ALPI (S. BARTOLOMMEO IN) o allo Spedaletto

Cas. e parrocchia sul giogo dell’Appennino pistojese fra le sorgenti dell’Ombrone e quelle del fiume Limentra, nella Comunità di Porta al Borgo, piviere di Saturnana, Giurisdizione e Diocesi di Pistoja, da cui è 8 miglia toscane a settentrione. Fu in origine un Ospedale costruito per comodo dei passeggieri sulla foce di quest’Appennino a confine col territorio bolognese. Ebbe nome di S.
Bartolommeo super prata Episcopi dai pascoli che vi possedeva la mensa vescovile di Pistoja. Lo spedale di S.
Bartolommeo era sotto la protezione del Comune di Pistoja; essendochè sino dai suoi più antichi statuti (anno 1178) al paragrafo XV e XIX fu stabilito, che non si potessero alienare le sostanze di quest’Ospizio.
(ZACCAR. Anecd. Pistor.) Le decime ch’egli doveva alla mensa vescovile furono assegnate al capitolo della cattedrale di Pistoja dal pontefice Urbano II con bolla del 19 dicembre, anno 1094 confermata da Pasquale II nel 14 novembre 1105, da Onorio III nel 7 luglio 1118 e da Lucio III nel 5 aprile 1185.
Nei secoli a noi più vicini essendo meno frequentato quel varco, e resi inutili tali ospizj, il patrimonio dell’Ospedaletto fu ammensato all’opera di S. Jacopo di Pistoja, sino a che il cardinale Niccolò Forteguerri nel 1473 ottenne quel patrimonio per il collegio da esso generosamente fondato nella sua patria sotto il titolo della Pia casa di Sapienza di Pistoja congruando il parroco dello Spedaletto, che ha sotto di sè attualmente una popolazione di 145 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 75.