MACERATA, e MONTE MACERATA
in Val di Pesa.
– Castellare e poggio con antica chiesa parrocchiale (S.
Maria. di Monte Macerata) nel piviere di Campoli, Comunità Giurisdizione e circa 6 miglia toscane a scirocco di San Casciano, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Risiede il castellare con la chiesa sulla cima di amena collina fra la Greve e la Pesa alle sorgenti del torrente Terzona, e un miglio toscano a settentrione della badia di Passignano.
Fu questo luogo signoria della stirpe magnatizia de’Scolari e Buondelmonti, l’ultimo germe dei quali (la marchesa vedova di Ubaldo Feroni) possiede costà de’beni aviti, comecchè essa abbia rinunziato al Principe il giuspadronato della chiesa di S. Maria a Macerata.
Nel maggio dell’anno 981 risiedeva nel suo castello di S.
Maria a Macerata Pietro di Teuzzone, quando per istrumento ivi rogato diede a livello un podere posto a Nievoli nel piviere di S. Stefano a Campoli. (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte della badia di Passignano).
Molti, se dovessi citarli, sono gl’istrumenti della prenominata badia, relativi al castello di S. Maria a Macerata, fra i quali uno del 1010, e un altro del maggio 1015, celebrati egualmente nel castello di S. Maria a Macerata. Con l’ultimo atto Sichelmo del fu Gio. donò al monastero di S. Michele a Passignano, e per esso all’abate Walperto, l’intiera porzione della case dominicali, delle corti e delle chiese con tutti i beni di sua pertinenza situati nei pievanati di Campoli e di Rubbiana. Tra i beni rinunziati fuvvi una porzione del castello e chiesa di S.
Maria a Macerata, del castello di Paterno, e di quanto a lui si apparteneva in Tizzana, in Cerreto, a S. Cristina, e in altri luoghi in quei due pievanati.
La parrocchia di S. Maria a Macerata, o a Monte Macerata nel 1833 contava 172 abitanti.
Maria. di Monte Macerata) nel piviere di Campoli, Comunità Giurisdizione e circa 6 miglia toscane a scirocco di San Casciano, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Risiede il castellare con la chiesa sulla cima di amena collina fra la Greve e la Pesa alle sorgenti del torrente Terzona, e un miglio toscano a settentrione della badia di Passignano.
Fu questo luogo signoria della stirpe magnatizia de’Scolari e Buondelmonti, l’ultimo germe dei quali (la marchesa vedova di Ubaldo Feroni) possiede costà de’beni aviti, comecchè essa abbia rinunziato al Principe il giuspadronato della chiesa di S. Maria a Macerata.
Nel maggio dell’anno 981 risiedeva nel suo castello di S.
Maria a Macerata Pietro di Teuzzone, quando per istrumento ivi rogato diede a livello un podere posto a Nievoli nel piviere di S. Stefano a Campoli. (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte della badia di Passignano).
Molti, se dovessi citarli, sono gl’istrumenti della prenominata badia, relativi al castello di S. Maria a Macerata, fra i quali uno del 1010, e un altro del maggio 1015, celebrati egualmente nel castello di S. Maria a Macerata. Con l’ultimo atto Sichelmo del fu Gio. donò al monastero di S. Michele a Passignano, e per esso all’abate Walperto, l’intiera porzione della case dominicali, delle corti e delle chiese con tutti i beni di sua pertinenza situati nei pievanati di Campoli e di Rubbiana. Tra i beni rinunziati fuvvi una porzione del castello e chiesa di S.
Maria a Macerata, del castello di Paterno, e di quanto a lui si apparteneva in Tizzana, in Cerreto, a S. Cristina, e in altri luoghi in quei due pievanati.
La parrocchia di S. Maria a Macerata, o a Monte Macerata nel 1833 contava 172 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 7.
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