NOCCHI
nella vallecola di Camajore.
– Villaggio con chiesa prioria (S. Pietro) nel piviere, Comunità Giurisdizione e circa 2 miglia toscane a scirocco di Camajore, Diocesi e Ducato di Lucca.
Siede in collina lungo la strada maestra che da Camajore per Nocchi sale a Monte Magno, donde dal lato opposto entra in Val di Serchio per la Freddana e di là lungo la ripa destra del fiume lo varca sul Ponte S. Quilico per menare a Lucca.
Della chiesa di S. Pietro a Nocchi abbiamo memoria fino dal principio del secolo IX, quando fu eretta in luogo detto Mantiana. Essa era di padronato delle monache di S.
Lucia di Lucca; le quali nell’anno 818, prescrissero all’investito l’onere di pagare al monastero loro la metà delle raccolte in vino, olio, ghiande, castagne e fichi secchi. Il qual documento è sufficiente a provare la qualità dei prodotti principali della contrada di Nocchi, consistente allora come adesso in boschi, in selve di castagni, in vigneti e oliveti. Infatti il distretto di Nocchi respettivamente all’olio, che è la sua raccolta maggiore, attualmente produce un anno per l’altro da 30,000 barili d’olio di ottima qualità. – Vedere MANCIANA.
Dopo il principio del secolo X acquistarono podere anche in Nocchi i Paganelli da Monte Magno, siccome fu avvertito all’Articolo MONTE MAGNO LUCCHESE massimamente per le tante concessioni enfiteutiche prima e dopo il mille accordate loro dai vescovi di Lucca.
Il villaggio e i contorni di Nocchi sono sparsi di abitazioni decenti e di ville signorili, fra le quali in una che fu de’signori Montecatini, poi de’Graziani, esisteva una colonna militare, illustrata dal Muratori, e trasportata così probabilmente dalla non lontana via Emilia di Scauro che passava per la Versilia. – Vedere LUNI, e VIA EMILIA DI SCAURO.
La parrocchia di S. Pietro a Nocchi nel 1832 contava 460 abitanti.
Siede in collina lungo la strada maestra che da Camajore per Nocchi sale a Monte Magno, donde dal lato opposto entra in Val di Serchio per la Freddana e di là lungo la ripa destra del fiume lo varca sul Ponte S. Quilico per menare a Lucca.
Della chiesa di S. Pietro a Nocchi abbiamo memoria fino dal principio del secolo IX, quando fu eretta in luogo detto Mantiana. Essa era di padronato delle monache di S.
Lucia di Lucca; le quali nell’anno 818, prescrissero all’investito l’onere di pagare al monastero loro la metà delle raccolte in vino, olio, ghiande, castagne e fichi secchi. Il qual documento è sufficiente a provare la qualità dei prodotti principali della contrada di Nocchi, consistente allora come adesso in boschi, in selve di castagni, in vigneti e oliveti. Infatti il distretto di Nocchi respettivamente all’olio, che è la sua raccolta maggiore, attualmente produce un anno per l’altro da 30,000 barili d’olio di ottima qualità. – Vedere MANCIANA.
Dopo il principio del secolo X acquistarono podere anche in Nocchi i Paganelli da Monte Magno, siccome fu avvertito all’Articolo MONTE MAGNO LUCCHESE massimamente per le tante concessioni enfiteutiche prima e dopo il mille accordate loro dai vescovi di Lucca.
Il villaggio e i contorni di Nocchi sono sparsi di abitazioni decenti e di ville signorili, fra le quali in una che fu de’signori Montecatini, poi de’Graziani, esisteva una colonna militare, illustrata dal Muratori, e trasportata così probabilmente dalla non lontana via Emilia di Scauro che passava per la Versilia. – Vedere LUNI, e VIA EMILIA DI SCAURO.
La parrocchia di S. Pietro a Nocchi nel 1832 contava 460 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 645.
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