CECINA (CASTEL di)

in Val di Cecina.

Castello perduto, seppure non è uno di quei tanti castellari, rocche dirute, o castelletti nella valle inferiore della Cecina, ai quali restò un nome generico, come per esempio, Casaglia, Casale, Castro, etc.
Un luogo sotto il vocabolo di Castro, e che ebbe una qualche esistenza, sino almeno al secolo XIV, trovavasi sulla destra del fiume Cecina con la sua chiesa, la quale, all’anno 1356, era una delle filiali della pieve di Casaglia.
Gli avanzi di antiche figuline scavate nel borro di Linaglia presso la Magona del Fitto di Cecina, e i numerosi ipogèi scoperti nell’opposta pendice a Bellora provano, se non altro, che questa contrada al pari di molte altre della Toscana Maremmana fu abitatissima.
Comecchè la cosa sia andata, non abbiamo altro di sicuro che nel littorale fra la Cecina e Rosignano possedeva villa e predio il senatore Albino Cecina; che un castello di Cecina in coteste parti nel secolo III fu indicato dal geografo Pomponio Mela, e più tardi dalle pergamene dell’arch. arc. di Lucca agli anni 721, 776, e 990. In un istrumento dello stesso archivio si legge, che ai 18 settembre 1109, il conte Ugo del fu C. Teudice della Gherardesca, mentre riservavasi l’usufrutto delle corti di Cecina, di Bibbona e di altri luoghi della Maremma pisana, riconosceva per padrone diretto il vescovo di Lucca. – Vedere ALBINO CECINA (VILLA di) e BIBBONA, Comunità.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 639.