CATIGNANO DI GAMBASSI
(Catinianum) in Val d'Elsa.
Due popoli sotto lo stesso vocabolo di Catignano contavansi in Val d'Elsa; uno di essi (S. Donato di Catignano) nel piviere di S. Appiano, Comunità di Barberino di Val d'Elsa, Diocesi e signoria dei vescovi di Firenze; da lunga mano annesso alla parrocchia di Castel di Linari. L'altro casale già castello di Catignano sussiste tuttora, ed ha la sua parrocchia (S. Martino a Catignano) nel piviere di Gambassi, Comunità Giurisdizione e 4 miglia toscane a levante di Montajone, Diocesi di Volterra, Compartimento di Firenze Risiede in collina alla sinistra del fiume Elsa, fra Varna, la Badia a Elmo e la pieve di Chianni.
Fu uno degli antichi feudi dei conti Cadolingi e degli Alberti loro consorti.
Apparteneva nel secolo XI al conte Uguccione di Guglielmo Bulgaro, quando egli in Catignano, nel 1 ottobre 1075, assisté a una donazione della chiesa di S.
Vettorio a San Gimignano, fatta a favore di Berta figlia del conte Lotario, e badessa del monastero di Cavriglia. – Nel castello di Catignano si trovava il conte medesimo, nel luglio del 1093, allorchè per atto pubblico restituì al suo proprieterio un possesso nella corte di Lignano da esso appignorato.
La badia di Passignano, dove esisteva quest'ultimo istrumento, possedeva altre pergamene scritte in Catignano del territorio Volterrano, fra le quali un'investitura di beni, posti nel piviere di S. Maria a Chianni, fatta nel gennajo del 1103.
Nel 1105 i fratelli Ugo e Lotario figli del conte Uguccione rinunziarono alla badia di Borgonuovo a Fucecchio la metà delle rendite che avevano nel castello e corte di Catignano, mentre nel 1115, degli esecutori testamentarj del conte Ugo fu venduta l'altra metà con varie corti paste nel piviere di Gambassi al vescovo Ruggeri di Volterra.
(Ammir. De'vesc. di Volterra.) Contuttociò il feudo di Catignano trovasi confermato dall'imperatore Federigo I ai conti alberti di Mangona consorti dei Cadolingi, mrdiante un privilegio lori concesso il 10 agosto del 1164, sebbene il Legato imperiale di S. Miniato, sei anni dopo, (nel 1190) ordinasse che fossero restituiti a Ildebrando vescovo di Volterra i diritti baronali e le rendite della corte e castello di Catignano.
Venne il tempo però che quei vassalli si liberarono di tali complicate servitù coll'unire la loro sorte ai Sangimignanesi, dai quali furono accolti come distrettuali con atto pubblico del dicembre 1268. (ARCH. DIPL.
FIOR.) Fra i varj casali omonimi, credo di dover preferire il Catignano di Gambassi, come quello dove ebbero possesso i Vallambrosani, per credere, che di costà più probabilmente traesse i natali il beato Giovanni delle Celle monaco Vallambrosano sul principio del secolo XIV. Il qual virtuoso uomo mostrò nei suoi testi scritti, come bene si associano santità di costumi, amore di lettera e purgatezza di lingua volgare.
Fu uno degli antichi feudi dei conti Cadolingi e degli Alberti loro consorti.
Apparteneva nel secolo XI al conte Uguccione di Guglielmo Bulgaro, quando egli in Catignano, nel 1 ottobre 1075, assisté a una donazione della chiesa di S.
Vettorio a San Gimignano, fatta a favore di Berta figlia del conte Lotario, e badessa del monastero di Cavriglia. – Nel castello di Catignano si trovava il conte medesimo, nel luglio del 1093, allorchè per atto pubblico restituì al suo proprieterio un possesso nella corte di Lignano da esso appignorato.
La badia di Passignano, dove esisteva quest'ultimo istrumento, possedeva altre pergamene scritte in Catignano del territorio Volterrano, fra le quali un'investitura di beni, posti nel piviere di S. Maria a Chianni, fatta nel gennajo del 1103.
Nel 1105 i fratelli Ugo e Lotario figli del conte Uguccione rinunziarono alla badia di Borgonuovo a Fucecchio la metà delle rendite che avevano nel castello e corte di Catignano, mentre nel 1115, degli esecutori testamentarj del conte Ugo fu venduta l'altra metà con varie corti paste nel piviere di Gambassi al vescovo Ruggeri di Volterra.
(Ammir. De'vesc. di Volterra.) Contuttociò il feudo di Catignano trovasi confermato dall'imperatore Federigo I ai conti alberti di Mangona consorti dei Cadolingi, mrdiante un privilegio lori concesso il 10 agosto del 1164, sebbene il Legato imperiale di S. Miniato, sei anni dopo, (nel 1190) ordinasse che fossero restituiti a Ildebrando vescovo di Volterra i diritti baronali e le rendite della corte e castello di Catignano.
Venne il tempo però che quei vassalli si liberarono di tali complicate servitù coll'unire la loro sorte ai Sangimignanesi, dai quali furono accolti come distrettuali con atto pubblico del dicembre 1268. (ARCH. DIPL.
FIOR.) Fra i varj casali omonimi, credo di dover preferire il Catignano di Gambassi, come quello dove ebbero possesso i Vallambrosani, per credere, che di costà più probabilmente traesse i natali il beato Giovanni delle Celle monaco Vallambrosano sul principio del secolo XIV. Il qual virtuoso uomo mostrò nei suoi testi scritti, come bene si associano santità di costumi, amore di lettera e purgatezza di lingua volgare.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 622.
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