VITO (S.) DI MAREMMA
nella Val di Cornia.
– Era una chiesa che diede il nome ad una tenuta della mensa lucchese, ed alla quale riferiscono vari istrumenti dei secoli VIII, IX e X pubblicati nei Vol. IV e V delle Memor. Lucch. Tali sono due rogiti del 24 maggio 770 scritti ad Ecclesiam S. Viti in Cornino; tale è uno del 9 marzo 970 rogato nella Villa detta di S. Vito in Cornino.
Tale è un atto del 31 maggio 974, col quale Adalongo vescovo di Lucca affittò due poderi con altri beni posti in Cornino ubi dicitur a S. Vito, comitatu et territorio Populoniensi, i quali istrumenti spettanti alla mensa di S.
Martino di Lucca, imponevano l’onere al fittuario di recare nel mese di giugno alla tenuta vescovile di S. Vito in Cornino il censo di 48 denari di argento.
Lo stesso fitto fu rinnovato al personaggio medesimo ed alle condizioni di sopra espresse per istrumento del 15 aprile 979 rogato nella suddetta tenuta e luogo di S. Vito da Guido vescovo di Populonia, dopo essere egli stato eletto in vescovo di Lucca. Oltredichè da cotesti istrumenti sembra apparire, che i beni della tenuta di S.
Vito fossero posti lungo la fossa detta Botrangolo, presso il fiume Cornia, sulla ripa del quale era tracciata una via pubblica. Finalmente la stessa tenuta di S. Vito in Val di Cornia è rammentata in un istrumento del 30 settembre 980 per tacere di molti altri in quelle Memorie pubblicati.
Tale è un atto del 31 maggio 974, col quale Adalongo vescovo di Lucca affittò due poderi con altri beni posti in Cornino ubi dicitur a S. Vito, comitatu et territorio Populoniensi, i quali istrumenti spettanti alla mensa di S.
Martino di Lucca, imponevano l’onere al fittuario di recare nel mese di giugno alla tenuta vescovile di S. Vito in Cornino il censo di 48 denari di argento.
Lo stesso fitto fu rinnovato al personaggio medesimo ed alle condizioni di sopra espresse per istrumento del 15 aprile 979 rogato nella suddetta tenuta e luogo di S. Vito da Guido vescovo di Populonia, dopo essere egli stato eletto in vescovo di Lucca. Oltredichè da cotesti istrumenti sembra apparire, che i beni della tenuta di S.
Vito fossero posti lungo la fossa detta Botrangolo, presso il fiume Cornia, sulla ripa del quale era tracciata una via pubblica. Finalmente la stessa tenuta di S. Vito in Val di Cornia è rammentata in un istrumento del 30 settembre 980 per tacere di molti altri in quelle Memorie pubblicati.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 794.
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