurare all’industria ed al commercio la risorsa modernissima di avvicinare dirò così fra di loro per mezzo delle Strade Ferrate le varie città di cotesta bella porzione d’Italia.
Non starò a ripetere la lunga lista notificata dai fogli pubblici de’varj Battelli a Vapore che trasportano merci e passeggeri a Livorno, o che da Livorno conducono in brevi ore quelle e questi a Genova, a Marsilia, a Civitavecchia, a Napoli, a Palermo ecc. Né parlerò in anticipazione delle piccole barche a vapore che pure è da prevedersi un giorno saranno per correre nei canali e nei fiumi della Toscana in luoghi ed in stagioni più propizie a renderli navigabili. Né tampoco mi fermerò a enumerare quanti progetti si stanno facendo per aprire delle Strade a rotaje di ferro più o meno piane per l’Appennino toscano;e se poi tutti cotesti progetti siano suscettibili di essere dalla saviezza del Governo per il bene pubblico approvati, dondechè mi limiterò per ora a indicare, che previa l’approvazione sovrana si accorderà facoltà a varie Società Anonime di aprire nella Toscana le seguenti sette Strade Ferrate. – Vedere il SUPPLEMENTO alla presente Opera.
I. VIA, o STRADA FERRATA LEOPOLDA. – Questa Strada destinata a ravvicinare in certo modo Livorno con tutti i paesi interposti alla capitale della Toscana fu approvata fino dal 1839, e sebbene dopo quasi 5 anni sia stato compito il primo tronco da Livorno a Pisa, vi è luogo a sperare che l’impresa essendo affidata ad una società anonima di proposito, vada essa con minore lentezza occupandosi della sua desideratissima continuazione. Il grande concorso giornaliero delle persone, se non ancora delle merci, che per cotesto nuovo mezzo si recano da Pisa a Livorno, e viceversa, senza il minimo sinistro, fu talmente numeroso, e per gli azionisti soddisfacente, che a molti è venuta la smania di associarsi per via di azioni ai progetti di altre Strade ferrate della Toscana, senza calcolare se il tragitto sia troppo corto, o vicino ad altre Vie a rotaje di ferro. Una simile frenesia di speculare sul gioco che si fa attulmente in Inghilterra colle azioni per le Strade Ferrate da aprirsi in quel regno, fece dire a Lord Brougham nel Parlamento del 7 aprile 1845 parole poco favorevoli a cotesto nuovo mercimonio.
2. VIA, o STRADA FERRATA DA LUCCA A PISA. – E’ la seconda Via a rotaja di ferro che per ragione di anzianità stà attualmente costruendosi da Lucca a Pisa, dove attesterà con la Strada Ferrata Leopolda già in attività per Livorno.
3. VIA, o STRADA FERRATA DA LUCCA AL CONFINE DEL DUCATO CON PESCIA. – Questa strada concessa nel 18 dicembre dell’anno 1844 sarà un nuovo tronco della precedente con gli stessi oneri e privilegj imposti e conceduti dal Duca di Lucca alla sua Società Anonima , onde agevolare i transiti della provincia di Val di Nievole e togliere ogni ostacolo all’effettuazione del grandioso progetto di porre in comunicazione, mediante un cammino ferrato, i dominj toscani e lucchesi colla Lombardia e la Romagna, il mare Tosco con l’Adriatico.
4. VIA, o STRADA FERRATA dal confine di PESCIA A PISTOJA. – Dopo che l’I. e Regio Governo ne avrà approvati gli studj che una Società Anonima si propone di eseguire, questa Via sarà la continuazione della Strada precedente e potrà dirsi la più vicina alla catena centrale dell’Appennino onde mettere in comunicazione la parte transappennina della Lombardia e della Romagna con la cisappennina della Toscana.
5. VIA, o STRADA FERRATA DA PISTOJA SUL RENO BOLOGNESE. – La notificazione del 15 aprile 1845 che concede ad una Società Anonima facoltà di eseguire gli studj propri ad effettuare il progetto di una Strada ferrata dal confine di Pescia sino a Pistoja, concede la stessa facoltà ad altra Società rappresentata dai tre coraggiosi fratelli Cini di S. Marcello, di potere studiare e quindi sottoporre all’esame dell’I. e Regio Governo l’ardito progetto di attraversare con una strada a rotaje di ferro mediante una galleria(non saprei quanto lunga né quanto pendente)l’Appennino fra l’Ombrone pistojese ed il Reno Bolognese.
Quando cotesto progetto grandioso fosse per essere approvato e felicemente eseguito la città di Pistoja diventerebbe il Livorno mediterraneo, il deposito commerciale, industriale e personale delle molte merci e dei moltissimi passeggeri che in poche ore potrebbero tragittare dall’Adriatico al Mediterraneo, dall’Alta Italia a Firenze, e viceversa, senza più salire e scendere i gioghi che Appennin parte l’una dall’altra contrada Del bel paese là dove il sì suona.
6. VIA, o STRADA FERRATA DA SIENA ALLA LEOPOLDA. – Sarà questa il frutto di un maturato progetto per gli studj che un comitato di promotori sanesi ottenne da S.A.I. e R. il Granduca di toscana di poter fare.
Progetto oggidì condotto a tal punto che la materiale costruzione della Via ferrata da Siena per Poggibonsi alla Leopolda si spera di esecuzione non dubbia al confronto di altri esempj di strade a rotaje di ferro tracciate in una pendenza ed in terreni di configurazione consimile a quelli che salgono a Siena.
Il tronco più difficile di questa Via sarà naturalmente fra Poggibonsi e Siena, trovandosi Poggibonsi ad un livello di circa braccia 220 sopra il mare, mentre la Porta Ovile e la Porta di Fonte Branda di Siena, che sono le due porte più basse di quella città, possono calcolarsi a 530 braccia sopra il mare, che verrebbe a dire in 15 miglia di cammino circa 310 braccia di salita, vale a dire braccia 20 2/3 circa per ogni miglia fiorentine di braccia 2833 1/3 l’uno.
Ma l’esperienza ne rinfranca con una prova ormai non più dubbia, che le Locomotrici non indietreggiano nella loro celerità per le Strade ferrate in declive di otto e anche di nove millesimi, quando la salita sia preceduta da un buon tratto di strada orizzontale.
Allorchè cotesta Strada ferrata sarà come è sperabile con felice successo effettuata, quante difficoltà che attualmente arrestano in qualche modo imprese di tal fatta per terreni montuosi non verranno ripianate per eseguirne delle consimili! Una delle condizioni, che dovranno servire di base agli statuti di quella società anonima, sarà quella deliberata nel dì 21 novembre 1844 e pubblicata col manifesto inserito nella Gazzetta di Firenze del 7 gennajo 1845, cioè, che il consiglio dirigente amministrativo dopo l’approvazione Sovrana debba senza ritardo attivare il lavoro della Strada ferrata senese, cominciando dai pressi di Siena, e che debba proseguirli senza interruzione nel più breve tempo possibile fino alla Strada Ferrata Leopolda, alla quale essa dovrebbe accoppiarsi presso al centro del Val d’Arno inferiore nelle vicinanze di Empoli.
7. VIA, o STRADA FERRATA LITTORANEA. – Ecco il progetto più grandioso, ecco la Strada a rotaje di ferro la più lunga, più aperta e più pianeggiante, qualora si eccettuino le due prime, di quante progettate furono finora in tutta la gibbosissima superficie della Toscana. La notificazione stessa che accorda gli studi per la Strada ferrata da Pescia a Pistoja , e per l’altra da Pistoja al Reno bolognese, ha conceduto facoltà ad una commissione sociale di effettuare frattanto gli studi preparatorj alla buona riescita della loro impresa onde poter costruire una Strada Ferrata che lambendo sempre il littorale della Maremma riesca per tal mezzo ad avvicinare Livorno, Pisa, Lucca, ecc. a Civitavecchia, a Roma, ed alla popolatissima città di Napoli.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 709.