FARO (VICO)

(Vicus Farius) nella Valle dell’Omb rone pistojese.

Contrada suburbana di Pistoja che serve d’indicazione alla chiesa parrocchiale di S. Maria Maggiore fuori Porta lucchese, nella Giurisdizione e Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
È una popolosa e fertile pianura situata fra le mu ra di Pistoja e la ripa sinistra dell’Ombrone, sul borgo dell’antica porta di S. Andrea.
Ebbe casa e podere in Vico Faro sino dal secolo X il conte Cunerado figlio del fu Tedici, e padre del conte Cadolo autore il più remoto della nobilissima prosapia dei Cadolingi signori di Monte Cascioli, di Capraja, di Fucecchio ec. Il qual conte Cunerado di Tedici, nel settembre dell’anno 923 stando in Pistoja, donò al capitolo di quella cattedrale per l’anima di Ermengarda sua consorte e del di lui figliuolo le possessioni che aveva in Vico Fario presso Pistoja.
Avvertasi che poco dopo un altro dinasta autore dei conti Guidi, quale fu il conte Guido del fu Teudegrimo, nel dono che fece, nel 940, alla stessa cattedrale di dodici case masserizie di sua attinenza poste nel territorio Pistojese, eravene pure una situata in Vico Fario. – Vedere AGLIANA, FAGNO SATURNANA, ec.
La parrocchia di S. Maria Maggiore a Vico Faro comprende 1208 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 97.