VIESCA

nel Val d’Arno superiore.

– Contrada dove fu un castello con due chiese parrocchiali riunite (SS.
Bartolommeo e Pietro) nel piviere di Cascia, Comunità Giurisdizione e quasi 5 miglia toscane a libeccio di Reggello, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
Esiste sulla destra del torrente Resco presso lo sbocco in Arno dirimpetto alla Terra di Figline. – Del castello di Viesca stato feudo de’ Conti Guidi non restano avanzi, comecchè si sappia da un istrumento del 22 febbrajo 1218, citato all’Articolo RONA, che non solo nel secolo XIII, ma anche nel XIV esso vi fosse.
Certo è che il Castello di Viesca insieme alla sua corte, ossia distretto, fu rilasciato dai conti Guidi ai Pazzi del Val d’Arno, i quali ne pagarono l’annua enfiteusi finché gli uomini di Viesca nel 1336 essendosi loro ribellati, la Repubblica Fiorentina s’impadronì di detto castello e sue pertinenze togliendo ai Pazzi ogni giurisdizione civile e politica sopra quei popoli. Ma cotesto castello nell’anno 1386 era diroccato e ridotto a castellare, siccome che lo dichiara un istrumento del 22 settembre di quell’anno rogato nel popolo di S. Bartolommeo a Viesca, in cui trattasi della vendita fatta di una vigna posta nel popolo di S. Bartolo a Viesca in luogo detto il castellare, per il prezzo di 144 fiorini d’oro di conio fiorentino. – (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte dell’Arte di Calimala).
Quando per la parrocchia della diruta chiesa di S. Bartolo fosse soppressa, io lo ignoro. L’attuale cura di S. Pietro a Viesca nel 1521 dal Pontefice Leone X fu ammensata insieme con i suoi beni al capitolo della Basilica di S.
Lorenzo in Firenze.
Il popolo di S. Pietro a Viesca nel 1833 contava 414 abitanti 24 dei quali entravano nella vicina Comunità di Figline.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 766.