ABAZIA DI S. SALVI
nel suburbio orientale di Firenze
a 1/2 miglio toscano fuori porta alla Croce, oggi semplice parrocchia antica filiale della pieve maggiore di S.
Reparata, (la Metropolitana) Comunità di Rovezzano, Giurisdizione di Fiesole. – Fu il secondo monastero della Congregazione di Vallombrosa, eretto nell'anno 1048 in luogo detto Paratinola presso la cappella già costà esistente di S. Salvi, e dove S. Giovanni Gualberto costituì Berizzone in primo abate. Quivi accadde poco dopo (anno 1062) un fatto clamoroso, quando il simoniaco vescovo di Firenze Pietro Mezzabarba fece assalire a mano armata quei monaci, caricandoli di ferite e mettendo a sacco e a fiamma il convento. Ad altre non meno calamitose vicende ebbe a soggiacere questo luogo, sia allorachè nel 1312 vi si accampò col suo esercito Arrigo VII, sia allora quando un esercito più funesto a Firenze, assediandola l'anno 1529, diede il guasto anche a questo refugio monastico, atterrando in gran parte chiesa e convento, sino a che gli assalitori penetrati nel refettorio, dove tuttora si ammira il sorprendente cenacolo di Andrea del Sarto " quasi fossero (dirò col Varchi) a quelle sfrenate milizie cadute le braccia e la lingua, si fermarono e tacquero, e piene d'inusitato stupore non vollero andar più oltre con la rovina". Non ebbero peraltro egual fortuna le opere di scultura, ridotte quasi in pezzi dalla ferocia degli assedianti. Vasari, che ne compianse la perdita, lasciò di esse un'adeguata descrizione, massimamente per quelle destinate al sepolcro di S.
Giovanni Gualberto, opera di Benedetto da Rovezzano. – Conseguenza del nominato ultimo assedio e della soggiogata città, fu pur quella di atterrare il monastero di S. Giovanni Evangelista abitato dalle Vallombrosane, per dar luogo alla Fortezza, che nel luogo di quello volle a maggior sicurezza il primo duca di Firenze edificare, assegnando alle rinchiuse Vallombrosane il risarcito monastero di S. Salvi.
Fu la Badia di S. Salvi un tempo capo di Congregazione indipendente dall'abitato di Vallombrosa, siccome fu avvertito di quella di Passignano. Esisteva nelle vicinanze della medesima dalla parte dell'Arno il palazzo detto del Guarlone, che fu residenza a molti abati di Vallombrosa innanzi che si traslocassero alla Badia di Ripoli.
La parrocchia di S. Salvi conta 1632 abitanti.
Reparata, (la Metropolitana) Comunità di Rovezzano, Giurisdizione di Fiesole. – Fu il secondo monastero della Congregazione di Vallombrosa, eretto nell'anno 1048 in luogo detto Paratinola presso la cappella già costà esistente di S. Salvi, e dove S. Giovanni Gualberto costituì Berizzone in primo abate. Quivi accadde poco dopo (anno 1062) un fatto clamoroso, quando il simoniaco vescovo di Firenze Pietro Mezzabarba fece assalire a mano armata quei monaci, caricandoli di ferite e mettendo a sacco e a fiamma il convento. Ad altre non meno calamitose vicende ebbe a soggiacere questo luogo, sia allorachè nel 1312 vi si accampò col suo esercito Arrigo VII, sia allora quando un esercito più funesto a Firenze, assediandola l'anno 1529, diede il guasto anche a questo refugio monastico, atterrando in gran parte chiesa e convento, sino a che gli assalitori penetrati nel refettorio, dove tuttora si ammira il sorprendente cenacolo di Andrea del Sarto " quasi fossero (dirò col Varchi) a quelle sfrenate milizie cadute le braccia e la lingua, si fermarono e tacquero, e piene d'inusitato stupore non vollero andar più oltre con la rovina". Non ebbero peraltro egual fortuna le opere di scultura, ridotte quasi in pezzi dalla ferocia degli assedianti. Vasari, che ne compianse la perdita, lasciò di esse un'adeguata descrizione, massimamente per quelle destinate al sepolcro di S.
Giovanni Gualberto, opera di Benedetto da Rovezzano. – Conseguenza del nominato ultimo assedio e della soggiogata città, fu pur quella di atterrare il monastero di S. Giovanni Evangelista abitato dalle Vallombrosane, per dar luogo alla Fortezza, che nel luogo di quello volle a maggior sicurezza il primo duca di Firenze edificare, assegnando alle rinchiuse Vallombrosane il risarcito monastero di S. Salvi.
Fu la Badia di S. Salvi un tempo capo di Congregazione indipendente dall'abitato di Vallombrosa, siccome fu avvertito di quella di Passignano. Esisteva nelle vicinanze della medesima dalla parte dell'Arno il palazzo detto del Guarlone, che fu residenza a molti abati di Vallombrosa innanzi che si traslocassero alla Badia di Ripoli.
La parrocchia di S. Salvi conta 1632 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 25.
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